09: Restarting!
Capitolo 09: Restarting!
Gastone si avvicinò lentamente
al mantello, per poi cominciare a calpestarlo per spegnere le fiamme.
Quando
riuscì nel suo compito lo sollevò, guardando incredulo il
pezzo di stoffa che
teneva tra le mani.
“No…” Mormorò, mentre in
lontananza
era già possibile sentire le sirene dei pompieri e delle
ambulanze in arrivo,
allertate dalla forte deflagrazione.
Gastone non era certo un fan
di Paperinik, ma doveva riconoscere che la sottile pace di Paperopoli
era
merito suo. E ora le sue mani tenevano il mantello dell’eroe,
parzialmente
divorato dalle fiamme. Senza dire altro si avvicinò
all’edificio esploso, dal
quale usciva ancora fumo rovente.
“Paperinik!” Lo chiamò, senza
però fare nessun passo in più. “Ci sei?
Paperinik!”
A rispondergli fu il braccio
estensibile dell’eroe, che fece volare via un pezzo di muro che
lo copriva.
Usando tutte le sue forze, Paperinik uscì allo scoperto. Aveva
diverse
bruciature, e la sua mascherina era andata. Ignorando il cugino,
sollevò con
tutte le sue forze il braccio libero dallo scudo, tirando fuori Pikappa
da
sotto macerie. Questi tuttavia era messo decisamente peggio di lui: il
braccio
che teneva lo scudo Extrasformer era sparito assieme a esso e il suo
volto era
totalmente bruciato.
“Che cosa stai aspettando?!”
Sbraitò l’eroe, rivolgendosi finalmente a Gastone.
“Un invito in carta
bollata?! Ci sono altri feriti!”
“Pa… Paperino?” Balbettò lui
incredulo.
“Allora?!” Urlò ancora suo
cugino, dimostrando di non aver la minima intenzione di perdere tempo.
Gastone deglutì, per poi
cominciare a saltare sopra le macerie, raggiungendoli.
“Prendilo e portalo lontano da
qui.” Ordinò, per poi voltarsi. “Della! Paperina!
Archimede! Lyla! Oliver! Mi
sentite?”
“Ehi… potrei offendermi,
sai?” Fece una voce ben nota all’eroe,
mentre altre macerie si spostavano,
rivelando il Razziatore, il quale teneva le braccia attorno a Dolly e
Paperinika, che sembravano essere uscite relativamente indenni
dall’esplosione,
salvo qualche livido.
“State bene?” Chiese subito
Paperinik, raggiungendoli.
“S-Sì…” Balbettò
Paperinika.
“Il Razziatore ci ha fatto da scudo…”
“Ho le piume dure io!
Inoltre, gran parte dell’esplosione è stata presa da
Pikappa…” Rispose il
pirata, guardando in direzione dell’altro eroe, che stava venendo
sollevato a
fatica da Gastone.
“Muoviti!” Esclamò Paperinika,
guardandolo.
Solo allora si rese conto che
aveva perso gli occhiali che celavano la sua identità, motivo
per cui il
fidanzato la stava guardando incredulo.
“Ti spiegheremo tutto dopo,
ora vai! Non devono trovarci qui, non ora, non così!”
Disse Della.
“Già… ci sarebbero troppe
spiegazioni da dare…” Proseguì la voce di Lyla,
anticipando la sua uscita da
sotto le macerie.
Doveva aver usato lo scooter
di Archimede per proteggere lei, l’inventore e Oliver, che erano
dietro di lei
malconci ma salvi, dato che gettò via quella che sembrava una
ruota fusa. Ma
ciò che saltò all’occhio di tutti era che il suo
rivestimento era quasi
totalmente andato, rivelando il droide in tutto il suo corpo robotico.
“Se
Angus mi dovesse vedere così, sarebbe piuttosto difficile
trovare una scusa
valida… Lo sento già dire ‘Complotto
di
Paperinik che coinvolge una Lyla Lay robot’…”
“T-Tu sei L-Lyla?” Domandò
incredulo Gastone. “M-Ma com’è possibile? Voi siete
tutti-”
Ma il papero più fortunato
s’interruppe quando lo scenario attorno a loro cambiò,
sostituendosi con il
piano segreto della Ducklair Tower.
“Zio!” Urlarono subito Qui,
Quo e Qua, raggiungendo Paperino, che li abbracciò. “Stai
bene!”
“Sì… Sì, stiamo tutti
bene… è
finita…” Rispose lui, mentre delle braccia robotiche
uscivano dai muri,
prendendo Pikappa e stendendolo subito su una barella che Uno aveva
fatto
uscire da chissà dove.
