My
way to you
Chiudo le
braccia.
Un cerchio sghembo
fatto di ossa, pelle e ghirigori.
Sono sfinito,
letteralmente.
Potrei essere ovunque.
So solo che sono qui ed ora, i miei piedi questa
notte sono ancora sulla terra. Potrebbe anche essere
l’ultima, chi se ne frega.
Da qualche parte sento
ancora vibrare le corde, un ultimo accordo che
spiega le ali nell’aria pregna di sudore e lacrime.
I miei palmi sono
madidi, scivolano sulla camicia ormai bagnata. Sento ogni
singola costola, i muscoli contrarsi. Sotto la mia mano destra avverto
un
tonfo. Forte, deciso, secco e al contempo liquido.
Chiudo gli occhi e
avverto qualcosa incastrarsi tra le ciglia …
- Svegliati, svegliati
cazzo!
Un nodo alla gola,
l’urlo è solo nella mente.
La fronte è
umida, fredda. Riverso sul
pavimento coperto dai tappeti persiani, sembra solo una macchia nera.
Il bianco
anonimo del soffitto si riflette nel verde splendente dei suoi occhi.
Sembra un
insulto alla singolare bellezza di quello sguardo che ora sembra perso.
- Billie!
- N-non…
Sembra quasi che gli
abbiano annodato
la gola, il pomo d’Adamo esposto. Suda e trema, la cassa
toracica è cosi
allargata che sembra che il cuore gli stia per esplodere. E
forse…
- Billie, che cazzo hai
fatto?? – gli accarezzo
la fronte, affondo le dita nei capelli. Cerco di tranquillizzare lui
mentre a
malapena riesco a tener ferme le mani.
Cerca di rispondere, ma
ciò che ne esce
è solo un fischio.
La mia mente è
ormai un pallone pronto
ad esplodere. È come avere un’ulcera nel cervello.
Lo abbraccio, aspetto. So
che finirà, è sempre stato così.
L’euforia prima, la rabbia poi. Tutte le
frustrazioni vengono a galla, la depressione che gli segna il viso e lo
deforma. Potrebbe avere cinquant’anni o solo cinque in questo
momento, ma sarebbe
sempre a un passo dal vuoto. Billie non ha età ora, ma solo
smania. A malapena
riesco a tenerlo fermo tra le braccia.
- Scusa
È tutto
ciò che riesce a pronunciare.
- Non è me che
devi scusare – sussurro al
suo orecchio – Io sarò qui, qualsiasi cosa accada.
Sei tu il tuo nemico.
Contro la mia guancia
sento qualcosa di
umido. Io non ho più lacrime da versare, sono sfinito. Mi
volto a guardarlo.
Sono sue.
- Take
me to the emergency.
… questa
volta piango. La felicità ha strani modi per manifestarsi.
- We’re
still breathing!
Lo urla dentro al
microfono con tutto il fiato che riesce a contenere, e
questa volta è vero.
Respira, accoglie il
mondo dentro di se. Respira l’amore di quelle migliaia
di facce che ci guardano da sotto il palco e quelle dagli spalti.
L’amore di
chi lo circonda e di chi, da lontano, gli indica la via come una stella
polare.
Non è mai
stato solo, mai lo sarà.
Non finché
ci sarò io.
Gli bacio la guancia
umida che sa di sale. È un buon sapore, sa di vita. Il
bambino lasciato indietro, ora guarda l’orizzonte. Come
soldati dopo una lunga
guerra persa, torniamo per la prima volta a casa.
Questa è
casa nostra.
Lo sento respirare di
nuovo. Sorride.
- Grazie Mike.
L'angolo
della pazza:
Buonasera!
^^
Dio mio, da quanto tempo non passavo da qui. Credo sia passato qualche
annetto.
Sì, sono una vecchia recluta, care matricole.
Sì, sono tornata, vecchie bastarde! :'D
Non so quanto tutto ciò abbia senso. Ho accozzato tre
canzoni (tra le mie preferite, obviously).
Non sono stata a nessuno dei quattro concerti, non fisicamente almeno.
Ho immaginato questa scena in base alle foto, alle dirette e a tutto
ciò che in questi giorni mi ha fatto vivere questi
spettacoli.
I tre vecchi nani ci danno dentro alla grande e a dodici anni di
distanza dalla prima volta in cui ascoltai Boulevard of Broken Dreams,
non potevo fare a meno di dedicargli quattro righe.
Il pov di Mike è uno dei miei preferiti e penso si sia
capito abbastanza in fretta che fosse lui.
Comunque, lasciatemi qualche parolina se volete e potete. Io ho fatto
il mio meglio nonostante un po' di ruggine sulle dita.
Un abbraccio a tutti.
Franny
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