Auff! Un altro capitolo è andato!
Be, ho deciso di ringaziarvi subito, le vostre recensioni mi hanno
davvero commosso!
Spero che la storia continui a piacervi! ^^
- inukag4ever: grazie, davvero, sono contento di riuscire
a trasmettere sentimenti attraverso la scrittura,
è ciò che ogni autore cerca di fare... ^^ Per
quanto
riguarda come ha fatto Inuyasha a salvare Kagome, be, in questo
capitolo si saprà! ^^ E per il secondo commento che mi hai
lasciato, su Sota e Kohaku... Be, che dire?
Sono sorpreso dalla tua deduzione...! o___O Ma per ora non dico nulla e
lascio a te la fantasia, finchè non si capirà
tutto! XD
- Vale728: sono felice che il capitolo ti è
piaciuto e che adori il mio Sota ^^... Penso che hai ragione quando dici
che si è riscattato delle sue colpe di quando è
rimasto indifferente... Povero, non era colpa sua, ma di quei bravissimi
e buonissimi
genitori che si ritrova...
Spero che questo capitolo, dedicato quasi tutto ad Inuyasha e Kagome,
ti piaccia!! ^___^
- Luluchan: ciao! Che dire? Grazie dei complimenti
(arrossisce -///- ) e sono contento che la storia ti piaccia!
Spero che continuerai a seguirla! ^^
Comunque ti ho aggiunto su msn, finalmente mi sono fatto il mio account
e non devo più sottostare al volere di mia sorella! XD
( piange di felicità ) Alla prossima!
- mikamey: grazie, sono contento che segui questa storia
con piacere, spero che anche questo capitolo
ti piacerà e continuerai a leggere la storia! ^^
- ryanforever: ciao! Per i diritti d'autore no problem! XD
Be, la frase nel tuo commento era perfetta, non potevo non metterla! XD
Sono contento
che segui questa storia e che ti piaccia Sota, in effetti sta facendo
una strage!! O__o
Be, spero ti piaccia anche questo capitolo! ^^
- Darkina: ciao! Ti ringrazio dei complimenti, mi fa
piacere che ti piaccia così tanto la storia! ^^
Adesso poi si vedranno di più anche gli altri ( Miroku e Rin
) insieme ad Inuyasha e Kagome... :)
Ma è meglio non illudersi troppo della dolcezza di Inu...
non si sa mai! XD
Alla prossima! ^^
- LilyProngs: Ciao! Sono contento che la storia e il mio
modo di scrivere ti piacciano! Be, hai ragione,
a volte è un po' irruento, ma come hai detto tu è
il mio
modo di fare, e poi trovo anche io che renda la scena più
intensa,
toccante... :) E anche io adoro il tuo stile, davvero!! ^^
Sono contento ti piaccia anche Inuyasha e per Rin, non preoccuparti:
adesso sarà più presente! :)
- Superkirby: sono contento che hai commentato anche
questo capitolo, e che ti piaccia la storia
e il mio Sota! In effetti lo adoro anche io! ^^ Lo trovo geniale in
questo modo!
Ecco il nuovo capitolo che spero ti piaccia, ciao! ^^
- Xx
Kagome_Chan xX: Ciao! Tranquilla, non ti sbrano! XD Fa
sempre piacere vedere nuovi commenti, grazie!
Sono contento che ti piaccia questa storia, e come vedi, alla fine sono
tornato!
Sicuramente avrei pensato anche io, se una storia non comparisse
più dopo tanto tempo, che l'autore fosse stato
rapito dagli alieni! Spero che anche questo capitolo piaccia, ciao!
-
achaori: grazie
dei complimenti, sono contento che questa mia storia piaccia! E che
Sota ti piaccia!
In effetti anche io lo preferisco così, mi ci sono
affezionato! :)
Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se a me non sembra
nulla di che...
Ciao, alla prossima! ^^
Capitolo
cinque: Fuga
<< BRUTTO MANIACO!!
>>
Inuyasha e Kagome si separarono improvvisamente a quell'urlo,
proveniente da Sango,
e voltandosi verso la ragazza la videro tirare un ceffone verso un
ragazzo col codino che aveva una mano sul suo sedere.
Kagome sentì Inuyasha borbottare, mentre alzava gli occhi al
cielo:
<< Oh, no! Ancora! >>
<< Sanguccia! Perchè mi fai del male?
>> chiese con
le lacrime agli occhi il ragazzo malmenato ad una Sango rossissima
per la furia e l'imbarazzo.
