Epilogo.
Alec
spinse il cancello dell'entrata del cimitero, stringendosi di
più
nel cappotto per ripararsi dall'aria gelida.
Percorse
lentamente il sentiero alla sua destra cosparso da ciottoli, ormai
estremamente familiare dopo tutto quel tempo.
Erano
difatti passati quattro anni dalla sua morte, ed ogni prima domenica
del mese aveva preso l'abitudine di recarsi alla sua tomba.
Dopo
pochi minuti si inginocchiò lentamente di fronte alla sua
lapide,
sforzandosi di ignorare il fastidioso nodo che gli stringeva la gola.
Fece
scorrere un dito sulle linee del suo nome, poggiando poi la mano
sulla M.
Come
ogni volta, fu assalito dal rimpianto e dalla tristezza.
Passato
il dolore iniziale, col tempo e con l'aiuto delle persone a lui
più
vicine era riuscito a capire che la sua morte non era stata una sua
responsabilità, che nessuno avrebbe potuto fare niente per
impedirlo, nemmeno lui.
Nonostante
ciò, non riusciva a scrollarsi completamente di dosso il
senso di
colpa per non aver fatto abbastanza, per non essere arrivato in
tempo.
Si
ritrovò a pensare a tutto quello che era successo, cercando
di
capire cosa avrebbe potuto fare per evitare che si arrivasse a tanto,
se c'era qualcosa nelle sue azioni che avrebbe potuto cambiare per
impedire che ciò si verificasse.
Avrebbe
tanto voluto avere una risposta a quella domanda, ma non l'avrebbe
mai trovato.
Strinse
gli occhi per evitare che le lacrime gli scorressero sul viso: aveva
già pianto abbastanza, e di sicuro non l'avrebbe voluto
vedere così
fragile.
Una
mano gli strinse delicatamente la spalla, distraendolo da quei cupi
pensieri.
Sorrise
lievemente, sapendo già chi era senza bisogno di voltarsi.
«
Tutto bene? »
Alec
annuì appena, alzando lo sguardo per incrociare quelle iridi
verdi
che tanto amava.
Magnus
lo scrutava con un'espressione preoccupata, le sopracciglia appena
corrugate in una smorfia che metteva ancora in più in
evidenza la
cicatrice bianca, regalo di Russ.
Ogni
volta che Alec si ritrovava ad osservare quella piccola imperfezione
sul viso altrimenti perfetto del ragazzo, non poteva fare a meno di
ripensare a quanto era stato vicino dal perderlo per sempre.
Dopo
aver visto Russ che lo trascinava via, si era catapultato verso le
scale il più velocemente possibile, per poi correre come non
aveva
mai fatto in tutta la sua vita.
Per
alcuni interminabili istanti di terrore aveva creduto di non farcela,
di non riuscire ad arrivare prima che fosse troppo tardi.
Quando
aveva svoltato l'angolo, Magnus era in ginocchio di fronte a Russ,
con il sangue che gli imbrattava il viso e una pistola puntata alla
testa.
Non
c'era stato tempo per avvicinarsi ulteriormente, né tanto
meno di
fermarsi per prendere la mira; lasciando che fossero gli anni di
pratica e di allenamento a guidare la sua precisione, aveva alzato la
pistola, sparando dritto verso Russ.
Aveva
tirato un respiro di sollievo solo quando aveva visto l'uomo
accasciarsi al suolo con una chiazza vermiglia che si estendeva al
centro del petto, lasciando Magnus vivo e quasi totalmente illeso.
L'espressione
di meraviglia, riconoscenza ed amore che il ragazzo gli aveva rivolto
una volta aperti gli occhi e capito quanto era successo, sarebbe
rimasta impressa nella sua mente fino alla fine dei suoi giorni.
Dopo
aver stretto Magnus in un abbraccio ed essersi assicurato che stesse
bene, lo aveva portato verso il vecchio deposito dove, oramai, lo
scontro doveva essersi concluso.
Due
uomini stavano tenendo un Ezekiel a dir poco infuriato, mentre
Headley stava guardando con espressione allibita Braxton ridotto ad
un ammasso sanguinolento di carne.
Alec
scioccato almeno quanto l'uomo da quella scena, aveva fatto scorrere
lentamente lo sguardo sui presenti, più che curioso di
sapere chi
fosse stato l'artefice di quel capolavoro.
La
sua attenzione venne ben presto attirata da Isabelle e Shane: la
ragazza studiava con la massima naturalezza le sue mani chiazzate di
rosso sulle nocche, mentre l'altro faceva il possibile per non
incrociare lo sguardo del moro.
Bingo.
Per
un attimo, al pensiero di sua sorella ed il suo migliore amico che si
accanivano insieme su Braxton aveva quasi provato pena per quel
poveretto.
Quasi.
Poco
dopo tutti gli uomini di Headley ed Ezekiel ed i rispettivi capi
erano stati trascinati in prigione, dove avevano atteso di essere
sottoposti al processo: tra l'accusa di traffico d'armi e tutti gli
omicidi di cui potevano essere accusati, nessuno di loro avrebbe
rivisto tanto presto la luce del sole.
Anche
Magnus era stato ascoltato dal giudice che, tenendo conto del fatto
che la sua collaborazione era stata fondamentale per sgominare la
banda, aveva optato per due anni di libertà vigilata.
Tutto
sommato se l'era cavata discretamente bene.
Lontano
da cattive influenze e dalla convinzione di essere indegno di vivere
in mezzo a delle persone "per bene", il ragazzo aveva
trovato un vero lavoro che non implicasse lo svolgimento di azioni
illegali e aveva abbandonato completamente la strada della
criminalità.
