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Ladybug guardò volare via l’akuma appena purificato, per
poi attivare il
‘Miraculous Ladybug’
per riportare tutto com’era prima dell’attacco.
“Ben fatto!” Esclamò assieme a Chat Noir, battendo
il
pugno contro quello del compagno.
“Temevo saremmo stati costretti a restare svegli per
tutta la notte.” Fece l’eroina, per poi guardare uno
schermo pubblicitario dove
si poteva vedere l’ora.
“Suvvia mia signora, sicura di non voler restare ancora
un pochino con questo gatto?” Disse Chat Noir sorridendo.
“Noi due e questa
bella luna piena che ci illumina.”
“Non ci provare gattino. Entrambi i nostri Miraculous
sono al limite e-”
Ladybug non concluse la frase. Una fortissima luce sopra
di loro attirò l’immediata attenzione dei due supereroi,
assieme a quella di
molte altre persone in tutto il mondo.
L’intera città di Parigi venne illuminata a giorno per
pochi istanti, e quando la luce finalmente scomparve, davanti agli
occhi
esterrefatti degli eroi si mostrò uno scenario terribile.
La luna, che fino a pochi secondi fa si mostrava intera,
ora era ridotta a uno spicchio, con i frammenti di quello che era il
suo resto
sparsi attorno ad esso.
“C-Cos’è successo?” Fece incredulo Chat Noir,
mentre
intorno a loro cominciavano a sentirsi le urla di panico dei cittadini.
“N-Non lo so… La luna… La luna è stata
distrutta… Ma
com’è possibile? Abbiamo appena sconfitto l’akuma,
Papillon non può averne già
creato un altro!”
“E allora che cosa può averlo fatto? Si tratta della luna,
non basta di certo un po’ di esplosivo per distruggerla!”
“Non ne ho idea… ma temo che qualunque sia la causa, non
sarà qualcosa di piacevole… Ora muoviamoci, ci
ritrasformeremo in pochi minuti,
e credo che quest’evento avrà svegliato le nostre
famiglie. Sarà meglio farci
trovare a casa prima che vadano nel panico.”
Dicendo ciò lanciò il suo yo-yo in aria, per poi saltare
via, subito seguita da Chat Noir.
~~~Qualche
mese dopo~~~
Ladybug si fermò sulla cima della Torre Eiffel, subito
raggiunta da Chat Noir.
L’eroina alzò lo sguardo, fermandosi a guardare lo
spicchio di luna che ormai riempiva ogni notte da quella fatidica
esplosione.
Lei e Chat Noir erano subito partiti alla ricerca di un akuma,
nella speranza che potesse essere lui il responsabile, ma purtroppo
dopo averne
purificati diversi dovettero accettare che non c’entravano nulla.
E nemmeno il
Miraculous della coccinella era riuscito a ripristinare la luna al suo
precedente stato.
“Mia signora?” Fece Chat Noir, richiamando la sua
attenzione, sorridendole. “Vedrai che le cose andranno a posto.
Dopotutto, a
dispetto di quanto si aspettavano gli scienziati, non ci sono stati
grossi
effetti negativi per la Terra, a parte l’aver rovinato le
passeggiate
notturne.”
“Non posso fare a meno di sentirmi responsabile. Dovrei
avere il potere di ripristinarla, e invece non posso fare nulla-”
“Non dire così. Ciò che è successo non era
dovuto a noi,
quindi non abbiamo nessuna colpa. Non possiamo evitare le tragedie
naturali.”
Ladybug sorrise triste, per poi tirare fuori il suo
yo-yo. “Beh, direi che abbiamo fatto il nostro controllo serale.
Dubito che
qualche akuma si faccia vivo adesso.”
“Allora buonanotte, mia signora.” Fece l’eroe,
chinandosi
e facendo per baciarle la mano, solo per vedersela sottratta
immediatamente
dalla sua presa.
“Buonanotte Chat Noir.” Replicò divertita Ladybug,
per
poi saltare giù.
Solo per andare a sbattere contro qualcosa, che le fece
perdere la presa sullo yo-yo.
“Ladybug!” urlò spaventato il suo compagno, facendo
per
andare a soccorrerla e fermandosi quando l’eroina sembrò
quasi teletrasportarsi
al suo fianco, seguita pochi istanti dopo dal suo yo-yo, il quale era
stato
anche riavvolto.
“Co… Cos’è successo?” Fece lei
sbalordita, sbattendo più
volte le palpebre.
“Non ne ho idea. Un momento stavi per cadere e il momento
dopo ti ritrovo davanti a me… con un mazzo di fiori in mano e un
biglietto con
su scritto
‘Scusa’?”
Solo allora la ragazza si rese conto che tra le mani le
era apparso un bouquet di rose rosse, con il suddetto messaggio scritto
su un
cartoncino giallo e con uno smile sorridente in un angolo.
“Okay… se è stato un akuma, si comporta in maniera
decisamente anomala.” Disse, guardando l’eroe gatto, che
alzò le spalle.
“Forse siamo più stanchi del previsto? O forse è il
segno
del destino che noi due dobbiamo stare assieme?”
“Smettila di sognare, gattino. Piuttosto vediamo di
scoprire cos’è successo.”
E dicendo ciò salto nuovamente giù, questa volta senza
incontrare ostacoli e seguita da Chat Noir.
“Contro cosa siamo andati a sbattere?” Domandò in
giapponese un ragazzo dai capelli azzurri, il quale a una prima vista
poteva
essere scambiato per una ragazza.
“Uhm… Non ne sono sicura… ma mi è sembrato
di vedere
qualcosa di rosso.” Rispose una ragazza dai capelli verdi.
“E sono sicura che
non erano i capelli di Karma.”
“Beh, direi che è ovvio. Anche perché non potevi
andare a
sbattere contro di me, essendo al tuo fianco e non potendomi muovere in
alcun
modo.” Replicò un secondo ragazzo, il quale aveva dei
capelli rosso accesso e
un ghigno stampato sul volto. “Senza contare che se anche avessi
potuto, a
quella velocità mi sarei fatto parecchio male.”
Una risatina alle loro spalle li distrasse, facendoli
voltare verso un mostro simile a un grosso polpo giallo umanoide, con
una testa
più grande del normale sulla quale era visibile un sorriso a
trentadue denti e
i due occhi, i quali altri non erano che due puntini neri. La creatura
indossava quello che sembrava una toga, con una cravatta nera sulla
quale era disegnato
uno spicchio di luna.
“Koro-sensei?” Lo chiamò il ragazzo dai capelli
azzurri,
chiedendosi che cosa trovasse di divertente il loro
insegnante-barra-bersaglio.
“Sembra che ci siamo scontrati a mezz’aria con una
ragazza che stava facendo air jumping in cosplay, Nagisa.” Gli
rispose lui.
“Dopo avervi lasciati qui sono andato a salvarla, visto che dopo
l’impatto contro
di noi aveva perso la presa sulla corda che stava usando, e già
che c’ero le ho
lasciato dei fiori e un biglietto di scuse.”
“Una ragazza in cosplay… che fa air jumping di notte
dalla cima della Torre Eiffel?” Ripeté la ragazza.
“Mi sembra un po’ strano.”
“Concordo con Kaede.” Fece Nagisa. “Cosa diamine
pensava
di fare?”
“Non ne ho idea, ma non era da sola. C’era anche un
ragazzo vestito da gatto nero.” Continuò Koro-sensei.
“Forse c’è una qualche
tradizione parigina che ignoravamo. Il che è un’ottima
notizia per voi!” Continuò,
alzando uno dei suoi tentacoli, come per indicare verso l’alto,
mentre sul suo
volto appariva un cerchio rosso, che lampeggiò un paio di volte
prima di
sparire. “Dato che siamo qui per un breve soggiorno di studio,
potrete approfittarne
per cercare informazioni su questo misterioso evento che coinvolge
ragazzi
vestiti da gatti e ragazze con costumi a tema di coccinelle.”
“A dir la verità, ti abbiamo convinto a portarci con te a
Parigi ricattandoti con la minaccia di bruciare le tue riviste.”
Fece divertito
Karma. “E tu volevi solo venire a prendere delle brioche parigine
per la
colazione.”
Il mostro fece un passo indietro, per poi lasciarsi
cadere a terra sconsolato. “Povero me, preso in castagna dai miei
studenti…” Bofonchiò,
per poi sparire per evitare di venire colpito da un affondo di Nagisa,
che
aveva tirato fuori dalla tasca un pugnale e tentato di colpire
l’insegnante.
“Ottima scelta del momento, Nagisa.” Si complimentò
lui.
“Sfortunatamente, non sei stato sufficientemente veloce.”
Il ragazzo sospirò, rimettendo via l’arma. “Adesso
che
cosa facciamo?”
“Beh, sfortunatamente non possiamo andare in un hotel,
non avendo con noi sufficienti soldi. Senza considerare che nessuno di
noi ha
un passaporto valido. Effettivamente, siamo a tutti gli effetti dei
clandestini.”
“Quindi?” Domandò Karma, solo per vedere
l’insegnante
sparire per qualche secondo, riapparendo poco dopo con una tenda chiusa
e dei
sacchi a pelo.
“Direi che è il momento che proviate l’ebrezza del
campeggio!” Esclamò entusiasta Koro-sensei.
“… A Parigi? In un boschetto chissà dove?”
“Beh, questo è il meglio che potevo trovare!”
replicò
seccato il mostro. “Sono dovuto andare fuori città per
trovare questa tenda e i
sacchi a pelo, per di più usando buona parte dei miei
risparmi!”
“E dove li hai trovati? A quest’ora i negozi saranno
tutti chiusi.” Fece Kaede.
“Ce n’era uno con il proprietario ancora all’interno.
Ho
preso il tutto e dopo aver calcolato il tasso di conversione ho
lasciato i
soldi vicino alla cassa.”
Karma a quel punto scoppiò a ridere, mentre i suoi due
compagni di viaggio si limitarono a sospirare.
“Beh, non sarà peggio di una lezione con il professor
Karasuma.” Disse Nagisa, prendendo la tenda e cominciando a
montarla, aiutato
dagli altri, mentre Koro-sensei cominciò a leggere un giornale
recuperato poco
prima per strada.
“Oh, questo spiega tutto.” Disse ad un certo punto,
attirando l’attenzione dei suoi studenti. “Beh, vi
lascerò comunque il compito
di scoprire l’identità di quei due cosplayers, ma almeno
adesso potrò
confermarvi se avete fatto bene la ricerca o no.”
“Non potresti dircelo subito?” Domandò Kaede,
ricevendo
una risata come risposta.
“Certo che no. Visto che siete voluti venire qui a tutti
i costi, dovrete guadagnarvi il viaggio. E ricordatevi la condizione
che vi ho
posto, che comincerà da domani mattina.”
Nagisa sospirò. “Sì, ce la ricordiamo. Per motivare
l’uscita, dovremo parlare solo in inglese, anche tra di noi. E
solo perché non
sappiamo nulla di francese.”
“Esattamente! In questo modo oltre a visitare una delle
città più belle del mondo farete anche esperienza per il
prossimo test! Ora, se
mi permettete, mi assenterò per un po’! Ci troviamo qui
domani sera per tornare
a casa!”
Detto ciò il professore scomparve, lasciando da soli i
tre studenti, i quali ricominciarono a montare la tenda.
Ladybug, meglio conosciuta come Marinette Dupain-Cheng,
sbadigliò sonoramente, appoggiando la testa affianco al
registratore di cassa
della panetteria. I suoi genitori erano dovuti uscire per una consegna
e le
avevano affidato il negozio fino al loro ritorno.
“Che sonno…” Si lamentò la ragazza.
“Abbiamo passato
tutta la notte a cercare qualunque cosa contro cui mi sono scontrata,
senza
trovare nemmeno un indizio…”
Quando sentì il campanello della porta suonare, alzò la
testa.
“Buong-” Cominciò, solo per fermarsi quando vide
l’aspetto del cliente: era un uomo alto più di due metri,
avvolto totalmente da
un impermeabile marrone lungo fino ai piedi, con una sciarpa nera
attorno al
volto e un paio di occhiali da sole a coprirgli gli occhi. Dalle
maniche
spuntavano due guanti che sembravano coprire solo due dita, dato che
tre spazi
a esse riservate penzolavano.
“Salve.” Disse l’uomo, con uno strano accento.
“Vorrei
prendere un paio di brioches.”
“C-Certo.” Rispose subito Marinette, distogliendo lo
sguardo e correndo a prendere quanto richiesto. Pochi secondi dopo
presentò un
sacchetto al cliente.
“Ecco a lei! Spero risultino di vostro gradimento.”
Disse, sorridendo e cercando di ignorare lo strano aspetto.
“Oh, sono sicuro di sì. Ho fatto un giro per la
città e
tutti mi hanno consigliato questa panetteria. Dicono sia la migliore di
tutta
Parigi.”
Marinette cerco di trattenersi dall’arrossire per quella
lode. “Noi facciamo solo del nostro meglio e-”
Ma la ragazza si interruppe quando la porta si aprì di
colpo, lasciando entrare un’affannata Alya, che senza dire una
parola raggiunse
il fianco di Marinette, per poi posizionare sul tavolo il suo
cellulare,
puntandolo sulla porta.
“Ciao anche a te.” La prese in giro Marinette,
sorridendo. “Mi sono persa qualcosa? Non mi pare di aver letto
sul blog che
Ladybug vuole entrare in questa panetteria.”
“Oh, infatti non è lei che sto aspettando.” Rispose
Alya.
“Ma il misterioso fantasma tentacolare!”
Sentendo ciò la ragazza sbatté le palpebre un paio di
volte, non accorgendosi che il cliente aveva leggermente sobbalzato.
“Il misterioso fantasmache?” Domandò infine.
“Davvero non ne sai nulla?” Fece sorpresa Alya,
guardandola. “Ma non segui un minimo di gossip misterioso?”
“Finora hai monopolizzato la mia attenzione sul Ladyblog,
quindi tutto quello che so è quello che scrivi tu lì
sopra. Ora, spiegazione
per noi comuni poveri mortali che non conosciamo tutto il contenuto di
internet?”