<< Idiota! >> esclamò lei per
poi zoppicare verso il
letto e sedercisi, massaggiandosi la gamba sinistra, fasciata.
Kagome sembrò ricordare qualcosa di importante vedendo la
bruciatura dell'amica.
<< Sango ma... Io ho sentito la tua voce, giusto prima
che...
svenissi, durante l'incendio. >> iniziò a
parlare,
sedendosi accanto l'amica, seguita da Inuyasha e l'altro ragazzo, del
quale non si fidava molto,
visto ciò che aveva fatto a Sango e, da quanto aveva capito,
non era la prima volta.
Per fortuna, quello si era seduto accanto Inuyasha.
<< Ma poi... Che cosa è successo?
Perchè sei
entrata? Come siamo uscite? Come siamo arrivate qui? >>
terminò indicando
la capanna nella quale si trovavano.
Sango si voltò verso Inuyasha e Miroku, che annuirono, come
a darle man forte per iniziare a parlare.
<< Bè, io ero andata a cercare Sota, come mi
avevi chiesto tu, ma poi... Abbiamo sentito il tuo strillo disperato.
Siamo scesi tutti e... Abbiamo visto la casa divorata dalle fiamme. Non
sai come mi sono sentita quando ho realizzato
che tu eri in quell'inferno. Senza pensarci, stavo entrando, ma poi ho
visto Bankotsu: aveva perso tutta la sua spavalderia,
sembrava disperato e ansioso e blaterava cose quasi senza senso, che
però sono riuscita a capire: stava chiedendosi
perchè tu non fossi ancora uscita, perchè non eri
già da lui a chiedergli scusa >>
Sango fece una pausa,
respirando.
<< L'ho lasciato perdere e ho aperto la porta: li ho
visto solo
fuoco. Era ovunque. >> rabbrivibì
<< Sota ha tentato
di
fermarmi, ma sono entrata. Solo che sono inciampata e non sono
più riuscita a muovermi a causa della gamba.
Da li, tutto è successo velocemente, e non ricordo
perfettamente. Sono sicura di aver sentito qualcuno e entrare e chiamare
sia me che te, e sono convinta che era Sota.
Nello stesso istante, qualcosa mi è caduto addosso,
facendomi
perdere i sensi. >> si voltò verso Inuyasha
<< E da
qui, penso che
dovresti continuare tu. >> affermò.
Kagome lo guardò con un po' di timore. Inuyasha
iniziò subito a parlare.
<< Io e la mia amica, Rin - quella che hai visto prima -,
abbiamo visto il fuoco e sentito le urla.
Eravamo a fare una passeggiata per il bosco. Ci siamo avvicinati e ti
abbiamo intravisto dalla finestra della cucina, dalla
quale siamo entrati. Io ho preso te, ma poi Rin ha sentito un'altra
voce e ha trovato Sango sotto delle macerie e l'ha tirata
fuori prima che il fuoco la ricoprisse totalmente.
Per quanto riguarda quel ragazzo, non abbiamo potuto fare nulla,
perchè stava crollando tutto il soffitto e vi avrebbe - ci
avrebbe - ucciso. Vi abbiamo portate qui perchè stava
arrivando la polizia, coi pompieri, e... >> in quel
momento
si grattò la nuca, in imbarazzo << ...Non
pensate male, ma
non ci possono trovare. E tu... >> guardò
negli occhi
Kagome
<< Tu mi avevi visto. >> terminò
il suo racconto
mentre Kagome rifletteva a tutto ciò che le era stato detto.
<< E perchè non potete farvi trovare, se non
siete
criminali? >> chiese, seria, puntando i suoi occhi in
quelli
dorati dell'altro.
<< Perchè non sei umano? >>
aggiunse poco dopo,
facendolo sussultare, e sentì anche Sango emettere un suono
sorpreso.
Lui rimase in silenzio, e Kagome capì che non poteva dirle
nulla, ma intuiva che ci aveva azzeccato.
Restò sconcertata da tale scoperta. Insomma, non
è da
tutti i giorni incontrare una creatura inumana, quando dovrebbero
essere solo leggende.
Ma lei aveva sempre creduto nel sovrannaturale.
Non sapeva il perchè, ma era sicura che esistessero creature
sovraumane.
<< Che cosa sei? >> chiese, senza
distogliere lo sguardo, incatenato a quello dell'altro.