“Fortunatamente quel che resta
del suo scudo era
sufficiente per attivare ancora il teletrasporto.” Disse l’intelligenza
artificiale, mentre una sua copia appariva su uno schermo accanto alla
barella
di Pikappa, al quale stavano venendo attaccati diversi cavi e tubi,
mentre un
altro arto meccanico aveva cominciato a medicare il braccio reciso. “Altrimenti non sarei riuscito a
portarvi qui in
tempo…”
“Come sta?” Chiese subito
Oliver.
“I suoi
parametri vitali sono al minimo. Sto già
studiando ogni manuale di medicina disponibile sulla rete, dato che non
possiamo di certo portarlo in un ospedale.”
“La sua prontezza di
riflessi ci ha salvati tutti quanti.”
Commentò il Razziatore, per poi
schiacciare un tasto sul suo bracciale, tirando fuori una micro-SD, che
lanciò
verso una della mani di Uno, che la prese al volo. “Là
dentro ci sono i
dati dell’intervento che ho subito all’occhio. Forse
possono tornarti utili.”
“Sarei contraria al diffondere
di notizie del futuro, ma stavolta credo farò
un’eccezione.” Fece Lyla, mentre
Archimede raggiungeva Uno, recuperando la borsa che aveva lasciato
prima,
quando era venuto a riparare il danno al braccio della Tempoliziotta.
“Uno, se non ti spiace vorrei
usare qualche invenzione del tuo creatore per prendere dei pezzi di
ricambio.
Forse posso aiutarti a salvare Pikappa.”
La testa verde annuì, per poi
alzare una tenda che impedì la vista dell’eroe ferito.
“C-Che cosa sta succedendo
qui?” Chiese Gastone, il quale era rimasto praticamente sotto
shock, per poi
indicare Paperinik. “Il cuginastro è vestito
dall’eroe più famoso della città e
impugna pure la sua arma! Paperina è travestita da Paperinika!
Della e suo
marito sono vestiti anche loro come dei pagliacci! Poi c’è
anche quel tipo
gigante e un robot!”
“Sicuro che è tuo cugino,
socio?” Domandò Uno,
guardandolo. “Non mi
sembra abbiate molto in
comune. Incredibile a dirsi, ma mi sembra anche più stupido di
te.”
“Ehi!” Esclamò il diretto
interessato, togliendosi lo scudo dalla mano. “Per piacere, non
offendermi
paragonandomi a lui! Io sono molto più intelligente!”
“Per una volta concordo. Anzi,
permetti?”
Paperinika si avvicinò a
Paperino, prendendo lo scudo Extrasformer in mano e impugnandolo.
“Paperina?”
“Come funziona? Così?”
Subito dopo aver detto ciò il
braccio estensibile entrò in azione, colpendo sotto il becco
Gastone, facendolo
volare all’indietro e facendogli perdere i sensi.
“Questo è per essere scappato
via come un codardo senza pensarci due volte!” Esclamò la
papera, per poi
restituire a un incredulo Paperinik la sua arma. “Grazie caro.
Ah, quando si
riprenderà puoi comunicargli che tra noi è finita?”
“Ribadisco il mio precedente
commento.” Fece il Razziatore.
“Non per niente è una delle
papere usate come base per il nostro codice.” Ridacchiò
invece Lyla,
attirandosi lo sguardo di tutti su di sé. “Che
c’è?”
“Beh, devo dire che è stata
una giornata decisamente più movimentata di quanto
credessi.” Commentò Oliver,
togliendosi la maschera.
“Papà… Mamma…”
Mormorarono i
tre gemelli, lasciando andare lo zio, che gli diede una piccola spinta
in
avanti.
“Ragazzi…” Cominciò Della con
le lacrime agli occhi, per poi lanciarsi verso di loro e
abbracciandoli.
“Menomale che state bene… Non sapete che paura mi sono
presa!”
“Beh, direi che sono stati
introdotti bene nel nostro mondo. Venire rapiti subito da uno
scienziato pazzo,
non è qualcosa che succede a molti.” Ridacchiò
Oliver, sollevato che era tutto
finito bene per la sua famiglia. “Ma credo che d’ora in poi
non raccoglierò più
eroi precipitati dal nulla.”
“Ah, è così? Potrei decidere
di fare una scappatina al prossimo luogo dove Phantom e Dolly
annunceranno il
prossimo furto.”
“Sarebbe inutile.” Ammise
Della, sorridendo. “Non credo faremo altri colpi.”
“Cosa?!” Esclamò il
Razziatore, incredulo. “Come sarebbe a
dire?”
