Dai Diamanti Non Nasce Niente
"And I can't do that, there's no turning
back."
(Believe – Cher)
«Conquistala con dei fiori.»
Albus Potter lo stava
osservando, appoggiato pigramente allo stipite di un'aula deserta. Aveva parlato
con tono convinto, tanto convinto che per un breve momento aveva anche pensato di
potergli credere. Tuttavia, il fatto che si trattasse del figlio di Harry Potter
era un incentivo in più per soppesare ogni singolo consiglio che era propenso a
dare. L'ultima volta che aveva deciso di dargli fiducia, era stato recuperato in
un cespuglio di scepi canine.
«Non so cosa ti faccia
credere che voglia regalarle qualcosa.» Disse Scorpius, evitando lo sguardo di smeraldo
di Albus. Quest'ultimo scrollò le spalle, assumendo il tipico sorriso di chi sa
e magari ha pure visto.
«Puoi stare tranquillo,
Malfoy.» Albus ammiccò nella direzione del compagno. «Non dirò niente a nessuno,
sarà un nostro segreto.»
Le guance slavate
di Scorpius si accesero improvvisamente di rosso. «Segreto? Non ho segreti!»
«Oh, andiamo.» Disse
Albus, accompagnando le sue parole con un gesto della mano. «Non voglio metterti
in imbarazzo. Accetta il mio consiglio, Rose è una donna e come tale non disdegna...
le cose da donne.»
«Sei lo stesso Potter
che conosco?» Sbottò Scorpius, afferrando la propria sacca da terra. «Un tempo non
facevi altro che piagnucolare terrorizzato, attaccato alle gonne di tua madre.»
Albus sorrise. «Che
vuoi che ti dica, Malfoy? Hogwarts mi ha cambiato.»
«Inoltre, il fatto
che tu voglia darmi consigli mi spaventa.» Sbottò Scorpius, diffidente.
«La rivalità tra i
nostri padri è una cosa superata; è sciocco da parte nostra mandarla avanti senza
un motivo. Non credi?»
«E perché mai dovrei
regalarle qualcosa?» Tornò a dire Scorpius, guardando il ragazzo con maggior diffidenza.
Infine, senza dire una parola, si diresse verso l'esterno dell'aula. Non appena
il corridoio si aprì di fronte a lui, la voce di Albus gli risuonò nella testa.
Fiori. Fiori. Fiori.
[...]
La somiglianza di
Scorpius con suo padre, Draco Malfoy, era da sempre stata visibile a tutti, ma mai
come in quel giorno. Inoltre, la vecchia rivalità tra Potter e Malfoy sembrò affiorare
di nuovo, avvolgendo di insensata nostalgia tutti coloro che avevano avuto modo
di conoscere Draco ed Harry in passato.
«Bastardo.» Sibiliò
Scorpius, brandendo saldamente la propria bacchetta e puntandola contro Albus.
«Suvvia, Malfoy. Non
essere così drastico.» Disse Albus, sollevando entrambe le mani in una sorta di
difesa. «Non sapevo che Rose fosse allergica ai fiori ed al fieno.»
«Non ti credo, Potter!»
Esclamò Scorpius, mentre dalla bacchetta presero ad uscire scintille di luce colorata.
Tentò di sopprimere l'umiliazione che andava stringendogli a poco a poco le
viscere, tentando di scacciare dalla mente l'immagine del volto di Rose, completamente
gonfio ed arrossato. La sera precedente aveva raccolto tutto il proprio coraggio,
aveva incaricato il gufo di famiglia di recapitare il mazzo di fiori - comprato
per l'occasione ad Hogsmeade - direttamente nella stanza di Rose e per tutta la
notte non aveva chiuso occhio per la tensione. Il risultato che ottenne, quella
mattina, fu lo sguardo d'odio della ragazza e le due occhiaie che solcavano il suo
volto.
«Ti ripeto,» Disse
Albus con tono conciliante. «Non sapevo dell'allergia di mia cugina. Si è trattato
di un incidente. Le parlerò.»
Scorpius abbassò la
bacchetta, mentre sul suo volto andò dipanandosi un'aria sorpresa. «Parlarle? Non
ho bisogno del tuo aiuto, Potter!»
«Ok, riflettiamo civilmente.»
Disse Albus, sollevando lo sguardo al cielo. «Le donne amano gli oggetti preziosi.»
