Black Void
Scritto da
Cersei_Quinn
1. Repressione
Per diritto di primogenitura, il potere non sarebbe
spettato a lei, ma a sua sorella. Così, perlomeno, pensavano gli stupidi,
meschini Terrestri.
Juniper e Korinna erano molto di più di un
Terrestre: erano Coroniane. Erano sorelle.
Erano sole.
Ma erano destinate a regnare. E il tempo diede loro
ragione.
La cosa più semplice, per lei, era stata fingere.
Col padre di cui dannava il nome, con Pikappa, col mondo intero. Crearsi una
maschera e fingere, facendo leva su tutto ciò che gli altri erano pronti a
vedere in lei: una svenevole fanciulla, dolce, timida, imbranata.
Controllare le proprie emozioni. Non era questo che
aveva cercato di insegnare loro la madre? E Juniper ci era riuscita, in un modo
o nell’altro. Forse la causa era stata la crescita accelerata nella capsula in
cui aveva vissuto ibernata. Forse, come suggerito da antichi ricordi, la sua
predisposizione naturale.
Juniper era una manipolatrice nata e sapeva di
esserlo. Li aveva ingannati tutti: i dipendenti di suo padre, addirittura
Pikappa. Aveva creduto di aver ingannato anche il padre.
Si era dovuta ricredere, prima di consegnarlo al
destino che lei e Korinna avevano progettato per lui. Forse Everett Ducklair
poteva essere stato un debole e un sognatore, ma non uno sciocco.
Quando loro padre e Pikappa erano stati sconfitti,
quello era stato il momento preciso in cui l’impero di Juniper e Korinna era
sorto.
Ripensarci la soddisfaceva, perché era stata un’operazione
molto pulita, tranquilla. Nessuno spargimento di morti, né un’invasione come
quelle tanto temute dal loro impaurito padre. Con Everett Ducklair morto per il
mondo, Juniper aveva presto assunto il ruolo di leader delle Ducklair
Industries.
La sua prima azione: reintegrare Birgit Q e
sfruttarne l’odio per Everett ed Anymore Boring. Non c’era stato alcun bisogno
di condizionamento mentale, nel suo caso: seguendo le istruzioni di Juniper,
Birgit era riuscita brillantemente a svergognare pubblicamente Boring,
congedare Morrighan ed eccellere nei suoi restanti compiti. La guidava
l’ambizione sfrenata, il che era un bene, perché la rendeva manipolabile. E
mentre Birgit distraeva Fangus e le inchieste di Channel 00 con resoconti di
scandali e disastri economici, Juniper estendeva il suo controllo sulla
ragnatela mistica oltre Paperopoli, oltre il Calisota. Nel mondo.
Juniper e Korinna controllavano assieme i pensieri
di quei patetici esseri umani. Il potere sulle loro menti dava loro il
controllo, la manipolazione.
L’abuso, se solo avessero voluto.
Ed era proprio questa la folle genialità del loro
piano: non c’era stato bisogno di quasi nessun abuso, perché i Terrestri erano
stati così aggiogati dalla ragnatela mistica da non rendersi conto di essere
in schiavitù.
Sudditi ignari di un regno che neanche sapevano
esistesse, se non nei loro peggiori incubi.
Un solo intoppo aveva compromesso inizialmente il
loro piano: l’intromissione di un droide che dichiarava di essere venuto dal
futuro, Lyla Lay. Juniper l’aveva conosciuta di vista tempo addietro, e si era
ripromessa di tenerla d’occhio: aveva capito che Lyla non era umana da quando
aveva sondato i suoi pensieri e vi aveva letto solo impulsi bionici.
Ma ciò che non poteva essere soggiogato con la mente
poteva essere suscettibile alla scienza: le profonde conoscenze scientifiche di
Korinna erano tornate assai utili, quando si era trattato di terminare per
sempre Lyla Lay e il suo amico Tyrrel Duckard. Stupidamente avevano pensato di
far fronte alla potenza di Coroniane nate per essere regine.
Angus Fangus era ancora là fuori, a strillare e
berciare di complotti e inganni. A Juniper e Korinna stava bene: ai Terrestri
era fondamentale la presenza di qualcuno che incarnasse un parere contrario al
loro governo sotterraneo. Era un modo come un altro per dare uno sfogo a quelle
patetiche creature inferiori. Inoltre, la deontologia professionale di Fangus
era sempre stata vacillante, inversamente proporzionale alla sua smisurata
presunzione.
