iocredo
Io credo in me!
Dove potevo andare? Dove potevo trovare qualcuno che fosse dalla mia
parte? Nella mia camera c'era la chiave d'argento della stanza che
dividevo con Peter, forse lì sarei stata al sicuro.
Intanto dietro di me sentivo dei passi sempre più vicini. Erano
molti, di sicuro Lexander mi aveva messo alle calcagna le guardie degli
stregoni.
Potevano uccidermi col solo pensiero, se volevo fare qualcosa dovevo sbrigarmi.
Svoltai a sinistra per dirigermi nella mia camera, ma alla fine del
corridoio vidi due guardie, così tornai indietro e presi una
scala che scendeva.
Cominciavo a non avere più fiato, non ero mai stata una grande
sportiva. Continuai a scendere lungo la scala a chiocciola fino a un
corridoio umido e sporco.
I topi squittivano, disturbati dalla mia corsa e dal mio respiro
affannoso, quando finalmente mi accorsi che li avevo seminati: dietro
di me non si sentiva più rumore di passi, e speravo non fosse
solo effetto dell'acustica.
Continuai a camminare piano sui mattoni umidi e maleodoranti seguendo
il corridoio buio. Le piccole grate in cima alle pareti facevano vedere
dei pezzetti di cielo delimitati da ciuffi d'erba. Ero sottoterra,
probabilmente a livello delle segrete.
Ma certo, le segrete!
Se c'era qualcuno del castello che non era d'accordo con Lexander e che
– soprattutto – era ancora vivo, di sicuro era lì.
Armata di nuova speranza, iniziai a correre alla ricerca di una scala
che mi portasse ancora più in basso, dove di certo c'erano dei
prigionieri.
Arrivai davanti a una porta aperta, dietro alla quale brillava la luce
di alcune torce. Mi schiacciai contro uno stipite, nell'angolo
più umido e buio del corridoio. Si sentivano dei bisbigli, e
delle catene smosse. Sì, ero arrivata alle segrete.
Due guardie attraversarono la porta di corsa e non mi videro. Tirai un sospiro di sollievo quando sentii una voce conosciuta.
- Ma dove sono andate tutte le guardie? - Disse.
Io entrai nella prigione con i piedi gelati e doloranti, e la prima
persona che vidi fu quella che aveva parlato. La raggiunsi con il cuore
colmo di gioia nel vederla ancora viva:
- Emeraude! -
- Lady Elizabeth! Le guardie ci avevano detto che eri nella stanza del principe e che lui si stava divertendo con te... -
- Ma noi non ci abbiamo creduto. - Disse un'altra voce nota, dietro di me.
Mi voltai e vidi Alderian, appoggiato stancamente alla grata della sua
prigione, con la casacca intrisa di sangue e un viso terribilmente
pallido.
- Principe Alderian! - Gridai, precipitandomi nella sua direzione. - Siete ferito gravemente! -
- Mio fratello sperava che morissi come nostro padre. Ma io ho il
dovere di salvare Narnia. Io sarò il suo re, la devo proteggere.
Non posso morire. - Disse portandosi una mano al petto.
- Alderian, vi prego, non affaticatevi... non appena troverò il modo di tirarvi fuori io... io... -
- Che cosa vuoi fare, sciocca ragazzina? - Chiese una voce dietro di me.
Un tasso mi stava fissando con aria furiosa, con un orecchio mozzato di netto e una grossa ferita sul fianco.
- Se tu non fossi mai arrivata Lexander non si sarebbe invaghito di te
e non avrebbe architettato tutto questo per averti! E adesso cosa pensi
di fare? Ma guardati... sembri più una sgualdrina che una
guerriera. Di sicuro non farai niente di buono. - Disse con amarezza.
- Taci, Favolius! Non parlare in questo modo a Lady Elizabeth! - Disse Alderian.
- No, lui ha ragione... sono un vero pasticcio. Ho combinato solo guai.
- Dissi io, trattenendo le lacrime. Ogni parola del tasso era vera. Era
dannatamente vera.
Caddi in ginocchio singhiozzando, e Alderian si abbassò per parlarmi.
