Paga
pegno, Hermione!
«Che
schifo di modo di passare l'estate!» esclamò Ginny
salendo le scale
di Grimmauld place diretta al primo piano insieme al resto della
squadra di pulizie.
«Dai,
almeno a lavoro finito non verremo più attaccati dai Doxy
quando
entriamo in una stanza.» cercò di consolarla
Hermione.
La
smorfia dell'amica le fece capire che l'idea non la sollevava
minimamente
«Magari
potremo chiedere a tua madre se può premiarci con qualcosa
di buono
a lavoro finito.» propose allora, conciliante.
«Non
sarebbe male come idea!» esclamò Ron,
illuminandosi in volto.
«In
effetti sarebbe piacevole.» aggiunse Harry, che adorava la
cucina
della signora Weasley.
«Banale!»
rispose Ginny, lapidaria. «Ci sono, dividiamo la stanza in
quattro.
Chi finisce la sua parte per ultimo deve pagare pegno.»
propose.
«Non
so...» tentennò Hermione, sapendo quanto sapesse
essere sadica la
sua amica.
«Ti
prego.» pigolò la piccola rossa.
«Facciamo così, prometto che la
penitenza non sarà né crudele né
disgustosa.»
«E
se perdi tu?» chiese Ron, indispettito.
«Io
non perdo mai.» fu la risposta della ragazza mentre con un
ghigno
apriva la porta del salotto che avrebbero dovuto pulire.
Il
bello di abitare in una casa piena di maghi adulti è che se
un
minorenne compie qualche magia non è rintracciabile.
Così, senza
troppi complimenti, Ginny sfoderò la bacchetta facendo
apparire i
loro quattro nomi che dopo essersi mescolati andarono a delimitare
ognuno una parte della stanza illuminandola di un colore diverso.
«Inizia
la gara!» esclamò Ginny, fiondandosi dentro la
stanza.
Incapaci
di protestare gli altri tre la seguirono lanciandosi a capofitto
nelle pulizie.
Per
le successive tre ore i ragazzi lavorarono senza sosta disinfestando
e ripulendo la stanza.
«Prima!»
urlò Ginny, saltellando mentre la scritta con il suo nome
svaniva.
«Secondo.»
disse poco dopo Harry, tossicchiando per la polvere.
«Terzo.»
annunciò dieci minuti dopo Ron, ormai sfinito; giusto un
attimo
prima che Hermione mettesse a posto l'ultimo soprammobile e si
voltasse per annunciare di aver finito.
«Mi
dispiace amica, hai perso.» annunciò Ginny, per
nulla dispiaciuta.
«La tua penitenza sarà dare un bacio sulle
labbra
a Fred.»
affermò,
senza scomporsi ma sottolineando sadicamente le parole.
«Cosa?!»
urlarono in coro Hermione, Ron ed Harry.
«Avevo
detto che non sarebbe stato né qualcosa di schifoso
né di cattivo.
Un bacio non arreca danno a nessuno e, a detta di molte, Fred
è un
bel ragazzo quindi non è neanche disgustoso.»
«Ma
Ginny!» tentò di protestare Hermione.
«Niente
ma. Dammi la mano.» ordinò.
La
riccia le porse la destra, convinta che l'amica gliela volesse
stringere invece la ragazza la voltò sul palmo e le
picchiettò il
polso con la bacchetta.
Immediatamente
una piccola P rossa apparve sulla sua pelle.
«Questa
è la P di penitenza. Appena l'avrai portata a termine
sparirà da
sola. Non tentare d'imbrogliare, non c'è modo di
cancellarla.»
spiegò, soddisfatta.
«Ragazzi,
il pranzo è pronto!» urlò la signora
Weasley dalla cucina
costringendo i quattro ad interrompere il discorso e a scendere al
pian terreno.
Per
tutto il tempo del pasto Hermione non fece che tormentare il cibo nel
piatto lanciando occhiate di rimprovero all'amica e sguardi
preoccupati in direzione dell'ignaro destinatario della sua
penitenza.
Finito
di rigovernare la cucina, i ragazzi furono finalmente liberi.
Nel
pomeriggio c'era una riunione dell'Ordine e la signora Weasley non
voleva che approfittassero della scusa delle pulizie per origliare la
conversazione così li aveva confinati al primo piano della
casa.
«Hermione,
ho dimenticato di dirti una cosa, hai tempo fino a mezzanotte per far
sparire la P.» disse Ginny, mentre salivano le scale.
«Cosa?!»
esclamò Hermione, allarmata.
«Mi
dispiace! Pensavo avessimo più tempo.» rispose
l'altra,
sinceramente dispiaciuta.
Uno
dopo l'altro fecero i ragazzi la doccia per poi ritrovarsi in uno dei
salotti ripuliti.
Mentre
Ron e Harry giocavano a scacchi, Ginny giocava con Grattistinchi e
Fred e George progettavano i prossimi Tiri Vispi. Hermione si era
portata dietro un libro ma non riusciva a capire nulla di
ciò che
leggeva.
Avrebbe
voluto strozzare la sua amica, da dove le era venuta quell'assurda
idea?
Lei
non poteva baciare Fred, non poteva proprio, la sola idea le faceva
andare a fuoco la faccia.
L'intero
pomeriggio trascorse senza che lei riuscisse a concludere nulla e
quando la signora Weasley annunciò che la riunione era
finita e che
potevano scendere per la cena, Hermione seguì gli altri con
aria
abbacchiata.
Il
tempo stringeva e lei non aveva idea di come venire fuori da quella
situazione.
