Non
era stato facile convincere Betty a non
andare al commissariato nelle sue condizioni, ma ci erano riusciti.
Adesso si
trovavano tutti a casa sua, tranne Yousef, che aveva accompagnato don
Roberto e
Armando. Lei era certa che Armando non avrebbe capito il
perché non fosse
andata e si era disperata per ore e ore.
“Allora
don Roberto” chiede al suocero che è di
ritorno dal commissariato “come sta Armando? Di cosa lo
accusano?”
“Betty,
figliola” le
dice lui abbracciandola “la situazione è
più grave del previsto. Credono che lui abbia sottratto dei
fondi al Fashion
Group per mettere su un traffico di droga.”
In
quel momento suonano alla porta. Julia va ad
aprire ed entrano Yousef e un signore che nessuno conosce.
“Betty”
la chiama Yousef “ti presento Alexandre
Delacroix, è di origini canadesi, ma viv in Colombia da
più di vent’anni. E’ un
ottimo penalista.”
“Grazie
Yousef” risponde Betty.
“Benvenuto
Alexandre” interviene don Roberto
“credo che anni fa io abbia conosciuto tu padre, tu eri molto
piccolo”.
“Si,
signor Mendoza, è così, solo che poi noi ci
siamo trasferiti a Medellin.”
“Mi
scusi Alexandre” interviene Betty “come sta
Armando? E’ riuscito a parlare con lui e a capirci
qualcosa?”
“Stia
tranquilla Betty, posso chiamarla così no?
Armando sta bene. Sono riuscito a vederlo con Yousef, ma solo per
pochissimi
minuti. Lui si dichiara innocente. La situazione non è delle
più semplici…”
“Si
Betty” interviene Yousef. “Le accuse che gli
rivolgono sono piuttosto pesanti. A quanto pare, da quello che abbiamo
potuto
capire, lo accusano di essere coinvolto in una associazione a
delinquere
formata da lui, un dipendente del Banco Atlantico e un dipendente del
Fashion
Group. Il signor Stevenson a New York ha dato il via alle indagini
perché non
riceveva i profitti derivanti dal vostro accordo. Ha fatto una denuncia
all’FBI
e questa è la cosa più grave! Dobbiamo sbrigarci
a dimostrare la sua innocenza
perché potrebbero estradarlo.”
“Ma
tutto ciò è assurdo!” esclama Betty.
“Sono
io che gestisco i conti correnti dell’Ecomoda. Non Armando!
Allora avrebbero
dovuto arrestare me! E non c’ nulla che non vada! I
versamenti sono stati
sempre regolari!”
“Bene
Betty” interviene l’avvocato “questo
è un
ottimo punto di partenza. Dobbiamo metterci a studiare una strategia
che possa
liberare Armando il prima possibile!”
“Avvocato,
scusi” interviene Margherita “non
c’è
la possibilità di liberare Armando su cauzione? Io e Roberto
saremmo disposti a
pagare qualsiasi cifra!”
“No
signora”. Alexandre scuote la testa. Il
giudice ha deciso che stando così le cose non
accetterà nessuna cauzione,
perché teme che l’imputato possa fuggire, lasciare
il paese, e a lui non
interessa se Armando è un Mendoza. Per lui,
l’unica cosa da fare è chiarezza.
La
casa di Betty e Armando era piena di gente.
Si erano ritrovati lì, Roberto e Margherita, Hermes e Julia,
Nicolas, Mario,
Yousef e sua moglie, Cata e Michel. E un manipolo di giornalisti
davanti la
hall dell’edificio, perché chi si avrebbe perso
l’occasione di speculare su una
così succulenta notizia??
“Betty”
interviene timidamente Niala “non pensi
che dovresti riposare un po’ nelle tue condizioni? A stento
siamo riusciti a
farti cambiare…”
“Ha
ragione la tua amica figlia mia” interviene
Hermes.
Nessuno
di loro riusciva a darsi pace, per quanto
stava accadendo.
“Voglio
vedere Armando” chiede Betty. “Avvocato,
quando potrò vederlo?”
