Questa fic nasce come storia alternativa nell
Questa fic nasce come storia alternativa nell’universo di
Harry Potter (i cui diritti ovviamente sono della Rowling, io uso i suoi
personaggi solo per diletto personale e non ci guadagno niente).
Mentre rileggevo il quarto libro di questa storia ho
cominciato a farmi molto domande tra cui……e se il torneo Tremaghi si fosse
svolto ai tempi dei malandrini e se Remus, James e Sirius non avessero
frequentato la stessa scuola ma le tre scuole che dovevano fronteggiarsi cosa
sarebbe successo?
E così è nata questa fic.
E’ nata all’improvviso e non ho resistito……dovevo
scriverla.
E’ una storia che dovrebbe parlare sia di Amicizia che di
Amore (io dopo tutto adoro le Sirius x Remus per cui……………..).
E spero di renderla al meglio.
Ah……i primi tre capitoli saranno introduttivi visto che
spiegherò come i tre malandrini sono inseriti nella storia ovvero le loro
storie prima dell’incontro………poi comincerà la sfida.
Spero che possa piacere.
E di essere stata chiara.
Fatemi sapere se non capite qualcosa ok?
Un bacione
Agartha
CAPITOLO 1 – ALCUNE COSE RIMANGONO SEMPRE UGUALI, MENTRE
ALTRE……………………. (James Potter)
Quello per James Potter avrebbe dovuto essere un anno come
tanti altri.
Certo era il suo penultimo anno ad Hogwarts e secondo tutti
avrebbe dovuto studiare sodo in vista dei M.A.G.O. che si sarebbero tenuti l’anno
venturo ma………visto la sua preparazione di base che gli aveva permesso l’anno
prima di perseguire ben dieci G.U.F.O. e nessuno sotto la soglia di Eccellente
senza dover studiare molto, non avrebbe dovuto avere problemi.
I suoi genitori, dei maghi purosangue che avevano deciso di
trasferirsi un po’ fuori Londra per allontanarsi dai giochi di potere indetti
dalle altre famiglie nobili dei maghi e dal Ministero erano stati molto
soddisfatti di lui e per festeggiare i suoi G.U.F.O. gli avevano fatto molti
regali.
Una scopa volante nuova adatta per il Quiddtich, dei vestiti
fatti su misura che gli conferivano un aspetto più divino di quello che non
mostrava già, soprattutto uno di sera che i suoi genitori avevano insistito che
portasse pure a scuola anche se non gli avevano spiegato il motivo per cui
secondo loro poteva rivelarsi utile e……..soprattutto gli avevano permesso di
andare in vacanza in una rinomata località turistica da solo.
Era stato un viaggio interessante ed aveva conosciuto molte
persone, per lo più ragazze ed si era dato alla pazza gioia.
Inoltre, i suoi genitori gli avevano aumentato la paghetta
mensile che percepiva.
E già si pregustava quello che avrebbe potuto comprarsi ad
Hogsmeade con quei soldi.
Tanti dolciumi magici e tanti scherzi.
Lui ed i suoi amici grifondoro quell’anno avrebbe potuto
contare su più finanziamenti per la loro battaglia perenne contro i serpeverde.
Insomma si prospettava un anno super divertente ma senza
grosse novità.
Anche per quell’anno avrebbe potuto godersi la vita e
dedicarsi a tre delle attività che più gli davano piacere ovvero giocare a
Quidditch, corteggiare Lily e prendersi gioco di Mocciosus.
Sì….sarebbe stato un anno perfetto.
Erano questi i pensieri che vorticavano nel cervello del
ragazzo dai capelli castani e perennemente spettinati mentre si trovava nel
treno che lo avrebbe portato a Hogwarts.
Era in un vagone con i suoi più cari amici, anche se in
verità erano più amici di scuola che amici veri. Nel senso che si trovava bene
con loro mentre stava ad Hogwarts ma non provava minimamente l’impulso di
scrivere loro e di vederli anche durante le vacanze invernali ed estive anzi…………………..
