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1.The Beginning
#Hola a todos! Questa e la mia prima ff, spero vi piaccia
perchè ho scritto un settimo alternativo visto in un'altro
contesto! Mi raccomando recensite!! MollY_gIaDa
(All'inizio di ogni capitolo vi metto il titolo di una canzone
che sentirete da sottofondo durante la lettura, per addentrarvi
meglio nel racconto)
§*ANOTHER STORY*§
1 .The Beginning
Now we're back to the beginning
It's just a feeling and now one knows yet
But just because they can't feel it too
Doesn't mean that you have to forget.
The Call (Regina Spektor)
**************************
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte ancora in preda a
quegli orrendi incubi.
“Che cose orribili stanno capitando di
questi tempi ” , pensai amaramente guardando il cielo fuori dalla
vetrata della torretta.
Anche se ero coperta fino alla testa dalle lenzuola, riuscii a
sbirciare l'ora sull'enorme orologio a pendolo che mi aveva regalato la
zia per Natale.....
- Cacchio!!!!! è tardissimo, oddio mi devo
spicciare!!!!!!! Cavolo, cavolo... Derryck svegliati!!!!-
urlai
affacciandomi dal corridoio a mio cugino.
Ovviamente quello non si
sveglierebbe neanche se venisse Voldemort in persona a minacciarlo con
la bacchetta... uffi!!!!
Corsi subito in bagno per evitare che Derryck mi rubasse il posto,
perché purtroppo mi ritrovo con un cugino che ci mette un anno
della fame per farsi bello!!
Mi guardai allo specchio, sperando che la vista orrenda delle mie
occhiaie mi distogliesse dal pensare a quello che avevo sognato questa
notte.....
Mi trovavo in un bosco e d'impulso mi
misi a correre a perdifiato fra gli alberi.
Qualcosa si era mosso nel
folto del fogliame e mi seguiva.... finché non arrivai in una
radura e lontano lontano su di una enorme montagna si ergeva in tutto
il suo splendore un enorme castello.
Guglie e torrioni lo rendevano
maestoso e bellissimo....
Tutto a un tratto il cielo si fece nero e un
marchio verde apparì nel cielo.... il marchio di Voldemort.
Salii velocemente su di una roccia per vedere meglio e con orrore
scoprii sotto di me una schiera di morti, una miriade....
distesi per
terra con lo sguardo ormai vuoto, rivolto alle stelle.
I corpi che mi
colpirono di più erano quelli di tre ragazzi, distanti dal resto
del gruppo e in una posa strana: sembrava quasi che stessero guardando
tutti e tre lo stesso punto ed erano abbracciati fra di loro.
Come
magnetizzata da quei tre cadaveri, mi resi conto che li stavo fissando:
uno aveva i capelli rossi, gli occhi azzurri, il fisico atletico e una
smorfia di orrore era stampata sul suo volto;
l'altro era alto, magro,
con gli occhi verdi, i capelli neri tutti spettinati e aveva una
cicatrice a forma di saetta sulla fronte e sul petto una ferita
macchiava i suoi vestiti di sangue;
l'altro corpo apparteneva ad una
bella ragazza, i capelli castani le ricadevano sulle spalle in ricci
morbidi, gli occhi erano dello stesso colore e sul volto un'espressione
“accorta”.
La cosa che mi faceva inorridire era che tutti e
tre erano stati infilzati da parte a parte con una lancia e sembravano
un macabro spiedino.....
Improvvisamente tutto si fece nero e
un'enorme faccia bianca con gli occhi iniettati di sangue mi raggiunse
e si mise a ridere......
Non riuscii a togliermi dalla testa quell'orribile sogno;
conoscevo
bene la storia di Voldemort, ma non avrei mai pensato che fosse
così spaventosa.
Voldemort era un mago oscuro di grandissima
abilità, ma anche con una passione per la conquista del potere
con l'utilizzo dell'arte della magia nera anche se, aveva ucciso
tantissime persone solo per il puro gusto di farlo, molte delle quali
innocenti.
Per un periodo era stato esiliato qui in Bulgaria e aveva
operato con molti suoi “colleghi” di questo stato ma finora
non aveva mai aspirato a conquistare Durmstrang, la scuola di magia che
frequento.
Nel mio paese si era sentito solo vociferare del grande signore oscuro
che abitava le montagne seminando terrore e morte, poiché queste
terre sono famose per la presenza di molti maghi oscuri; tra questi
anche mio padre.
