Tempesta
di Natale
Tra
tutti i regali che aveva pensato di ricevere quel Natale, quello, era
decisamente il meno desiderato.
Come
un idiota, continuava a rimanere ferma impalata a fissare l'uomo che
da ben cinque anni, le aveva promesso amore, coccole, una vita
assieme e dell'ottimo sesso.
-Puoi
ripetere?-Domandò Nami sbattendo varie volte gli occhi, quasi
avesse la convinzione di aver capito male.
Perchè
lei, aveva capito male.
Non
c'era verso.
Non
esisteva che dopo cinque anni di rapporto, quel figlio di puttana di
Law avesse avuto la brillante idea di lasciarla.
Aveva
sentito male.
C'era
parecchio traffico in quella strada, affollata per l'esattezza.
Sicuramente
quelle piccole parole, provenivano da un altra bocca e non dalla sua,
perfetta e con quella linea cinica e canzonatoria.
-Nami,
non rendiamo le cose più difficili.-Rispose il moro con fare
pratico, fissandola dal suo metro e novanta d'altezza.-è stato
bello, ma è finita.-
Allora
aveva capito bene?
Non
stava scherzando?
La
stava lasciando sul serio?
-Grossissimo
figlio di put...-
…
-Carissimi
amici ascoltatori, è ora di alzarsi! Sono le 8.00 e Coconut da
il suo buongiorno con una fantastica nevicata Natalizi...- La sveglia
smise di parlare non appena Nami la fermò e la mandò
all'altro mondo dall'altro lato della stanza.
Non
voleva svegliarsi.
Voleva
restare a letto. Voleva godersi quel calduccio, fare la pigra,
coccolarsi nella morbidezza delle sue coperte di caldo cotone di
Alabasta e godersi la solitudine di quel giorno.
Si,
solitudine.
Non
voleva nessuno scocciatore.
Non
voleva pensare a Law e sì, quel maledetto l'aveva lasciata. La
sua scusa? Mi sto frequentando da alcuni mesi con una ragazza,
Bonney, che fa Pilates.
No
seriamente, Pilates!?
Lei
era una donna in carriera coi controcoglioni e veniva scaricata per
la cretina di turno con il sedere più sodo del suo?
Con
un gesto annoiato, si tirò su fino alla testa le calde coperte
e cercò di riprendere sonno.
Il
trillo di un telefono la fece imprecare sonoramente.
Sbuffante,
allungò una mano verso il ricevitore e dopo vari tentativi,
riuscì a prenderlo.
-Non
compro niente- Rispose infastidita voltandosi supina.
-Lei
è la signora Nami Cocoyashi?- Al suono di quella domanda, Nami
sbarrò gli occhi orripilata.
SIGNORA?!
L'aveva sul serio chiamata signora!? A lei!?
-Chi
è!?-Ringhiò infervorata contro la cornetta facendo
ammutolire per qualche secondo l'uomo dall'altro lato.
-Roronoa
Zoro- Oh cazzo.
Grandissimo,
enorme ed incredibile, cazzo.
Si
alzò su a sedere e letteralmente sbiancò.
Era
il capo.
Il
suo superiore.
Quello
che tutti temevano e lei, era la prima ad odiarlo.
Lasciato
dall'ex moglie, Roronoa era risultato un bocconcino inaudito per le
single dell'azienda dove lavorava, ma mai nessuna era riuscito ad
accalappiarselo.
Lui
non chiamava mai nessuno senza un valido motivo.
Tutte
le volte che lui alzava la cornetta, era per licenziare qualcuno.
L'avrebbe
licenziata?
Ma
era Natale!
Forse
voleva farle dei semplici auguri, congratularsi con lei.
Non
un altro regalo sgradito.
Non
un altra fregatura o delusione.
Prima
l'uomo, adesso il lavoro.
-La
voglio qui nel mio ufficio.- La convocò con voce dura e
inflessibile.
-Ma
signore-Cercò lei, tirando fuori un po' di coraggio- è
Natale e...-
-SUBITO.-
In
tutta fretta, aveva afferrato le prime cose a portate di mano ed era
uscita di casa.
