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Les Contes de
La
Princesse Saphir
Par
André Grandier
IllustrÉ
par Eloise
Aube
Claire de La Lorencie
A PARIS
Chez
Pierre et Firmin DIDOT
MDCCXCII
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***
Prefazione
Un
secolo fa, quando la Francia viveva all’ombra del
Sole, sorse un gusto particolare per i racconti per bambini,
grazie a
Monsieur La
Fontaine, Monsieur Perrault, Monsieur Galland.
Il
primo raccolse quanto d’antico e popolare i classici ci
avessero tramandato, ridando vita a lupi, agnelli, favole
d’animali
misteriosamente capaci di usare l’umana favella. Traspose
insieme alle storie
anche delle morali utili a grandi e piccoli, perché
ciò che è valido per i
bambini può rinfrescare la memoria e la coscienza di chi,
adulto, non riflette
più su come vada il mondo.
Il
secondo credette fermamente che era nel Nuovo che
bisognava cercare le risposte alle domande presenti, in ciò
che i Moderni
possono offrire rispetto agli Antichi, a noi niente affatto superiori.
Ciò che
accade nei suoi racconti di Mamma Oca sono prodigi, eventi
strabilianti, dove
principesse dormono per cent’anni, uomini oscuri dalla barba
blu insidiano
povere mogli, bambine incaute vestite di rosso incontrano lupi famelici
travestiti da nonne, e altre storie fantastiche. Alla fine, ecco
giungere anche
stavolta la morale necessaria, perché i bambini capiscano
meglio il mondo in
cui si troveranno ad abitare.
Il
terzo ha condotto le fiabe agli adulti. Gli è bastato
rifarsi all’Oriente misterioso, ai suoi geni, alle fate
vestite da odalische
d’impareggiabile bellezza, ai Sultani, alla Cina,
all’India, all’Arabia
sontuosa. Monsieur Montesquieu ha così potuto scrivere
Lettere Persiane
d’impatto straordinario, e perfino il nostro Voltaire ha
voluto ricorrere
all’Oriente per i suoi Racconti filosofici, carichi di
umorismo e sorriso, dove
l’elemento moralistico aleggia per contrasto tra
l’ironia deliziosa della
prosa.
Oggi,
grazie all’Emilio
di Jean-Jacques Rousseau, vediamo il bambino come una
creatura nel pieno
dei diritti, dedita al gioco per meglio imparare; in lui vive
già l’uomo che
sarà, dunque egli è degno di rispetto assoluto da
parte di noi chiamati adulti,
che pure amiamo indulgere, e i signori che ho citato lo dimostrano, in
facezie
infantili.
Questo
libro nasce per incoraggiamento di Monsieur Nicolas e
Madame Sophie de Condorcet, che mi onorano d’amicizia,
consigli, insegnamenti.
Mettendo a frutto il faticoso progetto di una nuova Scuola per i figli
di
Francia, ora che la Rivoluzione ha suonato l’inno
dell’Uguaglianza, abbiamo
concordato insieme che non fosse fuori luogo immaginare altre fiabe,
moderne,
con una morale nascosta ma presente per chi avrà voglia di
scoprirla.
Abbiamo
attinto alle fiabe dei signori
succitati, al racconto popolare, alla tradizione cavalleresca (Voltaire
amava
l’italiano Ariosto, e anche noi), ai miti classici, alla
nostra modesta
inventiva.
Il mio ringraziamento non va solamente ai Marchesi
Condorcet. Devo moltissimo alla fantasia dei miei allievi, che nel
nostro
percorso d’istruzione elementare mi hanno formato tanto
quanto io ho formato
loro; a mia nipote, Eloise de La Lorencie, cui sono da attribuire tutte
le
tavole illustrate che accompagnano i racconti; a Jacques Alaste,
coltissimo
primo lettore, cui devo correzioni, miglioramenti, suggerimenti; a
Marie
Grandier, che come tutte le nonne e le nutrici del mondo ha raccontato
fiabe ai
bambini di cui si prendeva cura, donando loro, con il latte e le
carezze, sogni
e consapevolezza.
Dedico
questo libro a mia moglie e a mio figlio. La prima è la mia
anima; il secondo, colui che la erediterà.
André Grandier
Arras, 25 dicembre 1791
***
Cornice
Una
volta, nella lontana Terra d’Argento, nacque
una principessa di nome Zaffiro.