“Diciamo che non abbiamo più
alcun motivo per continuare.”
“Allora resterete con noi?”
Il sorriso sul volto dei
genitori si spense.
“Ragazzi…” Cominciò Oliver,
chinandosi per poterli guardare negli occhi. “Ormai siete
sufficientemente
grandi per scegliere da soli. Io e la mamma abbiamo altre questioni da
sbrigare. Questioni che non ci permettono ancora di restare per troppo
tempo
nello stesso posto.”
“Cos’è, siete anche agenti
segreti?” Li prese in giro Paperino. “Dopo tutto quello che
è successo oggi-”
“Proprio per quello stiamo per
fare loro una domanda.” Lo interruppe subito Oliver, guardando la
moglie, che
annuì.
“Potete scegliere.” Disse lei.
“Potete venire con noi. Vi prepareremo per ciò che
dobbiamo fare. Rallenterà un
po’ i nostri piani, ma è possibile. Oppure… potete
restare ancora qui con
Paperino, se lui è disposto.”
I tre paperotti si guardarono
a vicenda, per poi spostare lo sguardo tra lo zio e i genitori.
Paperino sospirò. “Non
nascondo che mi avete reso la vita difficile. Appena arrivati avete
fatto di
tutto per rendere la mia vita un inferno. Non so le volte che mi sono
ritrovato
in ospedale per colpa vostra. O ancora più indebitato con lo
zione.” I tre
gemelli abbassarono lo sguardo, mortificati. “Tuttavia, mentirei
se dicessi che
a ripensarci ora non ho amato ogni singolo istante passato con voi. Voi
tre
siete il motivo principale per cui combatto contro gli Evroniani. Voi
siete la
mia famiglia, i miei adorati nipotini… E questo non
cambierà mai, qualunque sia
la vostra decisione. La porta di casa mia sarà sempre aperta per
voi.”
Qui, Quo e Qua si guardarono
ancora una volta, per poi voltarsi verso i genitori. “Mamma,
papà… Ci fa
piacere che ce lo abbiate chiesto… ma vogliamo restare con lo
zio.” Risposero
assieme.
“Ci ha sempre aiutato e
sostenuti.”
“E anche quando in passato
cercava d’infastidirci, era solo per insegnarci a sopportare
tutte le
angherie.”
“Inoltre, senza di noi sarebbe
perso. Chi lo sveglierebbe la mattina? O gli ricorderebbe di pagare i
suoi
creditori?”
“Ehi! Così mi fate passare per
un pigro senza speranze!” Replicò Paperino, con un sorriso
sul volto.
Della e Oliver annuirono.
Sapevano che sarebbe finita così, e gli andava bene.
“Questa volta però cercheremo
di farci vivi più spesso.” Assicurò il padre.
“Basta solo che non mi mettiate
più alcun petardo sotto la poltrona.”
“Nah, quella è roba superata.
Ora, grazie alle Giovani Marmotte, possiamo preparare direttamente un
composto
in grado di creare uno strato di ghiaccio sul pavimento.” Dissero
ridacchiando
i gemelli.
“Ah, come vorrei che anche
mio figlio fosse come voi.” Disse il
Razziatore. “Sareste tre ottimi
pirati temporali. Lui invece vuole fare il supereroe…”
“Tuo figlio vuole fare il
supereroe?” Ripeterono Paperinik e Uno, per poi scoppiare
entrambi a ridere.
“Questo è il colmo!”
“Già… Ed è tutta colpa
tua, visto che sei il suo idolo.”
Replicò il pirata.
“Aspetta, ma tu non hai detto
di venire dal 23° secolo?” Domandò Paperina.
“Sì, ma Paperinik resterà
nella memoria dei terrestri per molto, molto tempo.”
“Abbiamo uno zio molto
famoso!” Esclamarono felici i tre paperotti.
“Già… Tuttavia… temo dovrete
aspettare per festeggiarmi.”
A quella frase i nipotini si
zittirono di colpo.
“Che cosa vuoi dire?” Chiese
Paperina.
“Avete visto di persona i
rischi.” Fece l’eroe. “Ho rischiato di perdere quasi
tutta la mia famiglia
oggi, e questo perché una sola misera persona ha scoperto chi
sono davvero. Non
è che non mi fido di voi, ma conosco i miei nemici. Se dovessero
anche solo
pensare che sapete chi sono, vi potrebbero fare del male. Non sono
disposto a
rischiare.”
“Ci vuoi cancellare la
memoria?” Domandò Qua.
