Salve
amici!
Eccomi di nuovo qui J Scusatemi ancora una volta
miei cari lettori
ma questa…. è un’altra Sterek.
Mi
tocca farlo per fare un regalo alle ragazze del gruppo Whatsapp che
hanno reso
indimenticabile il mio 2016. Grazie mille a Cinzia N Spurce per la
bellissima creazione.
Questa
è per voi amori miei, spero vi piaccia :*
Era
passato già un mese da quando entrambi avevano pronunciato
quel “si”
all’altare, quel “si” che li avrebbe
uniti per sempre. Dopo aver vissuto nella
vecchia casa degli Hale per il primo mese di matrimonio, Derek e Stiles
avevano
trovato una casa tutta loro nel centro di Beacon Hills.
Quella
casa era il loro sogno da sempre, da quando avevano capito di amarsi e
così si
impegnarono duramente per ottenerla, lavorando senza sosta.
Stiles
lavorava come bibliotecario nella biblioteca comunale di giorno e di
sera
faceva il cameriere in un pub, mentre Derek si occupava di
tutt’altro. Derek
faceva parte di un esercito militare.
Veniva
spesso chiamato in missione in paesi lontani, terre sconosciute e
mancava da
casa per settimane, a volte mesi ma riusciva sempre a tornare dai suoi
cari
sano e salvo.
-E
anche questo è al suo posto.- disse Derek, dopo aver
sistemato il divano nella
casa nuova.
-Si,
sono sfinito. Non credevo che traslocare fosse così
faticoso.- esalò Stiles,
lasciandosi cadere sul divano con una mano a coprirgli gli occhi.
-Tu
sfinito?!- alzò un sopracciglio il moro. -Stiles, ti sei
limitato ad aprire gli
scatoloni e a mettere in ordine vestiti e cose del genere.- aggiunse
sbuffando
una risata. -Io dovrei essere sfinito.- finì stendendosi sul
divano, accanto a
suo marito.
-Ehi,
io sono fragile.- mise un finto broncio Stiles, suscitando la risata di
Derek.
-Povero piccolo.- lo prese in giro per poi lasciarsi avvolgere dalle
braccia di
suo marito.
-Ce
l’abbiamo fatta Derek.- gli disse il più piccolo,
passandogli le mani tra i
morbidi capelli corvini. -E’ tutto da vivere ora.-
Derek
si tirò su e dopo aver guardato intensamente gli occhi ambra
del suo ragazzino,
lo coinvolse in un bacio passionale. -Ti amo.- soffiò contro
le sue labbra per
poi iniziare a spogliarlo e inaugurare casa nuova proprio
lì, su quel divano.
***
-Derek,
sono a casa.- Stiles rientrò dal lavoro un po’
più tardi del solito; c’erano
stati molti clienti al pub e il direttore gli aveva prolungato il
turno.
-Derek?- lo richiamò non avendo ricevuto una risposta
precedente. Girovagò
tutta la casa, trovandolo poi seduto sul loro letto. -Ehi amore. Non mi
hai
sentito.- gli cinse le spalle da dietro, posando il naso e la bocca
vicino al
suo orecchio sinistro.
-Si
scusa, ero a spasso nei pensieri.- gli sorrise, dandogli un piccolo
bacio sulle
labbra. -Devo dirti una cosa.- deglutì, tornando a fissarsi
le mani come prima
che arrivasse Stiles.
Il
ragazzo gli si mise di fronte. -Mi ha chiamato il Maggiore Simmons.-
iniziò il
moro. -Ci sono stati degli attacchi terroristici nei pressi
dell’Africa e..-
-Dove
devi andare?- lo bloccò Stiles, avendo già capito
tutto.
-Uganda.-
Il
castano si passò una mano sulla fronte nervosamente.
L’Uganda era da sempre
terreno di guerra e pochi soldati facevano ritorno a casa dopo aver
passato del
tempo lì. Non voleva affatto che il suo Derek ci andasse,
aveva paura per la
sua sorte e non lo si poteva di certo biasimare. -Sai quando dovresti
partire?-
chiese mordendosi un labbro. Derek scosse la testa e flebilmente gli
ripose
-Tra due settimane.- facendo abbassare la testa a suo marito,
già visibilmente
in ansia.
-Ehi,
ehi guardami.- gli prese il viso tra le mani e con i pollici gli
accarezzò gli
zigomi. -Sarà come le altre volte, partirò,
vincerò questa battaglia e tornerò
da te.- sussurrò ad un centimetro dalle sua labbra. Stiles
annuì e si lasciò
andare a quelle carezze che tanto amava.
***
Quelle
due settimane passarono in un battito di ciglia e Stiles si sentiva
esattamente
come ogni volta che Derek aveva lasciato casa per andare a combattere
in
guerra; ansioso, triste e spaventato a morte all’idea di non
rivedere più suo
marito.
Accompagnò
Derek all’aeroporto e dopo rassicurazioni e raccomandazioni
di vario genere,
abbracci e un lungo bacio finale… Derek salì su
quell’aereo.
Dieci giorni dopo la
partenza di Derek, Stiles
si svegliò con una strana sensazione alla bocca dello
stomaco. Credendo si
trattasse solo di stress da lavoro e di ansia per la lontananza da suo
marito
non ci diede peso e così scese in cucina per fare colazione.
Stava per versarsi
il caffè in una tazza quando qualcuno bussò alla
sua porta.
-Buongiorno
fratello!- l’allegria di Scott lo travolse tanto da
domandarsi dove il suo amico
prendesse tutte quelle energie di primo mattino.
-Buongiorno
a te.- lo fece accomodare in casa.
Quel
giorno Stiles aveva la mattinata libera a lavoro e sperava di passarla
in
tranquillità, rilassandosi a casa magari aspettando che il
postino gli portasse
una lettera da parte di Derek e non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno
al suo
migliore amico, di rovinare i suoi piani.
-Notizie
di Derek?- chiese Scott, portandosi alle labbra la tazza di
caffè offertagli
dal padrone di casa.
-Hanno
affrontato dei terroristi che volevano attaccare un villaggio indifeso.
A parte
questo tutto bene per fortuna.- spiegò.
Scott
annuì e si morse un labbro indeciso se chiedere o no al suo
amico come si
sentisse, ma Stiles diventava molto irritabile quando Derek partiva e
quindi
decise di non chiedergli nulla.
-Scottie
vorrei starmene qui tranquillo oggi. Ti dispiace?- gli chiese, cercando
di non
far apparire quella frase come un “sparisci da casa
mia”.
-Oh
no no, tranquillo. Tanto devo andare da Allison.-
-Pranzo
dai suoceri?- gli chiese ridendo.
-Pranzo
dai suoceri.- gli fece eco il moro. -Aggiornami su Derek ok?- lo
abbracciò.
-Ehi, tornerà da te.- aggiunse, tenendolo per le spalle.
-Grazie
amico. Buona fortuna con gli Argent.- detto questo, il giovane si
chiuse la
porta alle spalle.
Il
resto della giornata passò tranquillo ma Stiles non riusciva
a calmare ne a
capire da dove venisse quella strana sensazione che gli attanagliava lo
stomaco
da quando aveva aperto gli occhi. Accese la TV per cercare di distrarsi
quando
un lieve bussare lo distolse da ciò che stava facendo.
-Non
ho intenzione di lasciarti qui da solo come ha fatto Scott.- Lydia
entrò in
casa sua come un uragano.
-Prego
entra pure.- rispose sarcastico. -E comunque gli ho chiesto io di
lasciarmi
solo.-
-E
lui tonto come sempre ti ha dato retta.- ribatté la rossa.
-Hai cenato?-
-Non
ancora. Pensavo di ordinare una pizza e starmene sul divano a guardare
la TV.-
rispose alzando le spalle.
-Ti
faccio compagnia.-
-Lyds
davvero non ser..-
-Shh.
