LET
ME KNOW
L'aria quella notte era
davvero fredda, penetrava da sotto la porta e si infiltrava tra le
coperte, nel pigiama pesante che indossava. Dicembre era arrivato da
a mala pena una settimana, e Nico già non ne poteva più.
Davvero, il miglior regalo di Natale quell'anno sarebbe stato la fine
delle feste, e la cosa non gli dispiaceva neanche tanto.
Natale. Nico era,
di suo, una persona che odiava festeggiare e passare tempo con le
persone. Preferiva rintanarsi da qualche parte, in solitudine, senza
doversi sforzare continuamente di non avere un “muso lungo”.
Il Natale, però, era un'altra storia. Aveva vaghe memorie
delle storie che gli aveva raccontato suo padre qualche tempo fa,
storie della loro famiglia, storie di risate e pandori e alberi
decorati. Tempi felici e diversi, che per lui facevano parte di un
mondo distante e mai davvero conosciuto. Dopo la morte di Bianca,
quel periodo dell'anno aveva perso ancora di più significato.
A che serviva celebrare un giorno che non aveva più valore?
Non poteva neanche condividere niente con nessuno. Ma era okay,
si diceva. Tutto era a posto così.
Nico si rigirò
sotto le coperte, tremando leggermente. Aveva sempre sofferto il
freddo, ma dal suo viaggetto nel Tartaro, l'inverno era diventato
insopportabile. Altri effetti collaterali, dannazione. La fortuna
sembrava non essere mai a suo favore. Lasciò fuoriuscire uno
sbuffo, mentre cercava di scaldarsi, raccolto su sé stesso nel
tentativo di trattenere un po' di calore.
Accanto a lui, Will si
mosse piano. Nico di morse la guancia interna, congelandosi sul
posto. Dimmi che non l'ho svegliato, pregò
silenziosamente. Al contrario di lui, William Solace aveva un sonno
ridicolamente leggero. E si svegliava con il sole. E in inverno era
sempre più stanco (“Ma allora perché non dormi di
più, Solace.” “Non posso, Mister Morte.”
“Non chiamarmi così!” “Come vuoi tu,
Sunshine.”).
Non
glielo avrebbe mai detto, neanche tra un milione di anni, ma Will era
la ragione di tutto. Era il suo motivo per restare, per non
dissolversi tra le tenebre, e non avrebbe mai potuto ringraziarlo
abbastanza. Per la prima volta, si era sentito amato e voluto, e
quando il figlio di Apollo lo aveva baciato per la prima volta, a
sorpresa, il suo cuore aveva fatto una cosa strana: il battito era
aumentato, come se stesse per esplodere, e il suo stomaco si era
capovolto, le guance arrossate all'improvviso ed era stato
maledettamente piacevole.
Il
giorno prima (la mezzanotte doveva ormai essere passata) avevano
sistemato la sua cabina, agghindandola per Natale-ovviamente sotto
insistenza di Will. Delle luci risplendevano chiare fuori,
illuminandosi e spegnendosi, tutte colorate. Un piccolo alberello,
finto e messo in un angolo della cabina, era decorato e pieno di
palline rosse e bianche che luccicavano nella semi-oscurità.
Nico lo guardò per qualche istante, il cuore stretto in una
morsa. Ma non faceva male. Con quell'idiota accanto, nulla faceva
male, non più, non come prima. Nonostante le iniziali-e
finali-lamentele del moro, si
era divertito. Aveva sorriso e quando Will era inciampato su uno
scatolone pieno di nastrini e fiocchi (presi chissà dove), i
capelli spettinati e un piede incastrato sotto l'albero ancora da
montare aveva riso, così forte da cadere anche lui.
<<
Riesco a sentire la forza con cui stai pensando. Smettila e dormi. >>
Nico sussultò. Il biondo aveva sussurrato le parole abbastanza
forte da tagliare la quiete della stanza. << Scusa >>
borbottò, cercando di prendere una posizione che favorisse il
sonno. Dopo forse un paio di minuti, si sentì afferrare da una
mano. Si ritrovò abbracciato a Will, la testa appoggiata al
petto del maggiore.
Tutto
d'un tratto la temperatura aumentò drasticamente.
Il
suo ragazzo lo strinse con ancora più forza, sospirando
soddisfatto. << Dormi, Mister Morte.
>>
E,
quasi come se fosse stato chiamato, il sonno lo colpì. Chiuse
gli occhi, rilassandosi addosso al corpo caldo del ragazzo. Per un
secondo, il pensiero di Bianca gli attraversò la mente, ma ora
andava tutto bene. Grazie a Will, aveva ricominciato. Lui era il suo
nuovo inizio, e non intendeva buttarlo via.
(Al
mattino, i fratelli Stoll li avevano trovati così,
abbracciati, e non avevano smesso di prendersi gioco di lui nemmeno
quando aveva mandato uno scheletro ad inseguirlo.)
Angolo
di quella pazza di una scrittrice:
I'm back, yeah. Con una Solangelo (tanto per cambiare).
Mi erano mancati i miei bambini, agh.
Natale sta arrivando e con esso il mio blocco si sta diradando. Ne
sono fin troppo felice u.u
Sinceramente, questa piccola fic mi lascia davvero a desiderare. L'ho
scritta alle due di notte quindi potrebbero esserci fin troppi
errori.
Ignorate il titolo messo alla caspio. Questa ff doveva finire in modo
del tutto diverso, ma poi ha preso un'altra strada, quindi il titolo
ha perso di significato. Ma io lo lascio perché io può.
Ditemi che ne pensate,
please. Spero di tornare presto con qualcosa di migliore!
Per chi volesse, nel mio
account potere trovare una fanfic natalizia sul fandom di Harry
Potter (Fred and George are back).
Buon
Natale a tutti! ^^
Daughter_
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