1-
Ritorno ad Hogwarts
1°
Settembre 1998 ore 10:55, stazione di King Cross
La
stazione era gremita.
Come
ogni anno, centinaia di
studenti con genitori ed animali al seguito affollavano il binario
nove e tre quarti in attesa della partenza dell'Espresso per
Hogwarts.
L'atmosfera
che si respirava,
però, era alquanto diversa.
C'era
odore di libertà nell'aria.
La gioia per la fine della guerra e del regno del terrore di
Voldemort era palpabile anche se pervasa di una nota stonata;
nonostante il sollievo per la ritrovata pace era impossibile
dimenticare coloro che avevano perso la vita nel corso della
battaglia, i ragazzi che non sarebbero più saliti su quel
treno, i
genitori che non avrebbero potuto accompagnarli.
Con uno
sguardo Hermione abbracciò
l'intero scenario e sospirò.
Non era
più la bambina che otto
anni prima era salita su quel treno ancora elettrizzata dal suo nuovo
status di strega.
Alcune
chiome rosse in lontananza
attirarono la sua attenzione. Sforzandosi di sorridere li raggiunse.
«Salve
signori Weasley!» esclamò, appena arrivata nelle
loro vicinanze.
«Ciao
cara.» rispose Molly, stringendola a sé mentre la
voce le veniva
meno.
Dalla
fine della guerra sembrava invecchiata di dieci anni, la morte di
Fred le aveva portato via il sorriso.
Hermione
rispose all'abbraccio con sincerità. Voleva bene a quella
donna che
l'aveva trattata sempre come una figlia e stava male nel vederla
soffrire senza poter fare nulla per lei.
«Mamma
che ne dici di lasciarmi salutare la mia amica?» chiese
Ginny,
sperando così di impedire alla madre di scoppiare a piangere.
«Si,
scusami tesoro.» rispose la donna, tirando su col naso e
cercando di
recuperare il controllo.
Anche
Ginny abbracciò Hermione calorosamente per poi sorriderle
incoraggiante.
«Il
nostro ultimo anno, mi sembra impossibile!»
esclamò la rossa.
«E
già. Solo sarà un po' strano senza Harry e
Ron.»
«Ancora
non capisco perché tu non abbia approfittato della proposta
di
saltare l'ultimo anno.» affermò Ginny, scuotendo
la testa.
In
quel momento il fischio del treno avvisò i passeggeri della
sua
imminente partenza.
«Su
ragazze, salite.» le incoraggiò la signora Weasley.
Utilizzando
un incantesimo di levitazione le ragazze alzarono i loro bagagli e,
dopo un ultimo saluto ai genitori della rossa, salirono sul treno.
«Cerchiamo
uno scompartimento libero.» propose Ginny, precedendo la
compagna.
Giunte
a metà del treno Ginny avvistò alcuni suoi
compagni di classe.
«Ti
dispiace se mi fermo a salutarli?»
«Fai
pure.» rispose la ragazza, facendo un cenno di saluto ai
ragazzi che
la osservavano per poi proseguire.
Da
quando aveva salvato il Mondo Magico al fianco di Harry e Ron si
sentiva spesso osservata e sul treno la situazione stava diventando
alquanto imbarazzante.
Fortunatamente
nell'ultima carrozza vide uno scompartimento vuoto. Con un sospiro di
sollievo spalancò la porta trovandosi davanti due occhi
grigi che la
fissavano ostili.
Lo
scompartimento non era, come pensava, vuoto bensì era
occupato da un
unico studente, Draco Malfoy.
Appena
si fu reso conto di chi fosse stato ad aprire la porta, il ragazzo
distolse lo sguardo ma non abbastanza velocemente da impedire ad
Hermione di notare gli occhi leggermente arrossati e lo sguardo
stanco di chi ha passato le notti insonni.
Avrebbe
voluto dirgli qualcosa ma si ritrovò con la gola secca,
incapace di
proferire parola.
«Hermione,
ciao!» disse qualcuno, dandole un'affettuosa pacca sulla
spalla.
Voltatasi,
vide il volto sorridente di Neville Paciock accanto a se.
«Nello
scompartimento con me c'è solo Luna, se vuoi puoi stare con
noi.»
propose.
Hermione
si limitò ad un cenno d'assenso e, dopo un'ultima occhiata
al
Serpeverde richiuse la porta e si allontanò.
Sentendo
lo scatto della chiusura Draco alzò lo sguardo verso la
porta e
sospirò. L'avevano lasciato solo, come desiderava, eppure ad
un
tratto il silenzio dello scompartimento gli sembrava assordante. Non
che si aspettasse un saluto o altro eppure, per un attimo, aveva
avuto l'impressione che la Granger avesse voluto dirgli qualcosa.
Che
cosa non lo avrebbe mai saputo e forse, si disse, era meglio
così.
Seduta
nello scompartimento insieme a Neville, Luna e Ginny, Hermione
guardava fuori dal finestrino la Stazione di King Cross che
lentamente si allontanava.
Era
assurdo eppure si sentiva in colpa, in colpa per non aver parlato a
Malfoy. La sua parte razionale le diceva che era stupido, che non ne
aveva motivo eppure non riusciva a scacciare quella sensazione.
Quella
era la prima volta che lo rivedeva dopo la battaglia finale ad
Hogwarts eppure mai l'aveva visto così vulnerabile, triste e
solo.
Lo
aveva odiato, ci aveva litigato, lo aveva anche picchiato ma, per la
prima volta in vita sua, mentre la locomotiva scarlatta sfrecciava
sui binari, si ritrovò a sentirsi dispiaciuta e a provare
pena per
Draco Malfoy.
NDA:
per chi volesse leggere la OS di cui questa è il prequel
ecco il
link,
“Missione di Natale”.
|