“È una leggenda metropolitana creatasi qualche mese fa,
poco dopo l’esplosione della luna.” Cominciò a
spiegare l’amica. “Di punto in
bianco, in varie parti del mondo, dei tentacoli gialli appaiono dal
nulla,
comprando qualcosa o cercando di rapire delle persone o ancora
facendogli fare
qualcosa di strano. Il caso più memorabile è stato di un
giocatore di baseball
americano, che durante una partita e sotto gli occhi di tutti gli
spettatori,
si è ritrovato avvolto da una serie di tentacoli gialli, che poi
dopo gli hanno
anche offerto un foglio da autografare.”
“E questo cosa c’entra con la panetteria di famiglia?”
“È da stamane che i proprietari delle panetterie di
Parigi dicono di aver visto qualcosa del genere. Sta visitando ogni
panetteria
della città! E dato che tu non mi hai ancora chiamato, immagino
che debba
ancora entrare qui dentro! Sarà uno scoop fantastico!
Sarò la prima al mondo a
poter riprendere questo fantasma!”
“Beh, dipende.” Disse l’uomo, intervenendo per la
prima
volta. “Pensi di riuscire a fotografare qualcuno in grado di
muoversi a velocità
mach 20?”
“Mach 20? Perché parli di una velocità tanto
precisa?” Chiese
Alya, alzando la testa verso di lui, solo per incontrare il vuoto.
“Beh, perché è questa la velocità con cui mi
muovo. Anche
se spesso vado più lento per non spaventare troppo le
persone.” Continuò
Koro-sensei, riapparendo alle loro spalle.
Le ragazze non fecero in tempo a girarsi che era sparito
di nuovo, sentendo giusto il campanello della porta suonare e vedendo
un paio
di banconote atterrare dolcemente davanti a Marinette.
Le due restarono in silenzio per qualche secondo, per poi
guardarsi a vicenda.
“Era… Ho appena visto… Cosa…?”
balbettò Marinette, per
poi tapparsi le orecchie quando l’amica cacciò un urlo.
“Non sono nemmeno riuscita a fargli una foto!!!”
Gridò
arrabbiata. “Ed è stato fermo davanti a me almeno un paio
di minuti!”
“Coperto com’era, dubito saresti riuscita a prendere
qualche dettaglio… Ma piuttosto, chi era? Un akuma?”
“Mi sembrava troppo calmo per esserlo.” Rispose Alya.
“Solitamente hanno sempre qualcuno da prendere di mira, e non si
preoccupano
troppo degli altri. Ti ha pure pagato!”
A quel punto Marinette guardò le banconote. “Ma
decisamente non in euro. Che moneta sarà mai questa?”
Alya diede un’occhiata alle banconote. “Azzarderei che
sono giapponesi. Il che significa che il fantasma tentacolare viene dal
Giappone! Questo è uno scoop! Vado subito a scriverlo sul
Ladyblog! Chissà,
magari anche Ladybug sarà interessata a questa storia!”
Senza aspettare oltre la ragazza uscì correndo dalla
panetteria, lasciando da sola Marinette, che poggiò le banconote
sul tavolo.
“Sì… direi che la storia potrebbe interessare anche
Ladybug… anche perché mi preoccupa che tra tutte le
panetterie, si sia
soffermato solo in questa.”
Sentendo ciò da una delle sue tasche uscì Tikki, che la
guardò preoccupata. “Dici che potrebbe aver scoperto chi
sei?”
“Beh, Alya ha detto che finora nessuno era mai riuscito a
vederlo, e si è fermato a parlare con me… Considerando
ciò che è successo ieri
notte, credo si trattasse proprio di lui quello con cui sono andata a
sbattere.”
“In quel caso, perché non ha cercato di rubarti il
Miraculous?”
“Forse davvero non è un akuma… ma in quel caso, che
razza
di demone può mai essere? Nessun umano potrebbe fare qualcosa
del genere.”
“Non saprei… in tutti i miei anni non ho visto nulla del
genere. Forse c’è un akuma che può donare poteri ad
altri?”
“In ogni caso, è meglio prestare attenzione. E dopo
dovrò
avvisare Chat di quello che sta succedendo… Ma finché
dovrò stare qui non posso
farlo. E ho anche perso il servizio fotografico di Adrien!”
Esclamò, lasciando
nuovamente cadere sconsolata la testa sul tavolo, facendo sospirare
divertita
Tikki.
“Bene… qualcuno di voi ha idea di cosa fare adesso?”
Chiese
Nagisa, guardandosi attorno.
Non appena si erano svegliati avevano trovato una busta
con all’interno una mappa e una banconota da cinquanta euro.
Dato che sulla mappa c’era un punto attorno al quale
Koro-sensei aveva disegnato un cerchio usando la sua faccia come
emoticon, i
tre studenti avevano deciso di seguire il suo ben poco implicito
suggerimento e
di raggiungere il punto indicato, il quale era un piccolo parco
pubblico, in
quel momento frequentato principalmente da bambini, salvo un ragazzo il
quale
sembrava essere nel pieno di un servizio fotografico, data la
quantità di foto
che un uomo gli stava facendo.
“Cerchiamo di capire cosa voleva che trovassimo qui.
Ritsu, sicura di non poterci dare una mano?” Domandò
Kaede, tirando fuori il
cellulare, dove l’immagine digitale di una ragazza scosse la
testa.
“No, mi spiace. Koro-sensei mi ha chiesto di non aiutarvi
in alcun modo. E poi sarà divertente per voi scoprire qualche
informazione su
quel duo, no?” Disse lei, facendole un occhiolino.
“Quindi è un duo, eh?” Fece Karma, sorridendo.
“Dunque
devono essere delle persone che appaiono spesso, per ricevere tale
indicazione.”
“Direi che per Parigi sono decisamente più di un duo
qualsiasi.” Disse Nagisa, attirando lo sguardo degli altri due.
“Altrimenti
perché dedicare loro una statua?”
Karma e Kaede seguirono lo sguardo del compagno,
fermandosi finalmente sulla statua di Ladybug e Chat Noir.
Il trio si avvicinò, per poi analizzare bene la scultura.
“D’accordo. Direi che non ci siamo scontrati con una
cosplayer qualunque. Nemmeno da noi hanno mai dedicato una statua a
qualcuno in
costume.” Commentò Karma. “Al massimo a qualche
personaggio di anime e manga.”
“Non so quale dei due sia peggio…” Sospirò
Nagisa, per
poi abbassare lo sguardo sulla targhetta. “Uhm… non so il
francese, ma visto
che hanno messo in grassetto le parole
Ladybug
e
Chat Noir, azzarderei che sono
questi i loro nomi.”
“Coccinella e Gatto Nero?” Tradusse Kaede. “Beh,
direi
che come nomi ci stanno.”
“È una bella statua, vero?” Domandò una voce
alle loro
spalle, parlandogli in inglese.
I tre si voltarono, ritrovandosi a fissare il ragazzo che
prima stava facendo le foto, il quale gli rivolse un sorriso.
“Trovo che
Ladybug sia venuta particolarmente bene. Non che Chat Noir non lo sia,
ma tra i
due preferisco lei.”
“Tu… Tu sai chi sono quei due?” Chiese Nagisa,
sorpreso
per l’intervento del ragazzo, che annuì.
“Sono gli eroi di Parigi. Sono apparsi un po’ di mesi fa
e da allora l’hanno salvata molte volte. E grazie a loro le mie
pause dai
servizi fotografici sono aumentate esponenzialmente.”
Ridacchiò.
“Posso capire come ti senti.” Fece Kaede. “Ho letto
che a
dispetto delle apparenze, il modello è un lavoro piuttosto
stressante.”
Sentendo ciò i due compagni la guardarono incuriositi.
“Che c’è? Mi piace leggere riviste di gossip, e ho
visto
sufficienti foto di dietro le quinte per capire che quello era il
servizio
fotografico di un modello. E come se non bastasse…” E
dicendo ciò indicò un
cartello poco lontano, dove si poteva vedere il ragazzo di fronte a
loro
presentare una linea di vestiti.
Il ragazzo in questione ridacchiò imbarazzato.
“Già… Non
è facile soprattutto quando esco di casa per fare un giro. Non
che abbia molte
possibilità di farlo…” Aggiunse, abbassando
leggermente il tono di voce.
“Perché? Non potrà essere così impegnativo
come lavoro…
insomma, i tuoi non potranno mica essere d’accordo con il
privarti di tutto il
tempo libero, no?” Domandò Kaede.
“Considerando che è mio padre che disegna quei vestiti ed
è colui che vuole che sia io a presentarli, direi che purtroppo
è possibile. Ho
faticato anche solo a convincerlo a farmi andare a scuola invece di
seguire
lezioni private.”
Nagisa restò in silenzio, pensando alle azioni di sua
madre. Poteva ben capire come si sentiva quel ragazzo. Dopotutto,
entrambi a
modo loro sembravano essere succubi del proprio genitore.
“Oh, scusatemi, non mi sono nemmeno presentato. Il mio
nome è Adrien Agreste.”
“Piacere di conoscerti. Io sono Kaede Kayano, mentre loro
sono Nagisa Shiota e Karma Akabane.” E dopo aver detto ciò
tutti e tre fecero
un leggero inchino.
“Giapponesi, vero?” Chiese Adrien. “Purtroppo conosco
il
cinese, altrimenti vi farei parlare senza problemi nella vostra
lingua.”
“Non preoccuparti. Abbiamo l’ordine di parlare in inglese
finché restiamo a Parigi. È stata la condizione del
nostro insegnante.”
“Oh, siete in viaggio d’istruzione? Dev’essere
costato
parecchio.”
“Solo i soldi di qualche accendino.” Rispose Karma,
ghignando. “Il nostro insegnante è facilmente
influenzabile…”
Adrien deglutì istintivamente nel vedere il sorriso del
rosso, e un tremore vicino al petto gli indicò di non essere
l’unico.
“Da come parli, sembra quasi che lo abbiate
minacciato…” Ridacchiò
nervosamente il biondo, cercando di non soffermarsi sugli sguardi
imbarazzati
di Nagisa e Kaede. E ancor meno sul ghigno di Karma, che sembrò
accentuarsi
ulteriormente.
“Comunque… torniamo alla statua… Hai detto che sono
gli
eroi di Parigi? Cosa intendi?” Domandò il turchese,
cercando palesemente di
cambiare argomento.
“Beh… avete presente gli eroi dei fumetti? Stessa cosa.
Ladybug e Chat Noir aiutano in ogni modo possibile gli abitanti di
Parigi, e
spesso si ritrovano ad affrontare mostri mandati contro dal loro
nemico,
Papillon.”
“Papillon? Un vestito è il loro nemico?” Fece Kaede,
sorpresa.
“No, no. Papillon è il nome di un uomo che è in
grado di
trasformare la gente in mostri, i quali oltre a soddisfare i propri
desideri
oscuri, che solitamente sono il motivo per cui si trasformano, cercano
sempre
di rubare i Miraculous a Ladybug e Chat Noir.”
“Sembri piuttosto informato sulla questione.”
Osservò Karma.
“Beh, Papillon ha spiattellato il suo piano a tutta
Parigi, di conseguenza gli eroi non sono proprio riusciti a tenere
nascosto il
tutto. Oltre al fatto che una mia compagna di classe ha preso come
missione di
vita il compito di scoprire più cose possibili su di loro e
pubblicare il tutto
sul suo sito, il Ladyblog.”
“Hai sentito Ritsu?” Disse subito Kaede, tirando fuori il
cellulare. “Puoi aprire il sito?”
“Lo sto già traducendo in inglese.” Rispose
l’intelligenza virtuale, facendo sobbalzare Adrien nel sentire la
risposta.
“Uao! Avevo sentito dire che in Giappone erano più avanti
di noi con la tecnologia, ma non pensavo così tanto!”
“Ecco… è un prototipo che ci hanno concesso di
utilizzare
solo nella nostra classe.” Rispose Nagisa, cercando di rimediare
al loro
errore.
Di certo non poteva dire che in origine Ritsu altri non
era che una macchina da guerra con il solo ed esclusivo obiettivo di
uccidere
il loro insegnante.
“Adrien!”
Una donna che rispecchiava perfettamente lo stereotipo
della segretaria si avvicinò, per poi cominciare a parlare in
francese al
ragazzo, che annuì scoraggiato.
“Sembra che la mia pausa sia finita. Scusatemi. Spero di
rivedervi ancora.” Disse il ragazzo, mentre la donna si
allontanava.
“Dubito, visto che partiremo stasera. Ma chissà, potremmo
anche tornare in futuro.” Rispose Karma.
Adrien si allontanò di pochi passi prima che da sotto il
suo gilet fece capolino la testa di Plag.
“E quelli chi diamine erano?” Fece il kwami. “Tutti e
tre
emanavano una specie di aura oscura…”
“Allora non sono stato il solo a pensarlo.” Disse il
biondo sussurrando. “Se non fosse che è impossibile,
potrei anche pensare che
tutti e tre siano degli akuma… e mi preoccupa il loro interesse
verso di noi.
Dopo sarà meglio trovarli di nuovo e sorvegliarli. Ho un brutto
presentimento.”
“Basta solo che prima mi dai un po’ di formaggio! Se
dobbiamo passare un’altra notte come l’ultima, voglio
almeno essere a stomaco
pieno!”
Adrien sospirò, per poi tornare al suo servizio
fotografico.
Nel frattempo i tre studenti guardarono i loro cellulari,
dove Ritsu stava mostrando a tutti e tre il sito suggerito da Adrien.
“Così possiedono dei poteri particolari, eh?” Fece
Karma.
“Mi chiedo se questo
Cataclisma sia
in grado di uccidere Koro-sensei…”
“Peccato che non possiamo coinvolgere altre persone nel
nostro omicidio, altrimenti potevamo sì chiedere aiuto a
loro.” Rifletté Kaede,
mentre Nagisa annuiva in accordo.
“Nah, e dove sarebbe il divertimento? Sarebbe meglio
rubare questi Miraculous da loro e usarli direttamente noi, no?”
“Per piacere Karma, non scherzarci nemmeno sopra. Non
voglio un’intera città che ci insegue per aver derubato i
loro eroi di
fiducia.”
“Inoltre, potrebbe non essere necessario.” Intervenne
Ritsu. “L’amministratrice del Ladyblog ha appena pubblicato
un messaggio dove
dice di essere riuscita a vedere di persona, anche se purtroppo in
maniera non
chiara, il cosiddetto fantasma tentacolare. Non c’è
bisogno che vi dica di chi
si tratta, vero?”
