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di ipeorsky
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Io vogl' al ver lo mio francesco laudar
ed asemblarli la nausea e lo scroto:
più che fiamma di bragia ha li occhi e mi par
che ciò ch'è in terra ex cane è a lui inignoto.

Verde erbetter a lui rasembro e 'l peto
tutti color di schifo, marron, marcio,
lurido et olezzoso, duro il fiato:
medesma fogna a lui rafina il lercio.

Passa par via ludro e sbronzo il mio Antinoo
portando un dolce peso, arcigiulivo,
quale sarà il motivo tanto oscuro?

Mentre, assai doloroso: capezzoloo!
In una man lui regge Lasko Pivo,
Nell' altra mano regge un gran bel spuro.




Ad un anonimo Francesco. Sulla base de: Io vogl(io) del ver la mia donna laudare, sonetto di Guido Guinizzelli.








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