- Elizabeth, io vi conosco: siete forte, potete ancora salvare Narnia.
- si fermò per un attimo, poi riprese - Credi in te,
principessa. -
Io alzai gli occhi e lo vidi sorridere. In quel sorriso e in quelle
parole rividi Peter, e scoppiai a piangere di nuovo. Mi stupii di avere
ancora lacrime da versare.
- Peter avrebbe detto la stessa cosa. - Dissi singhiozzando.
- Io ti avrei detto “credi in te, amore mio”. - Disse una
voce alle spalle di Alderian, e il principe si spostò di lato.
Alzai gli occhi e come in un sogno riconobbi il suo sorriso e i suoi occhi azzurri.
Riconobbi la sfumatura dorata dei suoi capelli.
Aveva i polsi legati a un anello sulla parete di fondo della cella,
sembrava stanco ma stava bene. Non era ferito. Non era morto.
Gli occhi mi si asciugarono di colpo.
Per la seconda volta avevo temuto il peggio e per la seconda volta
Peter mi era stato restituito. Non avrei mai più temuto che se
ne sarebbe andato senza dirmi nulla. Mai più.
Mi alzai in piedi e lui mi sorrise. Poi, vedendo il mio vestito, il suo bel viso si rabbuiò.
- Cosa ti ha fatto quel bastardo? -
- Niente. - Risposi io, così sollevata per averlo ritrovato che mi ero dimenticata tutto il resto.
In quel momento decine e decine di passi risuonarono sulle scale.
Terrorizzata, mi strinsi all'inferriata della cella.
La voce di Lexander tuonava sopra tutte le altre.
- La troverò, quella dannata sgualdrina... le farò pagare cento volte la sua ingratitudine! -
Quando entrò nella segreta e mi vide, si fermò di botto.
I suoi occhi corsero su di me, e su Peter, che sembrava volerlo
fulminare attraverso le sbarre della cella. Lo vidi stupito, poi
arrabbiato, ed infine compiaciuto.
Il suo viso si distese in una specie di sorriso. Temevo quella smorfia.
- Bene bene bene... così hai scoperto che il nostro principino
non era morto, eh? Eppure la scena era stata perfetta... tutto quel
sangue sul pavimento, lui bocconi... se solo ti avessi lasciato
avvicinare un po' tu avresti notato che era solo svenuto su del sangue
non suo... povera piccola ingenua, che si fida del primo arrivato che
le dimostra un minimo di attenzioni... non farai molta strada in questo
mondo, sai? Certo, che se tu ci ripensassi e tornassi di sopra con
me... -
Fece un passo verso di me, ma io non indietreggiai.
Non avevo paura di lui. Non adesso. Non assieme a Peter.
- Beh, se proprio non riuscite a stare lontani... morirete insieme! Cordelius, mettila nella cella. -
Una delle guardie prese un mazzo di chiavi e mi si avvicinò. Mi
afferrò per un braccio e mi scagliò nella cella non
appena l'ebbe aperta.
Caddi in ginocchio sulle pietre della cella, sbucciandomi le ginocchia e i palmi delle mani.
Dietro Lexander c'era uno degli stregoni, un ragazzino tredicenne dall'aria cupa.
- Aiolf, pensaci tu. - Disse Lexander.
Il ragazzino si avvicinò a me. Le sue piccole mani sbucarono
dalle lunghe maniche della veste grigia e si misero davanti a me,
aperte.
Il ragazzino chiuse gli occhi e all'improvviso mi sentii terribilmente stanca.
La porta della cella si chiuse con un rumore violento, che rimbombò nella mia testa dolorante.
- Quando vorrai essere mia moglie ti basterà chiedere. Io
ti aspetto nel nostro letto, mia cara. - Disse Lexander con aria
sorniona.
- Non sperarci. - Dissi io con voce stanca.
- Scommettiamo che quando sarai divorata dalla febbre e il tuo Peter
piangerà di nascosto perchè ti guarderà morire
giorno dopo giorno cambierai idea? -
Con queste parole, Lexander, Aiolf e i trenta guerrieri dietro di loro sparirono su per le scale.