Ma prima che potesse risponderle, la porta si aprì, ed
entrò una ragazza, carina, dall'aria infantile nonostante
avesse
più o meno fra i sedici o diciassette anni, con i
capelli scuri
sciolti eccetto per un buffo codino laterale, e un vestito blu
lungo fin sopra il ginocchio, entrò, portando con se un aria
allegra e meno tesa di quella che aleggiava pochi istanti prima.
<< Non potete sapere che è successo li! Il
finimondo!
>> esclamò, allargando le braccia per
enfatizzare le sue
parole.
<< Un ragazzo vestito tutto di nero, dall'aria di un
morto che respira ancora per miracolo, ha fatto un macello:
ha iniziato accusando un certo Bankotsu, nonchè suo fratello
maggiore, di aver appiccato l'incendio, e l'ha picchiato,
urlandogli di tutto. Poi il padre, confuso dal comportamento del
figlio, lo ha richiamato, ma questo qui - Sota, mi pare - ha
iniziato a prendersela anche con lui! Urlando che non doveva parlare,
che era colpa sua se lui era diventato quello che era,
e dicendo che sapeva che picchiava la cugina, che sapeva che i suoi
genitori pensavano che lui fosse malato,
che gli avevano tolto persino la voglia di ridere e parlare! E ha fatto
arrestare Bankotsu e il padre, andando con la polizia
per fare la denuncia! >> disse tutto questo senza mai
fermarsi un attimo.
Dopo un paio di secondi riprese a parlare:
<< Non sapete le facce dei suoi genitori! Erano
sconvolti! Come se non avessero mai visto veramente il figlio!
Che, ripeto, era una furia! Mai visto tanto odio! Ah, e ha pure detto
che non gli importa nulla della sua famiglia,
visto che l'unica persona che poteva considerare tale è
sparita! >>
Kagome a quel punto, pensando di non avere capito bene,
intervenì, balbettando un po':
<< S-scusa, m...ma... Sei sicura? Un tipo della mia
età,
occhi e capelli neri, sparati da un lato, vestiti sempre neri,
magari con qualche macchia rossa inquietante e non ben identificata...
Sguardo freddo... >>
La ragazza si voltò verso di lei sorridente, e annuendo
confermò:
<< Si si! La descrizione è identica! Ma hai
scordato di dire che aveva un braccio letteralmente bruciato!
>>
<< C-cosa?! >> squittì
portandosi una mano alla bocca, mentre la ragazza - Rin, immaginava che
fosse -, ripetè:
<< Si, tutto il braccio era bruciato, povero! Gliel'hanno
fasciato e curato subito, ma gli resterà la cicatrice...
A quanto pare una libreria gli stava cadendo addosso, i pompieri sono
riusciti a prenderlo in tempo, ma quel mobile infuocato
lo ha preso in pieno sulla spalla... >>
enfatizzò le sue parole gesticolando freneticamente.
Kagome era rimasta imbambolata, con occhi e bocca spalancati.
Quel Sota,
che aveva fatto?!
Scosse la testa, incredula.
Non poteva essere sul serio. Insomma, mai, lui aveva
perso il controllo di se stesso, mai
aveva mostrato un emozione,
mai si era
degnato di fare un discorso! Neache se era interrogato,
figurarsi con la famiglia o gli amici - praticamente inesistenti -.
Eppure quella ragazza sembrava sapere il fatto suo.
<< Ma tu come puoi saperlo? >>
domandò con curiosità.
La ragazza si voltò verso di lei.
<< L'ho visto coi miei occhi >> rispose con
un'alzata di spalle, sorridendo appena e avvicinandosi.
<< Io sono Rin, tu invece Kagome, vero? >>
<< Ehm... Si >> rispose, trovando un po'
strano il fatto che avesse liquidato a quel modo la faccenda.
Ma Kagome doveva sapere cosa stava succedendo, doveva far sapere che
stavano bene tutt'e due, doveva tornare indietro
dalla sua famiglia.
Quella consapevolezza la colpì con la potenza di un tuono,
accendendo la lampadina della comprensione,
e realizzando finalmente la cosa.
<< CAVOLO! MA NOI DOBBIAMO TORNARE LI! >>
esclamò improvvisamente.
<< Oddio, Kohaku! >> disse invece Sango,
portandosi una
mano sulla fronte << Ero così preoccupata per
te che
mi è passato di mente che tutti praticamente ci staranno
cercando! >> continuò, alzandosi con un po' di
fatica.
