Ninna nanna e Citazione gratuita

di _Frame_
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Link alla fan fiction di George deValier: “Sleep, Little Bird”.

Link al Capitolo 107: “Il Miele sul Bicchiere/107”.

 

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N.d.A.

Natale è alle porte. Che ci crediate o no, non ho ancora mangiato una singola fetta di panettone o di pandoro, volevo il calendario dell’avvento della Kinder ma nessuno me l’ha regalato (mi sarei accontentata anche di quello della Loacker, eh), mi sono dimenticata di imbucare la lettera per Babbo Natale, domani Mercurio entra in retrogrado, e mi hanno venduto indica al posto della sativa. La mia psiche è molto turbata, così ho scritto questa roba per tirarmi un po’ su di morale.

Passate tutti delle serene e magnifiche feste anche al posto mio. (T_T) Questa flash fic è un regalo per tutti voi!

 


 

 

Ninna nanna e Citazione gratuita

 

 

“... ed essendo il figlio del Dio Loki, divenne l’unica nobile e possente cavalcatura degli dei, favorita persino dal Dio Odino, in grado di primeggiare anche sulla potenza dei giganti.” Finlandia rimboccò il copriletto attorno al corpicino di Moldavia, assicurandosi di tenerlo al calduccio. Gli regalò un tenero sorriso e gli fece una carezza in mezzo ai capelli sciolti, senza codini. “Pronto per fare la nanna?”

Moldavia sbadigliò mettendo la manina davanti alla bocca – le punte dei canini scintillarono nel buio – e si stropicciò l’occhietto umido. “Ma non ho ancora sonno,” sbiascicò con voce impastata di stanchezza.

Finlandia emise una risata soffusa e gli diede un buffetto con l’indice sulla punta del nasino. “Scommetto che se chiudi gli occhietti ti addormenterai immediatamente.”

“Mhm.” Moldavia tirò su le coperte fino al mento e si accoccolò contro il cuscino. Le palpebre appesantite dal sonno sbatterono e tornarono socchiuse, la bocca si incurvò in un piccolo sorriso che mostrava le punte dei canini. “Mi racconti un’altra storia?”

Questa volta Finlandia dovette coprirsi la bocca per non ridere troppo forte. “Non conosco molte altre storie, Moldavia. Poi, se te le racconto tutte adesso, non avrò più nulla per le altre sere.”

“E una ninna nanna?”

“Una ninna nanna?” Finlandia si posò l’indice sul labbro inferiore e ci pensò un attimo, gli occhi al soffitto. Annuì e sorrise. “Va bene,” rispose. “Sei vuoi ti canto una bella ninna nanna.”

Moldavia spalancò gli occhi che brillavano di meraviglia e di aspettativa. Batté le manine. “Una ninna nanna del tuo paese?”

“Sì.” Finlandia aggiustò un angolino di coperta che si era spostato e annuì di nuovo. “Una ninna nanna del mio paese. Ne conosco una molto dolce.” Si sistemò sul cuscino dello sgabello, raddrizzò le spalle stando a schiena ben dritta e a mento alto, e chiuse un pugno davanti alla bocca per schiarirsi la voce. “Eh-ehm.” Inspirò, trattenne il fiato e abbassò le palpebre. Posò la mano sul petto. Il suo canto soave e cristallino si spanse nella cameretta del bimbo. “Nuku, nuku, nurmilintu. Väsy, väsy västär –” Moldavia balzò sopra le coperte e gli tappò la bocca schiacciandogli le manine in faccia.

Il piccolo aveva il viso bianco, gli occhi sgranati e colmi di una paura liquida che gli faceva tremare le pupille e vibrare le labbra. Scosse più volte il capo e spinse di più le mani contro la bocca ammutolita di Finlandia, fino a gonfiargli le guance. “No, Finlandia,” lo implorò con voce terrorizzata, pregna di panico. “Quella fa venire l’osteosarcoma!”

In un’Alternative Universe lontana lontana, Sealand tirò un vaffanculo che lo sentirono fin nel Valhalla.

 

 

Fine





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