Mia madre non mi volle mai dire chi dei tanti fosse,
per paura o forse perché non lo sapeva; comunque lei non
riuscì mai a dirmelo poiché partì per
l'Inghilterra, per combattere Voldemort, tanti anni fa quando avevo
solo quattro anni.
- Kassandra, ti vuoi muovere cavolo!!!! Il treno tra poco parte per
andare a Durmstrang e tu sei ancora in cesso!!!! MI SCAPPAAAA!!!!-
Derryck era il mio cugino preferito, tranne quando usciva con queste
frasi! Aveva la mia stessa età ed era famoso solo per essere il
fratello di Vicktor Krum... il grande giocatore di Quidditch!
Non che
mi importasse qualcosa del suo legame con Vicktor, perché i due
cugini assieme, li vedevo solo ad alcuni cenoni di Natale, ma, visto
che sono una grandissima appassionata di Quidditch, avere un cugino
maggiore così poteva sempre essermi utile.
Mi infilai i jeans di corsa, dimenticando persino la lampo aperta dalla
fretta, la canottiera blu preferita e mi precipitai in camera per
prendere il mio baule nero. Ci buttai dentro, con poca cura ovviamente,
le ultime cose e sistemai per bene i miei capelli boccolosi.
Finalmente raccattai lo zaino con i miei effetti personali e mi fiondai
in salotto pronta per prendere la polvere volante.
La stanza era molto
grande, spaziosa, arredata all'antica con due piccole poltrone e un
enorme divano sistemato davanti al camino grigio; lì il fuoco
verde, per la partenza, ardeva.
Io e Derryck da tutta una vita vivevamo assieme alla nonna e al
fratello più piccolo di Derryck, Ricky; anche uno zio
sconosciuto, sparito da tantissimi anni era vissuto nella stessa casa.
La Casa della famiglia Krum era un piccolo castello posto sulla cima di
una montagnola alla periferia di un'enorme bosco. Aveva due torri
laterali e una più grande al centro, quest'ultima con le vetrate
tutte colorate; una grande cucina comunicante con un ampio salone, al
piano superiore sei stanze da letto e due bagni enormi.
La mia stanza
era situata nella torre principale, alla fine di una piccola scala a
chiocciola che partiva dal corridoio del secondo piano.
Il castello da
fuori sembrava una casa di quelle descritte nei racconti horror, fatta
apposta per le feste di Halloween, con l'edera ammuffita che copriva in
parte la facciata di fronte, le finestre in stile antico e una grande
scalinata che conduceva all'ingresso.
L'emblema della famiglia Krum,
una grande fenice nera con gli occhi verdi, era raffigurato sui
battenti del portone di legno.
Mia nonna mi stava guardando decisamente male e non sapevo
perché, finché mio cugino non mi guardò i
pantaloni e si mise a ridere a crepapelle
– Ah ah ah ah!!! belle
mutande cugina!!!-
Cavolo avevo ancora la lampo aperta!!!! Mi passarono per la mente un
paio di paroline cattive da dirgli ma non ce ne fu il tempo
poiché mia nonna mi prese per le spalle, mi guardò negli
occhi e mi disse
– Mi raccomando! Fai la brava, non applicarti
alla magia oscura e controlla sempre che cosa hai intorno.-
- Certo nonna, “non prenderò caramelle da nessun
sconosciuto”. Farò la brava bambina!-
e la guardai con la
faccia “angelica”, di chi sta già pensando a che
guai combinare.
- Non ti preoccupare nonna, baderò io a lei!-
disse Derryck, facendo la finta espressione responsabile, alla quale io
e la nonna rispondemmo con la più grande risata di tutti i
tempi.
Si fece tardi ed io e mio cugino dovemmo darle l'ultimo abbraccio ed entrare in fretta nel grande camino.
Presi la polvere dal contenitore sul pavimento e con coraggio la gettai nelle verdi fiamme e gridai
– Rusenski!-
Dopo neanche un secondo fu come se un filo invisibile mi tirasse
l'ombelico e venni trascinata via con forza.
Arrivai, dopo neanche tre
secondi, a Rusenski, piccola cittadina dove risiedevano solo pochi
abitanti (la maggior parte maghi).
C'era un pub, dove si arrivava con la polvere volante e una piccola
stazione nelle cui fondamenta si trovava il solo passaggio per giungere
a Durmstrang con il treno magico.
