Titolo:
Scene
Personaggi: Un po' tutti
Genere: slice of life, generale
Rating: G
Avvertimenti: oneshot, what
if...?, raccolta
Wordcount: 728 (Fidipù)
Note: Salve salvino a tutti! Lo
so, vi starete chiedendo: ma cosa posta oggi? Perché oggi? Bene, per
spiegarlo devo andare un po' indietro nel tempo: quando postai il primo
capitolo di Miraculous
Heroes, non avrei mai pensato che quella storia diventasse
l'ambaradan che è adesso. La mia testa aveva solamente pensato di fare
una storiella, una di quelle che avrei voluto leggere ma che non
trovavo; però più scrivevo e più l'intero mondo in cui la storia si
svolgeva, scivolava via dalle mani: domande che necessitavano di una
risposta, personaggi nuovi con un passato dietro e poi il proseguo delle
avventure dei nostri eroi perché...beh, il male non dorme mai.
Con questi pensieri sono nati Tikki,
la prima portatrice e Miraculous
Heroes 2 (e i futuri Ombre di
Nanchino - la storia di Bridgette - e
Miraculous Heroes 3. Sì,
penso che vi tormenterò ancora per molto.); nonostante tutto ciò,
c'erano ancora qualche domandina che mi veniva alla mente, scene che
avrei voluto scrivere ma che...beh, ormai non potevo più perché erano
parte di una storia che ormai era già parecchio avanti.
Con questo intento nasce Scene, ovvero una raccolta di missing moments
(ovvero momenti mancanti), che ho dimenticato qua e là nella stesura
della storia principale: vi avviso fin da ora che i capitoli non saranno
in ordine cronologico e, cercherò di darvi un'indicazione riguardo al
periodo in cui si possono collocare (fate conto che potrete trovare un
po' di tutto qua: da momenti di Plagg e Tikki da umani a quando Rafael e
Adrien si sono conosciuti la prima volta).Ora io ho già in mente alcune
cosette da scrivere, ma se vi viene qualche idea tipo "ah, mi piacerebbe
sapere di questa cosa" (ovviamente legata al Quantum
Universe)...beh, ditemelo e vedrò di scriverci sopra!
Detto ciò e, onde evitare che questa introduzione diventi più lunga del
capitolo stesso, vi lascio al primo incontro fra Adrien e Rafael, che si
può collocare benissimo dopo i due capitoli di In
the rain.
E beh, vi lascio al capitolo!
Adrien alzò la testa dal piatto,
osservando il padre e cercando di assimilare le parole che l’uomo aveva
appena pronunciato: «Un nuovo modello?» chiese, sbattendo le palpebre e
tenendo lo sguardo su Gabriel Agreste.
Da quanto era piccolo, da quando aveva posato per la prima volta per la
marca del genitore, era sempre stato lui l’unico volto della linea.
Nessun altro lo aveva affiancato.
Nessun altro aveva condiviso quel ruolo con lui.
Gabriel annuì, posando la tazzina di ceramica bianca sul piattino
coordinato: «A breve finirai il college, no? Le superiori ti prenderanno
più tempo, oltretutto adesso hai anche Marinette quindi ho pensato di
assumere un secondo modello per…» l’uomo si fermò, facendo spaziare lo
sguardo: «…per darti più spazio.»
Uao.
Suo padre stava facendo passi da giganti: dell’uomo freddo e austero,
timoroso del mondo esterno e votato al possedere i Miraculous della
Coccinella e del Gatto nero, stava rimanendo davvero poco, facendo
riscoprire ad Adrien il padre che aveva conosciuto quando sua madre era
ancora in vita.
«Va bene.» dichiarò il ragazzo, abbozzando un sorriso: «Come si chiama?»
«Il suo nome è Rafael Fabre, ha la tua stessa età.» gli rispose Gabriel,
tornando a bere il suo caffè: «Oggi pomeriggio, verrà per qualche scatto
di prova, graderei che anche tu fossi presente per presentartelo.»