“Proprio come ho fatto le
altre volte che mi avete scoperto.” Rispose Paperinik, per poi
alzare la mano,
lasciando che Uno facesse cadere sopra di essa una scatolina bianca.
“Le altre volte? È già
successo?” Domandò sorpresa Paperina.
“Sfortunatamente, ci sono
state situazioni in cui sono stato costretto a rivelarmi. Queste sono
le
Car-Can, una delle invenzioni di Archimede. Rimuoverà i ricordi
delle ultime
ore.”
“Ma allora… tutto quello che
abbiamo fatto oggi non avrà avuto-”
“No, non è così. Sono felice
di come siamo riusciti a lavorare tutti assieme. Senza di voi, da solo,
non ce
l’avrei fatta.”
“Con noi sarebbe inutile.
Dimenticheremo solo ciò che è successo oggi. Non Pikappa.
Non il Razziatore.
Non te.” Fece Della. “Ma tranquillo. Il tuo segreto
resterà al sicuro come
sempre. Dopotutto, chi andrebbe a pensare che noi abbiamo qualcosa a
che fare
con Paperinik? Siamo nemici in fondo.”
“Prima di cancellargli la
memoria, però, c’è un’altra
questione da sbrigare.” Intervenne Uno. “Pikappa
probabilmente si riprenderà, con le cure mie e di Archimede
dovrebbe tornare in
forma come prima. Però… non può restare qui.”
“Perché no?” Chiese Quo.
“Potrebbe inventarsi che somiglia allo zio per puro caso. Non
sarebbe la prima
volta. E nemmeno l’unico. Vi ricordate quella volta che Topolino
ci ha
raccontato del suo quasi clone?”
“Non è così facile.” Rispose
Lyla. “Il problema è che sono la stessa persona. Fosse un
vero clone si
potrebbe ancora fare come dite… ma più tempo restano
assieme, più rischiano
entrambi. L’ordine dell’universo potrebbe anche decidere di
cancellarli.”
“Può davvero succedere?”
Esclamò terrorizzata Paperina.
“Nella mia memoria c’è quasi
tutta la storia della Terra e non solo. So che ci sono forze che
sfuggono alla
nostra vista.”
“Non possiamo di certo
mandarlo su un altro pianeta.” Rifletté Paperinik.
“Però non mi attira nemmeno
l’idea di scomparire… Cosa possiamo fare?”
“Lo porterò nel futuro con
me.” Affermò il Razziatore. “Lì non ci sarà nessun pericolo per voi.
Almeno, non fuori dalla norma.”
“Non puoi farlo!” Obiettò
Lyla. “Questo potrebbe provocare guai! Inoltre, come vorresti
spiegare la sua
presenza?”
“Pare che qualcuno sapesse
perfettamente quello che sarebbe successo oggi. Tanto che mi ha
profumatamente
pagato per venire ad aiutarvi. Cosa che credo potrei anche rifare in
futuro. O
nel passato, dipende dai punti di vista.”
“Di chi stai parlando?”
“Odin Eidolon.” Completò Uno. “È
stato lui a chiederti di venire qui, vero?”
“Esatto, testa verde.”
Rispose il pirata, ghignando. “E mi ha
chiesto lui di portarlo nel 23°
secolo. Ha detto che ha già preparato tutto.”
“Allora adesso non ci resta
che aspettare… Intanto però farò dimenticare
già tutto al cuginastro.” Fece
Paperino, tirando fuori una Car-Can.
“Allora questo è un addio,
eh?” Fece Della, guardando Pikappa.
Si erano tutti riuniti nel
giardino della casa di Paperino per salutarsi.
Pikappa ora indossava un
costume di riserva di Paperinik, che gli permetteva di nascondere il
braccio
artificiale, anche se grazie ad Archimede, che aveva usato le stesse
piume
sintetiche di Lyla per ricoprirlo, non doveva temere venisse scoperto.
Grazie ad Archimede e alle
risorse di Uno c’erano volute solo poche ore per sistemarlo, e a
parte qualche
acciacco poteva dire di star bene. E lo stesso valeva per Lyla, la
quale aveva
già una nuova copertura.
“Temo di sì. Se il 23° secolo
di qui è come il mio, non credo ci siano molte
possibilità di vedersi.”
Rispose, sorridendo. “Grazie ancora per tutto l’aiuto che
mi avete dato.”
“Beh, alla fine sei anche tu
mio cognato, non potevamo di certo abbandonarti.” Replicò
Oliver, mettendosi il
casco.
“Quando tornerete?”
Domandarono i tre gemelli, guardando la madre sedersi nel sidecar.