Erano simpatici ma non avevano quell’intesa giusta con lui
per diventare amici per la pelle.
Nessuno di loro riusciva a capirlo veramente, non bastava uno
sguardo per comprendersi al volo, anzi a volte James pensava di essere il capo
banda di un gruppo e che gli altri fossero i suoi vassalli sempre pronti ad
ossequiare il campione di Quidditch, lo studente brillante, il conquistatore di
ragazze, il malandrino che faceva disperare i professori.
E questo valeva soprattutto per un certo ragazzo biondo che
rispondeva al nome di Peter Minus.
Non che gli dispiacesse il servilismo di questo ragazzo, anzi
doveva dire che lo trovava divertente.
Dopo tutto Peter era anche la persona con cui girava di più
quando si trovava ad Hogwarts, ed era anche l’unico che vedeva anche fuori
dalla scuola visto che i loro genitori erano vicini di casa da quando i Potter
si erano trasferiti in campagna ovvero ormai da sette anni, però……sentiva
che neanche con Peter si era instaurata un’amicizia vera alla pari.
E si rendeva conto, ogni anno che passava in più, che gli
mancava un po’ un amico con cui condividere tutto………..anche perché da
quello che aveva capito era proprio il periodo della scuola quello che
permetteva la nascita di amicizie che poi sarebbero durate tutta la vita.
Sospirò mentre faceva finta di ridere di una battuta assurda
uscita dalla bocca di uno dei suoi compagni di scuola.
Comunque tutto sommato, doveva ammettere, non poteva
lamentarsi.
Anche essere un signore feudale aveva i suoi vantaggi, i suoi
amici avrebbero fatto di tutto per lui e lui poteva approfittarsene.
Ridacchiò ripetendosi per l’ennesima volta che quello
sarebbe stato un anno scolastico magnifico e divertente nella sua quotidianità.
Quando, però, arrivò ad Hogwarts dovette fin da subito
ricredersi.
Si rese conto, infatti, che quell’anno avrebbe portato
molte novità anche se subito non capì quante.
Prima di tutto anche se era buio, mentre scendeva dalla
carrozza senza cavalli che l’aveva portato al castello, notò in mezzo al
parco della scuola un albero che non aveva mai visto prima.
Rimase perplesso ed imbambolato a guardarlo per un po’
tentando di capire cos’era.
Nessuno poteva apportare qualche novità alla sua scuola e
lasciarlo all’oscuro.
Lui aveva una mappa particolare che tratteggiava tutta la
scuola, fatta in gran segreto. Nessuno ne sapeva la conoscenza, nemmeno i suoi
amici.
C’erano tutti i passaggi segreti che aveva scoperto ed
indicava tutte le persone che si trovavano a passare in un determinato luogo in
un determinato momento.
Era una mappa utilissima quando si dovevano uscire dal
castello per scorrazzare, si poteva evitare di scontrarsi con il guardiano
notturno del castello ovvero Argus Gazza o nei professori, si poteva sapere
sempre se la direzione intrapresa era quella giusta.
Ed ora…….quell’albero…..gli rovinava tutto il lavoro
fatto.
Avrebbe dovuto inserirlo e, così, rinnovare la mappa.
Sbuffò…prima, però, doveva capire esattamente cos’era
ed era meglio farlo subito.
Prima di entrare nel castello decise di andare a dare un’occhiatina.
Salutò i suoi compagni e si diresse verso l’albero.
Peter avrebbe voluto seguirlo ma………..lui riuscì a
convincerlo del contrario.
Quando faceva le sue esplorazioni preferiva essere da solo.
Abbandonò la fiumana di studenti che entravano nel castello
avvicinandosi all’albero tentando di non farsi vedere dai professori.