Non
poteva usare la macchina: era risultata bloccata dall'incredibile
nevicata che era scesa su tutta la cittadina quella notte.
In
stivali di gomma, capelli in disordine e il cappotto da uomo
appartenuto a Law, continuava ad affondare passo dopo passo nella
neve, cercando di raggiungere l'ufficio.
Aveva
combinato qualcosa di grave.
Qualcosa
di estremamente grave.
Non
poteva chiamarla in quel modo per niente. Forse stava per giungere la
fine del mondo? O magari la sua fine?
Aveva
fatto testamento?
Perchè
non aveva ancora pensato a farlo?
In
dieci minuti esatti, era riuscita a raggiungere il sontuoso ingresso
dell'azienda Doskoi.
Non
solo era infreddolita e coi vestiti letteralmente bagnati e
congelati, ma sembrava che fosse solo lei l'unica presente in
quell'inferno.
Con
mani tremanti, spinse la porta d'ingresso e con un suono
terribilmente tetro, annunciò il suo arrivo.
La
reception e tutta la hall di attesa era al buio e non c'era un anima.
Il
cuore iniziò a batterle all'impazzata più del dovuto.
Lei,
sola soletta col capo?
Con
il demonio di Roronoa?
-La
stavo aspettando-Mormorò Zoro assestandosi con una mossa gli
occhiali.
-Ho
cercato... di arrivare il più in fretta possibile- Lei si
avvicinò a lui con il fiatone.
-Santo
cielo, ma sei completamente infreddolita... e bagnata.-
-Oh
beh...-Cercò Nami di ricomporsi – Mi dispiace, è
colpa mia...-
-No-
Roronoa si avvicinò a lei e le afferrò il mento –
La colpa è mia: succede spesso anche alle sue colleghe...
venga...- Iniziò a sbottonarsi la giacca. - Cerchiamo di
scaldarci...-
Improvvisamente,
Nami sbarrò gli occhi quando l'immagine di Zoro si fece più
vicina.
-GROSSA
IMBECILLE CHE NON è ALTRO!- Ringhiò ad alta voce
togliendosi la giacca.
-Cosa?!-
Nami tornò alla realtà.
-Come
diavolo le è venuto in mente di uscire in questo stato!? Vuole
prendersi una polmonite o che!?- Con forza, gli avvolse la giacca
attorno alle spalle e prendendola in braccio, si diresse verso
l'ascensore.
-Ma...
ma lei...-Cercò di parlare, cosa che le risultò al
momento impossibile essendo ad una così profonda vicinanza con
lui.
Un
attimo prima era entrata ed aveva iniziato a fantasticare e adesso,
si ritrovava con Zoro a stretto contatto.
-Guadagna
più di diecimila berry al mese e non ha i soldi per comprarsi
un cavolo di vestiario adatto?!-Domandò infuriato- E perchè
diavolo è in camicia da notte per la miseria?!-
Era
il caso di tornare in sé.
Era
stata l'agitazione e il freddo a proiettarle quella visione di Zoro.
Senz'altro.
Nessun
altra spiegazione!
E
adesso perchè se ne stava passiva a farsi rimproverare!?
-La
colpa è solo sua!-Abbaiò ad alta voce in quel piccolo
spazio.-Mi ha letteralmente obbligato ad uscire dal mio letto e a
catapultarmi qui nonostante fosse Natale!-Al diavolo la delicata
impiegata, se doveva essere licenziata, beh, che se ne andasse in
grande stile.
-Ha
idea!? Natale! È un giorno sacro che promette un intera
giornata a letto e lontana da qui!-Il suo tono di voce raggiunse
presto livelli estremi.
-Perchè
diavolo mi trovo qui quindi!?- Domandò infine facendo
esplodere i nervi che in quei giorni, si erano accumulati a
dismisura.
-Straordinari-Rispose
infine il suo superiore in tono del tutto piatto.
-COSA!?-
Straordinati?
A natale!? Era idiota o cosa!?
-Io...
io non ho dato nessuna auto...-
-I
dati da inviare al nostro cliente sono tutti sbagliati.-La interruppe
continuando a tenerla salda per le gambe e la schiena. -Per quanto mi
duole ammetterlo, lei è l'impiegata più capace, veloce
ed intelligente che abbiamo.- E si, affermarlo era veramente un
immenso dolore per lui.