Come Birgit, facile da manipolare.
Anche Pikappa era là fuori, ancora vivo. Juniper e
Korinna non volevano la sua morte. A Juniper si era mostrato utile e Korinna
aveva segretamente pensato di manovrarlo contro il padre. Senza farlo apposta,
Pikappa aveva contribuito alla loro ascesa. Meritava un minimo di
riconoscimento.
Così la soluzione era stata decisa: a Pikappa erano
stati dati falsi ricordi di se stesso, senza Evroniani, senza Uno, senza le
stesse Juniper e Korinna. Viveva una vita tranquilla sulla sua amaca, coi suoi
nipotini e la sua fidanzata. La ragnatela mistica aveva fatto il resto: il
mondo intero si era scordato di Pikappa.
Era il regalo di Juniper e Korinna per lui. E
Pikappa avrebbe fatto bene ad accettarlo senza porsi domande, continuando ad
oziare vivendo alla giornata, se non voleva assaggiare la loro furia.
Se non voleva fare la fine di Everett Ducklair,
incosciente e ibernato, nel Livello Delta.
Juniper era giunta quasi al punto di rispettarlo…
anche se l’odio faceva inaridire qualsiasi altra emozione nei suoi riguardi.
Il che era quasi un bene, per un Coroniano. L’ideale
sarebbe stato l’assenza completa di emozioni. Quella sarebbe giunta col tempo.
Ducklair non sarebbe rimasto per sempre nel Livello
Delta, perché prima o poi Corona avrebbe rivoluto indietro il traditore. Per
Juniper, potevano riprenderselo. Non aveva bisogno di lui. Non aveva bisogno di
nessuno, tranne che di Korinna e del loro impero.
Un impero che sarebbe durato millenni, anche dopo la
loro morte, quando la longevità coroniana avrebbe fatto il suo corso.
“Lieto di essere stato riattivato, signorina
Ducklair. Come posso esserle utile?”
“Dimmi, Uno. Ti piacerebbe avere un corpo
tangibile?” Juniper sorrise dolcemente, falsamente, come solo sapeva fare. “Ti
piacerebbe il nome Odin Eidolon?”
2. Terrore
Per diritto di primogenitura, il governo sarebbe
spettato a Korinna, ma non era così che i Coroniani ragionavano.
Che la facciata pubblica del loro impero spettasse a
Juniper era più che naturale: tra le due, era la più fredda, insensibile.
Juniper aveva un controllo quasi perfetto delle sue emozioni.
Il potenziale di Korinna, invece, era talmente
elevato che senza un adeguato addestramento coroniano – addestramento di cui
era stata provata – esplodeva in lei e si ritorceva contro se stessa, in ondate
di emozioni distruttive.
Korinna aveva odiato il padre soprattutto per
quello: Everett sapeva, sapeva del suo potenziale. Sapeva che
l’adeguato controllo delle sue emozioni le avrebbe permesso non solo di
divenire regina, ma anche di trovare la pace.
Aveva preferito portarle via da Corona, per
codardia. Aveva negato a Korinna tutto: l’addestramento, il rispetto dei suoi
simili, un destino quasi certo da regnante.
Al suo risveglio sulla Terra, Korinna aveva capito
che qualcosa era cresciuto con lei, dentro quella capsula: un potere
devastante, assoluto.
Il potere aveva ampliato a dismisura anche la gamma
delle sue emozioni: così Korinna odiava, si adirava, soffriva, si impauriva,
vittima di se stessa.
Everett le aveva negato l’unico futuro in cui
avrebbe potuto splendere di luce propria – un futuro da regina coroniana. Ma
Everett giaceva nel Livello Delta lontano da loro. E in fin dei conti, il nuovo
ruolo assunto da Korinna non le dispiaceva.
Anzi, la galvanizzava.
“Se non fai come ti dico, Profunda si arrabbierà. E
tu non vuoi che Profunda si arrabbi, vero?”
Profunda era la punizione, era la paura.
Nel nuovo regime mondiale, Profunda era l’altra
faccia della medaglia nel dominio delle Ducklair Industries. Se Juniper era il
viso pubblico, aperto, sorridente, Korinna si occupava di quei pochi dissidenti
che riuscivano a sottrarsi al controllo della ragnatela mistica. Entrava nelle
loro teste, li manipolava, scombinava e poi, quando non vi era altro rimedio,
li abbandonava a loro stessi, pazzi inermi che avrebbero danneggiato soltanto
loro stessi.
