venus
≈Venus♥
Oramai
era notte fonda.
Avevo
vagabondato nei sobborghi di Londra,bagnata e infreddolita,per tutto
il pomeriggio,inzuppandomi dalla testa ai piedi e prendendomi anche
un bel raffreddore.
La
pioggia,anziché diminuire,sembrava aumentasse di minuto in
minuto,ed
io mi ritrovai ad udire i rintocchi della mezzanotte sotto un
pergolato malridotto in un sobborgo di Londra.
Su
un pannello di legno scuro vicino a me – era sporco e
arrugginito,mi fu persino difficile leggere la scritta su di esso
–
vidi le indicazioni necessarie per raggiungere di nuovo quel piccolo
quadrato in cemento che poteva definirsi “la mia
casa”,notando
che mi trovavo praticamente dall'altra parte della città.
Iniziai
a camminare,di nuovo sotto la pioggia,senza fermarmi inutilmente.
Vivere
sulla strada non mi era mai sembrato più difficile: Mike
Newton,poco
prima di sbattermi fuori casa,mi aveva detto che se avessi provato a
contattarlo,soprattutto in presenza della sua nuova fiamma,mi avrebbe
fatto sbattere in galera.
Mi
aveva anche chiamata sporca puttana,ma a questo non facevo
più
caso.
Io
ero una prostituta. Concedevo il mio corpo,o anche semplicemente la
mia presenza.
E
non facevo più caso a quello che la gente diceva di me.
Più che
altro,non facevo caso a quello che dicevano i miei clienti,dato che
fuori di loro non conoscevo praticamente nessuno.
Londra
era talmente grande che nessuno si conosceva davvero,e per quanto
riguardava me non potevo neanche contare su una vera e propria
famiglia: mio padre era chissà dove,e al momento della mia
nascita
mi aveva lasciata da sola con mia madre,che si era ammalata quando
avevo quindici anni.
Le
uniche persone che conoscevo erano le mie coinquiline,con cui
dividevo casa e...lavoro.
Sbuffai,pensando
che al momento non avevano la minima idea di dove fossi.
E
sperando che si stessero minimamente preoccupando per me.
Cosa
che nessuno fa mai,vero?
-già...-risposi
a me stessa,sospirando.
-ti
sei fatta male? -
In
quel momento mi ritornò in mente la voce del misterioso
sconosciuto,e quasi mi stupii di me stessa: come potevo dare
importanza a uno che non avevo praticamente conosciuto?
Di
lui ricordavo solo la pelle pallida,il corpo forte simile al
marmo,liscio e freddo,e un altro particolare che rimaneva ancora
annebbiato nella mia mente,che non riusciva ad entrare nei miei
pensieri,tanto erano offuscati.
-Bella!Bella!
-
Il
grido lontano di una voce familiare mi ridestò,e in quel
momento mi
accorsi di essere sul pianerottolo di casa: come diavolo ci ero
arrivata?
E
soprattutto,come pretendevo di sopravvivere in quella città
se mi
ritrovavo continuamente con la testa tra le nuvole,senza accorgermi
neppure di aver attraversato mezza città?
Mi
resi conto solo pochi secondi dopo,quando iniziai a sentirmi
strana,accaldata e non del tutto presente,che quella strana
sensazione era causata dal brutto raffreddore che avevo previsto.
Avevo
le vertigini,e per poco non caddi a terra.
-Bella!
Santo cielo,che ti è successo?! - quella
voce,così delicata e
innocente,mi riportò al contrario alla dura
realtà.
-non
mi sento bene,Angela...credo...di avere la febbre. - sussurrai,non
pienamente cosciente.
-vieni,entriamo
in casa. - mi disse lei,dolcemente.
Annuii
a fatica,e per un attimo tentai con tutte le forze di
addormentarmi,per superare quello stato di angoscia che mi avrebbe
accompagnato per tutta la notte.
Quando
mi svegliai,fui quasi sorpresa di ritrovarmi nel mio letto,al sicuro
dalla pioggia e dalle stranezze dell'estrema periferia londinese.
Sentivo
gli occhi ancora gonfi di pianto,e il bruciore all'altezza delle
palpebre non era di certo un buon segno: segno che peggiorò
ancora
di più quando tutti i ricordi della notte precedente mi
tornarono
alla mente come una marea scatenatasi contro di me in pochi secondi.