“Spero presto. Vogliamo
sbrigare un’ultima commissione, poi cercheremo di tornare, ma
tranquilli: ci
sentiremo di certo presto. Inoltre dovrò inventarmi qualcosa per
giustificare
la giornata di oggi. Che ne dite se vi mando un diamante?”
“Ehi! Avevate detto niente più
furti!” Esclamò Paperino.
“Scherzo, scherzo. Vi
manderemo dei buoni gelato. Inoltre, ora che Paperino per un po’
non dovrà
preoccuparsi dei debiti con lo zione, potrete respirare un po’ di
più.”
“Sembra che tu dia per
scontato che mi indebiterò di nuovo…”
“La tua lista dei debiti è
conservata al museo di storia.” Rispose il
Razziatore. “Ha un’intera
ala solo per lei, visto quanto è lunga.”
“Fantastico… passerò alla
storia come il papero più indebitato di tutti i tempi.”
Commentò lui
sarcastico.
“Su con la vita. Avrai sempre
l’altro museo a te dedicato, no?” Ridacchiò Della,
per poi farsi seria. “Non ti
arrendere mai. Non saremo al tuo fianco, ma ci fidiamo di te. Il
destino della
Terra è nelle tue mani.”
“Uao, tu sì che sai come farmi
stare tranquillo.”
“Beh, alla prossima allora.”
Fece Oliver. “Grazie per aver aggiustato la moto, Archimede.
Oltre ovviamente
ad avermi riportato come prima.”
“Dovere. Inoltre non potevo di
certo lasciare come mostro il nipote di un amico di famiglia.”
Oliver sorrise, per poi
schiacciare il pedale dell’acceleratore e partire a tutto gas,
sparendo dopo
pochi secondi.
“Bene, allora direi che è
il momento anche per noi di andare.” Disse il
Razziatore.
“Non subito però.” Rispose la voce di Uno,
proveniente dal televisore all’interno della casa. “Sembra che la giornata debba
concludersi con una
visitina dei nostri amici viola.”
“Evroniani, eh?” Fece Pikappa,
sorridendo. “Non so se riesco ad affrontarli: il braccio non
è ancora del tutto
sotto il mio controllo.”
“Beh, direi che prima di
lasciarti alla pace del futuro puoi fare un ultimo incontro con loro. E
credo
verrò con te.”
“Come volete. Allora io vi
precedo. Cercate di non farmi aspettare troppo, che non ho altro tempo
da
perdere.” Fece il Razziatore, per poi
scomparire nel vortice del tempo.
“E adesso pensiamo a voi.”
Disse Paperinik, voltandosi verso i nipoti e Paperina.
“È arrivata l’ora di
dimenticare, vero?” Chiese Qui, sospirando.
“Già, ma non preoccupatevi.
Stasera, non appena rimandati a casa gli Evroniani, vi porto a mangiare
una
pizza per scusarmi della giornata che avete avuto.”
“Scherzi?!” Rispose assieme.
“È stata una delle giornate più emozionanti di
sempre!”
“E me, signor Paperino?”
Domandò Paperina, guardandolo con un finto broncio.
Il papero sospirò. “Io vorrei
davvero tanto tornare con te, ma hai visto, è troppo pericoloso.
Per il momento
non posso fare nulla. E non posso chiederti di aspettarmi.”
“Stupido!” Esclamò subito lei.
“Dimenticherò pure tutto quello che ho scoperto oggi, ma
non credere che ti
lascerò andare via così facilmente! Promettimi
solo… che una volta che questa
invasione sarà finita, tornerai da me. E poi dovrai anche
raccontarmi chi era
questa Xadhoom.”
“È gelosia quella che sento
nella tua voce?” Ridacchiò Paperinik. “Non
preoccuparti. Era solo un’amica.
Un’amica che si è sacrificata per il suo popolo. Se di
notte guarderai le
stelle, con un po’ di fortuna potresti anche riuscire a
vederla.”
“Come?”
“È il sole che illumina il
pianeta dove si è trasferito il suo popolo. Continuerà ad
aiutarli così.”
“Una tua amica è diventata una
stella?” Esclamarono increduli i paperotti.
“Già. E tra parentesi, il suo
nome significa creditore. E gli Evroniani erano i suoi debitori.”
Paperina sorrise, mentre
prendeva la Car-Can, imitata da Qui, Quo e Qua.
I tre gemelli la mandarono giù
subito, portandosi poi la mano sulla fronte per il mal di testa
provocato dalla
perdita di ricordi. Paperina li seguì subito dopo.
“C-Cos’è successo?”
Balbettò
Qui, sbattendo le palpebre un paio di volte, per poi spalancare gli
occhi
quando vide Pikappa. “P-Paperinik!”
