Pillole di tempo

di hunter95
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Viveva per l’adrenalina, viveva di emozioni.
Aveva fatto di tutto, affrontato squali e vuoto, fuoco e vento, aveva provato di tutto.
Ora però voleva provare la paura.
Aveva iniziato a cercare edifici abbandonati. Manicomi, fattorie, capannoni, rimesse, fienili e case.
Anche ciò che aveva davanti era una casa.
Vecchia, di legno tarlato, vetri rotti. Era esattamente ciò che cercava.
Gli scricchiolii che accompagnarono il suo ingresso furono un gradito brivido lungo la schiena. 
La cucina fu la prima stanza che vide.
Al contrario delle altre, che erano sempre svuotate o diroccate, questa casa era perfettamente in ordine. La tavola era apparecchiata per la cena e, se non fosse stata per la polvere, avrebbe potuto dire che da un momento all’altro qualcuno sarebbe sbucato per mangiare. 
Una vecchia campana a vento risuonò, facendolo sobbalzare. 
L’aria era ferma.
Sentiva la paura contorcergli le viscere.
Ottimo.
Salì le scale, piano, con cautela. Avvertiva l’ebrezza della paura.
Il bagno era sporco e pieno di foglie marce entrare dal vetro rotto,  ma tutto sommato era una stanza normale, cosi’ come quelle che erano state le camere dei bambini: piene di giochi disseminati sul pavimento e i letti ancora sfatti dall’ultima notte in cui qualcuno ci aveva dormito, parecchi anni prima.
Fino a che non si diresse verso l’ultima stanza in fondo al corridoio. 
Quella gli parve essere la parte più fredda e buia della casa. 
Aveva una  brutta sensazione. 
Doveva andarsene.
Rimase.
Aprì piano la porta, la luce del corridoio penetrò l’oscurità. 
Due grandi occhi di ghiaccio lo fissarono dall’unico angolo buio rimasto.
Urlò.
Non uscì mai più da quella casa.  





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