“No, direi di no.” Sospirò Nagisa. “E fortuna
che non
dovevamo farci notare troppo…”
“Beh, direi di divertirci per questa mattina, e poi di
mettere a punto un piano per uccidere Koro-sensei entro sera.”
Disse Karma.
“Almeno uniremo l’utile al dilettevole.”
“Vedi solo di non fare anche cose come quella di prima…
Concordo che quella ragazzina bionda era insopportabile, ma dovevi
proprio
offrirgli un cono di wasabi spacciandolo per gelato al
pistacchio?”
“Potevo fare di peggio. Era partita in quarta a sbraitare
che dovevamo riconoscere la sua bellezza assoluta e quindi aiutarla a
portare
dentro quell’hotel le valigie che stava facendo trascinare dalla
sua amica.
Potevo riservarle lo stesso trattamento che ho dato a
quell’assassino
sull’isola.”
“Se riusciamo a non farci arrestare per stasera sarà un
miracolo…” Commentò Nagisa, demoralizzato.
Chat Noir atterrò sul tetto di un palazzo, socchiudendo
gli occhi quando riuscì finalmente a individuare il trio di
ragazzi giapponesi.
Aprì il suo bastone per contattare Ladybug, ma non fece
in tempo a premere un solo tasto che la sua compagna atterrò al
suo fianco.
“Mia signora, sei tanto puntuale che non ho nemmeno fatto
in tempo a chiamarti.” Disse lui sorridendo.
“Non c’è tempo per i tuoi giochi, Chat.” Disse
lei seria.
“Temo che qualcuno possa aver scoperto chi sono.”
“Davvero? E chi è stato? Così potrei andargli a
chiedere
qualche indizio.”
Ladybug nonostante tutto sorrise. “Non ci provare.
Inoltre, dubito che riusciresti a individuarlo. Si tratta probabilmente
della
stessa cosa contro cui sono andata a sbattere ieri.”
“Un akuma quindi?”
“Non ne sono certa. Tu piuttosto, come mai ti sei fermato
qui? È uno dei quartieri più vuoti a
quest’ora.”
Chat Noir si limitò a indicare i tre studenti ai piedi
del palazzo dove si trovavano, per poi far cadere giù una
piccola microspia,
che si fermò sulla finestra direttamente sopra di loro.
Fatto ciò accese lo schermo all’interno del suo bastone,
da cui si cominciarono a sentire le voci dei giapponesi.
“Sei sicuro che funzionerà?” Domandò Kaede,
guardando con
scettiscismo la brioche che Nagisa teneva in mano.
“Ovviamente non sarà sufficiente per ucciderlo, ma lo
rallenterà senza alcun dubbio.”
Sentendo ciò sia Ladybug che Chat Noir spalancarono gli
occhi.
“Uccidere? Staranno scherzando… sono solo dei
ragazzini!”
“Non ne sono sicuro. È per questo che li sto tenendo
sotto controllo. Li ho incontrati oggi e non ho avuto una buona
sensazione nei
loro confronti.”
“Devo dire che per quanto banale, il piano di Nagisa
potrebbe anche funzionare.” Disse Karma, tirando fuori dalla
tasca una pistola,
con cui prese la mira puntandola verso il suo compagno. “Ma
riuscirai a
portarlo a termine? Il nostro obiettivo non è di certo stupido
come sembra,
capirà subito che c’è qualcosa che non va.”
“Ed è per questo che fingerò di mangiarla
io.” Spiegò il
turchese. “Dirò ad alta voce che era destinata a lui, ma
vista la fame me la
mangerò io. Conoscendolo, me la ruberà di mano e la
manderà giù in un boccone,
accorgendosi solo troppo tardi del suo contenuto. A quel punto, lo
attaccheremo
tutti e tre insieme e…”
Muovendosi rapidamente, Nagisa si portò in avanti,
tirando fuori un coltello e sfiorando il volto di Karma, trafiggendo in
pieno
una foglia che stava volando alle sue spalle.
“… lo uccideremo.” Concluse serio il ragazzo.
Karma restò un paio di secondi a fissarlo impassibile,
per poi sorridere. “Inoltre, non credo si aspetti che tentiamo
seriamente di
ucciderlo mentre siamo qui. Darà per scontato che vogliamo
tornare a casa
subito per non incontrare problemi di alcun tipo.”
“Vero.” Intervenne Kaede. “Anche se di certo ci
metteremo
un po’ di più senza di lui, non credo che il governo
francese ci negherebbe un
volo di ritorno.”
“Non una volta che avremo ucciso il nostro caro
insegnante.”
I due eroi restarono in silenzio ad ascoltare e guardare
il trio di ragazzi.
“Quei… Quei tre… sono dei pazzi…”
Disse infine l’eroina,
deglutendo. “Come possono parlare così facilmente di
uccidere qualcuno?”
“E non è solo quello il problema… sono chiaramente
addestrati. Nemmeno noi con i Miraculous riusciremo a muoverci con
simili
riflessi.”
“A modo loro, ognuno di loro è pericoloso.”
Esclamò
Ladybug, tirando fuori il suo yo-yo. “Non saranno akuma, ma non
possiamo
lasciarli liberi di fare come vogliono nella nostra città!”
Chat Noir sorrise, per poi richiudere la sua arma. “Hai
perfettamente ragione. Però mi chiedo perché sono
così convinti che il governo li
aiuterebbe a tornare a casa.”
Ma prima che uno dei due potesse dire altro, uno
spostamento d’aria li investì, mentre di fronte ai tre
ragazzi si fermò
Koro-sensei, privo di alcun travestimento.
“Un akuma?” Fece l’eroe gatto, guardandolo sorpreso,
solo
per vedere la sua compagna scuotere la testa.
“No. Per quanto assurdo, dubito lo sia. Inoltre, quei tre
sembrano a loro agio nel vederlo. Probabilmente… è lui il
loro obiettivo.”
Come se li avesse sentiti e avesse deciso di confermare
la loro ipotesi, Koro-sensei si mise a ridacchiare.
“Allora, com’è stata la vostra giornata?”
Chiese lui,
mantenendo il suo solito ghigno, per poi evitare come se niente fosse
un
proiettile sparato da Karma.
“Direi che è stata interessante.” Rispose Kaede,
sorridendogli. “Come ci avevi chiesto, abbiamo scoperto contro
chi siamo andati
a sbattere ieri sera.”
“Oh, ottimo!” Esclamò il mostro, mentre sul suo
volto
appariva un cerchio rosso che lampeggiò un paio di volte prima
di sparire.
“Certo che è ironico.” Fece Nagisa, portandosi la
brioche
verso la bocca. “Noi giapponesi scriviamo spesso e volentieri di
supereroi e
simili che appaiono nelle nostre città, e ci capita di
incontrarne due a
Parigi.”
“Ehi, perché stai mangiando adesso quella brioche?”
Domandò
Koro-sensei. “Rischi solo di stare male durante il viaggio di
ritorno!”
“A dir la verità l’avevamo presa per te, ma visto
che hai
fatto tardi, mi è venuto un leggero languorino. Spero non ti
dispiaccia se me
la mangio io, dopotutto abbiamo letto che hai fatto una bella
scorpacciata per
tutta la città.”
Ma prima che Nagisa potesse dare un solo morso alla
brioche uno dei tentacoli di Koro-sensei gliela strappò di mano.
“Non posso permetterlo. Considerando la velocità a cui
dobbiamo
viaggiare, il tuo stomaco non riuscirebbe a tenerla dentro. E
personalmente non
ci tengo a vederti stare male mentre sei sotto la mia
responsabilità. Per
questo mi sacrificherò e la mangerò al tuo posto,
evitando così di sprecarla!” Continuò
la creatura, tirando fuori un fazzoletto bianco e fingendo di
asciugarsi delle
lacrime.
Tuttavia non fece in tempo a fare altro che un bastone grigio
lucido gli passò davanti agli occhi, colpendo in pieno la
brioche e facendola
cadere a terra, schiacciandola e facendo uscire della marmellata con
all’interno quelli che sembravano dei proiettili.
“Cosa?!” Esclamò sorpreso Nagisa, per poi voltarsi
verso
la direzione da cui proveniva il bastone, il quale si ritirò
fino a tornare
alle sue dimensioni originali tra le mani di Chat Noir, che era in
piedi dietro
di loro affiancato da Ladybug.
“Basta così!” Esclamò serio, per poi lasciare
che la sua
compagna lanciasse in avanti il suo yo-yo, che si avvolse intorno ai
tre
ragazzi, legandoli.
“Non pensavo che ci potessero essere dei ragazzi che
parlano di uccidere così facilmente.” Ribadì
l’eroina, questa volta parlando ai
diretti interessati. “E anche se il vostro obiettivo è un
mostro, questo non
giustifica le vostre intenzioni.”
“Maledizione! Questo filo non si rompe!” Esclamò
Karma,
cercando inutilmente di spaccare la cordicina dello yo-yo.
“Non avete idea di cosa avete fatto!” Gli gridò
invece
contro Nagisa. “C’eravamo quasi… ancora qualche
secondo e saremmo riusciti a
immobilizzarlo a sufficienza per colpirlo a morte!”
Con sorpresa dei due eroi, Koro-sensei si mise a ridere.
“In effetti, mi avete colto di sorpresa. Non pensavo avreste
tentato di farmi
mangiare i proiettili. Complimenti Nagisa, ce l’avevi quasi
fatta, ma la
fortuna è stata dalla mia parte.”
“Come, scusa?” Sbottò Chat Noir. “Questi
ragazzi ti hanno
quasi avvelenato e tu gli fai i complimenti?”
“Certo! Sono così orgoglioso di loro! Rischiare in questo
modo di restare bloccati dall’altra parte del pianeta pur di
uccidermi… sono
commosso!”
Ladybug e Chat Noir si guardarono sorpresi, per poi
riportare l’attenzione sul mostro.
“Non che non ci capiti spesso di fermare un omicidio,
anche se di solito è il mostro ad attaccare, ma… non
dovresti avere una
reazione del tutto diversa?”
“Se non fossero gli studenti di una classe assassina con
il preciso scopo di uccidermi, potrei anche essere d’accordo con
voi.” Rispose
Koro-sensei, facendo spalancare gli occhi ai due eroi. “Ma dato
che hanno solo
fatto il loro lavoro, posso solo elogiarli.”
“Una classe assassina?” Ripeté Ladybug. “Quale
mente
malata può aver deciso di creare una cosa simile?!”
“Ci è stato affidato questo compito dalle Nazioni Unite.
Anche se ufficialmente non lo diranno mai.” Rispose Kaede.
“E siamo stati
scelti noi solo perché Koro-sensei ha detto che non ci avrebbe
fatto del male e
ci avrebbe permesso di ucciderlo, a patto di riuscirci entro il
prossimo
marzo.”
“E che cosa succederà a marzo?” Domandò Chat
Noir,
cominciando a temere la risposta.
“Beh, prima di tutto, ci diplomeremo.” Rispose Karma.
“Poi cosa… ah, sì. Il mostro che avete appena
salvato distruggerà la Terra,
proprio come ha fatto con la luna.”
A questo i due eroi si voltarono di colpo verso
Koro-sensei, che per tutta risposta ridacchiò nuovamente.
“Proprio così. Ho
promesso di insegnare ai ragazzi della cosiddetta
classe E
di non intralciare i loro tentativi di uccidermi. Certo,
posso fare del mio meglio per restare in vita, ma non devo far loro del
male.”
“Tu… Sei stato tu a distruggere la luna?!”
Esclamò Chat
Noir, puntandogli contro il suo bastone. “E dire che sembravi
relativamente
innocuo.”
“Lui innocuo?” Fece Karma, mentre Ladybug li lasciava
andare. “Non lo avete visto quando fa sul serio.”
“Quindi non solo hai distrutto la luna. Hai minacciato di
fare lo stesso con la Terra e hai costretto un gruppo di ragazzi a
diventare
degli assassini! Questo è imperdonabile!”
“Quello che è imperdonabile… è che avete
intralciato il
nostro piano.” Fece Nagisa, con la testa abbassata e con tono
piatto. “Siete
intervenuti senza analizzare l’intera situazione.”
Sentendolo parlare così, i suoi due compagni fecero
istintivamente un passo indietro, con Karma che indossò un
sorriso nervoso.
“Nagisa si è arrabbiato…” Mormorò
invece Kaede,
guardandolo preoccupata mentre si allontanava.
“Nagisa, dove vai?” Chiese invece Koro-sensei.
“Devo fare quattro passi per calmarmi. Ora come ora non
sono dell’umore per fare qualche ora di viaggio.”
“Qualche ora? Ma per tornare in Giappone ci vorrà almeno
un giorno e-” Cominciò Ladybug, per poi fermarsi e
voltarsi a guardare
l’insegnante. “Sei stato tu a portarli qui, vero?”
“Esatto. Viaggio spesso per il pianeta per soddisfare
alcuni miei desideri, come un gelato, un dolce, un piatto particolare,
qualche
rivista rara… e questa volta mi hanno chiesto di portarli con
me. Ovviamente
non posso viaggiare alla mia massima velocità, perciò ci
metto più tempo del
solito.”
“Beh, allora temo che non potranno usare lo stesso metodo
per tornare a casa. Abbiamo commesso un errore, non lo faremo di
nuovo.” Fece
Chat Noir. “Ti fermeremo noi, qui e adesso!”
“Non vi conviene sfidarmi. Non sono un avversario facile
come quelli a cui siete abituati. Inoltre…” E qui il volto
del mostro perse il
suo sorriso, mentre la sua voce si fece più seria. “Voi
non siete miei
studenti, quindi non devo trattenermi nel rispondere ai vostri
attacchi.”
Ladybug e Chat Noir fecero un passo indietro, spaventati
da quel cambio di atteggiamento. Inoltre la creatura sembrava emanare
un’aura
di puro pericolo, che li fece rabbrividire fin dentro le ossa.
“Sono preoccupata per Nagisa… questa volta sembra esserci
rimasto davvero male.” Fece Kaede, distogliendo
l’attenzione di tutti, che si
voltarono a guardare il turchese sparire dietro un palazzo.
“Non preoccuparti.” Rispose Karma. “Non è la
prima volta
che uno dei suoi piani non va a buon fine. Certo, stavolta c’era
quasi
riuscito, ma vedrai che tornerà come prima.”