La
nausea mi assalì senza neanche darmi tempo di riflettere,e
poco dopo
mi ritrovai di nuovo con la testa sul cuscino.
-Bella,sei
sveglia? - la voce familiare che ricordavo mi apparse quasi come una
rivelazione,ma non avevo alcuna intenzione di rispondere.
-mh...-mugugnai,la
bocca premuta contro il cuscino color crema.
-come,scusa?
- mi chiese di nuovo,e sentii il suo corpo accanto a me,seduto al
bordo del materasso.
-non
mi sento bene per niente,Angie. - commentai,mettendomi seduta.
Pessima
idea,perché fui assalita da un nuovo,spaventoso giramento di
testa.
-oh,Bella.
- sussurrò Angela,scuotendo la testa – sotto la
pioggia a
quell'ora di notte. Ma che razza di cliente ti sei presa,questa
volta? -
-già,chi
può essere lo spaventoso mostro che ti ha lasciato in questo
stato?
- chiese un'altra voce,meno dolce e più
squillante,all'improvviso.
-diretta,Jess...-
le rispose Angela,fulminandola con lo sguardo.
-non
ha tutti i torti. - aggiunsi io,facendo spallucce – sono in
uno
stato...pessimo. -
Le
mie due coinquiline – nonché colleghe –
avevano due personalità
completamente opposte,eppure convivevano davvero troppo bene per i
caratteri antitetici che avevano.
Angela,ad
esempio,era una ragazza dolcissima e davvero delicata,solitamente era
lei che consolava tutte noi,condividendo i nostri dolori insieme ai
suoi.
Era
scappata dalla sua famiglia alla mia stessa età,e ora molti
dei
ricchi signori londinesi amavano stare in sua compagnia.
Era
diventata una signorina di lusso,e grazie a lei anche Jessica aveva
fatto un salto di qualità: al contrario di Angela,lei era
nata in
uno squallido sobborgo di Londra e aveva imparato a sopravvivere in
quel posto con le sue sole forze,arrivando a donare il proprio corpo
per sopravvivere alle condizioni estreme.
Quando
conobbe Angela non aveva ancora capito di essere troppo bella e
desiderabile -oltre che incredibilmente passionale – per i
quartieri più poveri,e adesso vivevamo insieme in quel
piccolo
appartamento in una zona abbastanza nascosta,ma in qualche modo
confortevole e accogliente,sostenendoci in quella vita dura.
-oh,non
dirmi che...-Jess lasciò cadere il corpetto che aveva in
mano,rimanendo a bocca aperta.
-no...-
seguì subito Angela,interrompendola.
-e
va bene,lo ammetto. Si...Mike. -
-no!
- gridò Jessica,quasi con un ringhio disgustato –
non Mike "prendimi e scappa" Newton! -
-Bella...-
-lo
so,ma cosa dovevo fare?! Non sapete quanto mi ha offerto. -
Era
sempre così: il denaro valeva più della
dignità,in quel momento.
La
mia sopravvivenza,in quella città crudele,mi spingeva a fare
cose di
cui ero tremendamente disgustata.
Ma
non potevo tirarmi indietro.
Quando
uscii di casa,poco prima di pranzo,decisi di addentrarmi nel centro
di Londra per una passeggiata.
Volevo
rimanere da sola,e riflettere su quello che mi stava accadendo.
Su
quello che stavo diventando per non morire di fame.
Si,certo...continua
a credere che sia così.
Scrollai
la testa,stringendomi nell'abito color panna che avevo indossato per
uniformarmi alla massa,a quella schiera di belle ragazze ricche che
con me non avevano nulla a che fare.
Erano
frivole,senza alcun pensiero in testa.
Anzi,la
testa probabilmente neanche l'avevano portata con loro.
Tutte
uguali,fatte con lo stampino e infilate dentro quei corpetti
soffocanti e quegli abiti così costosi.
Ma
fu in quel momento che vidi qualcosa che mi stupì: qualcosa
di
diverso,in quel continuo sciame di oche che mi circondavano in un
vortice soffocante.
Una
ragazza poco distante da me aveva qualcosa di diverso: anzi,era
diversa.