-Non
capisco comunque cosa...-
-Straordinari,
super straordinari-Si corresse infine Zoro fissandola con sguardo
penetrante attraverso gli occhiali.-Verrà pagata il triplo e
avrà due settimane di ferie a partire da domani...-Non appena
l'ascensore suonò la loro fermata, Nami si riscosse.
-Il
tri...-
-Il
quadruplo, se finiamo tutto entro la mattinata.-
Soldi,
soldi, soldi!
Cosa
poteva amare più delle feste e del suo caldo lettone?
I
soldi. Con i soldi poteva comprare tutti i vestiti che voleva, libri
a non finire e tutto il materiale per i suoi disegni.
Il
quadruplo era quello che avrebbe guadagnato in 4 mesi a sgobbare come
una forsennata ed invece, in un batter di ciglia, avrebbe racimolato
una fortuna tutto in un solo giorno!
Per
quanto Roronoa avesse ragione sul suo vestiario, aveva provveduto a
cambiarsi con un cambio che la ditta offriva ai clienti imbattutesi
in calamità naturali.
La
tuta nera che indossava quindi, era calda e confortevole. Per i
piedi... Si allontanò per un attimo con la sedia dalla
scrivania e si fissò le graziose ciabatte color melanzana.
Beh,
poteva andarle peggio.
-Sta
meglio adesso?-Domandò Zoro afferrando una caterva di cartelle
e adagiandole accanto a lei.
-Si.-
Rispose tentando di darsi una parvenza da rispettabile segretaria.
-Come
ho detto, non si azzardi più a venire conciata in quella
maniera a lavoro.- Con un gesto che Nami trovò parecchio
virile, Zoro si allentò il nodo alla cravatta e si slacciò
qualche bottone della camicia.
-Non
era una cosa voluta.-
-Lo
sa, ci sono parecchie persone che potrebbero approfittare di lei
conciata in quella maniera...-
-Dubito
fortemente...-Rispose pragmatica tornando vicino al computer.-Ad ogni
modo, può spiegarmi meglio la situazione?-
Con
uno sbuffo, Roronoa si tolse gli occhiali.
-La
questione è semplice: il nostro cliente, il signor Trafalgar,
ci aveva comunicato una grossa ordinazione. Ieri sera invece, ho
chiamato per la conferma e si è lamentato dicendo che era
diverso da quanto pattuito.-
Al
solo sentire quel nome, a Nami salì in gola la bile.
Trafalgar...
ancora lui.
Si,
si era innamorata di quell'uomo senza sapere chi fosse, solo in
seguito aveva compreso il suo rango e il suo stile di vita.
Da
sempre avevano tenuto il tutto segreto, mai che lui avesse fatto a
lei qualche regalo costoso.
Solo
ora poteva immaginarsi che flotte di donne quel debosciato si era
portato a letto.
-Miss
pilates quindi, è la fortunata di questo mese...-Sibilò
piena di collera.
-Miss
che?- Zoro interruppe nuovamente i suoi pensieri.
-Oh...-
Si maledì mentalmente e lasciò che una sonora risata
gli facesse perdere l'interesse. -Niente signor Roronoa, parlavo tra
me e me...-
-Dicevo...-Cercò
di finire la spiegazione – Che bisogna ricalcolare ogni cosa.
Io sono qua da ieri sera e mi creda, l'ho chiamata sperando davvero
che in due possiamo cavarci da questo impiccio...- Il suo tono di
voce iniziava a perdere un po' della serietà che
l'accerchiava. Era più un tono di profonda stanchezza e
rabbia.
-Perchè
proprio lei, mi scusi?- Nami si voltò verso di lui. -Abbiamo
Nico Robin –
-è
a Water Seven...-
-Ok...-Si
fermò a pensare ad altri dei suoi superiori.
-Sanji...-
-è
all'inaugurazione del ristorante Barattie...- La rossa si trovò
a sbuffare.
-Mi
sta dicendo che non c'è nessuno!?-
-Esatto.-Si
massaggiò la base del collo. - E adesso, diamoci da fare...-
Da
quanto era fissa al pc? Due ore se non tre?