Gli amici servono sempre caro mio. Allora? Ordino?-
Il
campanello di casa suonò in quel momento, lasciando i due
ragazzi confusi. -Wow
hai ordinato con la mente per caso?- scherzò Stiles.
-Per
quanto mi piacerebbe non ho poteri psichici.-
-Il
numero della pizzeria è accanto al frigo. Io vado ad aprire
la porta.- rise il
ragazzo, dirigendosi verso l’ingresso.
Perse
il sorriso quando dinnanzi a sé vide stagliarsi la figura di
un uomo in divisa.
Spalle dritte, portamento fiero e un paio di occhi tristi. Sulla
targhetta
posta sul cuore il ragazzo lesse “M. Simmons”; il
Maggiore di Derek.
-Signor
Stilinski?- chiese l’uomo, schiarendosi la gola.
-Si.-
-Sono
il Maggiore Simmons, leader della fazione di suo marito.-
-Cos’è
successo?- chiese direttamente, incapace di controllare la sua ansia.
-La
base militare in Uganda che ospitava i miei uomini è stata
attaccata da delle
forze terroristiche.- iniziò a spiegare l’uomo.
-C’erano sei uomini all’interno
al momento dell’attacco.-
-Stiles
chi è?- Lydia si congelò sul posto quando vide il
militare.
-Non
hanno trovato superstiti.- terminò il Maggiore, porgendo a
Stiles il cappello
sporco e a tratti bruciato di Derek. -Le mie più sentite
condoglianze, Signor
Stilinski.-
Stiles
allungò una mano tremante e prese il cappello di Derek. Dopo
che il Maggiore
Simmons si fu congedato, Lydia chiuse la porta e rimase in silenzio
alle spalle
di Stiles, che fissava ad occhi sbarrati il cappello del suo uomo.
-St..
Stiles.- tentò la ragazza, con un filo di voce. In un
attimo, il giovane si
lasciò andare e cadde sulle ginocchia prendendosi la testa
tra le mani. Lydia
accorse vicino a lui, cingendogli le spalle nel tentativo di
abbracciarlo.
Il
ragazzo si lasciò abbracciare dalla sua amica e pianse tutte
le sue lacrime
mentre Lydia, in lacrime a sua volta, cercava di dargli conforto.
Quella
notte fu terribile: Stiles continuava a piangere e ad urlare il nome di
Derek e
ogni volta che succedeva Lydia, rimasta lì per la notte,
accorreva.
Quando
per chissà quale miracolo Stiles riuscì ad
addormentarsi, la rossa prese il
cellulare e compose il numero di Scott, ancora ignaro della tragedia
che aveva
colpito il loro amico.
-Ehi
Lyds! Vi state divertendo?- rispose il ragazzo allegro come sempre.
-Scott.-
Lydia si lasciò scappare un singhiozzo.
-Lydia,
stai piangendo?-
-Allison
è con te?- chiese la rossa.
-Si.
Lydia cos’è successo? Dov’è
Stiles?- iniziò a preoccuparsi il ragazzo
dall’altro capo del telefono.
-Scott..
De.. Derek è..- balbettò, scossa dai singhiozzi.
-Arriviamo
subito.-
Lydia
posò il cellulare, si sedette con la testa tra le mani e pianse sul tavolo della
cucina cercando di
non svegliare Stiles.
Dieci
minuti dopo Allison e Scott furono lì e la rossa, con un
enorme groppo in gola,
raccontò ai due la scena avvenuta con il Maggiore Simmons .
Allison rimase
senza parole mentre Scott si alzò di scatto dal divano per
raggiungere Stiles
in camera da letto.
Lo
trovò in posizione fetale che stringeva a sé il
cappello di Derek.
-Stiles.-
il ragazzo si sedette vicino al suo amico, poggiandogli una mano sulla
spalla.
Stiles in risposta a quel gesto, scattò a sedersi e strinse
forte il suo
migliore amico tra le braccia piangendo sempre più forte.
Da
quella notte le cose non furono più le stesse. Stiles
passava le giornate a
letto ma non dormiva, non mangiava, non andava al lavoro e si rifiutava
di
parlare con chiunque, persino con suo padre.
Ma
dopo quasi un mese Scott e Lydia, stanchi di vedere il loro amico
lasciarsi
sopraffare dallo sconforto, entrarono di forza in casa di Stiles
occupando chi
il divano, chi la camera degli ospiti. Scott al mattino lo alzava di
peso dal
letto, buttandolo sotto la doccia mentre Lydia si occupava della casa e
di
dargli l’alimentazione forzata.
-Non
mi servono i baby-sitters.- si lamentò Stiles allo stremo.
-Si
che ti servono se non ti aiuti da solo.- ribatté Scott.
-Lasciatemi
in pace.-
-No,
non esiste.- Lydia incrociò le braccia sotto al seno,
autoritaria.
-Ma
voi che ne sapete? Niente! Voglio essere lasciato in pace!-
sbottò, cominciando
a piangere.
-Stiles..-
esalò Lydia, rilassando la posa. -Siamo solo preoccupati per
te. Hai
venticinque anni la tua vita non può fermarsi
così.-
-La
mia vita è andata a puttane quando Derek è
partito.- disse sedendosi sul
divano. -La morte di Derek è stata un duro colpo per tutti
noi. Era nostro
amico e tu… lo amavi.- disse Lydia accarezzandogli un
braccio e lasciandosi
scappare una lacrima. -Ma la vita va avanti, Stiles.-
terminò.
-Lo
facciamo solo per te fratello.- aggiunse Scott, sedendosi accanto a
lui. Quasi
d’istinto, Stiles appoggiò la sua testa sulla
spalla del suo amico bagnandogli
la maglia con le lacrime. -Grazie.- tirò su col naso.
***
A
un anno dalla morte di Derek, Stiles sembrava essersi ripreso quasi del
tutto
certo la ferita faceva ancora male ma riusciva ad addormentarsi, a
mangiare
senza qualcuno che lo colpisse in testa con un cucchiaio di legno ogni
volta
che diceva di non avere fame e cosa più importante era
finalmente uscito di
casa e tornato al lavoro.
Aveva
lasciato il lavoro al pub per dedicarsi totalmente alla biblioteca e
anche
perché, essendo solo in casa, i costi ridussero.
Fu
proprio in biblioteca che Stiles fece la conoscenza di una persona,
Nathan.
Nathan
era un ragazzo sui ventitré anni, alto, moro, due grandi
occhi scuri e
assolutamente di bell’aspetto. Stiles lo trovò
attraente da subito ma
ovviamente, non potendo fermarsi con i clienti, riprese a dedicarsi al
suo
lavoro.
-Mi
scusi?- chiese Nathan avvicinandosi al banco dei prestiti.
-Mi
dica.- rispose cordialmente.
-Sa
dirmi dov’è la sezione scientifica? E’
la prima volta che vengo qui e non so
orientarmi.- rise il giovane. Stiles uscì da dietro al banco
e mostrò al
ragazzo la strada per la sezione di libri richiesta.
-Ecco.
Qui può trovare tutto quello di cui ha bisogno.-
esordì Stiles, gesticolando
come suo solito.
-Grazie
mille.- ridacchiò l’altro. -Comunque piacere,
Nathan Davis.- gli porse la mano.
-Stiles
Stilinski.- rispose stringendo la mano del ragazzo.
Dopo
essersi presentato, Stiles ritornò al banco per servire una
ragazza lasciando
Nathan da solo.
Dopo
svariate ore, la biblioteca iniziava a svuotarsi ma Stiles non aveva
ancora
visto Nathan uscire.
Quando
lo vide sussultò mentre questi si avvicinava al banco con
due libri tra le
mani.
-Tutto
questo tempo e hai preso solo due libri?- ridacchiò.
-Si,
non mi interessa altro.- rispose l’altro alzando le spalle.
