Disclaimer:
SHERLOCK è della
BBC.
L'amico
ritrovato
Der wiedergefundene
Freund
Erano
passati due anni dall’ultima volta che si erano visti e le
cose non
erano andate per il meglio. Non si poteva dire che la loro fosse una
di quelle amicizie di vecchia data, di quelle che non ci si ricorda
nemmeno il giorno in cui tutto ha avuto inizio.
Entrambi
ricordavano perfettamente il come il dove e soprattutto il quando. Un
quando che aveva cambiato le loro esistenze perché per i
– pochi -
anni che la loro amicizia era perdurata, erano stati sufficienti
perché fossero sulla bocca di tutti, perché il
loro fosse
universalmente riconosciuto come il miglior legame di amicizia - e
secondo molti non solo, ma era un parere di… un numero
limitato di
persone – che ci fosse al mondo. Talmente bello e profondo,
che era
bastato un nulla per rovinarlo. Nulla forse non lo si poteva davvero
definire, in effetti. Era stato molto più che un nulla: era
stata
una finta morte, era stato un omicidio – anzi, tre
– sventato,
era stato un lasciarsi alle spalle persone importanti per dedicarsi
anima e corpo a qualcosa che pareva ancora più importante,
ma che
alla fine si era concluso quasi in un nulla di fatto. Come al solito
era stato come al solito Mycroft a salvarlo dal guaio in cui si era
cacciato. Era consapevole di non essere nel giusto, che avrebbe
dovuto fermarsi ben prima, ma aveva deciso di andare avanti. Oramai
il danno era fatto, tanto valeva proseguire con quello che aveva tra
le mani in quel momento. Ma per Mycroft non era stato così.
C’erano
cose più importanti che richiedevano la sua attenzione. E
forse,
sebbene non l’avrebbe mai ammesso davanti a nessuno
– non erano
solo cose, ma anche persone. Così, l’aveva
riportato indietro,
incurante che lui volesse o meno (ma a giudicare dallo stato in cui
l’aveva trovato, Sherock aveva reputato idoneo seguirlo senza
fare
troppe storie).
E
così era andata.
Era
tornato a Londra, nella sua città, in quella giungla urbana
di cui
sapeva tutto ma che ogni giorno era in grado di offrirgli qualcosa di
nuovo: un nuovo crimine, una nuova avventura, un nuovo – e
forse
l’unico – amico che avesse mai avuto.
Le
aveva pensate tutte: un’entrata straziante, un ritorno con le
lacrime, una lettera struggente, un video, un annuncio in televisione
– no, forse quello non sarebbe stato il modo migliore
– ma alla
fine aveva optato per la peggior entrata in scena possibile con cui
avrebbe potuto far sapere a John che era tornato. Ma la natura umana
era sempre stata un mistero per lui – e per Mycroft,
nonostante
avesse tentato di dissuaderlo, più che altro
perché non ne
comprendeva il senso, non perché avesse intuito che magari
John
avrebbe potuto non apprezzare il modo in cui Sherlock aveva deciso di
annunciargli il suo ritorno dal regno dei (non) morti.
Alla
fine comunque aveva fatto una pessima figura. Con John. E con Mary -
ma lei contava fino a un certo punto, anche se qualcosa gli diceva
che in fondo lo apprezza. E a lui lei non dispiaceva. Non ne sapeva
nulla di natura umana, ma purtroppo le reazioni istintive a volte
capitavano anche a lui. E il suo giudizio su Mary era stato una delle
sue reazioni istintive. Ed era sicuro che lei avrebbe fatto il tifo
per lui… per loro. Perché se c’era
qualcosa che non poteva
sfuggire agli occhi di nessuno era quanto fondamentale e importante
fosse l’amicizia tra loro due, soprattutto perché
John non poteva
accontentarsi di una vita tranquilla: a lui serviva il brivido,
l’adrenalina che gli scorreva nelle vene e Mary sapeva
benissimo
che solo Sherlock poteva dargli ciò di cui John aveva
davvero
bisogno. Molto più di quello che una compagna avrebbe potuto
offrire.
Era
sempre stato presuntuoso, tanto glielo avevano detto, ma a lui non
importava, sapeva e vedeva cose che nessun altro vedeva e John era
riuscito a leggerlo e capirlo praticamente da che gli aveva prestato
il cellulare nel laboratorio del Barts.
E
poi, dopo giorni che John non gli parlava, Mary era corsa da lui, con
la notizia più terribile che potesse dargli – a
proposito, chi era
Mary per riconoscere all’istante un codice del genere?
Erano
riusciti a salvarlo. Entrambi. Ed entrambi l’avevano fatto di
nuovo: Sherlock gli aveva per la terza volta salvato la vita, Mary
per la seconda. Non volentieri, ma Sherlock avrebbe potuto sopportare
ancora per un po’ la rabbia di John, aveva rischiato troppo a
causa
sua e benché non volesse ammetterlo, il senso di colpa
c’era…
piccolo piccolo, quasi invisibile, ma ce l’aveva. Ce
l’ha avuto
finché John non si era presentato a casa sua – e
nel momento
migliore, così aveva potuto sbarazzarsi dei suoi genitori
senza
troppe cerimonie.
E
così gli aveva chiesto scusa. Aveva chiesto scusa a qualcuno
come
non capitava da una vita… o forse non era mai capitato,
però era
successo. Un po’ d’imbarazzo iniziale, un
po’ di rancore da
parte di John, ma alla fine il suo amico l’aveva perdonato.
Non
c’era stata occasione di parlarsi per davvero
finché l’attacco
della Congiura delle Polveri versione due punto zero non era stato
sventato. Così quel pomeriggio, nell’appartamento
221B mentre
stavano aspettando che li raggiungessero gli altri, Sherlock aveva
detto a John perché, in fondo, era tornato. O se non altro,
non
aveva accampato troppe scuse per non farlo.
“Ho
letto degli articoli mentre ero in giro”
“Che
articoli?”
“Su
di me. E accennavano anche a te. Ma c’erano delle foto, e
vedendole...”
“...ti
sei accorto che ti mancavo. E che ti mancava tutto questo.”
“Non
ho modo di sapere se effettivamente si trattasse di nostalgia ma
basandomi su quello che ho in merito a come gli esseri umani
si-”
“Sei
mancato anche a me. E tanto. Non ne hai idea.”
Sherlock
sorrise. Il suo amico John – poteva chiamarlo di nuovo amico
–
aveva capito tutto, senza bisogno che lui dicesse nulla. Forse era
proprio questo il significato di amicizia.
Gli
faceva ancor male il naso al pensiero della testata di John, ma
andava bene così.
Note
dell’autrice:
Titolo
dell’omonimo romanzo, sottotitolo originale in tedesco,
perché amo
il tedesco e non posso farne a meno.
E
niente, volevo scrivere di due amici che si ritrovano perché
qualcosa si era incrinato, e loro erano la coppia perfetta.
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