Sapeva
che Law ogni tanto chiedeva ordini alla sua azienda, ma ancora, non
aveva ben compreso cosa stesse cercando di avere.
-Nastri
bianchi, fiori bianchi...tovaglie bianche...-Tutto era rigorosamente
bianco. - Pelliccia, velluto...- Scosse il volto. Law era nel settore
ospedaliero, ma ogni tanto prendeva le iniziative di allargare gli
ospedali o di rinnovare l'ambiente.
Quelle
cose non avevano senso...
-Roronoa?-Domandò
infine la rossa staccando gli occhi dallo schermo solo per vedere il
suo capo nella sua medesima posizione ma con il suo pc.
-Si?-
-Che
cosa deve fare il signor Trafalgar con questa roba?-
-La
cosa è segreta...-Rispose l'uomo facendola sbuffare – ma
visto che è qua e mi sta aiutando, si tratta di cose che
servono al suo matrimonio.-
Nami
rimase immobile al sentire quelle parole.
-Matrimonio?-
-Si-Le
diede conferma finendo di digitare dei numeri.-Matrimonio.-
Nuovamente
si fermò. Tutto il suo mondo si fermò, anche il suo
respiro.
Matrimonio.
Matrimonio!
Matrimonio...
MATRIMONIO.
-Chi...chi
è la fortunata?- Domandò con un filo di voce, tanto che
Zoro fece una fatica assurda a capirla.
-A
quanto pare il nostro Trafalgar ha preso una grossa sbandata per una
ragazza di nome Bonney. Non è del settore, è solo una
donna comune che fa Pilates...-Rimase immobile e poi, tornò a
fissare lo schermo.-Ha un culo talmente sodo...-
-QUELLA
TROIA!-Urlò infine Nami alzandosi dalla sedia.- LURIDO PEZZO
DI MERDA, FIGLIO DI PUTTANA!- Con una mossa, fece cadere tutti i
fogli presenti sulla scrivania, tanto da lasciare impietrito Zoro
stesso.
-Nam...-
-5
ANNI DELLA MIA VITA, 5 ANNI! PER UN BASTARDO FISSATO COL LE TROIE DEL
PILATES!- Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi e nuovamente, si
fermò.
Dolore,
ancora dolore.
Non
era bastato quello che Law le aveva causato, adesso anche questo...
Matrimonio...
da quanto progettava anche lei un matrimonio!
Ma
con lui...
Forti
singhiozzi la sconquassarono tanto che Zoro si alzò impaurito
dalla sedia.
Era
rimasto letteralmente allibito di fronte alla reazione della sua
sottoposta.
-Nami...?-Cauto,
si avvicinò a lei e con una mano, le sfiorò la spalla.
Quando lei alzò gli occhi nei suoi, Zoro comprese che non
avrebbero più ripreso a lavorare.
-...E
dopo quella appassionante settimana di sesso estremo, lui se ne è
uscito con: “lasciamoci”. - Finì di raccontare
dando un morso al suo panino targato McDonals.
-Adesso
capisco...-Mormorò il suo capo imitandola affamato.-Che figlio
di puttana.-
-è
proprio quello che ho detto io!-Ripetè lei fissandolo
infuriata-Figlio di puttana! Che altro!?-
-è
stato un idiota...-Proclamò Zoro dando un ultimo morso. -Un
vero idiota!- Si voltò a fissarla per poi aumentare le sue
offese- è proprio vero chi ha il pane non ha i denti...-
-Quella
Bonney...- Al solo pensare a lei il suo ego si sgonfiava come un
palloncino – è davvero così bella?-
-Umh...
insomma – Borbottò il verde afferrando il cellulare.
Digitò qualcosa e dopo vari minuti gli mostrò la faccia
della donna che l'aveva sconfitta.
Capelli
rosa, labbra piene e tette a vacca.
Era
una vacca!
-Che...-
-Si
vede che la settimana di sesso estremo che lei ha detto, non è
stato niente in confronto alle “argomentazioni” della
signorina Bonney.-E chiamarla “signorina” era un
eufemismo.