-D’accordo.-
rispose Stiles. -Vuoi fare la tessera?-
Nathan
scrutò Stiles da capo a piedi, facendolo sentire leggermente
a disagio. Era da
tanto che nessuno fissava Stiles così intensamente,
l’ultimo era stato… Derek.
-Sei
sposato.- affermò il moro, indicando la fede al dito
dell’altro.
-Ehm..
in realtà sono.. vedovo.- una nota di tristezza invase la
sua voce.
-Mi
dispiace Stiles io non..-
-No
no tranquillo. Non potevi saperlo.- si portò le labbra
all’interno della bocca.
-Allora vuoi fare la tessera o no?- ripeté.
-Se
è un modo per avere il tuo numero di cellulare, la faccio
immediatamente.-
rispose a voce bassa Nathan.
Stiles
per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
-Se
te la senti ovviamente.- aggiunse l’altro.
-I..Io..
N..No.. Cioè si ma..- balbettò.
-Stiles
riprendi fiato e calmati.- rise Nathan. -Allora, ti va di uscire con
me?- tentò
di nuovo il ventitreenne
-Ehm..
D’accordo.- si trovò a rispondere
affermativamente, maledicendosi immediatamente
per aver accettato.
-Secondo
me hai fatto bene ad accettare.- gli disse Lydia mentre sorseggiava il
suo
caffè.
-Ah
si? E perché mi sento come se avessi tradito Derek?- le
rispose Stiles
inespressivo e con una mano chiusa a pugno che gli sosteneva una
guancia.
-Tu
non hai tradito nessuno.- gli sorrise dolcemente la rossa. -Stiles,
è passato
un anno e forse non sarà molto ma devi rifarti una vita.-
-E’
difficile Lyds.-
-Lo
so tesoro.- gli prese una mano tra le sue. -Tu provaci ok? Se non te la
senti
di continuare lo spiegherai a Nathan.-
Stiles
annuì e così si convinse ad uscire con il
ragazzo.
L’appuntamento
si svolse perfettamente; andarono al cinema, poi Nathan gli
offrì la cena e lo
accompagnò a casa senza pretendere nulla di più
da lui.
Stiles
ammise a sé stesso di aver passato una serata bellissima,
neanche se la
ricordava più l’ultima volta che si era sentito
così bene.
Continuò
a frequentare Nathan fino a fargli incontrare i suoi amici una sera a
cena a
casa sua.
-Beh?
Che ne pensate?- chiese Stiles a Scott e Lydia una volta che Nathan fu
uscito
di casa. Teneva
molto all’approvazione
dei suoi amici e si stava torturando un labbro con i denti in preda
all’ansia.
-A
me piace.- esordì Lydia con un gran sorriso. -E’
simpatico, dolce e sembra che
tu gli piaccia davvero.-
-Si
anche a me piace.- emise il suo verdetto Scott. -E sembra anche che non
abbia
preso sotto gamba la questione che per te è ancora presto
per buttarti tra le
braccia di qualcuno.-
-Credimi
amico, non l’ha fatto.-
-Meglio
così.- rispose il moro
-Stiles,
lui a te piace?- trovò il coraggio di chiedere Lydia.
-Non
lo so. So solo che non mi sono mai sentito così bene con
nessuno che non sia
Derek.- la voce gli tremò sull’ultima parola. -Non
voglio smettere di vedere
Nathan.-
-Allora
non farlo.- gli sorrise dolcemente la sua migliore amica.
-Grazie.-
la strinse in un caloroso abbraccio.
Dopo
aver salutato i suoi amici, Stiles sistemò la cucina, si
fece una doccia calda
e si mise a letto sentendo il cuore più leggero per la prima
volta dopo tanto
tempo.
Lo
squillo del cellulare fece sobbalzare Stiles, destandolo da quel dolce
torpore
che lo avvolgeva.
-Si?-
rispose con la voce impastata dal sonno.
-Buongiorno
dormiglione.-
-Nathan?
Ma.. che ore sono?- domandò stropicciandosi gli occhi per
posarli sulla
sveglia.
-Le
dieci e un quarto e tu sei ancora a letto.- ridacchiò
l’altro. -Sono passato in
biblioteca ma non ti ho trovato.-
-Giornata
libera.- sbadigliò Stiles. -Dove sei?-
-In
giro a fare delle commissioni.- ripose. -Ho voglia di vederti.-
Gli
occhi di Stiles si aprirono di scatto ascoltando quelle parole ma poi
li
richiuse ed espirò forte. -Anch’io.- ammise.
-Pranziamo
insieme?- tentò Nathan.
-D’accordo.
Dammi qualche minuto per ricompormi e poi ci vediamo qui.-
-Perfetto.
A tra poco.-
Un
dolce sorriso increspò le labbra di Stiles quando
terminò la telefonata. Stava
nascendo qualcosa tra lui e Nathan, qualcosa che gli riscaldava il
cuore ma non
riusciva a smettere di pensare a Derek.
Girò
il viso verso la cornice posta sul comodino. Il sorriso di Derek mentre
lo
teneva stretto per la vita era di una bellezza disarmante. Gli mancava
ogni
giorno di più.
-Ti
amo.- sussurrò verso quella foto. -Ma devo andare avanti.-
si umettò le labbra.
Si
alzò dal letto e si diresse in bagno per farsi una doccia e
vestirsi.
Mezz’ora
dopo il campanello di casa suonò.
-Ehi!-
Nathan lo saluto con un delicato bacio sulla guancia, ancora non aveva
sperimentato la zona bocca, ed entrò in casa.
-Spero
ti piacciano gli spaghetti al sugo.- esordì Stiles, tornando
ad armeggiare con
i fornelli.
-Si,
mi piacciono.- rispose l’altro.
Il
pranzo si svolse perfettamente. Chiacchierarono di qualsiasi cosa,
Nathan ogni
tanto faceva domande su Derek cercando di non far nascere in Stiles
ricordi
troppo dolorosi.
Il
ragazzo, al contrario, fu molto felice di raccontargli della sua storia
con il
marito. Doveva sfogarsi in qualche modo e doveva imparare a parlarne
senza
scoppiare in lacrime.
Dopo
pranzo si sedettero sul divano e Nathan cercava sempre di avere un
contatto con
Stiles. Si avvicinava in modo che le loro spalle o le loro ginocchia si
scontrassero ma si ritraeva immediatamente quando, a causa di quei
contatti,
Stiles irrigidiva il suo corpo.
Ma
poi la situazione prese una piega diversa quando fu Stiles a cercare
contatto
con lui.
Preso
coraggio, Nathan cinse le spalle di Stiles con un braccio, facendo
poggiare la
testa del ragazzo sulla sua spalla.
Rimasero
in quella posizione in silenzio per alcuni minuti fin quando Stiles non
alzò la
testa per guardare Nathan.
Il
moro di conseguenza abbassò gli occhi su di lui, scrutando
il suo viso e
spostando lo sguardo dagli occhi di Stiles alle sue labbra.
Improvvisamente
Nathan chinò la testa e azzerò la distanza che
c’era tra loro posando le sue
labbra su quelle di Stiles.
-Scusami non volevo
turbarti.- si giustificò
Nathan quando il castano si ritrasse a quel bacio.
-N..
No.. Va..Va tutto bene.- balbettò Stiles. -Andava bene.-
-Sicuro?-
si preoccupò. -Non voglio farti pensare che sto correndo
troppo e tu hai
bisogno di tempo e..-
-Nathan.-
lo scosse per le spalle. -Calmati.- sorrise. -Va tutto bene.-
Il
moro annuì e tornò a sedersi sul divano assieme
all’altro, la cosa che lo stupì
invece fu il fatto che Stiles si accoccolò contro di lui
come prima che si
baciassero.
Stiles
sapeva cosa voleva ma aveva paura.
Voleva
che Nathan lo baciasse di nuovo, voleva sentire di nuovo la sensazione
di sentirsi
stringere mentre qualcuno lo baciava.