Scorpius sollevò un
sopracciglio, perplesso. «Oggetti preziosi?»
Albus annuì. «Gioielli,
Malfoy.» Il silenzio di Malfoy invitò il ragazzo a continuare. «Sono innocui e non
danno allergie, inoltre sono sempre ben accetti.»
«Non ho mai visto
Weasley indossar―»
Albus lo interruppe.
«Secondo te esiste una donna che non ami i gioielli?»
Scorpius pensò alla
madre. Suo padre era solito regalarle gioielli nelle ricorrenze più importanti o
per rimediare ad i suoi errori. «Che tipo di gioielli?»
«Mhm. Diamanti.» Proferì
Albus.
«Diamanti?! Stai scherzando?
Non posso permettermi dei diamanti!» Esclamò Scorpius. «E poi perché dovrei farle
dei diamanti?!»
Albus lo osservò con
uno sguardo canzonatorio. «Per lo stesso motivo per cui le hai regalato dei fiori,
forse.»
Scorpius si passò
una mano attraverso i capelli. «Non ho soldi per prenderle dei diamanti.»
«Sei un Malfoy!» Esclamò
Albus scandalizzato. «Hai più soldi tu che di tutti i Weasley messi insieme.»
«Li ha mio padre,
non io. Io percepisco solo una paghetta ogni fine mese.»
«Chiedi a tuo padre
un anticipo di due mesi.» Propose Potter.
Scorpius lo guardò
sorpreso. Albus continuò. «Digli che vuoi comprare una nuova scopa. Non credo che
ti dirà di no.»
«Non posso fare una
cosa del genere! E se a Weasley non piacessero i diaman―»
«Non puoi tornare
sui tuoi passi, Malfoy. Le piaceranno.»
«Non mi fido di te,
Potter.»
«Le hai preso dei
fiori, ti sei già fidato.»
«E ho fatto male.»
«Tempo domani ed avrai
quei diamanti in mano.» Sorrise Albus convinto.
[...]
Aveva mandato un gufo
al padre quella stessa mattina, ma ancora non capiva cosa lo avesse spinto a fidarsi
di Albus Potter, forse il fatto che era imparentato con Rose. E non sapeva nemmeno
cosa lo portasse a far tutto ciò per Rose, che tante volte aveva sfidato a suon
di voti e colpi di bacchetta.
Si limitò ad osservare
il cielo dalla finestra della sua stanza, in attesa del gufo del padre, sfidando
con lo sguardo le nuvole e tentando di intravedere in esse il profilo della ragazza.
[...]
Quando Albus Potter
gli sfiorò una spalla, Scorpius si voltò di scatto atterrito. «Sei tu.» Disse, lasciando
andare il proprio respiro.
Albus l'osservò divertito.
«Come procede il piano?»
Scorpius si ricompose,
stringendosi il nodo della cravatta. «Non sono affari tuoi.»
«Paparino ha sganciato
la grana, vedo.»
«Se è per questo le
ho già mandato tu sai cosa.» Sbottò Scorpius, pentendosi poco dopo delle
sue parole. Albus emise un fischio derisorio.
«Ora capisco perché
stamane era così felice.»
Scorpius si voltò
a guardarlo con impeto. «Davvero era felice?»
«Abbiamo lezione di
Creature Magiche in comune, potrai giudicare tu stesso.» Disse Albus, anticipando
il ragazzo di qualche passo.
Di colpo, l'espressione
di Scorpius divenne rigida, mentre i battiti cardiaci andarono velocemente aumentando.
In tutto quel tempo non aveva riflettuto su un ennesimo faccia a faccia con Rose.
I dubbi iniziarono ad assalirlo benché si costringesse a non dar loro ascolto. Seguì
Albus, sentendo il proprio stomaco giocare con la colazione di quella mattina. Il
giovane Potter, notando il volto contratto dell'amico, gli sorrise. «Non devi preoccuparti,
stavolta niente allergie.»
Scorpius annuì ed
a stento riuscì a raggiungere il piccolo gruppo radunato attorno ad Hagrid. Cercò
con discrezione lo sguardo Rose e quando la vide, accanto ad una compagna, il suo
cuore mancò di un battito. Si era portata una mano alla bocca, ridendo ad una sciocca
battuta dell'amica e sembrava davvero felice. Scorpius si voltò verso Albus,
senza tuttavia incrociarne lo sguardo.