Certo sarebbe stato meglio se avesse potuto estrarre dal suo
baule il mantello dell’invisibilità, altro dono molto utile che i suoi
genitori gli avevano fatto durante il Natale dell’anno scorso.
Grazie a quel mantello era ancora più facile girare per la
scuola di notte senza essere visto.
Però in quel momento avrebbe dovuto farne a meno.
Doveva essere accorto.
A passi veloci e silenziosi si avvicinò all’albero.
Quando fu a qualche metro vide le sue fronde cominciare ad
agitarsi e……….
Fece un salto all’indietro rapidamente prima che un ramo
picchiasse sul terreno con forza nell’esatto punto dove lui si trovava prima.
Si sbrigò ad allontanarsi per mettersi ad una distanza di
sicurezza.
Che albero era quello?
Sembrava decisamente pericoloso.
Fece mente locale tentando di ricordarsi il nome della pianta
e le sue particolarità.
Di sicuro aveva letto qualcosa su quell’albero nei testi di
Erbologia.
Si chiamava………sì……….Platano picchiatore ed aveva
la particolarità di agitare i rami e di martellare chiunque avesse osato
disturbarlo avvicinandosi troppo al suo tronco.
Sì, era decisamente un albero pericoloso.
Perché era stato messo lì?
Con la memoria visto che l’oscurità non lo aiutava tentò
di visualizzare l’esatto posto in cui era stato piantato quell’enorme
albero.
Se non sbagliava proseguendo per quella via c’era un
passaggio segreto che portava ad Hogsmeade e per l’esattezza in una stramberga
disabitata da anni.
Possibile che il preside Silente avesse scoperto che lui
usciva dal castello passando per quella via per andare a divertirsi in città
quando avrebbe dovuto essere a scuola e aveva voluto impedirgli l’accesso?
Sarebbe stato terribile!
Quali altri passaggi segreti della sua mappa, allora, il
preside avrebbe bloccato?
No……non poteva crederci.
E no……Silente non poteva aver capito che lui usava i
passaggi segreti.
Va bene…che qualcuno diceva che il preside sapeva tutto
quello che accadeva nella scuola ma dubitava che così fosse davvero.
Altrimenti avrebbe dovuto fermare le sue scorribande sul
nascere tre anni prima e non solo ora.
Doveva esserci un altro motivo dietro l’improvvisa
apparizione di quell’albero, ma quale?
Mentre era assorto in queste riflessioni non si rese conto
che qualcuno si era avvicinato a lui.
"Da quand’è che Erbologia è diventata la tua materia
preferita?"
Una voce sarcastica di ragazza gli arrivò alle orecchie
mentre sobbalzava dallo spavento.
Poi, però sul suo volto si dipinse un sorriso mentre capiva
chi gli aveva rivolto la parola.
Si voltò verso la nuova venuta e non fu sorpreso di scorgere
l’oggetto dei suoi desideri da ormai due anni a pochi centimetri da lui.
Era una ragazza dai capelli rossi, dagli occhi verdi e dallo
sguardo sveglio ed assorto.
"Lily! Che piacere rivederti. Sei stupenda come al
solito. Hai sentito la mia mancanza durante l’estate? Immagino di sì visto
che non hai resistito neanche mezzo secondo a venire a cercarmi oggi. Anche tu
mi sei mancata. Che ne dici se oggi finita la cena ce ne andiamo da qualche
parte noi due da soli?" esclamò James tutto d’un fiato senza minimamente
farsi intimorire dallo sguardo raggelante che la ragazza gli stava lanciando.
"Vedo che non sei cambiato nemmeno di una virgola Potter
durante l’estate. Sei sempre il solito arrogante e borioso figlio di papà.
Bhe…si dia il caso che sì ti ho seguito, ma ero venuta solo a vedere se il
platano picchiatore sarebbe riuscito a bastonarti sulla zucca, forse se fossi
sopravvissuto saresti rinsavito. E’ un vero peccato che i tuoi nervi allenati
ti abbiano fatto fare un salto indietro in tempo"
"Che vuoi farci, essere un campione di Quidditch e saper
schivare i bolidi ti aiuta di fronte a certi pericoli nella vita" esclamò
il ragazzo con un sorriso a trentadue denti.