Era
una bellissima bambina, ma suo Padre, il Re,
annunciò a tutto il popolo che era nato... un principe.
Fu
una bugia necessaria, perché in quel Regno la
Legge proibiva a una donna di diventare Re, e
se non vi fosse stato un principe ereditario, avrebbe preso il potere
il
Granduca Geralamon, fratello del Re: un uomo davvero molto
crudele.
Per
fugare ogni dubbio
sull’identità di Zaffiro, la Regina propose che
nella culla della bambina
fossero messi giocattoli da maschio: una trottola, un coltellino dal
manico
rosso, un pupazzo a forma d’orso e il burattino di un
soldato. In tal modo
si riuscì a ingannare il Granduca e nascondere la
verità alla Corte e al
popolo. Da allora, Zaffiro fu allevata come un maschietto, con la
complicità
del Dottore, della Nutrice e del Ciambellano.
Le
stagioni passarono: Zaffiro
intanto cresceva, e le venivano concessi solo i giochi che erano
caratteristici
dei maschi. La
verità veniva accuratamente tenuta
celata; Zaffiro venne pian piano educata ad avere la
mentalità di un bambino, con
grande costernazione della Nutrice e di tutti
coloro che si trovavano a tiro dei suoi dispetti. Perché
il Regno d’Argento
non cadesse un giorno nelle mani del malvagio Granduca, Zaffiro
cresceva senza
conoscere le piccole grandi gioie che fioriscono nell’animo
femminile…
_____________
Note!
- Grazie
alla mia Pamina71
per la revisione del francese nel frontespizio! (spero di non aver
fatto io ulteriori errori, gosh!)
Mi sono
stati d'ispirazione alcuni frontespizi storici delle
opere di Perrault e altri,
risalenti alla fine del Seicento, inizi Settecento. Esempio:
(I racconti delle Fate
di Madame D**(D’Aulnoy), ill. di P. G.
Eugene Staal, Paris, Claude Barbin 1698)
-
I Didot furono
una famiglia di stampatori parigini che fece la storia della tipografia
europea. Dal 1789 la stamperia passò a Pierre e Firmin
Didot, fratelli, figli di François-Ambroise. Mi risulta che
furono loro a stampare la seconda serie degli assegnati, una
sorta di banconote cartacee nate in corrispondenza alla vendita dei
beni del clero, la cui emissione
incontrollata portò in pochi anni la Francia
rivoluzionaria all'inflazione.
-
Istruzioni
di
lettura.
Questa fanfiction,
come è scritto nell'introduzione, è una specie di
gioco: va letta come se
fosse un oggetto, un libro, che vi potrebbe capitare tra
le mani se viveste negli anni Novanta del Settecento, a Parigi o ad
Arras, nel mondo immaginario dei racconti di Rivoluzione. Dopo
queste prime pagine, ossia frontespizio, prefazione e cornice,
saranno
aggiunti
altri capitoli di tanto in tanto (la pubblicazione sarà
occasionale), corrispondenti
alle puntate de La
principessa Zaffiro di Osamu Tezuka, e che vanno
interpretati come le diverse fiabe del libro. Ne potete
già trovare una, la XIII, in tema
con questa giornata! Nella
finzione
i disegni del libro sono di Loulou, ma nella realtà sono,
ovviamente, del "Dio
dei manga"
Tezuka, che adoro.
-
Il
mio crossover con La
Principessa Zaffiro è iniziato con
la mia piccola long L'aria
e il vino, al capitolo 9 (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3563265),
che si incastra tra Rivoluzione-Ashiteru
e Rivoluzione-Hikari to
Kage. Come avevo accennato in quell'occasione, ci sarebbe
stato modo di riprendere quello spunto, e questa fanfiction si propone
proprio di continuarlo e approfondirlo. L'occasione mi
è stata data dal contest in amicizia "A
white rose for Christmas", rassegna di racconti, disegni e
immagini sul tema Lady Oscar, promossa dal gruppo "La rosa di
Versailles/Lady Oscar e André"; l'iniziativa è
partita ieri, 23 dicembre, e si concluderà domani, il 25.
Natale è
un giorno speciale per tutti i fan della nostra Oscar, non
c'è neanche bisogno di dirlo, e questo è il mio
personalissimo regalo per chi capita tra le mie pagine e
regala un po' del proprio tempo ai miei racconti. Una nevicata, anzi,
una valanga di
rose bianche a voi!!
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