Cap1
Capitolo uno: La morte viaggia in
aereo.
Odio volare.
Odio il fatto che l'aereo per Seattle abbia ritardato di un'ora.
Maledico la decisione che ho preso, volendo andare a trovare Carlisle
in un buco di paese.
Odio il bruciore ed iil veleno nella gola.
Odio l'umano che mi sta accanto.
Il fatto che sia russo non migliora certo le cose, tanto già fa
schifo il suo odore.
Lo odio ancora di più perchè ho scoperto che anche lui
andrà a Forks, quindi me lo porterò dietro.
-Mi chiamo Marek Derevko,sono qui per uno scambio culturale con gli
Stati Uniti...-
Metto le cuffie per non sentirlo, ma la sua voce è cosi alta che
non posso evitare di sentire.
-...A Forks mi aspetta una bellissima ragazza!Non vedo l'ora, magari
riuscissi a combinarci qualcosa!-
Certo che i ragazzi di questo secolo, troppo limitati nelle loro
capacità mentali, non fanno altro che pensare a "combinare
qualcosa".
Povera ragazza, che triste destino gli hanno riservato...
Quanto tempo manca
all'atterraggio?Ah, meno male, venti minuti...Allaccio la
cintura.
-Hey la vuoi vedere?Ecco ho una foto...-
Ah, perchè stava ancora
parlando con me?
Mi mette sotto gli occhi una foto, la respingo con un gesto, ma lui me
la mette praticamente sotto il naso, costringendomi a vederla.
-Ah...-
-Bella vero??La fortuna mi sta baciando!-
Dovevo convenire con questo bifolco siberiano, sul fatto che la fortuna
lo stesse baciando, ma dovevo dissentire vivamente sul fatto
che lei fosse bella da mozzare il fiato. In primis, perchè io il
fiato non l'avevo proprio, in secundis perchè etichettarla
effettivamente come
"bella da mozzare il fiato anche ai non-morti" poteva anche essere un
insulto per questa sconosciuta.
Poteva benissimo essere una della mia specie, la sua pelle
era diafana e sembrava quasi una creatura celeste.
Forse sto esagerando?Ero
sicuro del fatto che il bello è ciò che piace ai sensi
nell'ambito nella sensazione, ma forse quell'umana
della foto li aveva completamente stregati, i miei sensi.
Ha i capelli dello stesso colore di quelli di mia madre, castano.
I suoi occhi, benchè marroni, sembrano brillare come delle
stelle, il suo sorriso sembra quello di un angelo...
Tutto il potere del mondo è
contenuto negli occhi...
Sentii qualcosa sul petto, nella parte sinistra, ma, non riconoscendo
la cosa, non ci feci caso più di tanto.
-Come si chiama?-
Gli rendo indietro la foto.
-Isabella Swan-
Ridacchio tra me e me, attirando lo sguardo interrogativo del giovane
umano.
Bella di nome e di fatto!Che
gioco divertente hanno fatto i genitori, dandole quel nome!
-Mh...-
-Hey, non ho afferrato il tuo nome!-
-Non l'ho proprio dato.-
Arrivati a Seattle, e andati al ritiro dei nostri bagagli, l'umano ed
io ci affrettiamo ad uscire dall'aeroporto.
-Vuoi un passaggio dal padre di Bella?-
-No, noleggerò una macchina e ci andrò da solo, a
Forks...-
Invece di prendere la scala mobile, prendo le scale normali, precendo
Marek.
Non mi accorgo che quello, inciampando con i suoi stessi piedi, mi
viene addosso.
-Che fai??????-
Fa mettere il piede in stallo anche me, mi trascina giù per le
scale con lui.
Mi rialzo subito e controllo che all'umano non esca sangue, altrimenti
sarebbe un bel problema.
Niente sangue, è solo stordito.
Che palle, ma questo tizio doveva
capitare proprio a me?