La ragazza scrollò le spalle "Anche se sei bravo in
qualcosa, non serve ripeterlo milioni di volte, a mio avviso sei solo un
campione di stupidità e boria. Non meriti nemmeno un briciolo di
considerazione"
"Ma cosa dici? Su dai……….io lo so che sotto, sotto
ti piaccio ed è per questo che sei qui, mi hai visto allontanare dal gruppo, mi
hai visto avvicinarmi all’albero ed eri preoccupata che potessi farmi
male"
"Come ti ho detto, ci speravo che l’albero ti facesse
male, altrimenti perché sarei stata zitta per tutto questo tempo? Se fossi
stata preoccupata ti avrei avvertito della particolarità di quell’albero ed,
invece, non l’ho fatto" lo smontò completamente Lily.
"Allora mi volevi morto?" fu l’amara
considerazione di James.
"No….solo ammaccato. Dopo tutto, so per certo che se
anche avessi preso in testa le fronde dell’albero dubito che la tua testa si
sarebbe spaccata visto quanto è dura e Madame Chips avrebbe potuto
risistemartela e chissà che tu non avessi imparato ad essere più umile"
"Sei cattiva" mormorò Potter "Ed io che ti
amo tanto"
"Tu ami solo il tuo ego, non me e mi vuoi soltanto
perché ti dico sempre di no" fu la risposta aspra della ragazza.
"Non è vero" provò a controbattere James ma la
ragazza con un gesto della mano lo fermò.
"Non voglio le tue bugie e frasi di circostanza Potter,
ormai ti conosco bene e so come sei fatto, non puoi pensare che tutto il mondo
giri intorno a te ed alle tue frottole. Non puoi ingannarmi con le tue dolci
parole come fai con la maggior parte delle ragazza qui ad Hogwarts, io sono una
preda che tu non avrai mai. Punto e basta. Per cui perché non cominci a
lasciarmi in pace eh? E comunque, non sono venuta qui solo per godermi lo
spettacolo della tua testa rotta. Sono venuta qui perché hai infranto per l’ennesima
volta il regolamento scolastico abbandonando gli studenti che andavano in sala
comune, e visto che sono un prefetto dei grifondoro è mio dovere riportarti all’ordine.
Sei in castigo………quale sarà, te lo farò sapere non appena mi consulterò
con la McGranitt. Ed adesso ti saluto" detto questo la ragazza non aspettò
una risposta e se ne andò per raggiungere i suoi compagni nella sala comune.
Però prima di uscire dal campo visivo di James si fermò
ancora una volta come se gli fosse venuta in mente solo in quel momento una cosa
importante, riguardò verso il ragazzo ed urlò "Ah…prima che mi
dimentico, qualsiasi cosa tu stessi facendo qui guardando quell’albero con
tutto quell’interesse so che sarà qualcosa di spiacevole per qualcuno, sappi
che ti impedirò di usare quell’albero per uno dei tuoi soliti scherzi. Ne ho
fin sopra i capelli delle tue bravate, cresci!"
Potter rimasto solo si fermò un attimo a riflettere sulle
parole della ragazza.
Poi, però scrollò le spalle.
Qualunque cosa dicesse lui non poteva cambiare il suo
carattere e se gli andava di fare qualcosa, lo faceva……perché doveva darle
retta?
Forse….perché le piaceva ed in questo modo avrebbe avuto
più possibilità di conquistarla.
Già….forse….ma non si sentiva ancora pronto a rinunciare
a quella che era stata la sua vita fino a quel momento.
Lui adorava comportarsi da scavezzacollo.
Era nel suo carattere.
Sorrise.