Kagome la imitò, sentendo i muscoli bruciare un po' e le
ferite pizzicarla.
<< Cavolo! >> ripetè Kagome
<< E ora come
glielo spieghiamo? >> si mangiucchiò le unghie
nervosamente,
osservando la stanza, decorata poveramente, con una scrivania, quattro
letti e un'angolo cottura con un frigorifero,
un mobile con una radio e una piccola tv, e la lampada sul soffitto.
Rin si mise davanti a Kagome, con un sorriso radioso, e le
annunciò, con gioia:
<< No!
>>
Kagome e Sango ci misero un po' a capire la risposta, data in quel
tono, e quando realizzarono la cosa, si accigliarono.
O meglio, Kagome si accigliò. Sango si infuriò.
Si poteva quasi scorgere la sua aura nera.
<< Che significa "No"? >> chiese in un
sibilo, con occhi di
fuoco, a Rin, che continuava a sorridere, per nulla intimorita.
<< Significa che non potete andare via >>
rispore sempre sorridendo << Avete visto troppo
>> disse, indicando Inuyasha.
Kagome intervenì, temendo che l'amica potesse perdere del
tutto il controllo e fare a pezzi quella ragazza
all'apparenza fragile, infantile.
<< Be, ma... Noi non diremo nulla di voi... Lo
promettiamo. >> portò la mano destra sul cuore
per enfatizzare la promessa.
<< Adesso ci lasciate andare? >>
provò a chiedere con un sorriso un po' tirato.
Rin scosse la testa, sempre con quel sorriso genuino.
<< Che cosa racconterete, eh? Che vi siete fasciate e
curate da sole? Che siete uscite da sole? E perchè non siete
rimaste li, una volta uscite? >> Rin scosse nuovamente la
testa, divenendo seria.
<< Non possiamo lasciarvi andare finchè non
trovate una buona scusa. Ne va della nostra sicurezza >>
intervenne il
ragazzo dagli occhi blu.
Kagome lo fissò un po' curiosa e un po' timorosa, come si
guarda una strana bestia rinchiusa in una gabbia.
<< E tu chi sei? >> domandò,
dopo averlo studiato un minuto.
Questo si aprì in un enorme sorriso ebete, che
inquietò non poco Kagome, soprattutto quando questo si
alzò
e le prese le mani fra una sua, e mentre l'altra le carezzava il
fondoschiena, le disse:
<< Sono Miroku, dolce fanciulla. Potrei avere l'onore di
fare un figlio con lei? >>
Kagome rimase allibbita qualche istante, ma quando
metabolizzò le parole del ragazzo, era troppo tardi per
picchiarlo:
Inuyasha e Sango gli avevano dato ognuno un cazzotto, spedendolo
malamente a terra, Sango, urlante:
<< MANIACO DEPRAVATO! >>
Inuyasha urlante:
<< RIPROVACI E TI AMMAZZO! >>
Kagome sorrise internamente, divertita.
Si limitò a commentare, arcuando un sopracciglio:
<< Che razza di presentazione! >>
<< Ha fatto lo stesso con me! Tsk! >> disse
rossa in volto << E pensare che la prima volta che l'ho
visto mi ha fatto
una buona impressione! Mai fidarsi delle apparenze! >>
Kagome piegò la testa di lato:
<< Non si è presentato subito? >>
<< L'avevo visto... Questa
mattina... E' stato lui che mi ha fatto scappare, quando Bankotsu...
>> lasciò la frase in sospeso,
ma Kagome sapeva come terminava.
<< Davvero? >> chiese sorpresa voltandosi
verso Miroku, che si pavoneggiava:
<< Lo so, sono un gentiluomo, ma adulatemi pure!
>>
Kagome scosse la testa: ma dove diavolo era finita?
Poi tornò al precedente discorso.
<< Pensate che la vostra situazione migliorerà
con un sequestro di persona? >>
<< Che vuoi dire? >> chiese Inuyasha,
confuso.
Kagome sospirò.
<< Voglio dire che se non ci permettete di andare, ci
cercheranno. Se non ci lascerete andare e ci tratterrete qui,
contro la nostra volontà, sarà sequestro di
persona. >> incrociò le braccia al petto
<< La vostra situazione peggiorerà
>>
terminò seria.
<< Se non trovate una buona scusa in cui giustificate il
fatto che siete andate via e siete curate, va bene >>
disse Rin,
mentre andava verso l'angolo cottura e apriva il frigo, scrutandoci
dentro con occhio critico.