-Hey, mi senti?-
-Si, sto bene...Credo.-
-Bene, io vado.-
Lo aiuto a rialzarsi, ma ,visto che ancora barcolla, lo tengo un attimo
fermo per stabilizzarlo.
Poi l'impensabile diventa realtà.
-Ma dove siamo, e chi sei tu?Non ti conosco...-
Dio mi vuole proprio punire ogni
giorno per i miei crimini!
Mi venne il sospetto che possa aver subito un trauma cranico con la
caduta.
-Sai chi sei, come ti chiami?-
Lo vedo sforzarsi, forse se lo ricorda...
-Si...No, cioè...Non lo so...-
Per fortuna che di qui sta passando un assistente di volo, lo fermo e
gli spiego la situazione.
Con l'umano si fermerà lui, apettando un medico, perchè
io ho da fare.
Voglio sbrigarmi ad uscire da qui, devo assolutamente
nutrirmi....Dovrò andare in un quartiere malfamato di Seattle,
per trovare un
criminale a cui fare da giudice? Di certo non posso assalire il primo
che capita...
Mentre continuo a pensare a come fare, non mi accorgo nemmeno di essere
persino uscito dall'aeroporto.
Devo cercare un noleggio auto e....CHI è che mi picchietta sulla
spalla??
Sento qualcosa di elettrico scorrermi per tutto il corpo.
Poi sento...L'odore.
Ero assuefatto dall'odore del sangue umano, essendo rimasto ore in un
aereo pieno di uomini, ma quell'odore...
Mi era appena scoppiata una bomba nello stomaco, sentivo strane cose
stringermi e strizzarmi le budella.
La fame, fino a questo momento controllata nei limiti del possibile,
ora torna a tormentarmi come uno sciame di vespe inferocite.
Posso mangiarmi il proprietario di questo odore?Come posso fare?E se mi
vedono?Ma se uccido tutti gli umani che si trovano qui?
Dopo posso gustarmi quel sangue che tanto mi chiama come una sirena
tentatrice?
Basta, devo girarmi ed affondargli i denti nel collo!
Mi giro velocemente e...E poi mi blocco.
-Bella?-
La ragazza della foto? Che ci fa qui?Ah, è per quello
lì...
Poi, osservando i suoi occhi marroni, smetto semplicemente di pensare.
Anche alla fame.
-Hey?Sei tu Marek?-
Che? Io?Mi ha scambiato per quel ragazzo russo?
-Hey???La sai la mia lingua?-
Ma con chi crede di stare a parlare, con il cordiale vicino di casa?
-Penso di conoscere le infinite sfumature della tua lingua anche meglio
di te...-
La vedo mordersi il labbro inferiore ed incrociare le braccia,
assumendo un atteggiamento difensivo, forse l'ho offesa con le mie
parole?
-Sei Marek?-
-Si, sono io.-
COSA???Che cavolo ho detto?Chi sono io?Sono un vampiro assassino, non
uno studente russo con l'acne!
La vedo sorridere, rimando tutte le domande di prima nel luogo oscuro
da dove sono venute.
Beh, forse non è una cattiva idea...Avrei un tetto sulle spalle,
nel frattempo che vado a far visita a Carlisle...
Caccio via anche questi pensieri, richiamo alla mente le vecchie, ma
persistenti, buone abitudini da uomo del 1918.
Le prendo la mano destra, non indugiandoci troppo sopra, e le faccio un
velocissimo baciamano.
Mentre io rimango perplesso dal mio stesso gesto, lei ha un brivido di
freddo.
Mentre ci dirigiamo in macchina, una volante della polizia dove ci
apettava il padre, l'unico mio pensiero rimane: cosa mangio per cena?
Trattengo il respiro.
Il primo capitolo della mia nuova fan-fiction "Io uccido: quando la
morte è di casa"
L'ho scritto così, in un rush di scrittura. Non so se è
cosi valido da spendere tempo a scrivere un seguito...
Quindi ditemi cose ne pensate! Un "ciao" ai miei attuali fan e a quelli
futuri!
A presto!
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