Certe cose non cambiavano proprio mai, Lily continuava a
comportarsi con fare sprezzante con lui e lui continuava a desiderare con tutto
il cuore che un giorno i suoi bellissimi occhi verdi lo guardassero con affetto.
E no……non avrebbe mai rinunciato alla sua conquista.
Un giorno quella ragazza sarebbe stata sua………..avrebbe
usato ogni mezzo per averla.
Sarebbe anche cambiato per lei al momento giusto.
E questo perché l’amava……….oh sì che l’amava……..indipendentemente
da quello che diceva lei era così, e lui lo sapeva benissimo.
Forse era vero che l’amava perché era una preda difficile
da conquistare, ma era anche vero che per nessuna ragazza aveva mai provato
quelle forti emozioni che sentiva quando pensava a lei.
Rincuorato dai suoi sentimenti decise finalmente di andare in
sala comune.
Arrivò che lo smistamento dei nuovi studenti era già
iniziato.
Tutti i professori dal loro tavolo lo guardarono con un
cipiglio mentre si sedeva al suo posto nella tavolata dei grifondoro.
Peter gli aveva tenuto posto vicino a lui.
Guardò il preside e vide una luce divertita passare tra i
suoi occhi mentre lo guardava.
Anche Silente era un tipo che amava scherzare ed era per
questo che lo trovava simpatico.
Da lui, lo sapeva, non avrebbe mai avuto una punizione per
quel ritardo.
Poi fissò la professoressa di Trasfigurazione, la McGranitt,
la responsabile dalla sua casa.
Mentre chiamava i nuovi studenti che avrebbero dovuto sedersi
sullo sgabello del capello parlante per essere smistati, lo guardava in un modo
che non prometteva niente di buono.
Però nel contempo James sapeva che con lui non sarebbe stata
poi così cattiva anche se lo avesse punito.
La donna aveva un debole per lui e questo perché era il
miglior studente che aveva nella sua materia e perché con la sua abilità aveva
fatto vincere per ben due anni il torneo di Quidditch ai grifondoro.
E visto che lei era un’appassionata di quello sport, beh………la
cosa giocava sempre a favore di James quando la faceva arrabbiare.
Tutto sommato la punizione che Lily gli aveva promesso, non
gli faceva minimamente paura.
Fu per questo che ben presto si stufò di assistere allo
smistamento e mentre le sue mani meccanicamente applaudivano come tutti i suoi
compagni quando sentiva la voce del Cappello Parlante urlare "Grifondoro",
il suo sguardo si posò sul tavolo dei Serpeverde.
Subito notò due occhi neri che lo fissavano con odio e lui
ricambiò lo sguardo.
Eccolo lì Severus Piton con i suo soliti capelli untici ed
il suo naso enorme da Guinnes dei primati.
Sogghignò pensando che l’antipatia per quel ragazzo era
stata simultanea fin dal primo giorno in cui si erano visti. E la cosa era stata
reciproca.
Lui rappresentava tutto quello che James odiava.
La sua preferenza per le arti oscure, il suo modo di
criticare i mezzosangue, il suo comportamento da cospiratore gli facevano andare
il sangue alla testa ogni volta che lo vedeva.
Ed era una delle gioie della sua vita ridicolizzarlo davanti
all’intera scolaresca.
Lui voleva che meno persone possibile simpatizzassero per
quell’individuo che a suo avviso avrebbe portato solo guai alla scuola.
Non sapeva il perché ma sentiva a pelle che di quell’individuo
non c’era da fidarsi.
E dopo tutto l’altro non aveva fatto nessun sforzo per
ingraziarsi James.
Anzi………….ogni volta che lo incontrava provava a
lanciargli qualche strana maledizione.
E lui…rispondeva com’era giusto fare, non ci teneva a
fare una fine ridicola senza opporre resistenza.
Ormai non era importante chi iniziava fra loro due per primo
la zuffa, ogni volta che i loro sguardi si incontravano iniziava la battaglia.