“Spero
domani Betty. Intanto dovete indicarmi
qualcuno di vostra assoluta fiducia che possa accompagnarmi in Ecomoda,
perché
le autorità sequestreranno i vostri computer e
paralizzeranno l’attività
amministrativa del’impresa. La cosa positiva è che
anche noi avremo accesso a
quegli atti.”
“Don Roberto, se per lei non è un
problema” interviene Betty “ vorrei che ci
andassero Nicolas e Mario. Sono le persone che meglio conoscono
l’impresa e
sono di mia assoluta fiducia.”
“Si
certo Betty. Andrò anche io con loro.
Sebbene non seguo più l’azienda come prima,
Ecomoda è ancora la MIA azienda. E
chiunque voglia provare a danneggiarla, a danneggiarci è mio
nemico!”
“Don
Roberto, glielo giuro” gli dice Betty “ a
meno che non ci sia una talpa, glielo giuro, nessun traffico illecito
sta
passando per i conti di Ecomoda. è tutto in ordine. Io,
Armando e Mario non
abbiamo fatto assolutamente niente di illegale. E nemmeno gli altri. Sa
benissimo che ogni decisione che viene presa deve avere il mio
benestare
economico e non c’è assolutamente niente che non
va nei nostri conti a parte
l’ordinaria amministrazione. Glielo giuro sul mio
bambino.”
“Ci
credo Betty” le dice Roberto baciandola
sulla fronte. Lei lo abbraccia forte e inizia nuovamente a piangere.
“Mi
dispiace interrompervi” dice l’avvocato
“ma
sono certo che la polizia sia in Ecomoda. Meglio andare!”
“Si
andiamo” interviene Mario, dirigendosi verso
la porta di uscita.
*****
Betty
aveva ascoltato il consiglio di Niala e
aveva deciso di sdraiarsi e riposare per un po’. Riposare
però era una parola
grossa e non riusciva a fare a meno di pensare ad Armando e piangere.
Amore
mio,
non dubitare di me, ti prego. Non ci sono io dietro questa storia. Lo
so che
tutto lascia intendere che sia io che voglia farti male
perché il settore
finanziario è il mio, ma ti giuro che io non ho fatto mai
nulla contro di te.
Lo so che pensi che io possa averlo fatto perché non ho
voluto dirti che rapporti
ci sono tra Daniel e Tomas, cielo, dovranno indagare anche su questo,
ma io non
ho nulla a che fare con loro .
Spero
che
tu sia in grado di credermi. Di credere nel fatto che ti amo
più della mia
vita. Non sono riuscita a dirti che aspettiamo un bambino, il nostro
bambino e
non so nemmeno se tu mi
crederai di
nuovo. Se ti fiderai di me. Sono stata una stupida. Ho sbagliato tutto.
Non mi
sarei mai e poi mai dovuta allontanare da te…
*****
Armando
era stato trasferito in cella. Durante
la sua sosta al commissariato aveva avuto la possibilità di
parlare con il suo
avvocato, che gli era stato procurato da Yousef, ma sapeva benissimo
che non
poteva evitare ciò che sarebbe successo. Cioè la
sua carcerazione e
probabilmente un processo. Voleva vedere Betty, ma sapeva che non
sarebbe stato
possibile quel giorno. Non avrebbero potuto farla andare in
commissariato con
l’abito da sposa.
Adesso
era nella sua cella, in carcere, solo.
L’avevano messo in una cella singola perché
temevano ritorsioni da parte degli altri
detenuti.
Perché
mi
sta succedendo tutto questo? Per quanto dovrò ancora pagare
tutto il male che
ho fatto?
Betty,
tu
cosa c’entri con questo stramaledetto imbroglio? Non posso
credere che tu
c’entri qualcosa! Ho visto l’amore per me nei tuoi
occhi innumerevoli volte.
L’ultima oggi. Allora perché non ti fidi di me?
Perché non mi hai voluto dire
che rapporti ci sono tra Daniel, te e Tomas? E’ opera del mio
acerrimo nemico
Daniel tutto questo? tu sei d’accordo con loro? Non posso e
non voglio crederci!
Perché, perché sta succedendo tutto questo? E chi
c’è dietro dannazione!
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