Nelle segrete rimase solo una grassa guardia con una lunga alabarda,
che sonnecchiava vicino alla porta. Alderian mi si avvicinò e mi
tese il braccio sano per aiutarmi ad alzarmi. Fatti pochi passi
ero già distrutta, così mi trascinai vicino a Peter
e mi appoggiai a lui.
- Stai bene? - Mormorai.
- Un po' ammaccato ma niente di grave. Tu, piuttosto? Dio, quant'ero preoccupato! -
- Sto benissimo. Mai stata meglio di così. -
Passai un braccio attorno al suo torace e appoggiai il capo sulla sua
spalla, con le palpebre pesantissime. Alderian si sedette poco lontano
con aria cupa.
Iniziò a parlare, ma la stanchezza mi prese, e caddi nel sonno qualche istante dopo.
Quando riaprii gli occhi non sapevo quanto tempo fosse passato. Forse ore, forse giorni, non lo so.
Ero sdraiata su un mucchietto di paglia vecchia; Peter era seduto
vicino a me e parlava piano con Alderian. Quando il principe vide che
mi ero svegliata, fece un cenno del capo a Peter, che si voltò
verso di me.
- Elie, ti sei svegliata... come stai? -
- Bene. - Dissi io con la voce roca, tentando di mettermi seduta. Un capogiro mi impedì di alzarmi e rimasi sdraiata.
- Hai la febbre molto alta. - Disse Alderian con aria preoccupata.
- Cosa ti ha fatto quel disgraziato? - Domandò Peter con aria inquisitoria.
- Niente. Ci ha provato. -
- Ci ha provato... a fare che? Ti ha messo le mani addosso, vero? Ti ha picchiata! -
- No, non questo. Ha cercato di fare di me sua moglie. Mi avrebbe
sposato entro tre giorni... ma prima avrebbe concepito un figlio. -
- Quindi... quindi... - Peter era inorridito solo all'idea.
- Sono riuscita a scappare prima. Mi ha strappato il vestito, ha messo
le sue mani su di me, ma non gli avrei mai permesso di andare oltre.
Solo tu puoi. - Dissi io, cercando di combattere contro le forze che
già mi abbandonavano. Avevo così tanto sonno...
Peter sorrise, ma la luce nei suoi occhi era ancora tremendamente preoccupata.
Caddi di nuovo in uno stato di pesante oblio, e quando mi svegliai mi
sentivo terribilmente stanca. Non riuscii a mangiare né a bere
niente. Qualche minuto dopo mi lasciai di nuovo andare al sonno.
La terza volta che aprii gli occhi il mondo mi apparve dietro una fitta
cortina opaca. Da molto lontano sentivo Peter bisbigliare. Lo misi a
fuoco lentamente.
Il suo bel viso era solcato da quella che era inconfondibilmente una lacrima.
Probabilmente stavo morendo davvero, e quella che guardava Peter era la
parte di anima che già abbandonava il resto del mio corpo. Non
pensavo che morire sarebbe stato così poco doloroso.
Però non lo trovavo giusto: ci eravamo ritrovati solo per perderci di nuovo, e così in fretta?
Lexander preferiva davvero vedermi morta piuttosto che assieme a Peter, allora!
La mia coscienza si svegliò dal torpore, presa dalla rabbia e
dalla ribellione: non potevo darla vinta a quel vigliacco traditore!
Avrebbe visto di che pasta ero fatta!
Un paio di minuti dopo con uno sforzo sovrumano mormorai:
- Peter... -
Lui voltò subito verso di me.
- Elie... Elie, non affaticarti... resisti, ti porteremo via di qui... - Disse con la voce rotta.
- Stammi a sentire... non ho molto tempo. Ho un piano. -
--***--
NdA: e rieccoci alle nostre tanto
amate Note Dell'Autrice! Allora, che ve ne pare di questo capitolo?
Scommetto che siete rimaste tutte esterrefatte dall'apparente
"resurrezione" di Peter, ma come potete vedere il nostro biondo
principe non era mai morto! Sono stata brava a farvelo credere, eh???