<< Abbiamo quasi finito le provviste. Inoltre, se loro
restano, ce ne vorranno di più >>
constatò, portandosi un dito
sul mento, con fare da pensatore. Poi si voltò verso Miroku,
sorridente << Miroku, vai al paese a fare la spesa.
E prendi tante cose. Carne, frutta, verdura... Be, dovresti saperlo
meglio di me! >> trillò allegra, sparendo in
un nanosecondo
fuori dalla finestra, tornando un paio di istanti dopo con un paio di
chiavi in mano.
<< Ecco qui! >> esclamò,
infilando la chiave nella mano di Miroku, che provò a
protestare, ma venne zittito da Rin,
che continuò: << Porta anche Sango e Kagome,
così si comprano dei vestiti! Per ora posso prestarvi
qualcosa,
ma non so se vi starà bene! Ecco dei soldi! >>
infilò nelle mani di ciascuna delle banconote da cento.
<< N-no! Esclamò Sango in imbarazzo, tentando
di restituire il denaro << Non possiamo accettarlo!
>>
<< Si invece! Noi vi obblighiamo a stare qui, noi vi
manteniamo! >> rispose come se fosse ovvio la moretta
<< Sbrigatevi! >>
aggiunse poi, lanciando ad ognuna una tuta << Penso che
siano le uniche che possano andare bene, anche se ho sedici anni,
ho il corpo di una ragazzina! >>
Una volta che le due si furono cambiate, e Miroku venne messo a tacere
dalle sue proteste, i tre si incamminarono
per la boscaglia, e dopo venti minuti circa arrivarono ad uno spiazzo,
dove c'era una macchina, semplice, nera.
Miroku la aprì e invitò le due a salirci.
Ci misero un po' ad arrivare al paesino e una volta dentro, il ragazzo
prese la strada per il supermercato.
Kagome sbuffò contrariata.
<< Se provassi a scappare? >>
ipotizzò dopo ancora qualche istante di silenzio.
Miroku la fissò attraverso lo specchietto retrovisore, con
un sorriso sghembo.
<< Ti ritroverei in un attimo, fidati. Sono un asso, in
questo genere di cose. >>
Anche Sango sbuffò.
<< Possiamo almeno fermarci qui? >> Chiese,
indicando un parcheggio poco più in la << Ho
visto un negozio
carino, vorrei comprare i vestiti >> spiegò,
indicando un negozio dalla vetrina vivace.
<< Ok! >> disse Miroku con un'alzata di
spalle, parcheggiando.
Quando entrarono nel negozio, a Sango venne un'idea.
Non aveva voglia di sottostare agli ordini di quei tre psicopatici -
perchè altro non potevano essere , e non si
sarebbe fatta mettere i piedi in testa tanto facilmente.
Che fare se entrambe scappassero in direzioni differenti, se
l'inseguitore è solo uno?
Una delle due sarebbe riuscita a scappare.
Ghignò malignamente, inquietando non poco la commessa che le
stava chiedendo se aveva bisogno di aiuto.
Le ragazze alla fine optarono per qualcosa di semplice:
Sango comprò un paio di jeans lunghi e comodi e un paio di
bermuda alla scozzese bianchi e celesti,
abbinate ad una semplice maglietta a collo alto nero, una felpa blu con
una stampa bianca e una cannottiera celeste.
Kagome scelse un paio di pantaloni neri e un paio di jeans, con una
maglietta a maniche lunghe rossa
dai disegni argentati e rosa, una felpa nera e una maglietta a maniche
corte bianca decorata di nero.
Una volta pagato, Sango decise di informare l'amica del piano e di
trovare un modo per attuarlo.
<< Devo andare in bagno, possiamo fermarci in questo bar?
>> chiese con un adorabile broncio la castana,
conscia dell'effetto che faceva.
Infatti notò Miroku sussultare, e Kagome aggrottare la
fronte, non sapendo spiegarsi il perchè fingesse
ingenuità.
<< Anche Kaggy deve andarci, vero? Daaaaiiii!!
>> piagnucolò, e mentre Miroku si girava a
guardare Kagome,
che fissava stranita Sango, questa le lanciò un'occhiata
eloquente, facendole capire di reggerle il gioco.
Fortunatamente, Kagome afferrò subito il concetto, e disse:
<< Si, anche io ne ho bisogno, in fondo è da
tanto che non ci andiamo. >> anche lei fece gli occhi
dolci.