Era
bellissima,forse la più bella ragazza che avessi visto in
vita mia:
la pelle candida sembrava ancora più pallida sotto il cielo
nuvoloso,e il vestito blu scuro aumentava ancora di più il
contrasto
con quella pelle che sembrava di marmo,tanto era liscia e perfetta.
I
lunghi capelli biondi e setosi ricadevano sulle spalle,circondando il
viso perfetto e il naso a punta.
Intorno
a lei non c'era nessuno,e sembrava che anche gli altri
passanti,arrivandole accanto,rimanessero inebetiti da tutto
quello splendore,scansandosi e lasciandole come un vuoto attorno,quasi
per non rovinare quella bellissima creatura che sembrava
quasi scesa dal cielo.
I
suoi occhi guizzavano velocemente da una parte all'altra della
strada,con il loro incredibile color oro colato: ma tra tutta quella
gente la vidi sparire in poco tempo,accompagnata da un ragazzo
così
alto e robusto da sembrare una montagna.
Non
mi spiegai il motivo di tanta ammirazione per lei,ma per un attimo mi
accorsi di quanto quella ragazza fosse diversa dalle
altre,così
bella ma anche così discreta da non mettere in mostra
ciò che aveva
come un trofeo.
Scrollai
la testa,maledicendomi per tutte le stupidaggini che in quel momento
il mio cervello stava partorendo senza un freno.
Ricominciai
a camminare più velocemente,come a tentare di recuperare il
tempo
perduto per raggiungere una meta che neanche io conoscevo.
Ma
non feci nemmeno in tempo a rendermi conto della strada presa che
finii un'altra volta per terra.
Quella
caduta mi riportò subito alla mente gli eventi della notte
precedente,e la bellissima voce del misterioso sconosciuto che aveva
tentato di aiutarmi tornò a farsi viva nei miei ricordi.
-stai
bene? Ti sei fatta male? -
Quella
voce.
C'era
qualcosa di profondamente familiare in quella voce bellissima e
vellutata: era davvero quella del misterioso angelo che avevo visto
la notte precedente?
Era
strana,perché benché fosse così
limpida e luminosa era leggermente
diversa da quella che avevo udito io.
Ma
una voce così non poteva che essere unica,e mi decisi ad
alzare lo
sguardo verso colui che probabilmente doveva essere il mio angelo.
E
– come avevo immaginato – si trattava di un ragazzo
bellissimo:
la pelle candida e liscia mi ricordò quella della magnifica
ragazza
bionda di poco prima,e gli occhi dello stesso color oro mi diedero
una sensazione piacevole e confortante.
Il
ragazzo mi sorrise,mostrando i denti bianchi e perfetti,e piegandosi
allungò la mano verso di me,in attesa di ricevere una
risposta.
E
dopo qualche esitazione,accettai.
-sicura
di stare bene? - mi chiese ancora,sfiorandomi una spalla.
-si...-sussurrai,senza
sapere bene cosa dire.
-come
ti chiami? -
-oh,giusto.
- per la prima volta,riuscii a sorridere – io mi
chiamo...Isabella.
Isabella Swan.-
-piacere
di conoscerti,Isabella. - mi disse lui,mentre una brezza leggera
iniziava a smuovere i suoi bellissimi capelli color miele –
io sono
Jasper. Jasper Hale. -
Note:
Ma
buongiorno fanciulli! Come va? Sfrutto questo piccolo momento in cui
non sono oppressa da compiti e altre schifoserie scolastiche in genere
per ringraziarvi di cuore delle recensioni che mi avete lasciato,e per
postare il primo effettivo capitolo della storia.
Lo so,avete una marea di domande,ma voglio rassicurarvi: questa
sarà una EdwardxBella,non ci sarà nessuno
sconvolgimento,non preoccupatevi! XD
Cooomunque,è veramente Jasper quello che ha stretto la mano
a
Bella? Ed era lui il famoso angelo che è apparso di notte
alla
nostra eroina? Ma soprattutto,avete riconosciuto la ragazza bionda? Si
accettano proposte,supposizioni di tutti i tipi e anche
scommesse"XD(Okay,sto delirando...). Mi raccomando,voglio sapere cosa
ne pensate di questo capitolo,fatemi sapere!^^
Un
bacio
LMS*
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