Non smettere di combattere

di Giadavnt
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Giro velocemente lo sterzo per parcheggiare. Fortunatamente la mia Mini Cooper rientra perfettamente in quel piccolo spazio. Sono una volta scesa dall'auto e con le mie gambe che già si muovono veloci mi chiedo di quale colore fosse il riquadro sul terreno. E subito mi rendo conto che non ho neanche controllato se ci fosse un riquadro...ma ormai è tardi. Mi fiondo in una piccola stradia laterale dove si trova il ristorante dove io e Yamcha ci eravamo dati appuntamento alle 8 circa...insomma un ora e mezza fa. Tutta colpa del mio capo che decide di assegnarmi lavoro extra proprio nei giorni meno opportuni con un sorriso finto in faccia e la scusa di scadenze da rispettare. E' la seconda volta che ritardo ad un appuntamento e mi ero ripromessa di non falso più dato che, l'altra volta Yamcha non la prese molto bene...

Ed eccolo lì. Se ne sta appoggiato al muro affianco alla vetrina del locale con un ginocchio piegato all'indietro e fumandosi una sigaretta. Arrivo di fronte a lui completamente scapellata, col fiatone e mi rendo conto di avere ancora la divisa da lavoro. Non che una camicetta bianca e una gonna nera mi stiano male ma è comunque un completo da lavoro e quindi non adatto a un'uscita serale. Mi tolgo il badge con un “Bulma Breif” scritto grande dal petto buttandolo poi distrattamente nella borsa. Mi passo una mano tra i capelli cercando di dare almeno una forma al mio caschetto e mi facendo un respiro mi avvicino di più a lui che nel frattempo ha fatto finta di non vedermi.

-Yamcha...scusa, io...il capo...- cerco di giustificarmi ma lui non mi lascia finire che con uno scatto riporta il piede dal muro a terra e butta la sigaretta a terra per poi pestarla.

-Hai fatto tardi di nuovo!-

-Lo so, mi dispiace! Ma il capo mi ha dato nuovi documenti che dovevo finire per stasera e...-

-Basta con queste scuse Bulma! Non mi interessano le tue chiacchiere. Ormai a ogni tua ancanza mi impioppi la scusa del lavoro! Cerca almeno di essere creativa e di inentartene un'altra!-

-Ma...-

-Sta zitta.- fa una pausa -Andiamo a casa tua.-

E senza darmi tempo di ribattere si avvia per la strada da dove sono venuta.

Lo seguo senza dire niente. Mi spaventa quando fa così. Non lo riconosco. Quando l'ho conosciuto era così impacciato e timido da aver quasi paura di rivolgermi la parola. Ed penso sia stata proprio questa sua timidezza insieme ad una piccola simpatia a farmi innamorare di lui. Ma ora...

Senza dire niente apre lo sportello del guidatore e si infila in macchina. Nella fretta avevo addirittura dimenticato di chiudere l'auto! Dandomi quella scema mentalmente mi infilo anch'io in macchina per ripararmi dal freddo di febbraio che fino a poco fa non sentivo. Però ora quella freddezza è tornata a congelarmi e proprio mentre , per passargli le chiavi, le nostre mani si incontrano, un brivido gelido mi sale lungo la schiena facendomi strigere nel cappotto.

Angolo autrice
Salve a tutti.
Mi scuso per il capitolo corto.
I prossimi saranno più lunghi :)





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