L’eroe dell’altra dimensione
sorrise debolmente. “Sì, è il mio nome. Ma che vi
prende? Sembra che vi sia
venuto un mal di testa.”
“G-Già…” Mormorò
Paperina, per
poi guardare Paperino. “Che cosa ci faccio qui?
Dov’è Gastone?”
“Non lo so.” Rispose il
papero, senza riuscire a nascondere un velo di tristezza nella sua
voce. “Sei
venuta qui solo per dirmi che noi paperi alla fine siamo tutti
uguali.”
“Confermo. E nemmeno la mia
presenza ti ha impedito di prendere a schiaffi il mio amico senza alcun
apparente motivo.” Dicendo ciò Pikappa indicò
l’ormai pallido segno delle dita
sulla guancia di Paperino, che lo guardò male in risposta.
“Beh, questo mal di testa non
mi permette di ricordarlo, ma sono sicura che se l’è
meritato. Avrà sicuramente
detto qualcosa di stupido!” Detto ciò si voltò,
dirigendosi verso l’uscita del
giardino.
“Come mai Paperinik è qui?”
Domandò Qua.
“Ero venuto a parlare con
Paperino di una questione. Mi serve il suo aiuto, perciò mi
permetto di
prenderlo in prestito per un po’.”
Come se avesse risposto ai
suoi pensieri, la P-Kar arrivò in volo, atterrando nel giardino.
“Tornerò presto. E vi voglio
pronti, stasera vi porto fuori!” Disse Paperino, cercando di non
ridere per la
situazione, mentre saliva sulla macchina assieme a Pikappa, per poi
volare via.
Poco lontano Paperina osservò
la P-Kar allontanarsi, quindi sputò la Car-Can, prendendola in
mano.
“Spiacente caro. Farò come
vuoi e per il momento starò lontana, ma non dimenticherò
il vero te.” Mormorò
sorridendo, mentre con la mano polverizzava la caramella.
“Sicuro che sia una buona
idea, Generale?” Domandò un soldato Evroniano, mentre
assieme al resto del
plotone si avvicinava a Paperopoli.
“Osi mettere in dubbio la mia
tattica?” Replicò lui, guardandolo con rabbia.
“Abbiamo tenuto sotto controllo
le frequenze radio terrestri, e sappiamo per certo che Paperinik
è rimasto
ferito in un’esplosione, dati i resti del suo costume trovati
nell’area. Non
appena ci vedrà, ci raggiungerà, e noi ne approfitteremo
per eliminarlo una
volta per tutte!”
“Oh, ma che carini.
Organizzate una festa per me?” Commentò la voce
dell’eroe, che risuonò
nell’aria grazie agli altoparlanti della P-Kar, che
sfrecciò a tutta velocità
contro di loro.
“Per Evron!” Urlò il Generale,
ordinando ai suoi uomini di attaccare non appena la macchina volante si
fermò,
ma il suo entusiasmo si spense quando il portellone si aprì,
rivelando non uno
ma ben due Paperinik.
“Allora, ho sentito che ci
stavate cercando.” Disse Pikappa, impugnando una pistola laser,
mentre il suo
gemello alzava l’Extrasformer. “Possiamo aiutarvi?”
“D-Due Paperinik?!” Esclamò
uno dei soldati. “Che cosa facciamo Generale?!”
Il loro capo deglutì, per poi
voltare la tavola volante. “Ritirata immediata!”
I suoi uomini non attesero una
replica dell’ordine, e in pochi secondi l’intero plotone
scomparve nel cielo.
“È andata decisamente meglio
di quanto pensassi.” Commentò Paperinik, sorridendo.
“Non avevo mai fatto un simile
effetto agli Evroniani prima d’ora. E dire che non ho potuto
nemmeno provare il
mio nuovo braccio.”
“Vedrai, in futuro avrai molte
possibilità. Il crimine non è scomparso, sai?”
“Vedrò. Non posso di certo
andare in giro vestito come te.”
“Io so già che me ne
pentirò… sto portando a casa quello che probabilmente
diventerà il mio secondo
nemico.” Disse il Razziatore, apparendo alle
loro spalle e restando
sospeso in aria.
“Su con la vita. Tuo figlio potrà
chiedergli un autografo senza doverti rubare la cronovela.”
Ridacchiò
Paperinik, facendo sbuffare il pirata.
“Bah. Direi che la nostra
collaborazione finisce qui. Io ho fatto quel che dovevo.” Detto ciò prese
per un braccio Pikappa. “Sei pronto?”
L’ultimo Guardiano della
Galassia annuì. “Allora… Addio, Paperinik.”