Sporca di fuliggine dalla testa ai piedi uscii dal vecchio camino e
salii le scale che portavano al piano superiore, dove babbani e maghi
ordinavano da bere dall'enorme bancone circolare al centro del
minuscolo locale.
Nel frattempo arrivò anche Derryck e ci incamminammo verso la
stazione. Non avevamo con noi i bauli che erano già stati fatti
arrivare al treno. Usciti dal vecchio pub puzzolente ci ritrovammo a
camminare sul piccolo e stretto marciapiedi a lato della viuzza. I
palazzi attorno ad essa erano per lo più antichi alberghi o alte
bifamiliari sporche e vecchie di chissà quanti secoli.
Era la fine di Agosto e la temperatura era abbastanza calda ma, in
questi tempi bui, era comunque più sicuro andare in giro con un
mantello. Cominciammo a correre e arrivammo, in meno di due minuti,
alla stazione.
C'erano solo quattro binari, era molto malridotta e questo era una
fortuna per noi maghi che non dovevamo dare tanto nell'occhio con i
nostri enormi bagagli e le gabbie con gli animali.
Mio cugino infatti
aveva un bel gattone ma tutt'altro che normale: la testa era molto
piccola, il corpo di dimensioni spropositate e il pelo di un color
verde mela. Derryck gli aveva dato un nome banalissimo, Buffy,
poiché non sapeva come chiamarlo e sinceramente, non penso che
anche ora gli importi molto del suo micione.
Scendemmo nel sottosuolo infilandoci in una piccola botola, che si
trova sotto un tombino della stazione; alla fine della scala ci
trovammo davanti ad un enorme treno nero con la scritta argento
“Durmstrang” sul lato delle carrozze e sotto a questa, in
minor risalto, il motto della nostra scuola (in bulgaro antico)
“Saedinenieto pravi silata” cioè “l'unione fa
la forza”.
Sulla banchina della stazione tantissimi ragazzi si accalcavano sulle porte del treno sperando di accaparrarsi i posti migliori.
Cercai con lo sguardo le mie due migliori amiche, ma non le vidi e salii sul treno trascinando Derryck.
Riuscimmo finalmente a trovare un posto dopo dieci interminabili minuti
di spinte e gomitate con altri allievi, alla fine ci sedemmo in uno
scompartimento vicino all'uscita in modo da scendere per primi sperando
così di non essere inghiottiti dalla quella folla ingovernabile.
Seduta, mi misi a leggere la “Gazzetta dell'Auror” in
silenzio, ma a un certo punto una voce acuta e allegra interruppe la
mia lettura
– Wow!! Non capita tutti i giorni di vedere la nostra
amata Kass in silenzio per più di due secondi!!!-
Aveva parlato
Eveline: alta, occhi verdi, capelli biondi e lisci, indossava una felpa
rossa, una mini bianca, dei leggins blu a stelle rosse e un paio di
Converse anch'esse rosse.
Aveva una carnagione molto chiara e i
lineamenti del viso le davano un aspetto giovane e quasi beffardo; si
vedeva che era una persona sveglia e frizzante. Cambia ragazzo ogni
mese ed adora ballare e giocare a scacchi magici.
Da dietro la sua spalla comparve l'altra mia migliore amica Ludmilla:
alta, magra, occhi blu, capelli corti e neri portati a
“caschetto”; indossava una maglia azzurra, dei jeans che le
arrivavano fin sotto il ginocchio e un paio di ballerine azzurre. Aveva
lineamenti dolci e si vedeva che non era ancora una donna matura, ma
una ragazzina sensibile e molto timida. Era la persona più
intelligente e studiosa che conoscessi ed era campionessa nazionale di
pattinaggio artistico.
- Ciao Kass!!! Hai ricevuto le mie lettere?-
Le sorrisi
– Certo che mi sono arrivate Milla! Ma a quanto pare
il tuo gufo deve avere qualche problema... psicologico perché mi
sono arrivate solo ieri e tutte bagnate. L'unica cosa che sono riuscita
a leggere è stata: “ Cia... a pre... risp”-
Mi guardò mortificata
– Scusa, scusa! Chiederò a
mamma di pagargli il veterinario a quel vecchio e adorabile gufetto!-
- Adorabile?????? Quell'orrendo gufo tutto spelacchiato con gli occhi
strabici e un muso da rimbambito, sarebbe adorabile? ah ah ah!!!–
disse Eveline tra le risate.