Ma
aveva paura. Lasciarsi andare con Nathan significava chiudere
totalmente la sua
storia con Derek.
Si
guardò la fede che ancora non aveva avuto il coraggio di
togliere dal dito e
pensò tra sé “Devo andare
avanti.”, serrò gli occhi per ricacciare indietro
le
lacrime che minacciavano di uscire e si sporse verso Nathan, baciandolo.
Nathan
fu preso alla sprovvista, ma ciò non gli impedì
di circondare il delicato viso
di Stiles con le mani e approfondire quel bacio.
-Speravo
tanto che lo facessi.- mormorò Nathan una volta separatosi
da lui. Stiles annuì
ad occhi bassi e l’altro gli fece alzare la testa
poggiandogli due dita sotto
il mento.
-Stiles,
non devi se non vuoi.- gli disse accarezzandolo dolcemente.
-No
no, io lo voglio Nathan. Voglio stare con te ma..-
-Hai
paura è normale.- continuò senza smettere di
accarezzarlo. -Ma anch’io voglio
stare con te.-
Stiles
si sporse e lo baciò di nuovo. -Diamoci una
possibilità.-
E
così fecero.
Iniziarono
a frequentarsi sempre più spesso fino a diventare una coppia
ufficiale agli
occhi di tutti.
Dopo
il primo anno di fidanzamento, Stiles chiese a Nathan di trasferirsi da
lui
anche perché ormai Nathan passava più tempo dallo
Stilinski che a casa sua.
Così,
senza tante cerimonie, il moro prese residenza da Stiles. E si
trovarono anche
molto bene.
Stiles
stava rifiorendo, la convivenza e la relazione con Nathan gli avevano
ridato
una vita ma non gli avrebbero mai potuto ridare ciò che
aveva perso due anni
prima. Il ricordo di Derek e dell’amore che provava per lui
era sempre lì,
incastonato tra i suoi ricordi. L’avrebbe amato
per sempre.
***
-No
Lydia, non voglio una festa di compleanno.- si lamentò
Stiles al cellulare.
-Ma
perché? Non si compie ventisette anni tutti i giorni.-
piagnucolò la rossa in
risposta.
-Me
ne farò una ragione.-
-Andiamo
Stiles.- lo pregò. -Che ti costa?-
-Lydia
non voglio nessuna festa. Per favore non insistere.- diventò
serio.
-D’accordo.-
sbuffò la sua migliore amica.
-Bene.
Ora devo preparare la cena, Nathan sarà qui a momenti e
sarà affamato.-
-Va
bene. A domani, ti voglio bene.-
-Anch’io.-
-Stiles,
sono a casa.- la voce di Nathan arrivò dalla porta
d’ingresso.
-Sono
in cucina.- disse sentendo poi qualcuno abbracciarlo da dietro e
lasciargli un
dolce bacio sul collo. Girò la testa per baciare Nathan
sulle labbra.
-Allora..-
cominciò il moro continuando a cullarlo tra le braccia.
-Domani è il tuo
compleanno.-
-No
eh? Ci ha già pensato Lydia a farmi venire una crisi di
nervi.- rispose
sciogliendo l’abbraccio.
-E
dai. Vuole solo organizzarti una festa.- rise Nathan.
-Che
io non voglio.- ribatté.
-E
va bene.- sospirò sconfitto il moro, tornando ad
allacciargli le braccia al
collo. -Un regalo posso fartelo almeno?-
-Fammi
pensare…no.- gli scoccò un veloce bacio sulle
labbra e scappò via.
-Sei
incorreggibile!- gli urlò dopo essere rimasto solo in cucina.
-Lo
so!-
***
La
mattina seguente, Nathan era solo in casa mentre Stiles era al lavoro.
Il
campanello di casa suonò e quando il giovane andò
ad aprire si trovò dinnanzi
un uragano dai capelli rossi e dal vestito a fiori.
-Stiles
è al lavoro, si?- domandò la rossa guardandosi
attorno con circospetto.
-Buongiorno
anche a te Lydia. Io sto bene e tu come stai?- rise sarcastico Nathan.
-Bene
bene, non mi lamento.- rispose la ragazza con nonchalance. -Allora
stavo
pensando, Stiles torna questa sera per via dell’ora della
favola giusto?-
-Si
ma Lydia, Stiles non vuole una festa di compleanno.-
-Ci
faremo trovare qui solo noi amici intimi con una torta di compleanno e
qualche
festone in giro per casa.- disse la ragazza sventolando una mano.
-Il
che fa di questo una festa.- ribatté il moro.
-Dettagli.-
rispose la rossa, suscitando la risata di Nathan.
-E
va bene.- rispose passandosi una mano sulla fronte.
-Ora
devo uscire a fare una cosa, ti lascio qui i festoni per stasera.-
-Lydia,
Stiles non vuole regali.-
-Stiles
non vuole molte cose.- cantilenò. -Ma questa la
vorrà. Fidati di me.- detto
questo, uscì di casa lasciando Nathan alle prese con
palloncini e nastri
colorati.
Al
suo rientro, Stiles trovò la casa buia e silenziosa.
-Nathan?- chiamò il suo
ragazzo ma non ottenne risposta.
Andò
in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e, quando accese
la luce, per poco
non se ne andò al Creatore. -SORPRESA!-
Vide
Scott, Lydia, Allison, Malia, Liam, Kira e Nathan sbucare chi da sotto
al
tavolo e chi da dietro le tende mentre si teneva una mano sul cuore per
lo
spavento. -Che.. Che..- balbettò incredulo. -VOI SIETE
PAZZI!- urlò. -MI AVETE
QUASI FATTO VENIRE UN INFARTO!-
-Dettagli.
Buon compleanno fratello.- Scott lo strinse forte a sé,
seguito poi dagli altri
e da un bacio di Nathan -Tanti auguri amore.- gli sussurrò
sulle labbra.
La
semplice festicciola si svolse perfettamente ed esattamente come Lydia
aveva
pianificato.
Quando
fu il momento della torta, tutti si riunirono attorno a lui cantandogli
la
classica “Tanti Auguri a Te”. -Coraggio fratello,
esprimi un desiderio.- lo
incitò il suo migliore amico.
Stiles
sentì gli occhi pizzicare. Il suo unico desiderio era quello
di riavere Derek.
Poté
giurare di vederlo lì, accanto a lui con il sorriso
più bello del suo
repertorio. Serrò forte la mascella per non scoppiare in
lacrime e soffiò forte
sulle candeline.
Dopo
aver gustato la fantastica torta preparata da Allison, Lydia
approfittò di una
partita a carte tra Scott e Nathan e del tifo degli altri per prendere
il
festeggiato in disparte. -Lyds
va tutto
bene?- le chiese, notando lo sguardo cupo della rossa. -Si Stiles, va
tutto
bene.- lo rassicurò e gli porse uno scatolino.
-Lyds
avevamo detto niente regali.- l’ammonì.
-Questo
è diverso.- sorrise la ragazza. -Sai, Derek me ne
parlò un po’ di tempo fa.
Voleva tanto regalartelo ma non ne ha mai avuto la
possibilità e quando è
andato via non ci ho pensato più.-
-Che
stai dicendo Lyds?- chiese confuso.
-Una
settimana fa sono stata in gioielleria e l’ho fatto fare per
te. Su, aprilo.-
Stiles
aprì il cofanetto trovandoci dentro un braccialetto
d’argento. -Ma cosa c’è
scritto qui?- chiese, notando l’incisione di una frase.
“Il
mio respiro è il tuo.”
Stiles
serrò la mascella così forte che credeva si
sarebbe spezzato i denti, i suoi
occhi si riempirono di lacrime e alzò la testa, puntando i
suoi occhi su Lydia
che non aveva mai smesso di guardare il bracciale tra le mani del suo
amico.