Appena
finito di mangiare i due gemelli si dileguarono andandosi a
rinchiudere in camera e facendo precipitare ancora di più
l'umore di
Hermione.
Non
poteva entrare in camera loro e dire “Fred ti devo
baciare.”
Risalita
nella camera che divideva con Ginny mise il pigiama e si sedette sul
letto fingendo di leggere.
Quella
sera non era proprio in vena di chiacchiere, anzi avrebbe proprio
voluto soffocare col il cuscino la sua cara amica per averla messa in
quella situazione.
Il
rumore di alcune porte che si chiudevano le annunciò che
anche gli
altri abitanti della casa erano andati a dormire.
Era
già tardi e le speranze che riuscisse a pagare il suo pegno
si
facevano sempre più labili.
D'un
tratto ricordò di non aver lavato i denti e così,
sbuffando, si
alzò dal letto e, recuperati spazzolino e dentifricio si
recò in
bagno.
Lavati
i denti spense la luce del bagno e si apprestò a tornare in
camera
sua non senza aver prima gettato uno sguardo verso la stanza dei
gemelli.
Era
ancora intenta a camminare con il viso girato chiedendosi quale scusa
poteva inventare per baciare Fred quando andò a sbattere
contro
qualcosa di caldo e sodo.
«Fred!»
esclamò, diventando rossa come un peperone.
Per
fortuna il corridoio era in penombra e ciò la
rassicurò.
«Allora,
sputa il rospo, cosa ha combinato la mia sorellina?» le
chiese
afferrandole la mano e scoprendole il polso con la P. «L'ho
visto
durante la cena e so che non può essere altro che opera
sua.»
Hermione
annaspò in cerca di una bugia da propinargli ma non le venne
nulla
in mente.
«Su
Granger, confessa, qual è il terribile pegno?» la
punzecchiò.
Hermione
serrò maggiormente le labbra se possibile arrossendo ancora
di più.
«A
giudicare dal tuo colorito ti ha chiesto qualcosa
d'imbarazzante.»
ipotizzò Fred, mettendole due dita sotto il mento e
portandole il
viso alla luce. «E scommetto anche che c'entra un
ragazzo.»
Hermione
si limitava a tacere ma il suo sguardo bastò a rivelargli
che aveva
indovinato.
«Devi
baciare qualcuno...uhm...Ron o Harry...no, loro erano insieme a voi
per tutta la mattina, avrebbero saputo del pegno; deve essere
qualcuno che non c'era.» disse ancora, mentre Hermione
sentiva il
cuore andare a mille.
«Non
avrebbe scelto qualcuno degli adulti per non incappare nella
punizione di mamma quindi rimaniamo solo George ed io.»
concluse,
osservando divertito la faccia della ragazza, sconvolta dalla sua
intuizione.
«Vi
ho sentito mentre uscivate dal salotto.» confessò
qualche secondo
dopo, ridacchiando divertito.
«Imbroglione!»
urlò Hermione, colpendolo con il tubetto del dentifricio per
poi
voltargli le spalle.
«Vuoi
rimanere per sempre con quella P sul polso? Dai, paga pegno,
Hermione!» le disse, appoggiandosi al davanzale della
finestra, in
attesa.
Timorosa,
Hermione si volse. In effetti lui le stava facilitando le cose e lei
si stava comportando da stupida.
Il
problema era che Fred gli piaceva davvero e non le andava di baciarlo
solo per via di una penitenza, d'altronde non poteva neanche rimanere
con quell'assurdo tatuaggio.
Lentamente
si avvicinò fino a portare il suo viso a pochi centimetri da
quello
di lui.
Stava
ancora tentando di trovare il coraggio di annullare la distanza che
li separava quando lui le cinse la vita con una mano facendo aderire
i loro corpi e quando lei, stupita, alzò lo sguardo su di
lui, portò
l'altra mano alla sua guancia e la baciò.
Al
primo tocco delle loro labbra l'avvertì sussultare per poi
sentirla
rilassare tra le sue braccia e rispondere al bacio con passione.
Non
le importava più del motivo per cui lo stava facendo. Sapeva
solo di
essere tra le braccia di Fred e di sentirsi felice.
Quando
infine si staccarono avevano entrambi il respiro affannato.
«È
una fortuna che Ginny abbia scelto proprio me per farti pagare
pegno.» disse poco dopo, continuando a tenerla stretta a se.
«Non
avrei mai potuto sopportare che qualcun' altro baciasse la ragazza
che mi piace.» confessò poi.
A
quelle parole Hermione sgranò gli occhi, incredula.
«Devo
dedurre dal tuo sguardo che per te è lo stesso?»
la incoraggiò,
non sopportando oltre il suo silenzio.
Hermione
sentiva che non sarebbe riuscita a dire una frase di senso compiuto,
non mentre Fred con una mano stava giocando con i suoi capelli mentre
con l'altra le carezzava leggermente il fianco. Così gli
diede
l'unica risposta di cui era capace, sportasi leggermente verso di lui
gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Intanto,
qualche metro più in là, una porta che era
rimasta accostata veniva
chiusa mentre una lunga zazzera rossa spariva sotto le coperte.
«Sono
proprio un perfetto Cupido.» si complimento con se stessa
Ginny,
mentre si preparava a dormire il sonno dei giusti, felice che il suo
escamotage avesse portato i suoi frutti.
Nota
dell'autrice: questa ff mi è stata ispirata dalla OS 100
secondi per rubare un bacio di Sia_
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