<< Va bene, andiamo >> si arrese il
ragazzo, iniziando a camminare verso il bar.
Sango sorrise vittoriosa.
<< Ci mettiamo un secondo, aspettaci qui!
>> esclamò Kagome entrando nel bar e
dirigendosi, seguita da Sango,
verso la scritta che diceva " Toilette ".
Una volta dentro una cabina, e sicure di essere sole, Kagome
sussurrò, per precauzione:
<< Che succede? >>
<< Ho trovato il modo per scappare. Se siamo fortunate,
tutte e due torneremo a casa, ma abbiamo comunque
alte possibilità che almeno una ci riesca >>
sussurrò in risposta Sango, gongolante.
Kagome si illuminò:
<< Meno male! Di certo non sottostavo a loro! Sono stati
degli stupidi a lasciarci uscire! Allora, qual'è il tuo
piano? >>
<< Adesso io ti aiuto ad uscire dalla finestra. Tu tenta
di tornare a casa, magari con un taxi, tanto abbiano
dei soldi che ci avanzano da quelli che ci ha dato Rin. Be, un po' mi
spiace, ma io non mi lascio rapire!
Come possono obbligarci a restare con loro, solo perchè loro
ci hanno portate li per salvarci?! Per me potevano lasciarci
nel giardino, ed era fatta, no? >>
<< Si hai ragione. Ok, io esco dalla finestra, ma tu?
>> domandò Kagome.
<< Io esco e dico a Miroku che stai finendo. Quando non
tornerai, lui andrà a vedere che fine hai fatto, e allora io
scapperò >>
illustrò, parlando sempre a bassa voce.
Kagome annuì.
Mi sembra buono, e comunque non possiamo perdere un'occasione del
genere. Sbrighiamoci, è già tanto che
siamo qui, potrebbe insospettirsi! >>
Kagome si arrampicò sulla tazza per raggiungere la
finestrella, imitata da Sango che poi la aiutò a
raggiungerla ed aprirla.
Dopo qualche tentativo, Kagome uscì, e affacciandosi, Sango
la vide farle il segno di ciao con la mano
e poi sparire correndo in un via, lontano dal bar.
Sango si affrettò ad uscire, e allo sguardo interrogativo di
Miroku si limitò a dire:
<< Sta finendo, un'attimo! C'era la fila!
>> aveva mentito, ma poco importava.
Sperava che Kagome ce la facesse.
Lei aveva una gamba fasciata e zoppicava, sicuramente Miroku l'avrebbe
raggiunta subito.
Dopo quasi dieci minuti, il ragazzo si spazientì.
<< Ma dov'è finita? >>
domandò, entrando e dicendo di sfuggita a Sango:
<< Aspetta qui >>
Sango si stampò un ghigno, e scrutando oltre l'entrata, e
vedendo che Miroku era sparito, si voltò e iniziò
a correre,
per quanto la gamba glielo permettesse.
Tentò di fare quanta più strada poteva, sperando
che Kagome ce la facesse.
Quando Miroku uscì dal bar correndo, esclamando:
<< E' sparit... >> la parola gli
morì in gola costatando che anche Sango era sparita.
Gli ci volle poco a fare due più due.
<< Merda! Me l'hanno fatta! >>
ringhiò, sbattendo i pugni su un tavolo e facendo piangere
la bambina che vi era
seduta assieme la nonna, che lo guardò male.
Miroku le ignorò, camminò velocemente verso una
direzione, tirando fuori un cellulare dalla tasca dei suoi jeans
e componendo un numero che conosceva a memoria.
La voce trillante di Rin gli rispose al secondo squillo:
<< Si, Miroku? >>
<< Sono scappate >> rispose lui, sentento
un esclamazione poco educata da parte di Inuyasha, che ascoltava la
conversazione.
<< Come diavolo hai fatto a farti scappare due
ragazzine?! Dannato, appena torni io ti... >>
<< Basta Inuyasha >> Inuyasha stava
esprimendo il suo disappunto a
Miroku, ma Rin riprese il controllo del telefono,
dopo che il povero oggetto venne malamente strappato di mano
al ragazzo, fuori di se.
<< Miroku... Come cavolo hai fatto a fartele scappare?!
Una ha persino
una gamba invalida!! >> esclamò Rin incredula.
<< Be... Mi hanno raggirato per bene... Insomma, che ne
sapevo io che mandarle in bagno potesse essere così
pericoloso! >>
si difese Miroku, mentre, dall'altra parte della cornetta Rin scuoteva
la testa, sconsolata.