-Io...-Nami
ricadde a sedere sulla sedia.-Io...- Nuovamente due grosse lacrime
scesero lungo le sue guance.
-Oh
su...-Zoro si alzò in piedi e le battè una pacca sulla
schiena.-Il mondo è pieno di uomini.-
-Ma...
fa comunque male.-Cercò di spiegare afferrando le patatine.
-Proporre
di mangiare questa roba, fa male...-Con uno sbuffo, il verde si mise
accanto a lei.-Lei è una bella donna Nami, molto più
bella ed intelligente di quella Bonney.-Rimase in silenzio e per poi
smuovere le spalle -Non molto intelligente se ha deciso di
frequentare Law, ma sicuramente e ne sono certo, il suo culo è
migliore del suo...-
Al
solo sentire quelle parole, Nami alzò gli occhi verso il suo
capo.
-Davvero
pensa che il mio culo sia meglio?- Con un colpo di tosse, Zoro cercò
di cavarsi dagli impicci.
-Non
l'ho mai visto di persona, ma ne sono sicuro...- Indeciso, avvicinò
una mano alla sua guancia togliendo i rimasugli di quelle lacrime. -
Non importa comunque se il suo didietro è meglio del suo o
meno, l'importante è quello che lei è. -Un piccolo
sorriso spuntò sulle sue labbra nel vederla spaesata –
Quale donna accetterebbe di passare il natale in ufficio?-
-Una
donna disperata immagino...-
-O
una donna che da domani, ha due settimane di ferie...-
-Pronto
signor Trafalgar?-Domandò Roronoa con un tono della voce
piatto.
-Si,
chi è?- In sottofondo, si poteva udire una musica allegra e
cadenzata condita da delle stupide risatine.
-Roronoa
Zoro-Spiegò il verde con una parvenza di pazienza.
-Oh,
certo. Mi aspetto che quei dati siano stati cambiati...-
-Certamente.
Le auguro un buon matrimonio.-
-La
ringrazio, arriveder...-
-La
informo-Il tono di voce di Zoro divenne duro.-Che questo è
l'ultimo servizio da parte sua del quale ci occuperemo.-
-Che
co...”twik”- La telefonata venne chiusa all'istante.
-Sono
le cinque del pomeriggio...-Borbottò Nami in piedi nella Hall.
-Gia...
è stato più difficile del previsto...- Inoltre, non
aveva calcolato il racconto di Nami.
-Immagino
che sia il triplo la mia paga, vero?-
-Nonostante
tutto quello che è successo, i suoi pensieri vanno al suo
stipendio?-
-Certo!-Convenne
la rossa sistemandosi quell'enorme cappotto.
-Umh...-Zoro
si avvicinò a lei.-Cosa farà in queste due settimane
allora?- Quella domanda la lasciò interdetta. Non lo sapeva
neppure lei. - Non mi dica che intende rimanere a letto, ordinare
cibo spazzatura e guardare vecchi film con una vaschetta di
gelato...-
Al
sentire le sue supposizioni, Nami scosse il volto.
-Nah,
il gelato no, fa troppo freddo.- Rimanere a dormire e ordinare roba
precotta invece, era un idea niente male.
-Non
buttarti giù...-Le sussurrò Zoro a pochi centimetri di
distanza alzandole protettivo il colletto del cappotto.- e Trafalgar
è solo un idiota...-
Il
volto di Nami arrossì per quelle parole. La stava consolando,
lui, il diavolo incarnato. Stranamente però, quel giorno si
era comportato diversamente.
Era
più...umano.
-Roronoa
io... la ringrazio...- Socchiuse gli occhi.
-So
come ti senti...-Le accarezzò la nuca facendole sgranare gli
occhi. -Anche io sono stato mollato a Natale.-
-Che
cosa?!-
-...
Ed è così che ho scoperto che la mia ex moglie mi
faceva le corna.- Mormorò bevendo quello che restava
dell'ennesima lattina di birra.
-Accidenti...
una vera troia!- Mormorò Nami di fianco a lui sul divano.
-Una
signora troia.-Convenne Zoro rimanendo con la lattina a mezz'aria.