Solo che di solito era James a venirne fuori vincente.
Saverus era più che altro un topo da biblioteca, più
avvezzo alla parola che ad agire.
E questo in un duello fra maghi significava molto.
Severus rinominato da lui Mocciosus poteva sapere anche più
incantesimi di lui ma se lui lo immobilizzava per primo allora non gli sarebbero
serviti a niente.
La mente di James per un bel po’ vagò per lindi dispersi
pensando a quali altri tiri mancini avrebbe potuto tirare al serpeverde.
Solo la voce tonante di Silente riuscì a riportarlo alla
realtà.
Doveva essere finito lo smistamento.
Prima di dare inizio al banchetto di quella sera il preside
aveva tre avvisi importante da fare.
Lo sguardo di James ritornò al tavolo dei professori, non ce
n’erano di nuovi, di cosa voleva parlare allora il preside?
Silente annunciò "Prima di tutto volevo avvertire che c’è
un nuovo albero in giardino, un platano picchiatore, e vi consiglio di stare
lontano dalle sue fronde perché hanno la particolarità di agitarsi e di fare
molto male a chi si avvicina al suo tronco".
Sibili accompagnarono quest’affermazione, molti studenti
così come James poco prima si stavano domandando il motivo per cui era stato
piantato un albero così pericoloso nel parco ma senza riuscire a spiegarselo.
"Seconda cosa volevo avvisare gli studenti del primo
anno visto che quelli degli altri anni già dovrebbero saperlo che la foresta
intorno al castello è proibita, è abitata da creature pericolose e, quindi,
inoltrarsi in essa significa rischiare la vita. Il nostro guardiacaccia Hagrid"
ed indicò l’uomo enorme dai capelli spettinati che sedeva in fondo alla fila
del tavolo degli insegnanti, il quale si alzò salutando tutti con un gesto del
capo "Farà in modo che il divieto venga rispettato"
La notizia non sorprese nessuno per cui non ci furono
commenti di sorta.
Allora Silente fece una pausa prima di fare l’annuncio più
sorprendente che James avesse mai sentito da quando frequentava Hogwarts "E’
un vero piacere, inoltre, avvisarvi che quest’anno si terrà dopo secoli dalla
sua ultima volta un torneo che ha fatto la storia del nostro paese e non solo.
Quest’anno grazie agli accordi presi dal ministero con le altre due scuole che
parteciperanno al torneo tornerà a rivivere il Torneo Tremaghi. Le altre due
scuole, oltre Hogwarts che vi prenderanno parte e che manderanno qui i loro
studenti migliori per scegliere il campione, saranno Drumstang e Beauxbatons. In
questa sede non posso dirvi molto visto che stiamo ancora aspettando l’arrivo
degli studenti delle altre scuole, saranno, infatti, qui tra un mese esatto, il
primo ottobre, posso solo anticiparvi che il campione di Hogwarts sarà uno
soltanto, che sarà esonerato dagli esami finali del suo anno visto che dovrà
prepararsi alle prove che l’attenderanno durante il torneo che per ora sono
top-secret e che sarà l’orgoglio dell’intera scolaresca. Voglio che venga
sostenuto da tutte le case indipendentemente dai dissapori che esistono tra
esse. Inoltre, il vincitore del torneo riceverà una somma in denaro. Questo è
tutto quello che posso ora rivelare, i maggiori dettagli e le modalità per la
scelta del campione vi verranno detti al momento opportuno ovvero quando saranno
qui anche gli studenti della altre scuole"
La notizia venne accolta da un boato.
Tutti erano elettrizzati da quella novità.
Silente sembrava soddisfatto, alzò le mani ed urlò
"Adesso potete mangiare"
E mentre si mangiava la solita meravigliosa cene preparata
dagli elfi domestici di Hogwarts tutti continuavano a parlare del torneo
elettrizzati.