<< Adesso arrivo io >> disse la ragazza e,
prima di chiudere la chiamata, aggiunse << Intanto vedi
di fare qualcosa per
trovarle! >> un'istante prima che attaccasse, il ragazzo
fu sicuro di sentire un:
<< Ma che idiota! >>
Borbottato da Inuyasha.
Stizzito, chiuse anche lui la chiamata, e si mise a correre per le vie
del paesino, chiedendo informazioni;
fortunatamente la cittadina era piccola, e dopo aver attraversato
qualche isolato, un uomo gli disse che aveva visto Kagome
correre verso la stazione dei taxi, poco più avanti.
Subito Miroku corse verso il luogo indicato e la vide:
la ragazza camminava velocemente, sicuramente troppo stanca per
correre, verso un taxi poco più avanti a lei.
<< KAGOME! >> urlò Miroku quando
la strinse fra le sue braccia.
<< Di solo una parola, e stavolta mi arrabbio davvero
>> le sussurrò all'orecchio, prendendola poi
sotto braccio.
<< Miroku! >> trillò una voce
allegra, e voltandosi, i due videro Rin << Ci penso io a
Kagome, vai da Sango, e di la! >>
indicò alla sua sinistra mentre prendeva Kagome per mano,
decisamente scocciata.
<< Chi ti dice che verrò con te?
>> chiese a Rin una volta che Miroku sparì
dietro un angolo.
Rin si voltò a guardarla con i suoi intensi occhi.
<< Noi non siamo cattivi >> disse,
tristemente.
Kagome sussultò sentendola così malinconica.
<< E... E chi ha detto che lo siete? Noi... Noi vogliamo
solo tornare a casa... Capiscimi... Sango ha anche un fratellino...
Che sarà preoccupatissimo! E poi... Sota... >>
il suo sguardo si riempì di sensi di colpa.
<< Anche lui provava un grande rimorso, sai? Quando prima
l'ho visto... >> sussurrò dolcemente Rin.
Kagome all'iniziò non capì, ma poi si rese conto
che parlava di Sota, e si fece confusa.
Sota che provava rimorso?!
Anzi, meglio:
Sota che provava qualcosa?!
Allo sguardo confuso di Kagome, Rin rise:
<< Questo ragazzo doveva proprio essere una mummia,
perchè tutti, tutti,
erano sotto shock quando lo hanno visto
in quello stato... >>
<< Non puoi neanche lontanamente immaginare
com'è Sota... >> rispose enigmatica Kagome.
Poi sospirò.
<< Ti prego... Fateci tornare a casa... >>
<< Mi dispiace, ma... Non possiamo. Vorremmo, ma... Non
è possibile. E se non troviamo la tua amica prima
che possa tornare a casa... Sappi che la riprenderemo. Non possiamo
permetterci che ci scoprano >> disse Rin,
sinceramente dispiaciuta.
<< Si, certo... E credi che rapendo due ragazze resterete
al sicuro?! Ma perfavore! >> lanciò con
sarcasmo Kagome.
<< E poi tu piaci ad Inu-chan >>
dichiarò con sicurezza l'altra, con un piccolo sorriso.
Kagome arrossì.
<< Ma... Ma che dici? No...Non è v-vero!
>> balbettò, tentando di mascherare il rossore
delle sue gote.
<< E piace anche a te! >> trillò
poi, contenta, abbracciandola.
Kagome restò ferma, paralizzata, a quel gesto.
<< Sai >> fece Rin, staccandosi da Kagome
<< Inuyasha è sempre stato solo... Allontanava
sempre tutti...
E' la prima volta che lo vedo così... attaccato a
qualcuno >>
Kagome la guardò scettica.
<< Ma se lo conosco da un paio di ore! >>
<< Esattamente!! >> esclamò con
enfasi Rin, puntando l'indice contro Kagome, ed inquetandola non poco
<< Sai quanto ci ho messo per guadagnarmi la sua
fiducia?! E Miroku! Lui è stato il primo, e non si
è arreso nonostante
tutti i rifiuti di Inuyasha! Con te, invece, ti ha parlato subito,
abbracciato... Quando rilutta anche a farlo con noi,
i suoi migliori amici! >>
Ci fu un silenzio, durante il quale entrambe lasciarono che i pensieri
vorticassero in un vortice infinito nelle
loro menti.
Sango stava camminando per le strade, il più velocemente
possibile, e tentando di non forzare troppo la gamba, che le
pulsava dolorosamente.