“Addio Pikappa. È stata
un’esperienza strana, ma direi istruttiva.”
“Lo stesso vale per me. Buona
fortuna con l’invasione!”
“Grazie.” Detto questo
Paperinik guardò Pikappa scomparire assieme al Razziatore.
Il Guardiano della Galassia
osservò la città del futuro dalla finestra.
Il Razziatore lo aveva
lasciato in quella stanza, dicendo che presto sarebbe arrivato qualcuno
a
spiegargli tutto quanto. Dopodiché era sparito.
“È abbastanza diversa dalla
Paperopoli del 23° secolo che ho visto io…”
“Quando si viaggia per le
dimensioni, può succedere.” Rispose una voce.
Pikappa si voltò di colpo,
ritrovandosi a guardare un papero dai lunghi capelli neri con striature
verdi,
come il suo vestito, che lo stava fissando con le mani dietro la
schiena.
“Tu… chi sei?”
“Il mio nome è Odin Eidolon.
Sono il presidente delle Industrie Eidolon, una delle fabbriche di
droni come
la tua amica Lyla. È un piacere rivederti, Pikappa.”
Sentendo ciò l’eroe sbatté le
palpebre un paio di volte. “Scusa, ma temo che questo sia il
nostro primo
incontro.”
“Oh, invece credo tu mi abbia
già incontrato, e molte volte.” Continuò Odin,
sorridendo. “In più versioni.
Una volta mi dissi che ero il tuo maestro, anche se io personalmente
non lo
sono mai stato.”
“Scusa, ma temo ancora di non
capire.”
Il papero del futuro non fece
sparire il sorriso, e cominciò ad avvicinarsi alla finestra,
fermandosi di
fronte ad essa.
“Eidolon può significare
‘immagine’,
‘simulacro’, ‘fantasma’… Mentre Odin
è un numero. Ti viene in mente qualcuno?”
Pikappa restò a fissarlo per
qualche secondo, per poi spalancare di colpo occhi e becco.
“UNO?!?!” Urlò incredulo,
indicandolo.
“Almeno tu ci sei arrivato.
Paperinik, nonostante gli abbia ripetuto chiaro e tondo le ultime
parole che
gli ho rivolto prima del nostro addio, non c’è mai
arrivato.”
“M-Ma come… Com’è
possibile?”
“Non hai detto tu stesso che
in un futuro alternativo eri diventato un droide? Se ci sei riuscito
tu, che
eri un essere vivente, credi fosse così impossibile per
un’intelligenza
artificiale? Anche se devo ammettere che senza l’aiuto del mio
vecchio padrone
non sarebbe stato possibile.”
“Intendi Everett Ducklair? Nel
mio universo era anche lui un Guardiano, e ti aveva creato usando se
stesso
come base.”
“Oh, qui la storia è molto
diversa. Vieni, che ne dici se ne parliamo davanti a una tazza di
tè? Se ben
ricordo, devi essere ancora ferito per la battaglia contro Vendor.
Così potrò
anche parlarti di ciò che ho in serbo per te…”
Pikappa annuì. “Basta solo che
non si tratti di lucidare monete.”
“Oh, no, no, tranquillo. Oliver non ha preso le abitudini di tuo
zio per quanto riguarda lo schiavizzare i parenti indebitati. Anche se
ho
sentito che adora tuffarsi in una piscina piena di monete
d’epoca.”
“Oliver… chi?”
“Oliver Paperino ovviamente.
Uno dei più grandi soci della mia azienda. Sai, è anche
piuttosto interessato a
conoscerti. Ha tanto sentito parlare di te dai racconti di
famiglia.”
Odin ridacchiò nel vedere che
Pikappa si era fermato qualche passo dietro di lui, letteralmente
paralizzato
per la sorpresa.
“Credi abbiamo fatto bene?”
Domandò Della al marito, urlando per superare il frastuono della
moto.
“La missione era quella. Ci
abbiamo messo un po’ di anni, ma alla fine ci siamo
riusciti.”
“Detesto aver dovuto mentire
ancora… anche al Razziatore. È un buon amico in
fondo.”
“Oh, sì, lo è. E anche se
lavora per il nemico, lo si può considerare un prezioso alleato.
Anche se spero
di non dover più aver bisogno del suo aiuto. Se l’Organizzazione dovesse
scoprirlo…”
“Fortunatamente, non ha ancora
tanto potere.” Disse subito Della. “E ora dobbiamo pensare
alla prossima mossa.
Il capo si è fatto vivo?”
