L'ultimo erede di Russia

di Medea Astra
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Sono morto.
Sono morto che ero un che ero prigioniero.
Sono morto prima di sentire la mia voce mutare.
Sono morto senza aver mai vissuto davvero.
Sono morto prima di poter piangere di gioia.
 
Sono morto.
Sono morto e mi ha ucciso il mio popolo.
Sono morto perché un colpo di rivoltella ha trapassato le mie tempie.
Sono morto dopo aver visto lo zar cadere al suolo.
Sono morto senza poter piangere la morte di mio padre.
 
Sono morto.
Sono morto troppo presto.
Sono morto prima di diventare Zar.
Sono morto senza poter servire il mio popolo.
Sono morto prima di vivere davvero.
 
Sono morto.
Sono morto perché un ragazzino emofiliaco fa paura.
Sono morto perché l’uguaglianza si fonda sul sangue di chi uguale non è.
Sono morto per mano di chi si fece paladino degli innocenti uccidendone altrettanti.
 
Sono morto.
Sono morto che ero un bambino.
Sono morto prima di diventare uomo.
Sono morto senza aver mai baciato.
Sono prima di poter vedere la barba sul viso.
Sono morto.
Sono morto e null’altro c’è da dire.
Sono morto.




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