-Derek
non faceva altro che ripetermi che avrebbe voluto dirti quella frase in
qualche
modo.- tirò su col naso. -Così ci ho pensato io a
farla incidere su quel
bracciale.-
-Lyds
io..- la voce gli morì in gola, non sapendo cosa dire.
-Lo
so, Stiles.- la sua amica gli sorrise dolcemente per poi abbracciarlo.
Stiles
ricambiò l’abbraccio, stringendosi con forza alla
sua amica con una tale forza
che avrebbe potuto frantumarla se Lydia fosse stata di vetro.
-Ti
amava davvero tanto.- gli accarezzò la nuca. -Guardami.-
sciolsero l’abbraccio
e Lydia circondò il viso di Stiles con le sue piccole mani.
-Tesoro devi andare
avanti per lui ok? Derek vorrebbe solo vederti felice.- le si
inumidirono gli
occhi. -Va avanti con Nathan ma non dimenticare mai che
lassù c’è una persona
che ti amato fino al suo ultimo respiro.- detto questo, prese il
braccialetto
dalla scatola e lo mise al polso del suo amico.
-Grazie.-
sussurrò il ragazzo, stringendo di nuovo la sua migliore
amica.
-Bella serata vero?-
domandò Nathan,
mettendosi a letto.
-Infarto
iniziale a parte.- rispose sarcastico l’altro, suscitando la
risata del suo
ragazzo. Dopo essersi lavato i denti e aver indossato il pigiama,
Stiles
scivolò sotto le coperte mettendosi su un fianco per poter
guardare Nathan
dritto negli occhi. In risposta a quello sguardo, il moro
portò una mano sul
viso di Stiles accarezzandolo dolcemente.
Una
mano del castano uscì da sotto le coperte per andare a
stringere delicatamente
il polso dell’altro.
-E
questo?- chiese Nathan, riferendosi al braccialetto d’argento
sul polso di
Stiles.
-Me
l’ha dato Lydia.- sussurrò in risposta. -Solo
che.. non è un regalo da parte
sua.- Nathan aggrottò la fronte confuso e ciò
portò Stiles a rivelare il vero
mittente di quel regalo. -Lydia l’ha fatto fare a nome di
Derek.- il moro si
rabbuiò sentendo quel nome, era sicuro dei sentimenti del
suo ragazzo ma il
fantasma di Derek avrebbe sempre aleggiato nell’aria e lui,
seppur non volendo,
non avrebbe mai preso il suo posto.
-C’è
scritto “Il mio respiro è tuo”.-
sorrise, mostrandogli l’incisione.
-Ti
manca tanto?- Nathan si rese conto di aver fatto una domanda stupida
quando
vide Stiles rannicchiarsi su stesso tra le lenzuola. Scivolò
vicino a quel ragazzo
fragile e lo strinse forte a sé. -Per quello che
vale… ti amo Stiles.- mormorò.
-E ti prometto che ti aiuterò a superare tutto.-
Dopo
aver sentito quelle parole, Stiles si alzò, puntellandosi
sul gomito e portando
il suo sguardo sugli occhi dell’altro. Fece viaggiare i suoi
occhi da quelli
dell’altro alle sue labbra e, dopo aver scrutato a fondo il
viso di Nathan, lo
baciò.
Si
mise a cavalcioni su di lui mentre Nathan gli circondò il
busto con entrambe le
braccia, portandoselo addosso per avere più contatto con
lui.
Stiles
scese a baciargli il collo in modo sempre più passionale.
-Stiles.-
ansimò Nathan. -Sei.. Sei sicuro?-
Nessuna
risposta, il castano continuò a baciarlo disperatamente
senza neanche
lasciargli il tempo per respirare. -Stiles non voglio che tu lo faccia
se non
sei sicuro.- gli disse, prendendogli il viso tra le mani bloccando
quell’ondata
di baci disperati e bisognosi. Stiles aveva gli occhi lucidi e non
riusciva a
guardare il suo ragazzo negli occhi.
-Guardami.-
gli disse, accarezzandolo. -Non devi.- scosse la testa.
-Ti..
ti ho fatto aspettare già troppo.- deglutì a
vuoto, Stiles e finalmente
trovando il coraggio di guardare negli occhi del moro.
-Stiles
io sono disposto ad aspettarti.-
-Ma
io no.-
-Ascoltami,
questo..- scosse la testa per indicare loro due avvinghiati al centro
del
letto. -..non lo stai facendo perché te lo stanno dettando i
tuoi sentimenti
verso di me.- Stiles abbassò gli occhi di fronte a tale
constatazione. -Non
metto in dubbio ciò che provi per me.- aggiunse Nathan. -Ma
non può succedere.
Almeno fin quando tu non sarai pronto.-
Stiles
annuì debolmente e si lasciò trasportare
dall’altro, si ristese e si addormentò
così, cullato dalle carezze del suo ragazzo.
Quella
notte Nathan non riuscì a chiudere occhio, si
alzò dal letto scivolando sul
materasso facendo attenzione per non svegliare Stiles e andò
in cucina per bere
un sorso d’acqua. Quando
chiuse il frigo
portò la sua attenzione su una fotografia attaccata alla
superficie metallica
con una calamita. La foto ritraeva Derek che stringeva la mano di
Stiles sul
portico della casa al lago di Lydia. Prese la foto e si sedette al
tavolo. -Non
riuscirà mai a staccarsi da te.- sussurrò,
fissando il volto del moro. Tutto
ciò avvenne senza che si accorgesse che alle sue spalle, con
la fronte
appoggiata allo stipite della porta della cucina, Stiles aveva
assistito a
tutta la scena.
La
mattina seguente Nathan era solo in casa e così si mise a
fare le pulizie
generali. Aveva appena finito di lavare il pavimento del bagno quando
qualcuno
bussò alla porta di casa. -Arrivo!- si tolse i guanti e
corse all’ingresso.
-Si?-
domandò al suo ospite, squadrandolo dalla testa ai piedi.
-Sono
il Maggiore Simmons.- si presentò l’uomo. -Cerco
il signor Stilinski.-
-E’
al lavoro. Può dire a me.-
-Lei
è un parente?-
-Sono
il suo compagno. Mi scusi.- porse la mano al Maggiore che
ricambiò la stretta.
-Nathan Davis. Di cosa si tratta?-
-Si
tratta del signor Hale.-
-Nate
sono a casa!- Stiles entrò in casa grondante
d’acqua. -Ehi.- sorrise quando
vide il suo ragazzo avvicinarsi a lui. -Fuori sta diluviando.- disse
indicando
l’esterno con il pollice della mano. -Meglio che vada a farmi
una doccia calda
altrimenti rischio di ammalarmi.- cercò di dare un bacio
alle labbra di Nathan
ma il ragazzo si scostò, confondendo Stiles. -Ehi tutto
bene?-
-Stiles,
cambiati velocemente. Devo parlarti.-
-Mamma
mia che faccia, che è successo?-
-Va
a cambiarti.-
-Eccomi
qui.- Stiles tornò in soggiorno con indosso una tuta grigia
e i capelli ancora
umidi di pioggia. -Allora di cosa devi parlarmi?- si sedette sul divano
a gambe
incrociate.
-Stamattina
mentre eri al lavoro un uomo si è presentato alla nostra
porta.- Nathan
cominciò a raccontare guardandosi le mani. -Indossava una
divisa tipo quella
dei militari e ha detto di chiamarsi Simmons. Maggiore Simmons.- il
corpo di
Stiles s’irrigidì alla pronuncia di quel nome.
-Cercava te, ma siccome eri al
lavoro gli ho detto che sono il tuo compagno e che poteva riferire a
me.-
-Cosa..
Cosa voleva?- Stiles deglutì a vuoto.
-Stiles.-
finalmente portò i suoi occhi su di lui. -Derek è
vivo.-
Un
tuono fortissimo rimbombò nelle orecchie di entrambi i
ragazzi, rendendo ancora
più cupa quella situazione. -Co.. Cosa?-
-Stavano
rimuovendo le macerie della base militare e hanno trovato un uomo.