Poi si voltò a guardare il duo di eroi. “Lasciate a noi
il compito di uccidere Koro-sensei. Abbiamo letto che cosa fate qui a
Parigi, e
sebbene abbiate affrontato quasi ogni tipo di minaccia, peccate in una
cosa:
non avete il coraggio di uccidere qualcuno. Ogni cattivo che avete
sconfitto è
sempre tornato com’era prima di venire trasformato. Con il nostro
obiettivo ciò
non è possibile.”
“Confermo. L’unico modo per impedirmi di distruggere la
Terra è uccidermi. Non c’è altra via.”
Confermò Koro-sensei.
I due eroi restarono in silenzio per qualche secondo, poi
Ladybug prese la parola.
“È vero, noi due non uccidiamo… Però,
lasciare un simile
compito a dei ragazzi…”
“Non è lo stesso per voi?” Domandò Kaede.
“A guardarvi
non sembrate tanto più grandi di noi. Eppure difendete questa
città
mettendocela tutta. Normalmente non sarebbe un compito troppo
gravoso?”
“E se le cose sono andate come per gli eroi dei fumetti,
dubito abbiate avuto molta scelta, no?” Aggiunse Karma,
sorridendo.
Ladybug ripensò per un attimo al giorno in cui aveva
ottenuto il suo Miraculous, per poi scuotere la testa e mettere via lo
yo-yo.
“Mia signora?” Domandò Chat Noir, guardandola
girarsi.
“Hanno ragione. Non condivido ciò che vogliono fare,
tuttavia non ho alcun diritto di oppormi alla loro decisione. Qualcuno
deve
farlo… e non siamo noi quel qualcuno, Chat. Lo hai detto tu
prima, questi tre
ragazzi sono ben addestrati, e se tutta la loro classe è
così… Allora sarebbe
inutile intervenire qui. E se le Nazioni Unite hanno affidato a questi
ragazzi
questo compito, significa che non sono stati in grado di fare
nulla.”
“Effettivamente, hanno provato in ogni modo a fermarmi,
fallendo ogni volta. Sono troppo veloce per i loro missili. E gli altri
assassini che mi hanno mandato contro si sono rivelati incapaci di
portare a
termine il loro incarico. E no, non ho ucciso nessuno di loro.”
Ladybug si voltò a guardarlo. “Sei diverso dai soliti
cattivi con cui abbiamo a che fare, e non parlo delle tue
capacità. Sei un
cattivo, ma ti comporti da buono. Non è una cosa che si vede
tutti i giorni,
almeno non così apertamente.”
Koro-sensei ridacchiò. “Sono un insegnante, devo fare del
mio meglio per insegnare ai miei studenti il più possibile. Che
sia matematica
o il metodo migliore per cogliere alle spalle qualcuno, è
indifferente.”
Ladybug annuì, per poi lanciare in alto il suo yo-yo e
saltare via.
“Ah, Ladybug, aspettami!” Esclamò Chat Noir,
correndogli
dietro e allungando la sua arma per stare al suo passo.
“Un duo interessante… non credo di poterli davvero odiare
per aver interferito, dopotutto hanno semplicemente fatto quello che
avrebbe
fatto qualsiasi altro supereroe.” Commentò Karma, mentre
tentava con nonchalance
di colpire Koro-sensei con il suo coltello.
“Vero. Ora vediamo di ritrovare Nagisa, così da poter
tornare a casa. Avete qualche idea su dove possa essere andato?”
A rispondere fu Ritsu. “Ha spento il telefono, perciò non
posso ritracciarlo.”
“Forse è davvero meglio lasciarlo calmarsi un
po’.”
Convenne Koro-sensei.
Un panello di metallo cominciò ad aprirsi, rivelando una
vetrata con il tema di una farfalla disegnato sopra, dietro alla quale
Papillon
sorrise, battendo il suo bastone sul pavimento.
“Cos’è questa? Un’anima turbata dal fallimento
e dalla
frustrazione… e da un odio nascente verso Ladybug e Chat
Noir.” Disse, non
riuscendo a reprimere in alcun modo il suo ghigno. “Avevo
avvertito tre
potenziali vittime, ma non speravo di poter usare una di loro.”
Mentre diceva ciò una farfalla bianca si posò sul palmo
della mano che aveva aperto.
L’uomo poggiò sopra l’altra mano, chiudendo
l’insetto
all’interno e avvolgendolo con un’aura nera, che quando
scomparve lasciò una
farfalla nera, che volò subito fuori dal foro della vetrata.
“Vai, mia piccola akuma, e oscura il cuore di questo
ragazzo che vuole solo salvare il mondo!”
Nagisa tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, tentato
di accenderlo sapendo bene che i suoi amici lo stavano sicuramente
cercando,
per poi ripensarci e mettendolo nuovamente via.
Senza nemmeno rendersene conto, aveva vagato fino a
ritrovarsi di nuovo al parco dove si trovava la statua dei due eroi,
che in
quel momento si stava guadagnando uno sguardo pieno di rabbia da parte
del
turchino.
“Se solo non avessero interferito… Ora il mondo potrebbe
essere salvo…” Mormorò, ignorando una farfalla nera
che gli volò davanti agli
occhi, soffermandosi sulla sua cravatta.
Non si rese minimamente conto di quando essa entrò
all’interno del tessuto, tantomeno della maschera a forma di
farfalla che
ricoprì il suo volto.
“
Le Meurtrier,
io sono Papillon.” Si sentì dire direttamente nella testa.
“Ho sentito che stai
facendo del tuo meglio per salvare la Terra. Un proposito lodevole.
Tuttavia so
anche che ci sono diversi ostacoli… Il potere superiore del
mostro che la
minaccia, l’interferenza di eroi che non sanno fare il loro
dovere… Io posso
aiutarti.”
Nagisa restò in silenzio per qualche secondo. “Come?”
“Posso donarti gli stessi poteri del tuo obiettivo. Tutto
quello che chiedo in cambio sono i Miraculous di Ladybug e Chat Noir,
ossia gli
orecchini di lei e l’anello di lui. Ti chiedo solo questo per
salvare la Terra.
Direi che è un prezzo ragionevole, no?”
Sul volto di Nagisa apparve per la prima volta un ghigno
malvagio, mentre dalla sua cravatta cominciò ad uscire una nube
nera, che
iniziò ad avvolgerlo.
“Abbiamo un patto. Solo una cosa…”
Mentre diceva ciò venne completamente avvolto
dall’oscurità.
“Il mio nome non è Nagisa… e nemmeno Le
Meurtrier…”
continuò, mentre dalle tenebre uscirono di colpo una decina di
tentacoli
azzurri.
“Il mio nome è Koro-gakusei!” Esclamò,
dissipando la nube
nera e rivelando il suo nuovo aspetto.
Era una fotocopia un po’ più piccola di Koro-sensei, solo
di colore azzurro e al posto della toga indossava una versione distorta
della
sua divisa scolastica, con la cravatta in bella vista, sulla quale ora
era
disegnato un serpente azzurro.
“E la prima cosa che farò… sarà uccidere
Ladybug e Chat
Noir!” Continuò, per poi agitare i tentacoli e tagliare in
due la statua.
“Ahh!!!” Gridò Koro-sensei, osservando il cono
gelato che
teneva in mano rompersi, lasciando cadere a terra il gelato.
“Avevo usato i
miei ultimi risparmi per comprarlo!”
Karma e Kaede ridacchiarono per le buffonate del loro
insegnante.
“Nagisa starà bene? Non ha ancora riacceso il
cellulare.”
Fece la ragazza, tentando ancora una volta di contattare il compagno.
Ma questa volta Karma non disse nulla, limitandosi a
guardare il cielo.
“Non lo so… Solitamente non tiene rancore per così
tanto
tempo… anzi, di solito non lo tiene proprio.”
Koro-sensei spostò anche lui lo sguardo verso l’alto,
restando in silenzio e non riuscendo a respingere la sensazione che
stesse per
succedere qualcosa di grave.
~~~~~~~~~~~~
“Argh, che rabbia!” Esclamò Alya, lasciandosi cadere
su
letto di Marinette assieme al suo cellulare, che scivolò vicino
al cuscino. “Ho
passato tutto il giorno a visitare ogni singola panetteria e
pasticceria a
chiedere se qualcuno aveva visto quel tipo, ma nulla! Anche sul
Ladyblog non
c’è stata alcuna novità, a parte qualcuno che si
è divertito a scrivere che si
trattava sicuramente di un insegnante in incognito.”
Marinette la guardò sorpresa, sapendo bene che era la
verità. “E chi l’ha scritto questo?”
“Uno che si è firmato come Karma, scritto però in
giapponese. La cosa strana è che non c’era nemmeno un
indirizzo ip a
indentificarlo, tanto che il blog lo aveva classificato automaticamente
come
spam.”
“Dai, vedrai che alla fine sarà stato tutto un elaborato
scherzo. Chissà, magari qualcuno che si diverte a trasmettere
proiezioni o robe
simili…”
“Ne dubito fortemente. Dopotutto, tu ci hai parlato per
ben più tempo di chiunque altro lo abbia mai intravisto finora.
Sicura che non
abbia detto nulla che possa aiutarlo a indentificarlo?”
Marinette annuì.
“A dir la verità, Koro-sensei sa essere piuttosto schivo
quando vuole.” Disse una voce che risuonò nella stanza.
“Koro… sensei?” Ripeté Alya, per poi
spalancare gli
occhi. “Ehi, chi ha parlato?!”
“Scusate l’intrusione. Sono stata io.”
Non appena sentirono ciò videro lo screen saver del
computer di Marinette scomparire, lasciando spazio al desktop,
all’interno del
quale c’era Ritsu, la quale le salutò con la mano.
“C-Cosa… Cos’è quello?” Fece Alya
sorpresa, guardando l’amica
che scosse la testa, continuando a fissare con gli occhi sgranati lo
schermo.
“Non ne ho idea.”
“Sono una compagna di classe di Nagisa, Karma e Kaede.”
Rispose l’intelligenza virtuale. “E sono una degli allievi
di Koro-sensei, o
come lo chiamate voi, del fantasma tentacolare.”
“È davvero un insegnante?!” Esclamò la
blogger, mentre
Marinette deglutiva. Significava che sapevano tutti quanti chi era?
“Oh sì, e anche uno dei migliori. Certo, spesso cambia
argomento quando ci spiega come possiamo ucciderlo meglio, però
capiamo sempre
tutto al volo.”
“U... Ucciderlo?”
“Ma questa è un’altra storia. Scusate ancora
l’intrusione, ma stavo cercando l’amministratrice del
Ladyblog per conto di
Koro-sensei, e seguendo le tracce del suo cellulare sono arrivata qui.
Ho
preferito apparire su questo computer solo per praticità.”
A sentire ciò l’eroina tirò internamente un sospiro
di
sollievo.
“Vuole forse rilasciarmi un’intervista?!”
Esclamò invece
entusiasta la sua amica.
“Beh, potrebbe anche farlo. Ma prima abbiamo bisogno del
tuo aiuto. Vorremo entrare in contatto con Ladybug e Chat Noir, e solo
tu
sembri essere in grado di fargli avere subito dei messaggi, anche se
solo
tramite il tuo blog.”
Sentendo ciò Alya sembrò quasi volare per
l’entusiasmo,
cominciando letteralmente a saltare sul posto.
“Io contattare per un’emergenza Ladybug e Chat Noir?
Questo è un sogno!” Gridò, per poi tornare a
guardare Ritsu. “Puoi raggiungermi
sul computer di casa mia? Da lì posso gestire meglio il
blog.”
“Sto già mandando una mia copia laggiù. Non
preoccuparti,
resterò in attesa per spiegarti tutto quanto.”
Alya non se lo fece dire due volte e recuperò al volo
tutte le sue cose.
“Scusa Marinette, ma come hai sentito è abbastanza
urgente! Ti farò poi sapere tutto quanto!” Le urlò,
scendendo dalla botola
della stanza senza lasciare il tempo all’amica nemmeno di
salutarla.
“Quando si tratta di Ladybug non sente più
ragioni…” Mormorò
divertita.
“Temevo ci sarebbe voluto più tempo per mandarla
via.”
Disse invece Ritsu, attirando l’attenzione della ragazza su di
sé. “Immaginavo
che non volessi parlassi con lei presente, vero Ladybug?”
Marinette spalancò gli occhi, guardando spaventata il
programma.
“C-Come scusa? Io Ladybug? Suvvia, non essere assurda…
devi avere qualche tipo di malfunzionamento e-”
Ma s’interruppe quando sullo schermo apparve una sua foto
parallela a una di Ladybug, le quali si sovrapposero guidate da Ritsu.
“Non capirò mai voi umani. Riuscite a ingannarvi a
vicenda così facilmente… Com’è possibile che
nessuno ci sia ancora arrivato?”
“Che cosa vuoi?” Chiese Marinette, seria.
“L’aiuto tuo e di Chat Noir.” Rispose Ritsu.
“Il nostro
compagno, Nagisa, è sparito dopo che avete sventato il suo piano
per uccidere
Koro-sensei. Nonostante mi sia collegata a tutte le telecamere della
città non
sono riuscita a ritracciarlo, e la cosa comincia a preoccuparmi. Voi
due siete
gli eroi di Parigi, quindi immagino conosciate bene la città, i
luoghi dove
nascondersi e cose così.”
Marinette voleva cercare di sembrare indifferente, ma il
senso di colpa per aver messo in quella situazione quel ragazzo non
pareva
pensarla allo stesso modo.
“Va bene.” Sospirò infine. “Però ti
chiedo di non
rivelare a nessuno ciò che hai scoperto. Ne va della sicurezza
di chi mi è caro
e-”
“Sì, lo so, ho letto diverse storie con supereroi,
perciò
ho già cifrato tutte le informazioni sulla tua identità e
su quella di Chat
Noir con un complesso algoritmo. Nessuno potrà accedere a quei
file.”
A quel punto Tikki decise di uscire allo scoperto,
soffermandosi di fronte allo schermo. “Ma perché dovremmo
fidarci di voi?
Dopotutto, il vostro insegnante ha ammesso di aver distrutto la
luna.”
“Perché noi siamo gli studenti della Classe E, la classe
scelta per ucciderlo.” Rispose Ritsu sorridendo. “E poi non
è così male.