*si china a destra e a sinistra schivando tutto quello che i lettori avevano sotto mano con cui stanno cercando di linciarla*
A parte questo, vorrei mettervi a
parte di un paio di cosette... venerdì ero in stazione ad
aspettare il bus per tornare a casa e di fianco a me c'erano due
ragazzi bellissimi, uno biondo e uno bruno, con un'elegante divisa
nera, che parlavano in un fluente americano. Io non so chi fossero, ma
mi sono tanto sentita alla stazione assieme a un Peter e un Edmund che
sono tornata a casa e ho scritto un capitolo di una nuova storia su
Narnia! [che forse pubblicherò in un prossimo futuro]
E poi volevo dirvi che oggi stavo
scrivendo questo capitolo e, sinceramente, non avevo ancora deciso come
far riapparire Peter. Come al solito le mie mani volavano sulla
tastiera e il pezzo del "io credo in te, amore mio", è uscito da
solo. Giuro, è così. L'ho scritto e poi l'ho riletto, e
mi è venuta la pelle d'oca e le lacrime agli occhi. Io non so se
a voi ha fatto quest'effetto, ma su di me è stato così
forte che ho deciso che l'avrei lasciato...
Ok, ho finito di monopolizzare l'attenzione, ora è il turno delle risposte: (quattro e dico quattro!)
@ Clacly:
ma ciao nuova recensitrice! infinito piacere per me, quello di
conoscerti! ^^ Grazie mille per i complimenti, cerco di scrivere in uno
stile che non faccia sforzare i lettori, in modo che a loro sembri di
vedere un film più che di leggere un racconto! A tutti è
rimasta impressa la morte di Peter, ma come vedi in fondo, non ce n'era
motivo! Spero che questo capitolo non ti abbia delusa! Ripassa a
lasciarmi un commentino se ti va, ne sarei molto felice! Baci!
@ QueenBenedetta:
Hehehehe... ammetto che mi sono abbastanza divertita a scrivere di
questo Lexander atroce e malefico!!! I cattivi sono sempre più
intriganti dei buoni da costruire! Spero che tu sia soddisfatta da
questo nuovo capitolo, in cui ritorna il nostro amato Peter e in cui
Elie tira fuori le cosiddette "balls" per far vedere al mondo che lei
non è una mocciosetta adatta solo a ballare e a sfornare eredi
al trono! E brava Elie! Aspetto la tua prossima recensione, amica!
Smack!
@ PrincessJiu:
no, no! Non credevo che tu non li avessi letti, infatti! ^^ Come vedi
non mi sono posta il problema di "se si muore a Narnia dove si
finisce", semplicemente perchè Peter non era morto davvero! Ci
siamo cascate tutte, eh? heheh ^_^! Posso dirti che mi piace molto come
recensisci, e anche il fatto che sei una che va a fondo delle cose e
che ci riflette sopra... mi piacerebbe farmi una discussione con te! =D
Un bacio e alla prossima!
@ BabyLaura:
anche a me dispiace un sacco dover portare a termine questa storia, ma
prima o poi anche le cose più belle finiscono... non disperarti
però, perchè ci saranno almeno altri tre o quattro
capitoli in cui ci potremo godere il bellissimo panorama di Narnia,
qualche scenetta divertente e un po' di sano romanticismo zuccheroso da
diabete! Spero anche io di continuare così', e mi farebbe
piacere sentire il tuo parere anche su altre mie storie, nel caso tu
sentissi troppo la mia mancanza! XD XD XD Mille grazie per la tua
recensione! Baci baci!
Grazie a chi legge e basta, ai seguitori e ai preferitori! Anche voi siete molto importanti per me!
Bene, e con questo è tutto... ora dobbiamo solo aspettare che la
nostra Elizabeth e il suo Peter portino a termine il loro piano e
riportino la pace a Narnia... ci riusciranno?
Ah, un'ultima cosa: vi aggiorno oggi, e probabilmente anche un giorno
in settimana, dato che venerdì parto e starò via per 5 o 6 giorni. Mi è sembrato troppo crudele lasciarvi col
fiato sospeso a questo punto per 15 giorni!
A presto!
Baci-Baci!
*Flora*
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