Hanno
chiamato i soccorsi quando si sono accorti che era ancora vivo. Il suo
battito
cardiaco era quasi impercettibile e respirava a malapena.
L’hanno trasferito a
Seattle dov’è rimasto in un ospedale per mesi, in
coma. Tra due giorni lo
trasferiscono qui, a Beacon Hills.-
Stiles
sentì il respiro mancargli, come se qualcosa
l’avesse trafitto da parte a
parte. Non riusciva a credere a ciò che Nathan gli aveva
appena raccontato.
Derek era vivo.
Sentì
gli occhi pizzicare e un groppo enorme formarsi in gola. -Il Maggiore
ti.. ti
ha lasciato un biglietto, qualcosa per poterlo rintracciare?- il
respiro iniziò
a farsi pesante.
Nathan
tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta con su scritto un
numero di telefono.
-Ha detto che puoi contattarlo a questo numero.-
Con
le mani che tremavano, Stiles prese quel foglietto dalle mani
dell’altro.
-Dammi qualche minuto.- sussurrò. Nathan annuì e
si alzò dal divano, andando in
camera da letto.
Si
sedette sul letto e si prese la testa tra le mani, conscio di
ciò che sarebbe
successo: avrebbe perso Stiles.
Tornò
dal suo ragazzo dopo svariati minuti e lo trovò intento a
parlare con Lydia al
cellulare. Quando notò la sua presenza, Stiles chiuse la
chiamata e si girò
verso di lui.
-Ho
parlato con il Maggiore Simmons.- Stiles tirò su col naso.
Lo sguardo ferito di
Nathan non passò di certo inosservato al giovane Stilinski.
-Mi chiamerà appena
lo porteranno qui.-
Nathan
annuì. -Come sta?-
-E’
stato in coma per mesi, Nate. Non sarà in piena forma ma
dicono che si
rimetterà.- Un sorriso increspò le labbra di
Stiles e Nathan non poté non
essere felice di vedere gli occhi del suo ragazzo illuminarsi e
riempirsi di
speranza.
-Dobbiamo
solo aspettare allora.- lo accarezzò. -Hai chiamato gli
altri?-
-Si,
Lydia era con Scott ed Allison. Ci penserà lei a dare la
notizia agli altri.-
-Tu
come ti senti?- fece quella domanda nonostante la risposta che sapeva
avrebbe
ricevuto lo spaventava a morte.
-Sono
felice Nate. Ho pianto per due anni la morte di Derek e sapere che
è vivo mi
rende felice.- calde lacrime iniziarono a cadere dagli occhi di Stiles.
Nathan
si avvicinò a lui, cingendo le sue spalle con un braccio e
tirandoselo contro
per fargli poggiare la testa sulla sua spalla. -Sono felice per te.-
Rimasero
così per un po’, Stiles sapeva cosa tormentava i
pensieri di Nathan ma, non
sapeva cosa farci. Sapeva di amare Nathan ma Derek stava per tornare da
lui.
Aveva
continuato ad amarlo nonostante fosse andato avanti. Il desiderio di
rivedere
Derek si manifestò prepotentemente dentro di lui nonostante
si trovasse tra le
braccia di un altro ragazzo. Ragazzo che gli aveva ridato il sorriso
dopo mesi
di lacrime, ragazzo che lo amava e che amava a sua volta, ragazzo che
gli aveva
dato una seconda possibilità di amare. Quasi si
sentì in colpa per provare quel
forte desiderio di rivedere Derek ma quando si è innamorati,
come lui lo era di
Derek, si diventa sordi e non si vogliono ascoltare ragioni. Avrebbe
rivisto
suo marito.
Due
giorni dopo il Maggiore Simmons telefonò Stiles sul
cellulare per avvisarlo che
Derek era arrivato a Beacon Hills e che era stato portato direttamente
in
ospedale per potergli dare le ultime cure, necessarie a riportarlo in
forma.
-Sono
nervoso.- disse Stiles a Scott, avanti all’entrata
dell’ospedale.
-Andrà
bene, coraggio.- tentò di rassicurarlo il suo amico, ma
invano. -Come mai non
hai voluto Nathan qui con te?- continuò il moro, notando
l’ovvia assenza del
fidanzato del suo amico.
-Scott..
è difficile come situazione.-
-Lascerai
Nathan?-
-Non
so che fare. Amo Nathan credimi, ma…-
-Derek
è pur sempre Derek.- terminò per lui, Scott. -Poi
ci penserai, coraggio
entriamo.-
Arrivarono
avanti alla stanza di Derek dove a fare “da
guardia” alla porta c’era il
Maggiore Simmons.
-Maggiore.-
disse Stiles a mo’ di saluto.
-La
stavamo aspettando Signor Stilinski.- il maggiore gli
riservò un sorriso a
trentadue denti. -Prego.-
Stiles
aprì la porta con le mani che gli tremavano e con il cuore
che minacciava di
uscirgli dal petto. Quando la porta fu del tutto aperta lo vide, steso
in un
letto bianco con una flebo attaccata al braccio. Il suo cuore si
fermò quando
l’altro posò gli occhi su di lui.
-Stiles.-
esalò Derek.
Stiles
non disse nulla, si precipitò su di lui stringendolo forte
tra le sua braccia e
versando una quantità indefinita di lacrime.
-Shh
sono qui Stiles, sono qui amore mio.- sussurrò Derek,
accarezzandogli la
schiena e piangendo a sua volta. Si separarono quel tanto che bastava
per
guardarsi negli occhi.
Quegli
occhi verdi e profondi erano mancati a Stiles come l’aria e a
Derek, rivedere
quei meravigliosi occhi ambrati, fece lo stesso effetto.
Il
moro gli accarezzò il viso dolcemente e Stiles chiuse gli
occhi, lasciandosi
andare a quelle carezze che tanto gli erano mancate.
-Non
riesco a credere che tu sia qui.- mormorò Stiles
sull’orlo delle lacrime.
-Sono
qui e non vado da nessuna parte amore mio.- rispose Derek continuando
ad
accarezzare quel delicato e fragile viso.
Senza
che se ne accorse, Stiles si ritrovò con la bocca di Derek
incollata alla sua,
in un bacio pieno di amore. Artigliò la nuca del moro per
approfondire quel
bacio. Per entrambi fu una ventata d’aria fresca.
-Mi
sei mancato tantissimo.- esalò Stiles, separatosi da lui per
riprendere fiato.
-Anche
tu piccolo, anche tu.-
Dopo
essersi scambiati altri baci e abbracci, Stiles fece entrare Scott
nella
stanza. Anche il suo amico si precipitò a stringere
l’uomo tra le braccia
piangendo. Derek era sempre stato una sorta di mentore per Scott e il
ragazzo
aveva sentito molto la sua mancanza.
-Allora.-
esordì Derek dopo aver sciolto l’abbraccio con
Scott. -Cosa mi sono perso?-
I
due ragazzi di fronte a lui si scambiarono uno sguardo che a Derek non
fu molto
d’aiuto anzi, servì solo a confonderlo di
più. -Io vado a prendermi un caffè.-
Scott uscì dalla camera per lasciare soli gli altri due.
-Ehi,
tutto bene?- chiese Derek al ragazzo di fronte a lui. Stiles
allungò una mano,
cercando quella dell’altro per far intrecciare le loro dita.
Quando Derek calò
gli occhi sulle loro mani unite, qualcosa attirò la sua
attenzione. Il
braccialetto d’argento che Stiles portava al polso, ma la
cosa che catturò
maggiormente la sua attenzione fu la frase incisa sopra.
-Il
mio respiro è tuo.- lesse, sussurrando. -Lydia?- chiese,
ovviamente retorico
perché la ragazza dai capelli rossi era l’unica a
sapere della frase che Derek
avrebbe voluto dedicare a Stiles.