- Non è vero!!! è solo un
po' vecchio ma è ancora carino!!!- e Ludmilla in un attimo le
scaraventò lo zaino in testa.
- La smettete di litigare come una coppia di fidanzatini?! Dai che
quest'anno è l'ultimo e ce lo dobbiamo godere al massimo,
ragazze!! Chi ci sta?- mi guardarono e con un grandissimo sorriso
– Certo!! io ci sto Kass!!! Tu Milla?- chiese Eveline, Ludmilla
si commosse
- Si! Ovvio! Scusate... ma è che sono contenta di
avervi come amiche.-
Io e Eveline ci guardammo serie, ci girammo verso di lei e scoppiammo a
ridere e la abbracciammo con dolcezza.
- La nostra bella
“sentimentalona”! Quanti “polpettoni rosa” hai
guardato quest'estate?- Le dissi ancora ridendo.
Lei si staccò dall'abbraccio e si mise a ridere – No! Mia
mamma, per farle compagnia, mi ha costretto a guardare quelle orribili
soap opera tedesche delle quattro del pomeriggio-
- Oddio!!! Povera bambina! Come mi dispiace!- Fece Eveline con finta
compassione e si stravaccò sul sedile di fronte al mio. Io e
Ludmilla sorridemmo e ci accomodammo ai nostri posti.
Il resto del viaggio lo passammo a parlare di tutto quello che ci era
capitato durante l'estate e a prendere in giro Derryck che si era
addormentato a pancia all'aria e con la bocca aperta!
Arrivammo a Durmstrang a notte inoltrata; svegliammo Derryck e
scendemmo dal treno. Davanti a noi si trovava l'enorme edificio del
castello della scuola.
Subito pensai che era molto diverso da quello del mio sogno: più
grande, tutto nero e sembrava una vera e propria fortezza militare.
Dall'esterno apprezzavo il fatto che di notte venisse illuminato e
talvolta si sentivano, in lontananza, nella foresta che circondava la
scuola i ruggiti dei draghi allevati da alcuni maghi.
In quel momento arrivò di corsa la Professoressa Donald, la
nostra vicepreside e insegnante di Pozioni, che strillò
–
I nuovi arrivati seguano Ofir, questo elfo domestico, che vi
condurrà al nostro ingresso principale. Gli altri studenti mi
seguano!-
Era bassissima, con un naso adunco sopra il quale appoggiava un paio di
occhiali a mezzaluna, aveva un lungo mantello blu e un abito grigio che
le arrivava fino alle caviglie.
Ofir era un elfo antipaticissimo per il fatto che credeva di essere il
proprietario del castello e pretendeva che noi studenti non facessimo
chiasso per “ Non disturbare il suo cavvvro padrone”.
Basso di statura, aveva un naso che sporgeva assai e indossava il solito straccetto nero pece da sette anni.
Noi studenti seguendo la prof. arrivammo davanti alla doppia scalinata
di marmo nero per l'accesso alla Sala Grande.
Salimmo i numerosi
gradini e finalmente entrammo nella sala da pranzo dove ogni giorno
tutti gli studenti, divisi in case, si ritrovavano per mangiare.
Le quattro case erano:
Ninfablu dei generosi e leali,
Dragonverde dei
coraggiosi e puri d'animo,
Scorpionero dei letali e forti e
Volperossa
degli scaltri e furbi.
Gli Scorpionero erano i nemici giurati di Dragonverde, questi erano in ottimi rapporti con i Volperossa.
Io ero stata smistata a Dragonverde sei anni prima insieme a Ludmilla
ed Eveline, mio cugino Derryck faceva parte di Volperossa insieme al
suo amico Colin.
La Sala Grande era molto ampia, in stile gotico e il soffitto aveva la
parvenza di un fondale sottomarino; mi pareva persino di sentire il
profumo del sale.
Il costante rumore delle onde faceva da sottofondo al chiacchiericcio
di centinaia di ragazzi; pesci, delfini, squali passavano sopra le
nostre teste e rossi coralli, attaccati al fondale sabbioso, si
muovevano flessuosamente.
La Sala Grande conteneva quattro tavolate nere, una per ogni casa:
quella più a sinistra dell'ingresso era per i Ninfablu con a
fianco quella della mia casa, a destra quella per i Scorpionero e
vicino quella per i Volperossa.