Non
che Alec gli avrebbe mai permesso il contrario, ovvio.
E
considerando che si era trasferito a casa sua non appena tutta
quell'assurda faccenda si era conclusa, il moro non aveva avuto alcun
problema ad assicurarsi che rigasse dritto.
«
Alexander?
Mi ascolti? »
Alec
scosse appena la testa, sforzandosi di tornare con i piedi per terra.
Il
suo ragazzo lo guardava con un'espressione perplessa stampata in
volto, probabilmente chiedendosi cosa gli stesse passando per la
mente.
Alec
replicò
con un piccolo sorriso imbarazzato, passandosi una mano tra i
capelli. Poi, dando un ultimo sguardo alla tomba di sua madre, si
alzò in piedi trascinando Magnus con sé.
«
Vieni
Mags, andiamo a casa. »
Magnus
si svegliò improvvisamente, sbattendo le palpebre per
cercare di
calmarsi.
Lanciò
uno sguardo alla sveglia posta al lato della sua testa, che
lampeggiava le quattro e mezza di notte.
Sospirò
passandosi una mano tra i capelli scuri e trascinandosi a sedere.
Gli
capitava ormai spesso di svegliarsi nel cuore della notte, con il
pensiero che tutto ciò che gli era accaduto fosse solo
l'ennesimo
sogno di una vita perfetta.
Abituato
a trovarsi in continuo pericolo di vita, convinto di non meritare
nulla di buono, ancora non riusciva a credere a come la sua esistenza
era stata improvvisamente stravolta in meglio.
A
ripensarci gli venne da ridere.
Più
volte aveva cercato di allontanarsi dall'unico che pensava potesse
salvarlo, facendo il possibile per proteggerlo da sé stesso;
adesso
non riusciva nemmeno lontanamente ad immaginare di non avere il suo
bellissimo cavaliere al suo fianco.
Ancora
si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo così bello,
dolce e
buono, avesse scelto proprio lui per accompagnarlo passo dopo passo
nel lungo percorso che era la vita.
Avrebbe
potuto avere di meglio senza alcun dubbio, ma ogni volta che gli
manifestava i propri dubbi al riguardo, Alec gli rispondeva che il
meglio era proprio lì al suo fianco, e che non avrebbe
voluto nessun
altro che non fosse lui.
Si
mosse piano sul letto, girandosi per guardarlo in viso.
I
suoi stupendi occhi azzurri erano nascosti dietro le palpebre chiuse,
in un'espressione così innocente che provocò una
capriola nel cuore
di Magnus.
La
bocca rosea e che tanto gli piaceva baciare era leggermente
socchiusa, il respiro regolare e tranquillo.
Con
una dolcezza che non credeva nemmeno di possedere, gli passò
delicatamente una mano tra i riccioli corvini, beandosi della loro
soffice consistenza.
Amava
farlo, gli trasmetteva un senso di tenerezza.
Poi,
gli accarezzò una guancia, il tocco leggero come polvere.
Lo
amava così tanto e così intensamente da temere
che un giorno o
l'altro il cuore gli sarebbe esploso, incapace di contenere oltre
quel sentimento.
Si
avvicinò lentamente, nascondendosi nel suo abbraccio e
intrecciando
dolcemente le gambe alle sue.
Le
punte dei loro nasi si sfiorarono appena, e fu sufficiente per
mandarlo in subbuglio.
Che
incantesimo mi hai fatto occhi blu?
Sorrise,
lasciandogli un leggero bacio sulla punta del naso, mentre con un
mano lo stringeva più a sé.
Alec
emise un rantolio non ben identificato, stringendo gli occhi prima di
cominciare ad aprirli lentamente.
Quando
le sue pupille misero a fuoco le iridi verdi di Magnus sorrise,
richiudendo gli occhi.
«
Mags, è ancora presto, dormi. »
lo pregò dolcemente, la voce tipicamente roca di una persona
appena
sveglia.
Magnus
gli si strusciò addosso, dandogli un altro leggero bacio,
questa
volta sulle labbra.
«
Ti amo, Alec. » gli disse.
L'altro
lo guardò di nuovo, e Magnus poté bearsi della
vista di quel
fantastico mare in tempesta che non faceva altro che sconvolgerlo.
Alec
gli passò una mano sulla guancia, guardandolo con occhi
innamorati:
«
Ti amo anch'io, principessa. »
Magnus
rise, accoccolandosi meglio tra le sue braccia e ispirando quel suo
profumo al sandalo che tanto amava.
Alec
lo strinse a sé, lasciandogli un tenero bacio tra i capelli.
Perché
era così tra di loro: in quei piccoli attimi di pura
intimità, non
potevano non pensare al fatto che bastava stare insieme, per essere a
casa.
Che
bastavano solo loro.
E
il loro amore.
E.. fine.
Già, alla fine anche questa storia si è conclusa
e ci dispiace anche un bel po', ci eravamo molte affezionate!
Non sappiamo bene come ringraziarvi, ma vorremmo farlo un@ per un@ per
averci seguito capitolo dopo capitolo, arrivando fin qui. Per noi
è davvero molto, grazie. <3
Se fosse per noi staremmo qui fino a mattina a dirvi grazie per averci
sostenuto, aprezzato e fatto presente il proprio parere positivo e
negativo che sia stato. Ma purtroppo non ci pare il caso xD
Per l'ennesima volta, davvero grazie per averci seguito, speriamo che
questa storia sia stata di vostro gradimento, noi vi mandiamo un grosso
bacione! <3
Alla prossima(speriamo!)! <3
Bye! <3
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