-Lydia.-
ripeté il giovane, annuendo.
-Cosa
hai fatto quando ti avevano detto che.. sai..-
-Che
eri morto?- puntò i suoi occhi d’ambra in quelli
verdi dell’altro. -All’inizio
è stato come se mi fosse crollata la terra sotto ai piedi.-
strinse
maggiormente la presa sulla mano di Derek. -Non stavo vivendo
più fin quando,
un giorno, Scott e Lydia hanno fatto irruzione in casa nostra per, sai,
tentare
di aiutarmi.- l’altro assentì, così lui
continuò a raccontare. -Dopo svariati
mesi sono riuscito a rimettermi in piedi, o almeno lo credevo.-
sbuffò una risata.
-Così, sono tornato alla mia vita, al mio lavoro di
bibliotecario e lasciando
quello al pub.-
-Dovevi
andare avanti Stiles, hai fatto bene a non lasciarti sopraffare.-
-Ci
ho provato. Ad andare avanti intendo e.. ce l’ho fatta,
almeno fino a due
giorni fa.-
-Hai..incontrato
qualcuno?- Derek ebbe quasi paura di porre quella domanda. Stiles
annuì. -Si
chiama Nathan. L’ho conosciuto in biblioteca.-
-Sei
felice?- chiese, senza chiedere altre spiegazioni.
-Derek..
Nathan mi ha ridato una vita. Una vita che ormai credevo perduta per
sempre. Mi
ama davvero.- esordì, sistemandosi meglio di fronte
all’uomo.
-Tu
lo ami?-
-Credevo
di si. Ora non lo so più.- gli riservò un sorriso
di circostanza. -L’unica cosa
che conta per me, ora, è che tu sia qui davanti a me, vivo.-
Derek
si protese verso di lui, accarezzandolo dolcemente. -Qualunque sia la
decisione
che prenderai, io ti amerò sempre.- sussurrò per
poi baciarlo delicatamente
sulle labbra.
Un’infermiera
interruppe quel momento per dichiarare che il paziente aveva bisogno di
totale
riposo e intimò al ragazzo di uscire. Stiles si
voltò verso Derek,
riservandogli uno sguardo lucido. -Tornerò domani
pomeriggio, dopo il lavoro.-
appoggiò la sua fronte su quella di Derek chiudendo gli
occhi e, dopo aver
sospirato forte, fece appello a tutta la sua forza per staccarsi da lui
e
uscire da quella stanza.
Quando
tornò a casa trovò Nathan sul divano, dormiente.
-Ehi.-
sussurrò quando vide che il moro stava aprendo gli occhi,
segno che si fosse
accorto della sua presenza.
-Ciao.-
sussurrò di rimando l’altro. -Come sta Derek?-
Stiles
rimase spiazzato da quella domanda. Sapeva quanto quella situazione
pesasse al
ragazzo e ciò nonostante chiedeva di lui.
-Sta
bene. Tra una settimana lo dimetteranno.- rispose, accarezzandogli un
braccio.
-Nathan..-
-Non
dire niente Stiles. Va bene così.- lo bloccò il
moro, alzandosi dal divano per
dargli un tenero bacio all’angolo della bocca e dirigersi in
camera da letto.
-Mi
dispiace tanto.- sussurrò il castano rimasto solo.
La
mattina dopo Nathan si svegliò con un unico pensiero:
conoscere Derek. Così,
approfittò del turno di Stiles in biblioteca per andare in
ospedale e fare la
conoscenza del marito, creduto morto, del suo ragazzo.
Quando
trovò la stanza, indugiò per qualche secondo
prima di trovare il coraggio per
bussare a quella porta.
-Avanti.-
sentì una voce ovattata rimbombare dall’altro lato
della porta, così, preso
coraggio, l’aprì.
-Sei
Derek?- domandò diretto, deglutendo rumorosamente.
-Si,
posso esserle d’aiuto?-
-Mi
chiamo Nathan.- si presentò. Derek perse l’uso
della parola sentendo quel nome,
capendo che dinnanzi a sé c’era la persona che si
era presa cura del suo Stiles
durante la sua assenza. Annuì e lo invitò a
prendere una sedia e sedersi
accanto al suo letto.
-Stiles
mi ha parlato di te.- disse guardandosi le mani.
-Non
quanto mi ha parlato di te, credimi.- sbuffò una risata
Nathan.
-Nathan,
anche se non l’hai fatto per me, volevo ringraziarti per
esserti preso cura di
Stiles.- Derek riportò gli occhi sul ragazzo. -So
com’è Stiles e non dev’essere
stato affatto facile.-
-No,
non lo è stato. Ma quando si è innamorati si
è pronti a tutto.-
-Nathan,
io non voglio portartelo via ma..- tentò Derek.
-Nemmeno
io voglio perderlo ma, Derek, tu sei suo marito. Non ha mai smesso di
amarti.-
i grandi occhi scuri di Nathan si inumidirono, non passando inosservati
all’uomo che gli stava di fronte. -Lasceremo decidere a lui.-
esalò. -Anche se
sappiamo quale scelta farà.-
-Mi
dispiace Nathan.-
-Anche
a me.- disse il ragazzo alzandosi e riponendo la sedia dove
l’aveva presa.
-Nathan?-
lo bloccò un attimo prima che il ragazzo uscisse dalla
camera. -Grazie per
averlo amato e per avergli ridato il sorriso.-
-Non
mi è costato molto Derek, io amo davvero Stiles..
lasciarlo.. mi costa tanto
ma.. devo farlo.- sospirò.
-E
se lui non volesse?-
-Credimi
Derek, lo vuole.- detto questo Nathan aprì la porta ed
uscì.
Uscito
dall’ospedale, Nathan parcheggiò l’auto
davanti alla biblioteca comunale,
aspettando che Stiles finisse di lavorare. Non aveva voglia di tornare
a casa,
preferiva starsene in macchina con la musica che passava alla radio,
cercando
di zittire quella voce nella sua testa che, imperterrita, continuava a
ripetergli sempre la stessa cosa: “L’hai perso. Il
vostro tempo è finito.”
Una
ventata d’aria gelida lo distolse dai suoi pensieri quando
Stiles aprì lo
sportello per entrare in macchina. -Ciao.- disse il castano
stampandogli un
bacio sulla guancia. -Grazie per essere passato a prendermi si muore di
freddo.- continuò mostrando un sorriso. Stiles
notò la stranezza del
comportamento freddo dell’altro. -Tutto ok?-
Nathan
si leccò le labbra e
poi vuotò il sacco.
-Sono stato in ospedale da Derek.- Stiles rimase di sasso davanti a
tale
notizia. Non si sarebbe mai aspettato ciò. Ma non si
arrabbiò anzi, comprese
appieno il desiderio di Nathan di conoscere Derek, solo avrebbe voluto
che
gliene avesse parlato. -Come mai?- chiese soltanto.
-Lo
sappiamo tutti e tre come finirà Stiles.- Nathan non lo
stava guardando negli
occhi e se c’era una cosa che Stiles aveva imparato
dell’altro era che se non
lo stava guardando negli occhi, Nathan stava soffrendo. Si
portò le labbra
all’interno della bocca, incapace di trovare una risposta,
una contestazione
all’ovvietà che Nathan gli stava mostrando.
-Tu
vuoi tornare da lui.- continuò il moro. -Ed è
normale. E’ tuo marito.- tirò su
col naso. -Ma questo non fa meno male.- disse infine trovando
nuovamente il
coraggio di guardarlo negli occhi.
-Nate
io..-
-Non
hai mai smesso di amarlo, Stiles.- constatò il ragazzo.
-Vero?- Stiles si
ritrovò ad annuire a testa bassa. -Come potevi? Lo credevi
morto, non vi
eravate mica lasciati per chissà quale motivo.-
-Nate
io.. io ti amo.- la voce di Stiles tremò.