Solo James non parlava, mangiava come tutti gli altri, ma la
sua espressione era molto assorta e continuava a ripensare fra se a quello che
aveva detto il preside.
Lui sapeva cos’era il Torneo Tremaghi, aveva letto molti
libri a proposito, era un argomento che gli era sempre piaciuto, così come
tutte le sfide. Sapeva che tre studenti avrebbero dovuto sostenere tre
pericolose prove per decretarne il vincitore.
Nei secoli scorsi molti studenti erano pure morti durante il
torneo ed era per questo che era stato abolito.
Ma ora…..era stato ripristinato, quasi sicuramente perché
i tre presidi delle scuole lo reputavano più sicuro.
Sicuramente i presidi avrebbero vigilato in modo da poter
intervenire e salvare lo studente se la situazione fosse diventata estrema.
Tolta anche quell’unica pericolosa obiezione, le parole di
Silente vorticavano nella mente di James come un qualcosa di estremamente
allattante.
Il campione avrebbe ottenuto molte cose che lui desiderava.
Prima di tutto di saltare i noiosi esami di fine anno, poi avrebbe avuto una
fama enorme, non che lui non avesse già la sua bella fama visto la sua bravura
nel Quidditch, ma…….sarebbe stato sostenuto anche da chi fino a quel momento
lo aveva sempre trattato a pesci in faccia. Sarebbe stato divertente vedere
Piton applaudire di malavoglia alle sue imprese, obbligato dallo sguardo vigile
di Silente ma ancora…meglio sarebbe stato vedere Lily andare in visibilio per
lui mentre affrontava le prove e le superava con gran maestria vincendo il
torneo. Finalmente la ragazza non avrebbe più potuto considerarlo solo un
esaltato e lo avrebbe preso sul serio, una volta che le avrebbe dichiarato tutti
i suoi sentimenti più veri.
Sì, inoltre, se vinceva il torneo avrebbe anche ottenuto un
bel gruzzolo in denaro.
Insomma………………c’era un’unica soluzione per
ottenere tutto ciò che voleva davvero dalla vita ovvero essere selezionato come
campione di Hogwarts e vincere il torneo.
Quell’anno ora si rendeva conto non sarebbe stato un anno
come tutti gli altri piacevole nella sua monotonia ma sarebbe stato un anno
eccitante e sensazionale, e per viverlo appieno doveva diventare il campione di
Hogwarts.
Non aveva scelta, doveva riuscirci costi quel che costi.
Quello era il suo grande obiettivo per l’anno e la cosa lo
rendeva estremamente allegro.
Cominciò a ridere e finalmente ricominciò ad essere il
solito James.
Cominciò a parlare elettrizzato della notizia insieme a
tutti gli altri facendo divertire i suoi compagni con le sue battute.
Nel suo cuore, però, ormai c’era un’unica determinazione
e speranza.
Il torneo Tremaghi sarebbe stato suo e di nessun altro……………….avrebbe
partecipato e vinto…..nessuno lo meritava più di lui.
Ad Hogwarts non c’era nessuno più abile di lui nelle magie
e……gli altri due campioni che ancora non conosceva non li temeva.
Di sicuro erano degli sbarbatelli che nemmeno sapevano cosa
significava essere un campione.
Drumastang e Beauxbatons che scuole erano?
Di sicuro ai loro studenti insegnavano ricamare o qualche
altra stupidata.
Avrebbe vinto e nemmeno per un attimo per quella sera e per
il mese successivo dubitò delle sue possibilità.
Era galvanizzato al massimo!
FINE CAPITOLO 1° - ALCUNE COSE RIMANGONO SEMPRE UGUALI,
MENTRE ALTRE……………………. (James Potter)
Allora cosa ne pensate?
Credete che devo continuarla questa fic o meno?
Fatemi sapere le vostre considerazioni con i commenti.
Ci conto!!!!!!!!!
Grazie a chi ha letto.
Un bacione
Agartha
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