Family [IN REVISIONE]

di PrincessintheNorth
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NOTA PER I  LETTORI: alcune parti della storia sono state modificate. 
Mi sono infatti accorta che il nome del drago di Morzan era già stato usato da un'autrice su fanfiction.net, prima di me. Non avevo la minima intenzione di compiere plagi, molto probabilmente il nome mi era rimasto in mente ed è saltato fuori quando dovevo trovare un nome al drago. Non me ne sono resa conto. Perciò l'ho cambiato in "Dracarys": in questa storia ho altresì preso spunto, come avrete modo di notare proseguendo, anche dalla serie tv Game of Thrones per alcune scene e il nome del drago (la "parola magica" che Daenerys usa per far sputare fuoco ai suoi draghi). 
Detto questo, buona lettura!





 

TRE ANNI DOPO

 

MURTAGH

 

 

Fu un pianto a svegliarmi. 

Un “ueeee” acutissimo, che mi trapanò i timpani e mi fece emettere un lamento. 

Mi alzai dal letto e andai verso la culla, dove la mia piccola Belle frignava. 

- Che succede? – mormorò Katherine, mia moglie. 
- Niente. Anzi, mi sa che ha fame. – sospirai portandole la piccola peste, che subito venne accontentata. 

Appena finita la poppata (la quarta, in tre ore, quella notte), rimase accoccolata tra le braccia della sua mamma, tirandole i capelli e ben consapevole di ciò che faceva. 

Ma non potevamo fargliene una colpa, in fondo era in famiglia solo da una settimana. 

Una bellissima, perfetta e pestifera neonata. 

Quando vedemmo che i suoi occhietti tendevano a chiudersi, Katherine la appoggiò delicatamente sul materasso in mezzo a noi. 

- È bellissima. – mormorò sfiorandole il viso. 
- Proprio come la sua mamma. – mi sporsi a baciarla, e lei ridacchiò, scuotendo la testa. 
- Ruffiano. – sussurrò. 
- Però funziona sempre, o sbaglio? 
- Smettila! C’è la piccola! 
- E allora? 

Sospirò, reprimendo un sorriso divertito e assumendo un’espressione scocciata. – E allora. – precisò. – Non voglio che, a soli sette giorni e sei ore di vita senta suo padre dire certe cose. 

- Ma se non sa nemmeno chi siamo! 
- Oh, sta certo che lo sa. Io sono quella che le dà da mangiare e tu quello che la prende in braccio quando ha le coliche. – disse sicura. 
- Wow. – commentai, fingendomi offeso. – Ci sentiamo un po’ troppo egocentrici, Katherine? Tu le dai la vita e io … io le curo il mal di pancia. Bel ruolo importante. 

E ovviamente, come sempre quando facevo quel tono di voce, la feci ridere, e stavolta dovette ridere a bassa voce, o avrebbe svegliato Belle. 

- Sai cosa penso? 
- No. – ridacchiò.
- Che se mettessimo la peste nel suo letto, cosa che dovremmo fare altrimenti tra qualche anno ci ritroveremo con una bambina straviziata, potremmo dedicarci ad altre attività. – le spiegai, facendo ben intendere quali fossero queste “altre attività”. 

Katherine inarcò il sopracciglio sinistro, scettica. – Ad una settimana dal parto. Si vede proprio che sei un uomo. 

- Che occhio, amore. 
- Smettila. Sai cosa intendo. 
- Si. – sospirai. 
- E poi Belle stanca, fisicamente. E anche mentalmente, e ... 

Starei cercando di dormire, sibilò Castigo, irritato. Ma i tuoi pensieri riguardanti tua moglie nuda mi impediscono di farlo. 

Si, però stai calmo, sbuffai. 

E tu raffredda i bollenti spiriti. 

Detto questo, troncò la conversazione. 

Io e Katherine ci fissammo un attimo negli occhi, perché sia Castigo che Antares, la sua dragonessa, avevano rivolto le loro rimostranze ad entrambi, e poi scoppiammo a ridere. 

Svegliando la nostra piccola Belle. 

 




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