-Anch’io
Stiles.- sorrise l’altro. -Non l’ho mai dubitato,
ma, evidentemente, doveva
andare così.- continuò guardando oltre il
parabrezza dell’auto.
-Ti
porto in ospedale e poi torno a casa a prendere le mie cose.- aggiunse,
accendendo il motore.
-Cos-
No Nate.-
-Quando
Derek uscirà di lì dovrà tornare a
casa. La vostra casa.- esordì calcando sulla
seconda parola. -Stiles, quella era la casa dei sogni tuoi e di Derek.
Io non
c’entro nulla.-
Stiles
non riuscì a rispondere e si ritrovò a calare lo
sguardo per non lasciar vedere
le sue lacrime al suo ragazzo che, in quel preciso momento, lo stava
lasciando.
Nathan
accostò la macchina di fronte l’ingresso
dell’ospedale, il viaggio in macchina
era stato tremendamente silenzioso e la tensione si sarebbe potuta
tagliare con
il coltello.
-Grazie
del passaggio.- sussurrò Stiles ad occhi bassi. -Allora,
quando tornerò a casa
ti troverò?-
-Non
lo so Stiles.- non riusciva a guardarlo. -Credo.-
Stiles
scese dall’auto senza rispondergli.
Nathan
tornò a casa e quando chiuse la porta vi si
appoggiò di schiena, scivolando
fino al pavimento. In quell’esatto momento si concesse di
essere debole senza
sembrare egoista e qualche lacrima cadde dai suoi occhi. Non riusciva a
sopportare l’idea di perdere il ragazzo di cui si era
innamorato ma, per la
felicità di Stiles, si fece forza e andò in
camera da letto per preparare le
sue cose.
Parallelamente
in ospedale, Stiles raccontò a Derek l’episodio
avvenuto poco prima in macchina
con Nathan.
Derek
cercò di rassicurarlo dicendogli
che
Nathan non l’avrebbe mai odiato, perché era questa
la paura del più piccolo;
essere odiato dalla persona che per un anno della sua vita
l’aveva reso felice.
-Stiles,
sii onesto.- esordì il moro puntando i suoi occhi verdi su
di lui. -Vuoi
rimanere con lui?-
Stiles
sembrò pensarci per
qualche minuto ma
poi -Il fatto è che.. Nathan ha ragione. Io non ho mai
smesso di amarti e ora
che sei qui voglio solo che torni a casa con me.- In risposta Derek gli
prese
il viso tra le mani e posò delicatamente le sue labbra su
quelle di Stiles. -Ti
amo.- soffiò contrò le sue labbra. Stiles si
strinse maggiormente a lui,
riversando in quel bacio tutto ciò che stava provando in
quel momento.
Non
voleva perdere Nathan ma Derek era l’amore della sua vita. Si
sarebbe cavato
gli occhi piuttosto che perderlo di nuovo.
-Va’
a casa. Nathan non merita di essere lasciato andare così.-
-Hai
ragione. Tra l’altro l’orario di visite
è terminato.- ridacchiò Stiles, facendo
sorridere anche l’altro. Ma la risata di Stiles si spense
immediatamente,
lasciando Derek confuso.
-Cosa
c’è?-
-Spero
di trovarlo.-
-E
allora corri zuccone.- rise Derek. Stiles gli posò un bacio
sulle labbra e
corse verso casa. Derek aveva ragione, Nathan meritava un ultimo
saluto.
Arrivò
a casa nell’esatto momento in cui Nathan stava caricando i
suoi bagagli nel
cofano di un taxi.
-Nate!!-
urlò, attirando la sua attenzione. Il cuore di Nathan perse
un battito, quasi
sperava che il castano avesse scelto lui ma la sua speranza
morì nel momento in
cui Stiles aprì bocca.
-Non potevo
lasciarti andare così.- Si protese verso di lui e lo
abbracciò con una tale
forza che Nathan si ritrovò ad avere paura di rompersi le
costole. Ma ricambiò
l’abbraccio, posando la testa tra la spalla e il collo di
Stiles, inspirando a
pieno il suo profumo. Quando fece per sciogliere l’abbraccio,
Stiles gli mise
una mano sul viso e lo attirò in un dolce e delicato bacio.
-Non potrò mai
ripagarti per tutto ciò che hai fatto.- disse con gli occhi
lucidi.
-Non
preoccuparti. L’ho fatto con il cuore.- gli sorrise il moro.
-Auguro a te e a
Derek il meglio di ogni cosa.-
-Grazie
Nate, davvero.- a Stiles tremava la voce. -Anche a te.-
Si
abbracciarono di nuovo, ignorando le lamentele del tassista per il
tempo che
stavano sprecando.
-Ciao
Stiles.- mormorò Nathan, salendo a bordo del taxi. Stiles
rimase lì, a fissare
quella macchina gialla lasciare il vialetto di casa sua. -Ciao Nate.-
sospirò
prima di entrare in casa.
Una
settimana dopo Derek tornò a casa, accompagnato da Scott
perché Stiles si era
visto costretto ad andare ad implorare il direttore del pub in cui
lavorava,
prima della scomparse di Derek, per riavere il suo lavoro dato che ora
erano di
nuovo in due e Derek era stato congedato.
-Grazie
del passaggio Scott.-
-Figurati
amico.- gli sorrise l’altro. -Serve qualcosa? Vuoi che
aspetti Stiles con te?-
-No
grazie, sto bene.-
-Perfetto,
se hai bisogno chiama.- disse Scott, salendo in macchina.
Appena
varcò la soglia di casa, Derek fu investito da
un’ondata di ricordi ed
emozioni. Era tantissimo che non tornava a casa. La sua
casa.
Gli
era mancata come l’aria. Finalmente avrebbe potuto lasciarsi
alle spalle tutto
ciò che aveva passato, finalmente avrebbe avuto la vita che
tanto desiderava
con Stiles.
Il
ragazzo rientrò mezz’ora dopo felice come una
pasqua. -Ce l’ho fatta!- esclamò
appena fu dentro casa, facendo saltare Derek dal divano per lo
spavento. -Ma
sei scemo?!-
-Oh,
scusami.- si grattò la nuca. -Non sono più
abituato ad avere gente in casa a
quest’ora.- ridacchiò, lasciandosi cadere di peso
sul divano accanto a Derek.
-Bentornato
a casa.- sussurrò ad un centimetro dal suo viso. Derek
chinò la testa,
azzerando la distanza con un bacio. -Felice di esserci tornato.-
sorrise contro
le labbra di suo marito.
Quando
le loro bocche si separarono, Stiles si accoccolò contro il
fianco di Derek
poggiando la testa sul suo petto e lasciando che Derek gli passasse un
braccio
attorno alle spalle. -Sono così felice che tu sia qui.-
sussurrò contro il suo
petto. Derek lo strinse maggiormente a sé, gli era mancato
da morire.
-Resterò
sempre con te.-
-Sempre?-
-E
per sempre.-
Spazio
Autrice:
Avevo
detto Sterek? Volevo dire Stathan ahah :D Sorry girls!
Ed
è con questa FF (che non finiva più) che faccio
il mio “coming out” con tutte
voi :D
Si,
anch’io scrivo e da molto ci tengo ad aggiungere :D
Per
quanto riguarda gergo militare e simili, passateci sopra
perché ci capisco
poco, :D ahah :D sorry
Ora
con questa FF (che spero vi piaccia perché non voglio vedere
tutto questo
lavoro buttato al vento) cercate di non ammazzarmi più ahah
:D
Amatemi
perché io (STYDIA) ho scritto una seconda Sterek(per chi non
lo sapesse la
prima s’intitola WHAT YOU MEAN TO ME, passate se volete :));
amatemi
perché in principio era una Destiel;
amatemi
perché.. mi dovete amare e basta :D
Un
bacione a tutte voi :*
Michela
aka Sunny9719 :*
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