Sapete, io ero una semplice intelligenza artificiale con l’unico
scopo di
ucciderlo, ignorando tutto il resto. Ma lui mi ha riprogrammata,
permettendomi
così di essere praticamente identica a qualsiasi altra
ragazza… a parte il
fatto che non ho un vero e proprio corpo. E anche gli altri miei
compagni…
tutti loro hanno avuto grandi aiuti da Koro-sensei.”
Marinette restò a fissare la ragazza virtuale, per poi
sospirare, portandosi una mano sulla fronte. “Perché non
posso mai avere
qualcosa di facile nella vita? L’unico cattivo che dicendo di
essere tale
agisce come la più buona delle persone me lo dovevo beccare io,
eh?” Disse,
sorridendo. “E va bene. Dammi un minuto e ci sono. Chat Noir lo
hai già
avvisato tu o ci devo pensare io?”
“In questo momento mi sta supplicando di lasciargli anche
un solo misero indizio per capire chi sei davvero. Certo che
però, entrambi
avete dei modi strani verso la vostra cotta… Proprio come te che
hai di tutto e
di più su Adrien Agreste, Chat Noir sembra avere un vero e
proprio archivio di
materiale su Ladybug.”
“C-Cosa? Poi dovrò avere due paroline con lui sulla
questione allora…” borbottò, mentre le sue guance
si tingevano di rosso e Tikki
ridacchiava divertita.
“Ladybug!!! Menomale che sei arrivata!!!” Gli gridò
contro un Koro-sensei in lacrime non appena atterrò nel punto
indicatole da
Ritsu.
“Ho fatto il prima possibile. Qualche novità?”
A quella domanda le lacrime del mostro sembrarono solo
aumentare, mentre si portava i tentacoli sul volto. “Non posso
credere di aver
perso uno studente durante una gita non autorizzata! Questo potrebbe
costarmi
il posto di lavoro!”
Ladybug restò in un silenzio imbarazzante, mentre Karma e
Kaede scuotevano la testa, rassegnati.
“Per essere il mostro che ha distrutto la luna, ha
decisamente troppe preoccupazioni.” Ridacchiò il rosso,
per poi alzare lo
sguardo quando anche Chat Noir li raggiunse.
“Che mi sono perso?” Domandò, guardando
l’insegnante in
lacrime.
“Nulla di importante. Mentre venivi qui hai visto nulla?”
Chiese l’eroina, solo per sentire uno squillo come risposta.
Kaede tirò fuori il cellulare, dove una Ritsu agitata
aprì subito una pagina internet, mostrando il Ladyblog.
“Temo che i guai siano appena diventati più gravi.”
Disse
l’intelligenza artificiale, mentre il cellulare caricava la foto
della statua
di Ladybug e Chat Noir distrutta, che Kaede mostrò subito agli
altri. “Da quel
che ho letto, un simile gesto non può essere opera di un
semplice vandalo.”
“Un akuma.” Disse semplicemente l’eroina.
“Fantastico, ci
mancava anche quello.”
“Cosa facciamo mia signora?” Domandò Chat Noir,
guardando
la compagna.
“Dobbiamo subito trovare Nagisa!” Gridò Koro-sensei.
“Se
c’è un mostro per le strade di Parigi, potrebbe essere in
pericolo e-”
Ma la creatura gialla s’interruppe di colpo.
“Che succede?” Chiese Karma, sorpreso per
l’interruzione
brusca del loro insegnante.
“C’è qualcosa di strano
nell’aria…” Rispose Koro-sensei,
senza la minima traccia di ilarità nella voce. “È
come se- Attenzione!”
Il suo urlo fu accompagnato dal suo muoversi velocemente,
prendendo sia Ladybug che Chat Noir con i suoi tentacoli e spostandoli
giusto
un istante prima di venire colpiti da qualcosa di sufficientemente
potente da
spaccare l’asfalto, e tanto veloce da risultare quasi invisibile
se non per una
scia azzurra.
“Cos’è stato?!” Esclamò Ladybug, mentre
veniva lasciata
andare.
“Uhm… A quanto pare dovevo fare più
attenzione… Non sono
riuscito a nascondere del tutto la mia presenza…” Disse
una voce a loro
famigliare parlando in francese.
Subito dopo di fronte a loro apparve Nagisa con il suo
nuovo aspetto, con lo stesso inquietante sorriso che era diventato il
marchio
di fabbrica di Koro-sensei.
“Beh, direi che ci sta. Devo ancora abituarmi a muovermi
così velocemente e in questa forma fatico a controllare la mia
aura omicida.”
I tre giapponesi guardarono increduli il nuovo arrivato,
mentre Ladybug e Chat Noir impugnarono subito le loro armi.
“N-Nagisa?!” Esclamò Koro-sensei, guardando con
occhi
spalancati il suo studente, che alzò un tentacolo per poi
muoverlo in
negazione.
“Non più. Mi sono permesso di usare a mia volta il
suggerimento di Kaede per decidere il mio nuovo nome, perciò ora
chiamatemi
pure Koro-gakusei.”
“Ehi… ma perché ora parla in francese?”
Domandò Chat
Noir. “Avevo capito che non sapeva una sola parola.”
“Ho usato le mie nuove abilità per imparare la vostra
lingua. Dopotutto… non posso di certo uccidervi senza che voi
capiate nulla,
no? In fondo, Papillon vuole solo i vostri Miraculous… non vi
vuole in vita.”
I due eroi fecero per replicare, solo per zittirsi e
voltarsi spaventati.
Koro-sensei era diventato completamente nero, cominciando
ad emanare un’aura oscura, facendo indietreggiare anche i due
studenti. Il suo
solito ghigno era stato sostituito da un’espressione di pura
rabbia.
“Quindi è stato tale Papillon a farti questo?!”
Esclamò
irato l’insegnante.
“Già. È stato così generoso da donarmi i
tuoi stessi
poteri… così da poterti finalmente uccidere! Ora sono in
grado di farlo!”
“Beh… questo è un risvolto decisamente
imprevisto.” Disse
Karma, facendo un passo in avanti e tirando fuori il suo pugnale.
“Ma questo
significa anche che hai i suoi stessi punti deboli.
Perciò-”
Il rosso non riuscì a finire la frase che Nagisa si
trasferì
davanti a lui, per poi prenderlo e sollevarlo, facendolo volare contro
un muro.
“Non mi provocare, Karma. Ormai non sei più in grado di
farmi nulla.” Disse la creatura azzurra, per poi voltarsi verso i
due eroi e il
suo insegnante. “Ma è contro voi tre che voglio dare tutto
me stesso.”
Ladybug cominciò a far girare lo yo-yo, solo per vedere un
tentacolo di Koro-sensei passarle davanti al volto, come per fermarla.
“Non sottovalutarlo. Inoltre, la questione ora si è fatta
molto più pericolosa di prima.” Disse l’insegnante,
tornando al suo colore
originario. “In questo momento non siamo solo noi a rischiare la
vita. Ora come
ora tutto il pianeta è a rischio di non arrivare al prossimo
marzo.”
“Cosa vuoi dire?” Domandò Chat Noir. “Non
avevi detto
che-”
“Non sono più io il solo problema!” Esclamò
Koro-sensei.
“Papillon ha fatto un grosso, gigantesco e potenzialmente
apocalittico errore
trasformando Nagisa in una mia copia!”
~~~~~~~~~~~~~
Il suono di una suoneria svegliò un ragazzo dai capelli
neri, il quale dormiva con un guantone da baseball sul comodino e,
all’insaputa
dei genitori, una pistola e un coltello nel cassetto.
“Sugino! Svegliati, presto!” Esclamò Ritsu dal suo
cellulare.
Il ragazzo sbadigliò, per poi afferrare il telefonino.
“Ritsu… sai che ore sono?”
“Lo so, ma la situazione è un’emergenza. Sto
chiamando
tutti gli altri nello stesso momento, oltre che Karasuma-san.”
“Eh? Che cosa sta succedendo?” Domandò Sugino,
svegliandosi completamente. Non aveva mai visto la sua compagna di
classe
virtuale così allarmata.
Come risposta Ritsu aprì un video in streaming, dove era
possibile vedere Koro-sensei affiancato dai due eroi parigini, mentre
sullo
sfondo c’era Karma che si stava rialzando con l’aiuto di
Kaede. E in mezzo ai
due gruppi c’era Nagisa, il quale guardava sorridendo le sue tre
prossime
vittime.
“C-Cosa? E quello chi è? Un altro fratello di
Koro-sensei?” Esclamò incredulo il ragazzo, solo per
vedere Ritsu cercare di
nascondersi dietro la finestra del video. “Ritsu?”
“Quello… Quello è Nagisa…”
“Nagisa?!” Ripeté un uomo dai capelli neri sulla
trentina, alzandosi subito dal letto e cominciando subito a vestirsi.
“Com’è
possibile?”
“Non ne siamo del tutti sicuri, ma pare ci sia dietro qualcuno
in grado di trasformare le persone in mostri o di donargli
abilità speciali. E
in questo momento Nagisa è sotto il suo controllo, con
l’unico obiettivo di
uccidere Koro-sensei e i due eroi locali.”
“Mentre per il primo non sarebbe un problema, non
possiamo lasciargli uccidere dei civili. Inoltre… il fatto che
ora abbia le
stesse abilità di quel mostro e sia sotto il controllo di
qualcun altro è preoccupante.”
“Sto già avvisando tutti gli altri studenti della Classe
E, così da poter avere supporto per riuscire a fermarlo. Se
qualcuno di loro
conosce un eventuale punto debole di Nagisa potrebbe essere utile
saperlo.”
“Ottima idea. Io vedrò subito di mettermi in contatto con
l’esercito per impedire un loro intervento. Non vorrei che
pensassero di
bombardare la zona per paura di dover affrontare due di quei mostri
assieme.”
~~~~~~~~~~~~~
“Cosa intendi dire? Fa parte del
pacchetto da cattivo
dover distruggere la Terra?” Domandò Ladybug,
guardando la creatura al loro fianco.
“Diciamo che la situazione è un po’ più
complicata. Ma
mentre io sono in grado di gestirla, Nagisa non lo è. Inoltre in
questo momento
è completamente pieno di una sete di sangue che solitamente
riesce a
reprimere.”
“Prima non mi sembrava così pericoloso.”
Replicò Chat
Noir.
“Le apparenze possono ingannare, dovreste saperlo. Se a
prima vista sembra il più tranquillo della mia classe, devo
ammettere che se
c’è qualcuno in grado di uccidermi, quello è
proprio Nagisa.”
“Rassicurante.”
“Ma purtroppo vero.” Fece Karma, guardando il suo
compagno. “Odio ammetterlo, ma è la verità. A modo
suo Nagisa ha sempre saputo
far paura.”
“Ma ora come facciamo a fermarlo?” Domandò Kaede,
ricevendo una risata come risposta dal diretto interessato.
“Non potete. L’unico in grado è Koro-sensei, ma non
può
farmi del male. Limite che io non ho.”
Il mostro giallo non disse nulla, ma si poteva percepire
il suo nervosismo.
“Allora dovremo pensarci noi a fermarti!” Esclamò
Ladybug. “Ci basterà scoprire dove si nasconde
l’akuma e purificarla.”
“Se ha copiato Koro-sensei…” Rifletté Kaede,
per poi
spalancare gli occhi.
“Il suo punto debole è la cravatta!” Gridò
Ritsu dai
telefonini. “È lì che Koro-sensei ha il cuore!
Quindi-”
“Saperlo non vi servirà a nulla. Ora posso muovermi
troppo velocemente per voi!”
Dicendo ciò scomparve dalla vista, e Ladybug poté giusto
sentire un colpo alla pancia prima di ritrovarsi a volare via per
l’attacco
ricevuto.
“Ladybug!” Urlò preoccupato Chat Noir, solo per
ritrovarsi di fronte Nagisa e riuscendo per pura fortuna a parare il
colpo
destinato a lui usando il suo bastone.
Prima che lo studente trasformato potesse ripetere
l’attacco, Koro-sensei si mise in mezzo. “Basta così
Nagisa! Devi cercare di
riprendere il controllo! Non lasciarti manovrare così!”
“Chi è che si sta facendo manovrare? Sono assolutamente
libero e so perfettamente cosa sto facendo. Proprio come con
Takaoka.”
“Non sono sicuro di voler sapere chi è questo
tizio…” Mormorò
Ladybug, rialzandosi e massaggiandosi la pancia, solo per vedersi
porgere un
pugnale da Karma.
“È stato un nostro insegnante per un solo giorno. Voleva
trasformarci in una specie di macchina assassina vivente, ma Nagisa,
con nostra
sorpresa, è riuscito a metterlo fuori gioco, costringendolo
così a ritirarsi. E
ti consiglio di usare questo se speri di affrontarlo.”
“Non voglio uccidere il vostro amico.”
“Nemmeno noi. Ma se vuoi affrontarlo, ti servirà
un’arma
adatta. Koro-sensei è immune a tutte le armi comuni, ma
queste…” E dicendo ciò
mise un dito sulla punta del pugnale, che si piegò come se fosse
stato di gomma.
“… sebbene siano totalmente innocue per noi, per lui sono
come acido. Ed è
probabile che ora anche Nagisa abbia lo stesso problema.”
Ladybug fissò il pugnale per qualche secondo, per poi
scuotere la testa. “Capisco, ma ancora non posso farlo. Non credo
tu possa
capirlo, ma io e Chat Noir siamo dei simboli… non possiamo
tradire i nostri
principi. Quindi anche se normalmente quell’arma è
innocua, non possiamo
usarla.”
Karma la guardò impassibile, per poi ghignare. “Quindi
gli eroi si comportano davvero così? Non so se elogiare la cosa
o se
considerarla incredibilmente stupida.”
Ladybug non disse altro, si limitò a far girare il suo
yo-yo fino a creare una specie di scudo con la sua rotazione, per poi
lanciarsi
all’attacco contro Nagisa, che vedendola arrivare aumentò
il suo ghigno, per
poi sparire dalla vista di Koro-sensei e riapparire alle spalle
dell’eroina.
“Ladybug, attenzione!” Urlò Chat Noir, solo per
vedere i
tentacoli del mostro raggiungere gli orecchini della ragazza e
strapparli via.
L’eroina di Parigi ebbe appena il tempo di rendersi conto
di cos’era successo prima di venire avvolta da una luce rossa.
“Sì!” esclamò Papillon, chiudendo le mani in
un pugno di
esultanza. “Finalmente ci sono riuscito! Il Miraculous di Ladybug
ora è in mano
mia!”