Il pavimento era di un lucido marmo nero; tutta la scuola era fatta di
quel materiale compresi i gradini delle scale che però erano
quasi trasparenti e, in alcuni momenti della giornata, la luce
riflessa, dava l'impressione di camminare nel vuoto.
Infatti i ragazzi
meno coraggiosi o quelli che soffrivano di vertigini, in quegli istanti
facevano in modo di non dover passare mai per le scale; quando vi si
trovavano si irrigidivano e non riuscivano a muoversi, erano come
paralizzati.
Durmstrang era piena di passaggi segreti che pochi conoscevano e quando
qualcuno sbagliava passaggio poteva perdersi per giorni interi in giro
per il castello. Per questo motivo, negli ultimi tempi la preside aveva
deciso di mettere, all'ingresso dei passaggi, delle parole d'ordine che
ovviamente solo gli insegnanti potevano sapere.
Questa scuola fu costruita cinque anni dopo Hogwarts; le due scuole si
assomigliavano solo per certi aspetti.
Infatti a Durmstrang c'erano
delle materie in più, Lotta e Occlumanzia, le divise erano tre:
una nera per le ore normali, una marrone per quelle di lotta e un
mantello nero con un cappuccio nel caso ci fosse da coprirsi. Altra
differenza era che i ragazzi venivano smistati nelle case in base al
risultato di un test che veniva sottoposto ai nuovi arrivati; la prova
variava ogni anno e consisteva di tre fasi per valutare
l'abilità dell'allievo.
Tutti ci sedemmo ai nostri tavoli e accogliemmo con la solita cerimonia coloro che dopo cena avrebbero sostenuto le prove.
Prima ancora di iniziare a cenare, all'improvviso ci fu uno scoppio e
in breve tempo un fumo nero riempì tutta la sala.
Quando la nube
si diradò la grande sagoma di uno squalo argento si trovava di
fronte a noi e ci guardava sogghignando.
Tutti rimanemmo incantati a
quella vista ma lo squalo subito esplose in una pioggia di cristalli
dietro la quale la figura della preside si stagliava in tutta la sua
magnificenza.
Era molto grossa, aveva gli occhi verde smeraldo, i
capelli grigi raccolti dietro alla nuca, portava un vestito nero e
grigio lungo fino ai piedi; indossava, sopra un paio di guanti di
velluto nero, degli anelli vistosi.
- Hai visto che roba? Ogni anno mi stupisce sempre di più!- disse Ludmilla affascinata.
- Shhh... Zitta! Ora sta per iniziare il discorso, spero solo che non
sia lungo come quello dell'anno scorso!- disse Eveline guardandomi con
la faccia imbronciata.
In quell'istante una voce acuta e dal lieve accento tedesco
iniziò a parlare
– Buona serata a tutti, studenti e
insegnanti. Quest'anno sarò breve: Buon anno a tutti, spero che
la vostra permanenza sia serena e senza incidenti... ma ora bando alle
ciance. Quest'anno c'è una novità: uno studente, per
casa, avrà l'opportunità di andare, nei mesi di Novembre
e Dicembre, a Hogwarts per interagire con altri maghi, che hanno una
cultura diversa ma soprattutto per dare un contributo alla guerra
contro Voi Sapete Chi. La selezione verrà fatta in modo del
tutto casuale; quelli di voi che frequentano gli ultimi due anni di
scuola e desiderano partecipare, si iscriveranno e gli insegnanti
estrarranno i nomi dei quattro fortunati. Buona fortuna a tutti!!!!!-
Appena ebbe terminato di parlare ricomparve lo squalo e lei sparì dentro le sue fauci.
Tutti rimasero ammutoliti ma solo per qualche istante; i ragazzi
più grandi infatti, cominciarono presto ad esultare e a saltare
sulle panche.
Eveline e Ludmilla mi guardarono e sorridemmo allegre.
# Ecco questo è il primo capitolo... il secondo ve lo metto
subito però sono arrivata solo al quinto capitolo perchè
vorrei sapere che ne pensate!!! Resensite quindi!!!!
Un grazie a tutti!! soprattutto ai miei best: Lela, Kiky,Marchetto and my Aunt che mi hanno aiutato! Nelle imma ci sono in ordine: Ludmilla, Eveline e Derryck