«Sì, certo.» assentì Adrien, allungando una mano e recuperando una brioche
dal cesto di vimini posto in mezzo alla tavola: un ragazzo della sua età.
Forse sarebbe stato un nuovo amico…
Odiava quel tipo.
A pelle, sentiva proprio che quella sarebbe stata una persona da tenere
alla larga: troppo sicuro di sé, troppo sfrontato, troppo…tutto.
Adrien sbuffò, osservando Rafael Fabre sorridere a due ragazze che erano
venute a vedere gli scatti che avrebbero fatto ai Giardini di Lussemburgo
quel giorno, e ignorò platealmente il kwami che si era affacciato dalla
borsa: «Lo sai chi mi ricorda?» gli domandò Plagg, puntandogli contro lo
sguardo verde e Adrien si decise a smettere di trascurare l’amico.
Anche perché, era certo, Plagg l’avrebbe continuato a osservare finché lui
non gli avesse dato udienza.
«Chi?»
«Tu.»
«Cosa?»
«Quando ti trasformi. Siete identici: stesso modo di flirtare, stesso modo
di pavoneggiarsi…»
«Io non flirto.»
«Certo, dillo a Marinette e Ladybug.»
«Ma sono la stessa persona!»
«Fino a poco tempo fa non lo sapevi, moccioso.» sentenziò il kwami,
assottigliando lo sguardo verde, mentre un sorrisetto impertinente gli si
stampò sulle labbra: «Ma credere che fossero due persone differenti, non
ti ha impedito di provarci con una e dichiarare amore eterno all’altra. Un
po’ come il nostro galletto là, che si pavoneggia con quelle ragazze nello
stesso momento.»
Adrien borbottò qualcosa, tirando la zip della borsa e mettendo a tacere
lo spirito felino, alzando poi lo sguardo e notando che Rafael Fabre si
stava avvicinando a lui: «Adrien Agreste, vero?» gli domandò il modello,
allungando una mano mentre un sorriso gli piegava le labbra.
Un sorriso che non arrivava allo sguardo.
Adrien era un vero esperto in quella tipologia di espressione.
Allungò la propria mano e strinse quella che gli era stata offerta,
iniziando un gioco di forza: attanagliava le dita dell’altro e questi
ricambiava la stessa con pari forza, finché una smorfia tradì Rafael
Fabre, che lasciò andare la mano del biondo: «Molto piacere. Io mi
chiamo…»
«Rafael Fabre.» concluse per lui Adrien, sorridendo quando lo vide
massaggiarsi le dita che aveva leggermente torturato in quel gioco di
forza.
Una bambinata, lo sapeva bene.
Quasi immaginava già come Plagg lo avrebbe preso in giro, una volta
rimasti soli.
«Beh, spero di lavorare bene con te.»
«Anche io.»
Rafael abbozzò un secondo sorriso di circostanza, poi il fotografo li
chiamò entrambi al lavoro e le ore successive passarono veloci, fra uno
scatto e l’altro.
«Sai, ero certo che avresti tirato fuori la clava e ti saresti battuto il
petto.» sentenziò Plagg, una volta che Adrien ebbe aperto la borsa nella
sua stanza, mimando poi il comportamento e ricevendo uno sbuffo
infastidito da Adrien: «Ti hanno mai detto che i cavernicoli si sono
evoluti? Hanno avuto secoli e secoli per diventare Homo Sapiens Sapiens.»
Uno sbuffò infastidito fu la risposta del ragazzo, che fece ridere
maggiormente il kwami: «Pensa se conosce la tua lady e ci prova. Mi sembra
un tipo che ci prova, sai?»
«Piantala.»
«Sarebbe veramente interessante vedere come reagiresti.»
«Sarebbe veramente interessante vedere tu senza camembert, anche.»
«Tu, piccolo…»
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