Koro-sensei si mosse velocemente e afferrò la ragazza
prima ancora che la luce della trasformazione si dissipasse, per poi
portarla
lontana.
Con sorpresa di Marinette, quando si fermarono indossava
ancora il suo costume, anche se gli orecchini mancavano.
“C-Cosa…?” Fece sorpresa, solo per sentire
l’insegnante
ridacchiare.
“Mi sono permesso di prendere in prestito il costume da
un negozio qui vicino. Spero che la misura sia giusta, anche con la mia
velocità non sono riuscito a prendere le misure esatte e sono
dovuto andare a
occhio.”
“V-Va bene…” Rispose lei, deglutendo nel tornare a
guardare Nagisa, che infilò gli orecchini in una tasca della sua
divisa. “Ma
questo è un guaio… Ora non possiamo purificare
l’akuma!”
Koro-sensei fece sparire il suo sorriso. “Già… era
quello
che temevo. La prima cosa che dobbiamo fare è recuperare quegli
orecchini.”
“Ladybug!” Esclamò Chat Noir, raggiungendoli.
“Tutto
bene?”
“A parte che ho perso il mio Miraculous, direi di sì. Fai
attenzione Chat, se prende anche il tuo, Papillon avrà
vinto.”
“Tuttavia non dovrai preoccuparti della tua
identità.” Fece
il polipo umanoide, alzando un tentacolo e mostrando una copia del
costume dell’eroe
gatto. “Già che c’ero ho preso anche questo per ogni
evenienza.”
“Non sono proprio sicuro di esserne felice…”
Replicò Chat
Noir, per poi guardare ancora Marinette. “Non preoccuparti mia
signora, ci penserò
io a risolvere tutto quanto!”
Senza attendere oltre cominciò a correre contro Nagisa,
il quale sorrise, per poi portare in avanti uno dei suoi
tentacoli… solo per
vederlo cadere a terra dopo aver sentito uno sparo.
Tenendo ancora in mano sia il pugnale che la pistola,
Karma ghignò. “Nagisa, non è da te dimenticarti
degli altri.” Disse tranquillo.
Nagisa lo fissò impassibile, mentre l’arto reciso
ricresceva completamente in pochi secondi.
“Volevo lasciarvi in disparte. Dopotutto, non ho nulla
contro di voi… Ma se ci tieni così tanto a ostacolarmi,
non mi tirerò indietro.
Ma prima…”
E senza che potessero fare altro, si spostò nuovamente,
colpendo in pieno stomaco Chat Noir, che volò via, mentre il suo
anello
scivolava via dal dito.
Koro-sensei si mosse ancora una volta, riuscendo a
prendere in tempo Adrien e a mettergli su il costume prima che potesse
rivelare
la sua identità segreta, mentre l’anello rotolava a terra,
lasciando uscire da
esso Plagg, che si massaggiò la testa.
“Che botta…” Borbottò, per poi voltarsi e
rendersi conto
della situazione in cui si trovavano. “E che guaio…”
“E così finisce la storia di Ladybyg e Chat
Noir…” Fece
Nagisa, fermandosi quando vide Karma prendere l’anello ora
argentato.
“Quindi è questo il famoso Miraculous?” Disse,
osservando
l’anello tra le dita, mentre continuava a tenere la pistola
puntata contro il
suo compagno di classe.
Chat Noir lo guardò per qualche secondo, per poi spostare
lo sguardo verso il mostro, analizzando velocemente la situazione.
“Plagg… temo non ci sia altra soluzione.” Disse
infine,
guardando il kwami.
“Che cosa vuoi dire A-Chat Noir?”
“Non riuscirei mai a recuperare l’anello senza che venga
preso prima… Temo dovrai usare un sostituto.”
“Eh?” Fece lo spirito gatto, per poi spalancare gli
occhi. “EH?! Non dirai sul serio, vero?!”
“Dopo ti darò una forma extra di formaggio! Karma,
giusto?” Urlò Adrien al rosso, che voltò appena gli
occhi verso di lui.
“Indossa l’anello e urla
‘Plagg,
trasformami’!”
“Cosa?! Sul serio?!” Esclamò Ladybug, guardandolo
incredula.
“Meglio che restare fermi a fare nulla, no, mia signora?”
Karma ghignò, per poi infilarsi l’anello
sull’anulare
della mano destra.
Plagg sospirò, per poi avvicinarsi. “Sarà meglio
per te
non abusare di un simile potere.” Disse infine, per poi voltarsi
verso Chat
Noir. “E voglio due pezzi interi di camembert!”
“Un gatto che mangia formaggio? Beh, questa è singolare
come cosa.” Ridacchiò Karma, per poi alzare la mano e
lasciare cadere a terra
le armi. “Plagg, trasformarmi!”
Il kwami venne risucchiato all’interno dell’anello, che
divenne subito nero, mentre i vestiti del rosso venivano trasformati
nella
famigliare tuta di Chat Noir, con le orecchie da gatto che spiccavano
dai suoi
capelli rossi.
Prima che potesse ammirare totalmente lo strano spettacolo
di vedere la trasformazione, Chat Noir venne afferrato dai tentacoli di
Koro-sensei, che cominciò a scuoterlo con un’espressione
preoccupata.
“Ti rendi minimamente conto di cos’hai appena
fatto?!” Urlò
in preda al panico, continuando a percuoterlo.
“H-Ho appena dato la possibilità a un tuo allievo di
fermare
Nagisa?” Rispose lui.
“No! Hai appena dato a Karma il potere della distruzione!
A Karma, capisci?!”
“Ha fatto che cosa?!” Urlò un ragazzo giapponese dai
capelli castani con i lati biondi, guardando il video che Kaede stava
riprendendo e trasmettendo a loro grazie a Ritsu, la quale stava
aggiungendo i
sottotitoli in tempo reale.
“B-Beh… Credo che Koro-sensei abbia riassunto bene la
situazione…”
“Quindi ora non solo abbiamo un Nagisa impazzito con i
poteri di quel mostro, ma abbiamo anche Karma con il potere della
distruzione
letteralmente tra le mani?!”
Mentre diceva questo, Terasaka vide apparire ai lati del
video principale alcuni video di Chat Noir che, con il solo tocco della
sua
mano, distruggeva istantaneamente diversi oggetti, tra cui nientemeno
che la
Torre Eiffel stessa.
“Esatto. Finora tale potere non ha mai creato nessun
danno permanente, questo grazie al potere di Ladybug, che alla fine
è in grado
di riportare tutto a com’era prima dell’attacco
dell’akuma.”
“Ma ora Ladybug è senza poteri, no?!”
“Già… Ed è tutto nelle mani di
Karma…”
“Siamo condannati… tanto vale cercare subito un razzo con
cui abbandonare la Terra… Ora abbiamo tre mostri in giro!”
Karma si guardò le mani ora ricoperte dai guanti
artigliati, chiudendole un paio di volte a pugno.
“Quindi è così che ci si sente ad essere un eroe,
eh?” Commentò
sorridendo, per poi portare una mano dietro, prendendo il bastone, che
si
allungò subito al suo solo pensiero.
“Karma… pensi davvero che anche così tu sia in
grado di
affrontarmi?” Domandò Nagisa, fissandolo impassibile.
“Certo. Dopotutto, finché non ti sei messo davvero
d’impegno io sono stato l’unico ad avvicinarsi a uccidere
Koro-sensei. Con te
non sarà diverso.” Disse, per poi dividere in due
l’arma, facendo girare un
paio di volte i pezzi tra le mani, per poi fermarsi di colpo e
mettendosi in
una posizione d’attacco.
Sul volto di Nagisa apparve una X gialla. “Sei solo uno
stolto! Dammi il Miraculous, così che io possa tenere questi
poteri e uccidere
Koro-sensei una volta per tutte!”
“L’unico stolto qui sei tu. Sei totalmente accecato dal
volerlo uccidere che non ti rendi nemmeno conto del patto con il
diavolo che
hai fatto. E sono io a dirlo, il che è tutto dire.”
Immediatamente il colore azzurro di Nagisa si fece più
scuro, fino a diventare blu. “Che cosa ne vuoi sapere tu?!”
Urlò, partendo a
tutta velocità all’attacco.
Karma sorrise, per poi far allungare i due bastoni in
alto giusto un istante prima di venire colpito, venendo così
spinto in alto.
Continuando a tenere addosso il suo ghigno, spostò
velocemente le due armi, riuscendo così a colpire Nagisa e a
spingerlo proprio
contro il pugnale a terra, il quale cominciò subito a sciogliere
la carne con
cui entrò in contatto, costringendo lo studente a trattenere un
gemito di
dolore.
“Che succede, Nagisa? Mi pare che tu non riesca a tenermi
testa.”
Il mostro sembrò quasi ringhiare, per poi sparire e
riapparire alle spalle di Karma.
Ma prima che i tentacoli azzurri potessero raggiungerlo,
i loro omologhi gialli si misero in mezzo, fermandoli.
“Basta così! Se hai intenzione di continuare ad attaccare
Karma, un tuo compagno di classe, non posso più restare
fermo!” Esclamò Koro-sensei,
per poi respingere indietro Nagisa, che andò a sbattere contro
un muro.
“Mi chiedevo se avessi intenzione di restare a guardare o
no.” Fece Karma, tornando a terra.
“Dopo discuteremo bene della tua idea di accettare un
simile potere senza pensarci due volte.” Gli disse
l’insegnante, senza
distogliere l’attenzione dalla nuvola di polvere creatasi dopo
l’impatto. “Ora
pensiamo solo a recuperare quegli orecchini prima che sia troppo
tardi!”
Karma annuì, per poi saltare indietro quando Nagisa tentò
nuovamente di colpirlo.
Vedendo un’ombra alle spalle del mostro, il rosso
sorrise, per poi lanciare una delle due metà della sua arma, che
Nagisa evitò
senza problemi.
“E quello cos’era? Un vano tentativo di colpirmi?”
“No… era un passaggio.” Rispose lui tranquillo, poco
prima di vedere il bastone colpire alle spalle il compagno.
“Permetti l’intrusione?” Fece Chat Noir con un
sorriso
sul volto. “Devo ancora recuperare qualcosa che hai preso dalla
mia signora.”
Nagisa allontanò con un tentacolo l’arma, per poi voltarsi
verso l’eroe privo di poteri. “E che cosa speri di
ottenere? Ora sei un normale
essere umano con un semplice costume da gatto addosso.”
Adrien continuò a fissarlo, mentre con la coda
dell’occhio vide Karma sussurrare qualcosa a Koro-sensei, che
annuì per poi
sparire.
“Non importa se sono senza poteri o no. Sono pur sempre
Chat Noir, e ti fermerò!”
Nagisa fece una piccola risata, per poi volargli contro,
pronto a colpirlo, solo per ritrovarsi Karma in mezzo, con la pistola
puntata
su lui.
Il sostituto eroe ghignò, per poi cominciare a fare fuoco
a ripetizione, costringendo l’amico ad arretrare.
Ladybug e Kaede restarono in disparte a osservare lo
scontro, quando l’eroina notò una cosa.
“Aspetta… è una mia impressione, o comincia a
muoversi
più lentamente? Almeno, prima usava spesso la sua
velocità massima, ma ora…”
“Koro-sensei non è invincibile.” Spiegò
Kaede. “In questi
mesi tutti noi abbiamo cercato di individuare le sue debolezze, ed
è stato
proprio Nagisa ad annotare quelle trovate finora. Sappiamo che non
può muoversi
all’infinito e può stancarsi, anche se ovviamente in tempi
molto diversi dai
nostri. Nagisa, essendo diventato una sua copia, ha ereditato la
maggior parte
di quei punti deboli.”
Dicendo ciò la ragazza guardò in alto. “Se solo
piovesse
avremo la vittoria in pugno…”
“Come mai?”
“I tentacoli di Koro-sensei assorbono l’acqua e si
gonfiano, rallentando notevolmente la sua capacità di
movimento.”
“Koro-sensei ha anche debolezze dovute al suo carattere.”
Fece una nuova voce proveniente dal cellulare della giapponese, mentre
una
ventina di piccole finestre si aprivano sullo schermo, mostrando per
ognuna di
esse uno dei loro compagni di classe.
“Già. Per dirne una, è un enorme pervertito.”
“Questo ci ha permesso più volte di tendergli una
trappola.”
“Purtroppo questo con Nagisa non funzionerebbe.”
“Però è possibile sfruttare i
suoi
punti deboli.”
Ladybug restò a guardare incredula i volti dei ragazzi,
senza però riuscire a capirne una sola parola, dato che a
differenza di Kaede
nessuno di loro stava parlando in inglese.
“In questo momento sarebbe inutile.” Disse Koro-sensei,
riapparendo alle spalle delle due ragazze. “Nagisa è in
uno stato tale da
riconoscere a malapena chi lo circonda.”
“Koro-sensei!” Esclamarono gli studenti della 3E, mentre
l’insegnante si rivolgeva a Karma. “Tutto fatto!”
Il rosso sorrise, per poi saltare al fianco di Chat Noir,
afferrandogli una spalla.
Prima che l’eroe potesse dire qualcosa, si ritrovò
scaraventato in aria, atterrando malamente ai piedi di Ladybug.
“Scusa, ma non ho molto tempo per spiegare anche a te il
piano.” Disse Karma sorridendo, per poi saltare contro Nagisa, il
quale invece
di evitarlo decise di parare il colpo, finendo così contro il
muro.
“Troppo gentile da parte tua assecondarmi!” Esclamò
Karma, per poi alzare la mano destra e chiuderla a pugno.
“Cataclisma!”
Immediatamente la sua mano venne avvolta da un’aurea
nera, che Karma fissò quasi entusiasta.
Alle sue spalle, Koro-sensei saltò per la paura. “Lo
sapevo! Ha perso la testa e ora distruggerà la Terra con le sue
stesse mani per
testare quel potere!”
“Non credo che il Cataclisma possa tanto…
spero…” Fece
Chat Noir, ripensandoci alla fine.
“Vuoi uccidermi, Karma?” Chiese Nagisa, guardando il
grumo nero sopra la mano del compagno. “Sei sicuro di poterlo
davvero fare?
Sappiamo entrambi che non hai mai ucciso davvero qualcuno. Sei solo uno
spaccone.”