Forse non avevano avuto Corona, ma avevano conquistato
la Terra.
Forse per Korinna era sempre più difficile tenere a
bada le sue emozioni, ma avrebbe fatto il possibile per reggere il dominio di
Juniper.
Serifa le aveva abbandonate tanto tempo prima,
disgustata dal poco controllo emozionale di entrambe. Solo una volta la Regina
di Corona aveva calpestato il suolo della Terra, andandosene via altera e
sprezzante.
Non le aveva degnate di uno sguardo.
Juniper e Korinna non avevano ottenuto ciò che più
di ogni cosa anelavano – il rispetto materno. Ma non importava. Erano sole, lo
erano sempre state. Potevano solo contare l’una sull’altra. Ed erano forti a
sufficienza da garantire in due il dominio incontrastato sul pianeta.
Corona aveva il vantaggio del numero, ma Juniper e
Korinna avevano il vantaggio dell’armamentario costruito dal padre. E i poteri
di Korinna si espandevano sempre di più, ogni giorno di più.
Risvegliare paure inconsce era un potere raro
perfino per un Coroniano. E questo Korinna lo sapeva.
Sapeva anche che i tempi non erano ancora maturi, e
forse avrebbero passato ancora lunghi anni a trastullarsi con la Terra e i suoi
ridicoli abitanti… ma prima o poi, sarebbe accaduto.
Sarebbe stato tempo di guerra.
Note dell’autrice:
Ho voluto scrivere questa breve
fanfiction dopo aver finito per l’ennesima volta PK2. Credo anche di essere la
prima a scrivere nel fandom di Juniper e Korinna, i miei personaggi preferiti
in assoluto.
Lo so, molti di voi saranno affezionati
soprattutto a PKNA, ma nel mio caso iniziai ad appassionarmi alle avventure di
Pikappa proprio grazie agli albi di PK2. Rimasi affascinata dalle atmosfere
mature del fumetto e, anni dopo, fui molto delusa scoprendo che il progetto PK2
era stato troncato al numero 18 per poche vendite.
Era un peccato, perché la storia così
rimane monca. In un primo tempo ho pensato di lanciarmi nell’ambizioso progetto
di dare un finale alternativo a PK2, con tutti gli elementi che si vociferava
dovessero confluire nella stesura originale (il ritorno di Tyrrel Duckard e
Pikappa assieme a Everett sul pianeta Corona, per esempio). Tuttavia, è allo
stato attuale delle cose una storia troppo ambiziosa per le mie modeste
conoscenze dell’universo di PK.
Così ho deciso di basarmi solo sui fatti
raccontati nel canon e scrivere questa fanfiction distopica, in cui Juniper e
Korinna sono riuscite a schivare il colpo inferto da Pikappa (ricordate il
numero #18?) , sconfiggere lui ed Everett ed instaurare il loro dominio sulla
Terra.
Onestamente, ammetto che l’idea di
Serifa come nuova regina del pianeta Corona mi sia venuta leggendo le
interessanti discussioni su PK2 sul mitico forum
del Papersera.
L’interpretazione di Juniper come
manipolatrice e calcolatrice, invece, è la mia personale idea del personaggio.
Ho letto che molti tendono a considerare Juniper una mezza svalvolata svampita,
anche un po’ scema. Peggio ancora, un personaggio che pare sia stato trattato
da ogni autore in maniera diversa. Mi permetto di fornirne un’interpretazione
diversa: dopo i primi tempi di spaesamento, comprensibili dopo il lungo periodo
di ibernazione, Juniper si mostra a mio avviso pericolosa e calcolatrice quasi
fin da subito. Ho sempre pensato che, se Korinna mirasse ad aggredire a viso
aperto il padre, Juniper mostrasse un atteggiamento più subdolo, puntando a
distruggerlo dall’interno. Mancano le conferme dei Grandi Autori del PKTeam
alle mie teorie, ma credo che l’ipotesi più probabile sia che le care sorelline
Ducklair abbiano complottato ad insaputa di Pikappa – e quindi a nostra
insaputa – fin quasi dal principio.
Just my two cents, ovviamente.
Spero che la storia sia stata di vostri
gradimento, per quanto sia abituata a scriverne di più lunghe. Grazie a tutti
per aver letto!