Zombie Apocalypse

di SolfatoDiLinfa
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× Capitolo 1 ×

 
Abby stava passeggiando sul marciapiede, accanto ai suoi genitori, con una borsa della spesa per mano. Il padre ne portava una sola, più pesante, mentre la madre non faceva alcuna fatica. Abby chiacchierava, a volte rideva ad una battuta del padre, mentre l'aria si faceva pian piano più pesante. La ragazza, bionda e dalla pelle chiara e pulita, iniziò a guardarsi attorno.

L'orologio segnava le 5:53 del pomeriggio ma, anche considerando il periodo autunnale, il cielo sembrava più buio del solito.
«Cara, tutto bene?» la chiamò sua madre, poco più avanti.
«Non sentite... non c'è qualcosa di strano?»
I due parvero inizialmente perplessi, ma si concentrarono.
«È vero!» esclamò il padre, fissando le piccole villette a schiera dall'altro lato della strada. «C'è odore di bruciato!»
«No, non intendevo questo...» sussurrò lei, ma riprese a camminare. Qualche minuto dopo, però, si resero conto che la situazione era decisamente insolita. Il cielo si stava nettamente scurendo e l'aria sembrava irrespirabile. Come se le fogne fossero, in un attimo, diventate la superficie, dove tutti comunemente camminavano.
 
La madre tossì un paio di volte; accelerarono il passo, per arrivare a casa il prima possibile. Era evidente che qualcosa non stesse andando per il verso giusto: i gatti del quartiere sembravano dare di matto. Si stavano affollando per la strada, annusandosi a vicenda. Il loro pelo pareva essere più scuro del solito, ma forse era a causa del buio.
Come se non bastasse, la nebbia si stava affittendo.

Abby ricontrollò l'orologio, 5:58; erano passati solo 5 minuti. Il vento era calato. Per arrivare a casa, la famiglia avrebbe dovuto camminare per ancora una decina di minuti. In fretta, decisero di fermarsi nella centrale di polizia, che si trovava a pochi passi da loro, dove già altre persone stavano cercando rifugio. Tutto, poi, accadde in un secondo.
La bionda riuscì a controllare l'orologio un'ultima volta, prima di imprecare assieme a tutti gli altri, che osservavano l'esterno dalle finestre della centrale.
6:00.


N.d.A. Buonsalve! Questa storia è stata ispirata da un sogno: fin da subito non ho desiderato altro che buttare giù qualche appunto, tanto che per un paio di giorni non sono riuscita a fare altro che scrivere, scrivere, e ancora scrivere... Spero che questo mini-capitolo introduttivo sia un pochino allettante; il bello arriverà, promesso!
Vi invito gentilmente a lasciare un commento, positivo o negativo che sia, anche se comprendo che questo non è un gran pezzo su cui basarsi per potersi fare un'opinione piena e completa.
Aggiornerò presto, alla prossima :)




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