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Fic scritta per il
Temporalmente indetto da Criticoni^^
Sono totalmente,
incondizionatamente, pazzamente innamorata di questa coppiaXD
La MatsuShige è stata in
assoluto il primo pairing che mi ha colpita in Whistle!
Insieme mi ispirano
troppo** e ovviamente spero vi piaccia^^
Non so quanto ho
“azzeccato” i caratteri dei personaggi e può anche sembrare incompleta ma... >.>
è uscita così!
Buona lettura^^
{ In Your Arms ~
Every night, every
day, just to be there in your arms.
(Can't Get You Out Of
My Head - Kylie Minogue)
Era
iniziato tutto con una battuta scherzosa: “ Ehi, Coach! Non è che vuole
abbracciarmi?”, tant’è che mai si sarebbe aspettato di sentire qualche
istante dopo, sulla sua spalla sana, la mano calda e grande dell’allenatore.
L’aveva guardato stupito - decisamente: non se lo aspettava proprio! - poi,
incoraggiato da quel sorriso che piegava all’insù le labbra dell’uomo mentre
osservava il campo, si era avvicinato per permettergli di far passare attorno al
suo collo il braccio.
Cosa che l’altro fece senza dire nulla.
Tanto, nessuno li avrebbe visti.
La
squadra era troppo presa da Pochi che, ostinato, continuava a correre e,
in tutta sincerità, anche se li avessero notati in quel semi abbraccio a Shigeki
Sato non sarebbe interessato più di tanto: quel momento era solo suo e di
quello strano tipo che era l’allenatore Souju Matsushita.
Tutto il resto sarebbe passato in secondo piano dinnanzi a quella situazione
unica e personale che, pensava ma non sperava, sarebbe rimasta lì nei
suoi ricordi a rammentargli quanto era stato piacevole lasciarsi andare
per una volta tra le braccia di qualcuno sicuramente più forte di lui, un
qualcuno che sarebbe riuscito a sorreggerlo e incoraggiarlo.
Questo perché Shige era sempre stato un tipo deciso e caparbio sin da quando era
un bambino.
Era
una persona che non amava appoggiarsi agli altri, ma con quel vecchio,
come era solito chiamarlo, era certo poter fare un’eccezione.
Perché gli sarebbe veramente piaciuto essere abbracciato ancora, anche se sapeva
che con ottime probabilità - per lui più che negative - non sarebbe mai più
accaduto.
Tant’è che, oltre la piacevole sorpresa, quando si ritrovò per la seconda volta
stretto tra le braccia dell’allenatore si decise che quella non sarebbe stata
l’ultima volta.
Era
successo tutto dopo l’incontro con Naoki.
Si
era diretto verso la casa di Matsushita con la chiara intenzione di parlargli e
dargli la lieta notizia - infondo erano state anche le sue parole a
fargli pensare di prendere seriamente il calcio -, salvo poi darsi dell’idiota
per svariati motivi.
Primo era certo che l’allenatore non fosse in casa dato che pareva passare le
sue notti sempre nel chiosco di Oya-san.
Secondo, anche se l’avesse trovato in casa non era molto educato irrompere nelle
case altrui a quell’ora.
E
terzo, poteva benissimo rimandare la notizia all’indomani, non era poi così
importante.
Ma,
nonostante ciò, si sedette ugualmente ai piedi della porta dell’appartamento
dell’uomo e restò lì ad attenderlo, fissando le stelle - sperando, stupidamente,
di vedere una di quelle stelle candenti che facevano tanto sospirare gli
innamorati e i sognatori: cosa che assolutamente non lo rispecchiava.
Perché era certo di non essere né un sognatore né innamorato, men che meno di
Matsushita.
Certo, ricordava ancora con piacere quando era stato abbracciato e lo ammirava
veramente tanto non solo come allenatore ma anche a livello umano, ma non ne
era innamorato.
Anche se doveva ammettere che qualche dubbio l’aveva avuto quella sera,
soprattutto quando Souju era tornato trovandolo lì e, dopo averlo rimproverato
bonariamente per non essere entrato nell’appartamento, che era aperto come al
suo solito, l’aveva fatto accomodare.
Agli occhi di Shige, l’uomo, aveva ben poco da rimproverargli data la negligenza
che aveva dimostrato nel lasciare aperta l’abitazione, ma gli aveva in ogni caso
comunicato la notizia con un sorriso allegro sulle labbra, accompagnando
tutto con una pacca sulla spalla dell’uomo che in risposta, cogliendolo di
sorpresa, aveva reagito attirandolo a sé, ridacchiando ed esclamando un: “
Era ora che ti decidessi! Teppistello!”
Niente di sconveniente, eppure si era sentito talmente bene in quel momento che
ebbe quasi freddo quando quella stretta si sciolse - ed era durata meno di un
minuto e, se da una parte quegli attimi erano era sembrati eterni, dall’altra
era stato tutto troppo veloce.
Non
sapeva esattamente che provava per Souju ma i dubbi sull’entità di quella
stima c’erano eccome e si era convinto che non esisteva il due senza il
tre.
Era
stato stretto da quelle braccia per ben due volte e la seconda gli era
piaciuta ancor più della prima, quindi avrebbe aspettato con impazienza anche il
suo terzo abbraccio, convinto che sarebbe stato migliore dei precedenti, e da lì
il quarto sarebbe venuto da sé e di lì tutti i quelli che ne sarebbero
seguiti.
E
Shigeki era testardo, quando si metteva in testa un qualcosa la otteneva, e lui
ormai voleva solo quello.
Voleva essere stretto tra le braccia di Matsushita ancora e ancora, giorno e
notte.
Inoltre suonava pure bene nella sua mente il restare accoccolato al suo
allenatore tra le ombre notturne fino al sorgere del sole.
Con
più semplicità... ogni notte e ogni giorno tra le braccia di Soujo: era quello
il suo desiderio.
Spazio di Miki
È stupida lo soXD ma
spero che vi sia piaciuta^^
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