Aveva chiesto informazioni su dove si trovasse la stazione dei taxi, ma
quando ci era arrivata,
aveva visto Miroku afferrare Kagome e Rin raggiungerli.
Era corsa via, non sapeva dove andare...
Qualcosa le diceva che forse era il caso di andare dalla polizia, e
infatti stava camminando avanti e indietro per le vie
della stazione della polizia, senza decidersi ad entrare.
Voleva, ma non voleva.
Era un qualcosa di contorto, difficile da spiegare.
Voleva, perchè non poteva permettere di farsi rapire
così, ed era inseguita.
Ma non voleva, per colpa di quegli occhi blu che la perseguitavano.
Al pensiero di tradirlo, raccontando di lui e dei suoi amici, specie
quello inumano,
che stavano nascondendo...
Si sentiva malissimo.
Soprattutto perchè era eternamente grata a Miroku di averla
salvata da Bankotsu.
Quando decise di non entrare e cercare un'altra stazione dei taxi, o
magari un'autobus che la portasse nei pressi della villa,
sentì due braccia afferrarla per la vita, e una voce
familiare sussurrarle nell'orecchio:
<< Reggi il gioco, Sanguccia!>>
Miroku.
Si sentì persa.
Avevano ripreso tutte e due.
Era stato tutto inutile.
<< Tesoro, andiamo a casa >> disse Miroku
prendendole la mano in una morsa salda ma dolce.
Sentì la mano del ragazzo un po' insicura, e capì
il motivo quando, dalla stazione di polizia, di fronte a loro,
vide uscire un po' di poliziotti.
Però un particolare attirò Sango.
Sentiva Miroku tirarla via, lontano dalla stazione di polizia, lei si
lasciò trascinare, ipnotizzata a fissare una figura
familiare.
Una zazzera disordinata di capelli neri, con un paio di occhi del
medesimo colore, spiccava accanto a quello
che sembrava essere il comandante dei poliziotti.
La figura era vestita di nero, con una maglietta un po' rovinata, sulla
quale però si distinguevano delle
macchie rosse.
Kagome aveva ragione quando diceva che erano inquietanti.
Si accorse che una manica era bruciata e sfilacciata, e li il braccio
era completamente fasciato,
si poteva ancora vedere sulla spalla l'orribile ustione che rovinava la
pelle lattea del ragazzo.
Sota.
Sango sentì un enorme sollievo, e se ne accorse anche
Miroku, che si fermò a guardarla.
Sango provò ad andare dalla parte dei poliziotti, Miroku la
tirò via con forza, con i tratti del suo bel viso
deformati in una smorfia di rabbia.
Sango sapeva che non avrebbe battuto in forza il ragazzo, ma non
riusciva a spiccicare parola,
non se ne spiegava il motivo.
Miroku ricominciò a trascinarla via, e Sango vide Sota sul
punto di salire in macchina:
in quel momento si accorse dell'espressione sollevata, quasi serena,
che questo aveva.
Non lo aveva mai visto senza la sua maschera fredda.
Rimase incantata ad osservare i tratti rilassati di questo,
finchè uno strattone più forte - ma non violento -
di Miroku e la sua voce, la fecero tornare alla realtà.
<< Muoviti, non costringermi a tirarti con la forza, per
favore... >> dal tono dolce di lui, Sango capì
che non voleva farle male,
ma non poteva sopportare il fatto di dover fare ciò che le
ordinavano quei tre sconosciuti.
Certo, le era grata, la avevano salvata da morte sicura, ma questo non
giustificava un sequestro, anche se non
proprio vero.
Ma se costringi contro il suo volere una persona a restare in un posto,
come si può chiamare, se non così?
Sota stava salendo in macchina, Miroku la stava portando via, con tutta
la forza che riuscì a trovare,
urlò:
<< SOTA! >>
Il diretto interessato si voltò verso la voce che lo aveva
chiamato.
Quando vide Sango, che veniva trascinata via da un ragazzo di circa
diciannove anni, mentre lei tentava di divincorarsi
dalla sua presa, sgranò gli occhi, fissandola sbalordito,
come se non credesse davvero di avercela davanti agli occhi.
Fine capitolo!
Spero vi sia piaciuto, a me sinceramente non convince molto, ma
vabbè!
Grazie a tutti voi che mi seguite, e mi raccomando, ricordatevi di commentare!
XD
Ciao!
_Draco_
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