Karma fissò l’amico, per poi sorridere.
“È vero. Però dimentichi che sono un maestro nel
torturare. E oltre a ciò, sono anche un abile stratega.”
“E con ciò? Non puoi comunque tenere testa alle mie nuove
capacità!”
“Sai, sarà fantastico poterti ricattare usando tutto
quello che hai combinato oggi. Ma per ora… Fammi il piacere di
restare fermo!”
Senza dire altro, Karma si lanciò contro di lui con la
mano in avanti, pronto a colpirlo.
Prevedibilmente Nagisa si spostò, lasciando che il
Cataclisma colpisse in pieno il muro alle sue spalle, il quale
marcì
istantaneamente, cominciando a incrinarsi.
“Mancato!”
Karma ghignò nuovamente. “Ne sei sicuro? Io dico che ho
colpito esattamente quello che volevo.”
Come a voler confermare le sue parole, il muro cominciò a
riempirsi di crepe, per poi cominciare a crollare, incapace di
sostenere oltre
il suo stesso peso.
“Cosa?!” Esclamò incredulo Nagisa, vedendosi il
palazzo
crollargli addosso, costringendolo a cercare di fermare la caduta, solo
per
ritrovarsi incapace di farlo.
“Lo hai dimenticato? Koro-sensei non è per niente
forte!”
Disse divertito Karma correndo via.
L’intera zona fu subito coperta da una nube di polvere
dovuta al crollo, che impedì ai presenti di vedere qualcosa.
“C-Cos’hai fatto?!” Gridò Ladybug tra un colpo
di tosse e
l’altro. “Quel palazzo era pieno di persone!”
“Non proprio.” Rispose Koro-sensei, cominciando a girare
velocemente intorno a loro per dissipare la polvere. “Karma mi ha
detto il suo
piano, e mentre lui e Chat Noir distraevano Nagisa ho provveduto a
evacuare
tutti gli inquilini. Ci penserai poi tu con il tuo Miraculous a
riportare tutto
come prima, no?”
“Ma i miei orecchini ora-”
“Sono qui!” Gridò Kaede, uscendo dalla nube,
completamente coperta di polvere tranne che per i capelli.
Sorridendo, aprì la mano, mostrando gli orecchini
all’eroina.
“Come-”
“Ho approfittato della situazione per andare a
recuperarli.”
Rispose semplicemente lei.
“Grazie mille!” Esclamò Ladybug, recuperando i
gioielli.
Per un attimo le parve di vedere i capelli verdi muoversi, ma diede la
colpa
alla situazione.
Non appena si rimise gli orecchini, di fronte a lei si
creò una sfera rossa, dalla quale emerse Tikki.
“Ma- Ladybug!” Gridò entusiasta, correndole subito
incontro
per abbracciarla sulla guancia.
“Tikki, mi sei mancata!”
“Bene, allora direi di porre subito fine a questa
storia.” Disse Karma, emergendo anche lui dalla polvere
portandosi dietro un
Chat Noir frastornato.
“Un palazzo… Dovevi proprio farci crollare un palazzo
addosso?!” Esclamò l’eroe gatto, per poi osservare
il rosso togliersi l’anello,
consegnandolo al proprietario, lasciando che Plagg uscisse fuori.
“Beh, non avevo la Torre Eiffel a disposizione.” Disse
semplicemente
lui divertito, mentre l’eroe tirava fuori da una tasca sotto il
costume un
pezzo di formaggio, che consegnò subito allo spirito gatto, che
lo mandò giù in
un sol boccone.
“Pronta a tornare in azione, mia signora?” Chiese Chat
Noir alla sua collega, che annuì.
“Tikki” “Plagg”
“Trasformami!” urlarono i due eroi, venendo
immediatamente avvolti dalla luce della trasformazione.
“Bene, non perdiamo altro tempo! Lucky Charm!”
Esclamò
Ladybug, prendendo lo yo-yo e lanciandolo in alto, da cui uscì
uno sciame di
coccinelle che lasciò cadere tra le mani dell’eroina un
laccio per capelli.
“Ehm… quello a cosa servirebbe?” Domandò
Ritsu guardando
l’oggetto tra le mani dell’eroina, che scosse la testa.
“Non lo so ancora, ma adesso-”
“Maledetti!!!” Urlò Nagisa, riemergendo dalle
macerie,
con diversi lividi addosso e la divisa tagliata in più punti.
“Ma adesso dobbiamo fermarlo subito!” Esclamò Chat
Noir,
deglutendo.
Koro-sensei riuscì a prendere i ragazzi giusto in tempo
per evitare che venissero colpiti da una raffica di tentacoli, i quali
crearono
diverse spaccature sull’asfalto.
Ladybug fissò per un attimo gli arti del mostro, mentre
tutto quanto perdeva momentaneamente colore. I tentacoli a quel punto
si
illuminarono di rosso con puntini neri, seguiti dal laccio che teneva
in mano e
poi Koro-sensei.
“Ma certo!” Esclamò mentre venivano lasciati a
terra. “So
come fermarlo!”
“Davvero?” Chiese Kaede, guardandola sorpresa.
“Sì, ma mi servirà il vostro aiuto per distrarlo
ancora
una volta. E Koro-sensei, tu avrai un ruolo fondamentale!”
“Oh?” Fece lui curioso, chinando la testa per sentire che
cosa aveva in mente l’eroina.
“Reggerà?” chiese infine.
“Stiamo usando la magia. Non sarà tanto facile
distruggerla, nemmeno per un mostro in grado di annientare la
Terra!”
“Molto bene. Allora ragazzi, siete pronti? Il destino
nostro, di Nagisa, e della Terra stessa dipende da quello che faremo
ora!”
“Se riusciamo a fermarlo ci dirai un altro dei tuoi punti
deboli?” Domandò Karma sorridendo, facendo ridere
l’insegnante.
“Potrei anche farlo.”
“Beh, parliamo dopo del vostro singolare compito
scolastico! Andiamo!” Urlò Chat Noir, correndo verso
Nagisa assieme agli altri.
“Non mi fermerete!” Gli gridò contro Nagisa,
cercando
subito di colpire l’eroe gatto, che sorrise mentre tra le mani
apparve dal
nulla una bottiglia d’acqua aperta.
“Sorridi!” Gli disse, lanciandogliela contro e riuscendo
a prenderlo in pieno.
I tentacoli di Nagisa si fecero subito più scuri, mentre
lo studente inciampò su di essi, rotolando a terra ma
rialzandosi subito dopo.
Non fece in tempo a dire nulla che anche Kaede e Karma
gli corsero incontro, la prima con un secchio d’acqua e il
secondo con un
gavettone per mano, che gli lanciarono subito contro.
“Ora Ladybug!” Urlò Koro-sensei, riapparendo alle
spalle
dell’eroina, che non se lo fece dire due volte e saltò
contro Nagisa seguita
dall’insegnante polpo, che l’afferrò per poi sparire
con essa.
Prima che Nagisa potesse reagire, si ritrovò avvolto dal
laccio per cappelli, il quale si era allargato fino ad avvolgerlo,
bloccando i
suoi movimenti definitivamente.
“Cosa…”
“Spiacente, ma non potrai romperlo tanto facilmente. Gli
oggetti creati dal Lucky Charm sono quasi indistruttibili.”
Spiegò Ladybug, per
poi avvicinarsi al mostro e strappargli la cravatta.
“Hai fatto abbastanza danni, piccola akuma.” Disse,
strappandola in due.
Sotto gli occhi di tutti, la farfalla nera uscì da essa,
per poi tentare di scappare via.
Ladybug toccò il suo yo-yo, il quale si aprì come le ali
di una coccinella, illuminandosi. Senza aspettare oltre, lo
lanciò contro
l’akuma, la quale venne catturata da esso.
L’eroina riportò indietro la sua arma, per poi
schiacciarla con un dito. Lo yo-yo si aprì nuovamente, lasciando
uscire una
farfalla bianca, che volò via pacificamente.
“Ciao ciao farfallina.” Disse sorridendo Ladybug, per poi
recuperare il laccio e lanciarlo in aria. “Miraculous
Ladybug!”
Dall’oggetto uscirono centinaia di coccinelle, le quali
avvolsero tutti i danni creati dall’akuma, riportando la
città a com’era prima.
Allo stesso tempo Nagisa venne avvolto da una nube nera,
che quando scomparve lo lasciò al suo aspetto originale.
“Cosa… Cos’è successo?” Fece intontito,
solo per
ritrovarsi abbracciato da un Koro-sensei in lacrime.
“Nagisa!!! Per fortuna sei tornato normale!!! Pensavo già
di venire licenziato per aver permesso a uno dei miei studenti di
distruggere
il mondo mentre era posseduto!!!”
Il turchese sbatté le palpebre un paio di volte.
“Cos’ho fatto, scusa?” Chiese incredulo, vedendo il
sorriso demoniaco di Karma, mentre il compagno alzava il cellulare.
“Oh, mi hai solo fornito materiale di ricatto sufficiente
per almeno il resto dell’anno scolastico.” Disse il rosso.
Ladybug e Chat Noir sospirarono, per poi sussultare nel
sentire gli orecchini suonare.
“Sarà meglio che vada prima che mi ritrasformi. Non che
debba temere per la mia identità, avendo addosso il costume di
me stessa, ma
sarebbe difficile tornare a casa senza farmi notare.”
“Va bene mia signora. Alla prossima allora!”
Prima che uno dei giapponesi potesse dire qualcosa, i due
eroi saltarono sui tetti, per poi scomparire.
“Non ci hanno fatto nemmeno dire grazie.” Fece Kaede,
mentre Nagisa veniva liberato dalla morsa del suo insegnante, il quale
si fece
serio.
“Koro-sensei?” Domandò Karma, chiedendosi se stesse
per
succedere qualcos’altro.
“Spiegate voi cos’è successo a Nagisa. Io ora devo
occuparmi di una piccola questioncina…” Disse, per poi
sparire.
“Maledizione!” Urlò frustato Papillon, sbattendo con
violenza il suo bastone sul pavimento. “C’ero quasi! Avevo
già il Miraculous di
Ladybug! Se non fosse stato per quel polipo e i suoi
studenti…”
Il cattivo fermò la sua sfuriata, per poi sorridere.
“Beh, se tutti e tre hanno lo stesso potenziale, se riuscissi ad
akumizzare gli
altri due-”
“Non credo te lo lascerò fare.” Disse una voce alle
sue
spalle.
L’uomo si girò di colpo, ritrovandosi a fissare un
Koro-sensei completamente nero, e del cui sorriso non era rimasta
nemmeno
l’ombra.
“Come-”
“Ho girato tutta la città, ogni suo singolo edificio, per
trovarti. Con la mia velocità non ci ho messo molto
tempo.” Disse il mostro.
“Ora, tralascerò la tua identità segreta, della
quale non me ne può importare
di meno.”
Papillon avrebbe sospirato di sollievo, se non fosse
stato per l’aura omicida che avvolgeva totalmente il mostro di
fronte a lui.
“Vedi, ho portato qui i miei studenti per offrirgli un
salutare viaggio d’istruzione. Come saprai, la mia classe
è piuttosto
particolare… dopotutto, devono uccidermi.”
“Sì… L’ho saputo da Nagisa…”
Disse deglutendo il cattivo,
facendo un passo indietro, mentre le farfalle attorno a lui volarono
via,
nascondendosi ai bordi della stanza.
“Allora saprai anche che non posso fare loro del male.
Tuttavia, questa regola vale esclusivamente per gli studenti. Se solo
volessi,
potrei fare fuori tutto il resto della popolazione della Terra e non
verrei
meno a ciò che ho promesso. Il che significa che tu non sei
lontanamente al
riparo dalla mia furia.”
Papillon cominciò a pensare a come scappare, quando con
sua sorpresa Koro-sensei tornò giallo.
“Tuttavia, hai anche permesso a Nagisa di comprendere che
deve riuscire a tenere a bada le proprie emozioni. Questo gli
tornerà molto
utile se vorrà continuare a provare a uccidermi.” Disse,
alzando un tentacolo,
mentre sul suo volto apparve un cerchio rosso. “In ogni caso, ti
consiglio di
non tentare più di rendere tuo schiavo uno dei miei studenti. O
posso
assicurarti che non avrò alcun riguardo
nell’ucciderti.”
Dicendo ciò si voltò.
“Perché? Perché li hai aiutati?!”
Esclamò Papillon.
“Nagisa avrebbe fatto contenti tutti quanti! È chiaro che
tu vuoi farti
uccidere da quei ragazzi, e tutti noi saremo stati salvi se ci fosse
riuscito!
E io avrei potuto esaudire il mio desiderio!”
Koro-sensei non si voltò. “Ognuno di noi vive con il
passato che lo segue, che esso sia buono o no. Sono le scelte che
facciamo a
determinare chi siamo. Nagisa non era in sé mentre lo
controllavi. Anche se mi
avesse ucciso, non sarebbe mai stato contento di ciò. E per
quanto riguarda il
tuo desiderio… beh, non mi interessa. Dopotutto, io a marzo
distruggerò questo
pianeta.”
Detto ciò scomparve, lasciando da solo il cattivo.
“Beh, non importa. Io continuerò a fare tutto il
possibile per ottenere i Miraculous di Ladybug e Chat Noir. E a quel
punto
nemmeno tu potrai fermarmi, mostro!”
Ladybug atterrò sul balcone di casa sua, riuscendo ad
entrare nella sua stanza proprio mentre la trasformazione si scioglieva.
“Che giornata…” Fece Marinette, togliendosi il falso
costume, mentre Tikki andava a prendere un biscotto poggiato sulla
scrivania,
cominciando a mangiarlo lentamente. “Oggi ho avuto davvero paura
di non
farcela…”
“C’è mancato davvero poco.” Ammise il kwami,
sorridendole. “Ma è andato tutto bene alla fine.”
“Sì, ma-”
“Marinette! Sei qui?” Chiese la voce di Alya da sotto la
botola, costringendo Tikki a nascondersi subito.
Infatti pochi secondi dopo la ragazza alzò la botola,
giusto per vedere Marinette sbadigliare, mentre con il piede nascondeva
sotto
il letto il costume.
“Che c’è?” chiese l’eroina, fingendo di
essersi appena
svegliata.
“Come che c’è? Non so le volte che ti ho chiamato e
non
mi hai risposto! Ho cominciato a temere che fossi rimasta coinvolta dal
nuovo
attacco!”
