Il tuo affetto, sorella mia, è il sole della mia felicità

 

 

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“Sai bene quanto me qual è il valore dell’affetto di una sorella: non c’è nulla di simile in questo mondo.”
(Charlotte Brontë)

 

 

 

Quando Elsa si volta a guardarla, ogni parola rimane incastrata tra le labbra dischiuse: è così bella nell’abito della loro amata madre, bianco e rosso che splendono luce e calore. Ed è Anna, semplicemente, eterno sole di se stessa.
Il suo sole.
     La osserva mentre si sistema i lunghi guanti di seta in quel suo modo goffo e adorabile, perdendosi in una tiritera dettata dal nervosismo del momento - modi del tutto non confacenti ad una principessa, ma ad Elsa non importa (non è mai importato): Anna è sempre stata solo Anna, per lei, perfettamente giusta in se stessa per quello che è. La osserva, gli occhi che le brillano come  mai prima.
«Perché lo hai fatto?» Elsa non può fare a meno di chiederglielo. «Perché hai rimandato il tuo matrimonio solo per scoprire la verità?»
     Anna la guarda ed è tutto lì, in quello sguardo – nel modo in cui l’ha guardata da quando è nata e in cui, ne è certa, lei ha sempre ricambiato il suo sguardo.
«Elsa, sei mia sorella. Non posso andare all’altare se non sei felice quanto lo sono io.»
     È una verità della quale entrambe, da tutta la vita, sono a conoscenza nei loro cuori, ma che hanno dovuto stentare a lungo prima di riuscire a riconoscere ed accettare.
Il tuo affetto, sorella mia, è il sole della mia felicità.