Entrambi, chi incuriosito dai fatti e chi aveva bisogno di una bella
chiacchierata, di erano ritrovati entrambi a casa di Nami e a sedere
sul divano a bere come due spugne. La neve aveva ripreso a cadere e
la macchina di Zoro era sepolta come tutte le altre.
-Certo
che tu...-Borbottò Nami mandando giù un sorso –
Hai avuto più sfiga di me...- Ripensò al suo racconto.
-Un marine... solo perchè a lei piaceva essere comandata a
bacchetta.-
-Anche
tu però,- Le fece notare Zoro stritolando la lattina –
Ti ha lasciato per il tuo culo...ma sono sicuro che ti ha lasciato
anche per questo caratterino che ti spunta fuori ogni tanto...-
COSA!?
-Che
diavolo stai insinuando!?-
-Ecco
lo vedi?- Sghignazzò nel vederla infuriata.-A questo mi
riferivo.-
-Il
mio carattere va benissimo!-
-Oh
si certo...diamo tutta la colpa al culo!-
-NON
CI PROVARE EH!- In pochi attimi, gli saltò addosso. Capo o non
capo, quello era il suo territorio.
-Io
ero troppo permissivo con lei e tu, mia cara, eri troppo repressa!-
-REPRESSA
A ME?!-
-Esatto...-
Le afferrò i polsi cercando di non farsi cavare gli
occhi.-Repressa.-
-Io
non sono repressa!-
-Si
invece!- Riuscì miracolosamente a tornare eretto con la
schiena. - Da quel che mi hai raccontato, lui non ti ha mai portato a
casa sua o a conoscere la sua famiglia. Non ti ha mai portato a fare
qualcosa, tutto si concentrava qui, in questo appartamento. Non eri
libera e non era veramente una relazione alla pari!-
Al
sentire le sue ragioni, Nami, per quanto odiasse ammetterlo, comprese
che era vero.
Mai
una cena fuori in un ristorante che non fosse deciso da lui, mai una
visita ad uno dei suoi innumerevoli appartamenti, solo hotel di gran
classe.
Ci
era cascata con tutte le scarpe e alla fine, la colpa non era solo di
Law.
-Allora
la colpa...non è del mio culo.-
-Il
tuo culo è a posto.-
-L'importante
è quello...- Tirò sul col naso per poi, poggiare la
testa sul petto di Zoro.
Immediatamente,
due mani le circondarono la vita facendole chiudere gli occhi. Le
piaceva quella vicinanza, quel contatto con lui. E Zoro era caldo,
davvero caldo.
-Grazie...-
Roronoa non le rispose, si limitò a continuare a diffonderle
delle rilassanti carezze sulla schiena.
-E
ora, le notizie di oggi-Il televisore di fronte a loro, aveva appena
iniziato il notiziario delle venti.- La neve che ha colto impreparata
tutta la cittadina di Coconuth city e si protrarrà fino alla
fine della prossima settimana. -Una bella ragazza con due enormi
codini rosa mostrava loro, vestita come una deficiente, un grafico di
come un enorme tempesta di neve si stesse avvicinando a loro.
-Restate
in casa, non uscite per nessun motivo. Tutti i mezzi di pubblici
verranno sospesi e sono previsti anche grossi cali di energia
elettrica. Mi raccomando-Sorrise affabile saltellando sul posto –
Passate questo felice natale con le persone che più amate!-
-CHE
COSA?!-Sbraitarono in coro Nami e Zoro fissando sbalorditi la tv.
-Non
è possibile!-La rossa si disperò-Le mie adorate
vacanze!-
-Beh-Zoro
si grattò la testa- a quanto pare sarò io a fare
“vacanza” da te...- Un piccolo sorriso si formò
sulle sue labbra. -E sono certo... che finirò per conoscere il
così tanto decantato sedere perfetto della signorina Nami.-
Un
enorme cuscino gli piombò in faccia talmente forte da farlo
cadere dal divano.
Il
significato era semplice: SCORDATELO.
Ed
ecco qua la fine.
Una
shot senza pretese, solo per riprendere un po' il ritmo.
Mi
spiace non essere riuscita a pubblicare e a finire questa shot entro
natale.
Regalo,
sebben in ritardo, questa fic a Place. Te lo sei meritato, che cazzo!
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