Si costrinse a calmarsi,
deglutendo pesantemente. Sollevò nuovamente lo sguardo su Rose e ciò che vide minacciò
di ucciderlo. Aveva personalmente scelto da un catalogo di gioielli un paio di orecchini,
ciascuno dei quali era adornato da una piccola perla bianca, decorata a sua volta
da due piccole foglie intrecciate e tempestate di diamanti. Vi era stato un giorno
intero a contemplari, aveva memorizzato ogni singolo particolare, ogni singolo bagliore
o riflesso. Li avrebbe venduti senza difficoltà, tanto era la bellezza che poteva
decantare. Per questo motivo, quando li osservò ai lobi della compagna di Rose,
temette di svenire.
Si voltò nuovamente
verso Albus, afferrandolo per una manica della divisa e strattonandolo in basso.
«Perché non li ha Rose?»
Albus lo guardò sorpreso,
si portò in piedi, sbirciando tra la folla. Infine, si accovacciò di nuovo. «Perché
lo chiedi a me? Gliel'hai mandati tu.»
Scorpius si afferrò
la testa con entrambe le mani.
«Vieni con me.» Disse
Albus, portando entrambi in piedi. Senza capire le intenzioni del ragazzo, Scorpius
si lasciò trascinare.
«Rose!» Esclamò Albus,
sollevando una mano per richiamare l'attenzione della cugina. La giovane Weasley
si voltò nella loro direzione, sempre con il sorriso dell'ultima battuta stampato
sul volto. Il corpo del giovane Malfoy si irrigidì nuovamente, tanto che Albus dovette
faticare non poco per trascinarlo con sé.
«Albus, cosa fai in
compagnia di Malfoy?» Domandò sorpresa.
«Oh, niente di ché.
Davvero belli quegli orecchini, Mary!» Disse Albus, tentando di deviare il discorso.
La ragazza avvampò,
toccandosi i lobi delle orecchie con un gesto meccanico.
«Dove li hai trovati?»
Indagò Albus con fare galante.
«Li ho ricevuti con
un gufo stamattina.» Disse Mary timidamente.
«E' impossibile!»
Sbottò Scorpius, attirando l'attenzione di ogni studente e perfino quella di Hagrid.
«Non erano destinati a te!»
«Ecco, vedi,» Disse
Albus. «Credo fossero per Rose.»
«Per me?» Domandò
Rose meravigliata. Albus annuì, dando una potente gomitata a Scorpius affinché parlasse.
«Forse il gufo ci
ha confuso,» Disse Mary, delusa. «Il mio nome completo è Rosemary. Forse ha scambiato
il mio nome per quello di Rose.»
Scorpius si sentì
svenire.
«Anche se fosse, chi
mai potrebbe farmi un regalo del genere?»
Albus guardò il giovane
Malfoy, infine lo indicò con il pollice della propria mano. Gli occhi di Rose si
spalancarono, mentre la bocca prese la forma di una 'O' perfetta.
«Non vorrei disturbare,»
Disse Hagrid sovrastando i tre dall'alto della sua stazza. «Ma sto tenendo una lezione,
che a quanto pare non sembra interessarvi.»
«Scusaci Hagrid.»
Disse Albus, abbassando lo sguardo. Rose e Mary fecero lo stesso.
Scorpius strinse i
pugni delle mani contro ai fianchi, trattenendosi dall'imprecare. «Oh, al diavolo
queste stupide lezioni!» Sbottò rosso di rabbia. «Al diavolo i gioielli, al diavolo
le donne!» E con forza si fece largo tra la folla, spintonando qualche malcapitato
e scomparendo seguito da un sonoro sploosh.
«Per la barba di Merlino!»
Tuonò Hagrid, facendosi largo tra gli studenti. Albus e Rose lo seguirono e si affacciarono
da dietro la corporatura del gigante. Un odore sgradevole esalò dal punto in cui
Scorpius era scomparso, costringendo il giovane Potter, Rose e tutti i presenti
ad arricciare il naso disgustati.
La corporatura, apparentemente
fragile, di Scorpius emerse da una poltiglia marrone e verdastra.
«Co-cosa?» Balbettò
Scorpius, sollevando un braccio di fronte agli occhi e dando libera espressione
al proprio disgusto.
«Ragazzo!» Tuonò Hagrid.
«Chi ti ha detto di rovistare in questo preziosissimo sterco di unicorno?»