“C’è stato un altro attacco?” Fece con finta
sorpresa
Marinette, guardando l’amica sorridere e alzare il cellulare.
“Già! E grazie a quella ragazza virtuale, ho potuto
riprendere tutta la battaglia! Alla fine Ladybug è arrivata
prima ancora che
potessi scrivere il messaggio sul Ladyblog, ma stavolta se
l’è vista brutta.
Pensa che lei e Chat Noir hanno quasi perso!”
Marinette sorrise internamente all’entusiasmo dell’amica.
“Beh, allora cosa aspetti? Fammi vedere tutto quanto.”
Disse, invitandola a sedersi sul letto.
Adrien sospirò, mettendo in tasca il cellulare dopo aver
chiamato il suo autista per farsi venire a prendere.
“È davvero dura la vita, eh?” Fece una voce alle sue
spalle.
Il biondo si voltò, ritrovandosi a guardare i tre
studenti giapponesi.
“Già… per un modello come me, non c’è
un attimo di
riposo.”
“Uhm… A prima vista sembri un attore da quattro soldi,
invece pare che la tua recita sia ben più profonda di quanto
sembri.” Commentò
Karma.
“P-Prego?” Domandò Adrien, cominciando a sudare
freddo.
“Beh, stai sempre a fare foto come lavoro post scuola e
poi nel tempo libero salti per i tetti a salvare gente e sconfiggere
mostri. E
non provare nemmeno a negarlo. Ti ricordo che ho usato anch’io
quell’anello che
tieni in bella vista. Sarà sfuggito agli altri, ma io posso
riconoscerlo senza
problemi.”
Il modello fissò i tre per qualche secondo, per poi
sospirare. “E va bene, mi avete scoperto.”
“A dir la verità non è stato poi così
difficile.” Fece
Kaede. “Anche se tu almeno fai un piccolo sforzo per nascondere
la tua
identità, a differenza di Ladybug. O almeno così ci ha
detto Ritsu. Dopotutto,
non l’abbiamo mai vista da civile.”
“Purtroppo non è così ovvia, o sicuramente avrei
già
scoperto chi è, dichiarando così il mio amore per lei
anche quando non siamo in
giro per i tetti di Parigi. Sono sicuro che la riconoscerò non
appena la
vedrò!”
Adrien a quel punto sentì una risatina provenire dai
cellulari dei ragazzi.
“Scusala, Ritsu deve aver letto o visto qualcosa di
divertente.” Disse Nagisa, ridacchiando nervosamente.
“Comunque volevo
chiedervi scusa per tutti i guai che ho provocato.”
Dicendo ciò il turchino si chinò leggermente.
“Non preoccuparti. Sappiamo che le vittime di Papillon
non sono responsabili delle loro azioni. Semplicemente sono come
ubriachi di
potere.”
“Questo non perdona le mie azioni. Mi sono arrabbiato con
voi perché avete solo fatto il vostro dovere. E oltre a questo,
ho anche
cercato di uccidervi più volte.”
“Nulla di nuovo per noi, tranquillo.”
“Ragazzi!” Fece Koro-sensei, apparendo dietro di loro.
“Dobbiamo tornare subito in Giappone! Mi ha appena chiamato
Karasuma, ed è
infuriato per ciò che è successo! A quanto pare hanno
quasi mobilitato
l’esercito delle Nazioni Unite non appena hanno scoperto cosa
stava
succedendo!”
“Beh, c’era da aspettarselo.” Ridacchiò Karma.
“Non
riescono a fermarne uno, figuriamoci se avessero dovuto affrontare due
mostri
come te, Koro-sensei.”
“Allora immagino che questo sia un addio, eh?” Disse
Adrien, sorridendo.
“Direi di sì. Sia che io distrugga la Terra sia che
riescano ad uccidermi, dubito che ci rivedremo.” Disse
Koro-sensei, mentre
avvolgeva i tentacoli attorno ai suoi studenti. “Ma in ogni
caso… buona fortuna
per tutto Adrien. Ne avrai sicuramente bisogno.”
Il biondo per un momento fu sicuro di aver sentito una
leggera nota di tristezza nella sua voce, ma non ci fece caso quando
vide
Koro-sensei volare via assieme ai suoi studenti, proprio pochi secondi
prima
che la sua macchina si fermasse poco lontano.
“Beh, direi un gruppo interessante.” Mormorò.
“Classe 3E
hanno detto, eh? Beh, pare che questa volta il destino della Terra non
sia
nelle mani di noi supereroi… Buona fortuna con la vostra
missione.”
~~~~Giugno
dell’anno dopo~~~~
Ladybug e Chat Noir saltarono via per evitare il pugno di
un gigante, che minacciò di schiacciarli.
“Mia signora, tutto bene?” Chiese l’eroe gatto,
guardando
la compagna, che annuì.
“Sì, tranquillo! Pensiamo piuttosto a prendere quella
foto!” Disse, guardando l’oggetto in questione, il quale
era attaccato sul
collo del gigante.
“Subito- Eh?”
Prima che i due potessero intervenire, un’ombra azzurra
saltò da un tetto, passando dietro l’akuma e strappandogli
la foto dal collo,
per poi atterrare davanti ai due eroi.
“Serve questa?” Domandò Nagisa sorridendo, porgendo
l’oggetto contaminato a Ladybug, che lo prese incredula.
“N-Nagisa…” Balbettò Chat Noir, per poi
osservare la
collega procedere a purificare l’akuma.
“È da un po’ che non ci vediamo, eh?” Disse il
turchese.
“E vedo che le cose qui non sono cambiate poi troppo… a
parte l’aggiunta di
qualche nuovo Miraculous, da quel che Ritsu ha letto sul
Ladyblog.”
“Già… Ma tu che ci qui?”
“Vi dispiace se ne parliamo da qualche altra parte?” Fece
il giapponese. “Non credo che per voi sia normale parlare con un
civile, e
qualcosa mi dice che non sapete ancora chi è
l’altro.”
I due eroi annuirono.
“Allora so il posto ideale dove possiamo parlare.” Disse
Chat Noir, guardando Ladybug che annuì.
“Io vi precedo. Vedi di non farmi aspettare troppo,
gattino. Anche se non abbiamo usato i nostri poteri, non voglio restare
trasformata tutto il giorno.”
Dicendo ciò Ladybug lanciò in alto lo yo-yo, per poi
saltare via.
“Beh, non sarà come volare, ma spero per te che saltare
sui tetti sia sufficientemente entusiasmante. Vuoi una mano?”
Nagisa sorrise, per poi saltare sopra un balcone, per poi
continuare così raggiungendo il tetto del palazzo in pochi
secondi. “Direi che
questo risponde alla tua domanda.”
Chat lo guardò per qualche secondo senza riuscire a
credere ai propri occhi, per poi scuotere la testa e sorridere a sua
volta.
“Bene, allora seguimi!”
Chat Noir e Nagisa atterrarono su Notre Dame pochi minuti
dopo, dove Ladybug li stava aspettando.
“Allora, immagino che se siamo ancora tutti qui,
significa che siete riusciti a portare a termine il vostro
compito.” Disse
l’eroina, senza nascondere un velo di amarezza nella sua voce.
Nagisa annuì, voltandosi a guardare la città e dando le
spalle agli eroi.
“Sono stato io stesso a dargli il colpo di grazia. Anche
se ho desiderato con tutto me stesso di non doverlo fare.”
“Scusa? Mi sembravi piuttosto convinto di volerlo
uccidere l’ultima volta che ci siamo visti.” Fece Chat
Noir. “Insomma… sei
stato akumizzato per ciò!”
“Ma le cose sono cambiate. Abbiamo scoperto la verità sul
suo conto, e dopo esserci impadroniti di un razzo e essere andati sulla
stazione spaziale, dove abbiamo minacciato gli astronauti
presenti-”
“Avete fatto cosa?!” urlarono i due eroi, facendolo
ridacchiare.
“Quegli astronauti avevano il compito di studiare il vero
motivo per cui la luna è esplosa. E noi dovevamo avere quei dati
prima dei
governi. Koro-sensei ci aveva rivelato che non era stato lui a
distruggere la
luna. Sarà un cliché, ma siamo stati noi semplici uomini
e i nostri folli
esperimenti.”
“Davvero?” Fece sorpresa Ladybug, ricevendo un semplice
cenno di conferma.
“Pensate: la luna è stata distrutta da un topo
geneticamente modificato. Una piccola cavia da laboratorio, che
è esplosa di
punto in bianco. Un topolino… a cui avevano fatto le stesse
modifiche che hanno
trasformato Koro-sensei.”
A quella frase i due parigini spalancarono gli occhi.
“Koro-sensei era convinto di essere una bomba ad
orologeria, il cui limite era marzo. A quel punto sarebbe esploso, e se
un
misero topolino aveva distrutto la luna… immaginate cosa avrebbe
provocato la
sua esplosione.”
“Ma allora perché non si è fatto uccidere
subito?”
“Orgoglio, credo. Koro-sensei è stato il più grande
assassino della storia, ed era stato catturato per colpa del suo
allievo, che
lo ha tradito. Non starò a spiegarvi tutti i dettagli, ma dopo
essere riuscito
a scappare dal laboratorio dove si trovava, ha promesso di insegnare
alla 3E. E
così ha deciso di unire le due cose: ci avrebbe permesso di
ucciderlo, ma non
prima di portarci al diploma.”
I due eroi restarono in silenzio. “Cos’è successo
alla
fine?”
Nagisa abbassò la testa. “Si è trovato ad
affrontare un
avversario formidabile. E alla fine, è rimasto senza forze. Le
Nazioni Unite
avevano già deciso di ucciderlo quella notte usando
un’arma costruita
appositamente, da cui non avrebbe potuto scappare in alcun modo. E
così ci ha
spinti a portare a termine l’assassinio.”
Dicendo ciò alzò una mano. “Gli altri lo hanno
tenuto
fermo per impedirgli un’improbabile fuga. E dopo che ha fatto
un’ultima volta
l’appello… l’ho colpito al cuore. Un colpo netto, e
con lui che mi ha guidato
fino alla fine.”
“Nagisa…”
“Non voglio pietà di alcun tipo. Mi sono offerto io
volontario. Ero l’unico in grado di farcela.” La interruppe
il giapponese.
“Devo così tanto a Koro-sensei… Grazie a lui, ora
so cosa fare in futuro.”
“Spero non l’assassino.” Fece Chat Noir.
“Koro-sensei
diceva che tu eri il migliore della classe, però-”
“L’ho pensato. E sinceramente, per un momento ero sicuro
di volerlo diventare. L’ho anche detto a Koro-sensei, e lui non
ha voluto
fermarmi. Mi ha solo detto di prendere tempo.”
Nagisa si voltò nuovamente a guardarli. “E in quel tempo,
ho capito quale era la mia vera vocazione. Seguirò i passi di
Koro-sensei e
diventerò anch’io un insegnante come lui.”
I due eroi lo fissarono per qualche secondo, sbattendo
più volte le palpebre.
“Un… Un insegnante?” Disse infine Ladybug.
“Beh… questa
sì che è una sorpresa.”
“Beh, pensate che Karma vuole diventare una specie di
politico.”
“Per carità, spero che decida di restare in Giappone
allora!” Esclamò l’eroe gatto, tremando
visibilmente. “Non oso nemmeno
lontanamente immaginare che cosa potrebbe fare!”
“Tranquillo, ha detto che vuole agire da dietro le
quinte. È più facile che tu incontri Terasaka, che ha
deciso di diventare un
vero e proprio membro del governo. Ma dato come stanno le cose,
sicuramente
incontrerai nuovamente Kaede. È facile che si rivolga a tuo
padre per il suo
lavoro. Sapete, abbiamo scoperto che era un’attrice. Si era unita
volontariamente alla 3E per poter uccidere Koro-sensei.”
“Quella classe era un pericolo continuo, eh?”
Nagisa ridacchiò. “Già. Ma ora non esiste
più… è stata
cancellata dopo il nostro diploma.”
“Quindi hai deciso di venire a trovarci per farci sapere
com’era finita.” Disse Ladybug, dopo qualche secondo di
silenzio.
“Diciamo che o lo facevo io o sarebbe tornato Karma. Ho
pensato avreste preferito me versione non akuma.”
“Saggia scelta. Ma i soldi? So che non è proprio
economico come viaggio.”
“Le Nazioni Unite ci hanno pagato miliardi per aver
ucciso Koro-sensei. Anche se abbiamo deciso di donarli quasi tutti. Di
comune
accordo, una parte di questi è servita per permettermi questo
viaggio.”
“Beh, immagino di doverti ringraziare per essere venuto
di persona a darci questa notizia. Avevamo immaginato che fosse andata
così, ma
avere la conferma…”
“Sì, sono qui per quello e anche per un altro motivo molto
più banale.”
“Ossia?”
“Vacanza. Sono stato un po’ sotto stress tra assassinii,
esami d’ingresso, diplomi… Insomma, quello che fa ogni
studente della 3E.”
A quello Chat Noir scoppiò a ridere. “Normale solo per
voi. Ma chi siamo noi per parlare? Andiamo in giro in un costume da
coccinella
e da gatto nero.”
“Beh, dovreste pensare di fare un giro in Giappone prima
o poi. Potreste vedere diverse altre persone conciate anche peggio di
voi.”
Ridacchiò Nagisa. “Beh, direi che è il momento per
noi di salutarci. Prima
però, voglio fare un regalo a Chat.”
“A me?” Ripeté l’eroe, indicandosi.
“Già. Riguarda te, Ladybug. Non dirò chi siete
davvero,
ma posso dirvi che siete molto più vicini di quanto pensate. E
che entrambi
sareste contenti di sapere chi è l’altro.”
Detto ciò alzò la mano in segno di saluto, per poi
saltare giù.
I due eroi corsero subito a verificare che non si fosse
fatto male, solo per vederlo saltare via con nonchalance.
Ladybug e Chat Noir restarono in silenzio per qualche
secondo.
“Allora mia signora… che ne dici di seguire il suo
consiglio
e rivelare le nostre identità?”
“Mi spiace gattino, ma ci vorrà ben più di un
ragazzo
giapponese che ha salvato il mondo per farmi cambiare idea.”
Replicò lei
sorridendo. “Almeno, per ora.”
“Allora continuerò ad aspettare, mia signora.”