“Non ancora, ma dubito ci
contatterà presto. Dopotutto, devono ancora trovare lui…”
“Allora per qualche anno
dovremmo essere a posto. Potremmo fare ancora qualche colpo, sai, per
sicurezza. Casomai dovessimo chiedere ancora aiuto a
qualcuno…”
“Beh, in quel caso dovremmo
inventarci nuovi nomi e costumi. Tuo fratello potrebbe non esserne
proprio
felice.”
“Dovrebbe prima venirlo a
sapere. E non credo sarebbe facile per lui.” Ridacchiò
Della. “Hai idea di chi
abbiano mandato a prenderlo?”
“Un novellino credo.
Dev’essere qualcuno di insospettabile. Non è stato facile
nasconderlo in mezzo
a tutte quelle macerie. Speriamo solo che ne sia valsa davvero la
pena.”
Un poliziotto sbadigliò. Era
stato messo a guardia delle macerie dell’edificio esploso in
attesa di
ulteriori indagini.
Per questo fu sorpreso quando
un papero piuttosto grosso, vestito di nero, con folte sopracciglia e
un
pizzetto biondo si avvicinò, tenendo in mano una valigetta nera.
“Alt. La zona è interdetta al
pubblico.” Lo fermò subito l’agente. Salvo vedersi
passare subito un foglio dal
papero, che non disse una parola.
Pochi secondi dopo l’agente, che
era sbiancato visibilmente, si spostò di lato. “M-Mi
scusi… non sapevo… non ero
stato avvertito…”
“Vattene. Qui ci penso io.”
Disse il papero con voce atona, ricevendo un assenso.
Senza attendere oltre cominciò
a camminare sui detriti, fino a raggiungerne uno ben preciso.
Senza troppa fatica lo spostò,
per poi sorridere.
“Eccoti qui…” Mormorò, per poi
aprire la valigia e collocare al suo interno l’oggetto raccolto.
Senza fare altro tornò sui
suoi passi, entrando subito in una macchina nera, che lo portò
via.
Dopo qualche minuto raggiunse
un palazzo diroccato.
Senza indugi scese dalla
macchina per entrare al suo interno e attraversò diverse porte.
Impiegò un paio
di minuti per arrivare a destinazione. Si ritrovò in una stanza
con un enorme
monitor, sopra il quale c’era il disegno di un’aquila
stilizzata.
“Deduco che la missione sia riuscita.” Fece una voce proveniente da
esso.
“Senza alcun problema. Era
proprio dove ci era stato riferito.” Disse, posando la valigia
sulla scrivania
sotto il televisore, aprendola.
Pochi secondi dopo lo scudo
Extrasformer di Pikappa si mostrò ai due: visibilmente
danneggiato
dall’esplosione, ma intero.
“Ottimo lavoro. B-Black.” Fece una seconda voce.
Il papero si girò,
ritrovandosi così a guardare Roh.
“Oh, ci sei anche tu, Agente
C?”
“Sono tornata il prima
possibile. Ero curiosa di vedere cosa avrebbe fatto il nostro
obiettivo.
Peccato sia arrivata tardi.”
“Se ti dedicassi a tempo
pieno, non avresti questi problemi.”
“La copertura dell’Agente C è
per noi fondamentale.” Intervenne la
voce dal televisore. “È
merito suo
infatti se la missione di oggi è andata a buon fine. Suo e degli
altri due
nostri agenti in trasferta.”
“Ma ancora non capisco il
perché.” Commentò B-Black. “Non servirebbe
più a Paperinik che a noi?”
“Oh, sì, senza dubbio. Ed è
proprio per questo che vi ho chiesto di
prenderlo. In futuro gli tornerà utile che sia in nostro
possesso. Ora, Agente
C, l’hai ritirato?”
Roh annuì, per poi tirare
fuori dalla borsa una piccola scatola.
“Davvero quello risolverà il
nostro problema?”
“È un avanzato programma informatico.
Con il giusto input risponderà
perfettamente alle nostre necessità. E quell’input
arriverà direttamente da noi
tra qualche anno sotto l’aspetto di un papero qualsiasi.”
“Sa capo, a volte ho la netta
impressione che lei conosca il futuro”
“Insomma… tutto quello che prevede
diventa realtà.”
“Oh, no, non direi proprio. Il
futuro è una cosa molto volubile… Diciamo solo che so
quali fili tirare. Il
programma che avete ricevuto è denominato ‘Nido’.”
Odin Eidolon sorrise, mentre
incrociava le dita e guardava lo schermo, che mostrava B-Black e
l’Agente C.
“E si può dire, per quanto è
avanzato, che provenga da un altro mondo.”
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