Tutti i presenti rimasero
imbambolati alle parole del gigante, senza realizzare cosa fosse realmente successo.
«Ho impiegato giorni per raccogliere il liquame di unicorno disseminato per tutta
la Foresta Proibita! Adesso, la sua composizione organolettica è cambiata ed è da
buttare! Puro concime per piante, bah.»
A quelle parole un
coro di risate si sollevò tra tutti gli studenti, mentre Albus dovette accucciarsi
a terra per la mancanza di fiato. Rose, dapprima sorpresa, si unì al divertimento
dei presenti, mentre Scorpius desiderò con ardore di levarsi da quell'impiccio puzzolente.
«Per punizione, Malfoy,
mi aiuterai a raccogliere lo sterco per la prossima lezione. E adesso, qualcuno
vada a chiamare Pomona. Sarà felice di concimare le sue piante. La lezione di oggi
è sospesa!» Disse Hagrid, incamminandosi verso la sua casetta ai piedi della Foresta.
«Avanti, Malfoy.»
Rose si avvicinò, brandendo un lungo stecco, che porse a Scorpius.
Con la mano libera si tappò le narici per non inalare l'odore, che man a mano andava
impregnando l'aria circostante. Umiliato, Scorpius afferrò l'estremità del ramo
e si lasciò issare in piedi.
«Tutto bene?» Domandò
Albus, tentando di soffocare a stento le risate.
Scorpius rispose con
un mugolio sommesso, in quel momento era disgustato perfino di se stesso.
«Senti, Malfoy.» La
voce di Rose attirò la sua attenzione, ricordando che tutto ciò che in quel momento
avrebbe dovuto provare era solo una massiccia dose di imbarazzo. «Ti ringrazio dei
diamanti, ma credo che sarò costretta a restituirteli. Non sono esattamente il tipo
di ragazza che indossa quei gioielli.»
Scorpius si limitò
ad annuire.
«Non si tratta di
un rifiuto.» Disse Rose, notando lo sguardo avvilito del ragazzo. «E comunque, io
preferisco di gran lunga un libro!» Esclamò, arrossendo.
«Lo terrò presente.»
Sbottò Scorpius, incassando l'ennesima umiliazione.
Rose annuì, sempre
rossa in volto, salutò sia Albus che Scorpius e corse verso il castello. Rimasti
soli, Albus portò le mani ai fianchi.
«Direi che alla fine
è stato un successo!»
Il giovane Malfoy
sollevò lo sguardo, fulminando il ragazzo. «Non fare dello stupido sarcasmo, Potter.»
«Dico sul serio,»
Annuì Albus. «L'hai conquistata! E non avrei mai pensato ad una situazione simile.»
Disse, osservando lo sterco addosso a Scorpius.
«Torno al castello.
Per oggi ne ho avuto abbastanza.»
«Malfoy, devo forse
dedurre che tu non conosci il mondo Babbano?»
Scorpius si voltò
a guardare Albus. «Dovrei?»
«Dai diamanti non
nasce niente, dal letame nascono i fiori.» Cantilenò Albus. «Si tratta di una
canzone, ma dubito che tu sappia di chi sia. Ad ogni modo, è possibile che dallo
sterco sia nato l'amor.»
«Molto divertente,
davvero.» Sbottò Scorpius, tornando sui propri passi.
«Dico sul serio, l'amore
è nato!» Canticchiò Albus.
«Oh, avanti, smettila!»
Esclamò Scorpius, sventolando una mano in direzione del ragazzo. Albus abbassò lo
sguardo, notando due macchie marroni alquanto vistose sul proprio maglione.
«Ecco, questo non
lo dovevi fare, Malfoy.»
«Al diavolo, Potter.»
Ed insieme si diressero
al castello.
Fine
Note a fondo pagina: Ebbene, mai e poi mai
avrei pensato di scrivere una storia su Scorpious, Rose ed Albus; soprattutto
perché non ho mai letto storie che li riguardassero, di conseguenza, non so
nemmeno se quello che ho scritto è "sensato". Ad ogni modo, "Dai Diamanti Non
Nasce Niente" è stata scritta per l'iniziativa estemporanea di
Criticoni @ Diamanti e per
l'iniziativa
Temporal-mente.
«Dai diamanti non
nasce niente, dal letame nascono i fiori.»
Via del Campo, Fabrizio De André
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