Storia Di Un Amore

di SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate
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Storia Di Un Amore

Capitolo Uno: Amici…O Nemici?

“Bella!” Le urla insistenti di Jennifer mi costrinsero a distogliere l’attenzione dal libro.

“Arrivo!” Urlai, continuando a leggere. Quando mi richiamò per la seconda volta però fui costretta a chiudere il libro e a scendere in salone, dove la mia matrigna mi osservava irritata.

“Domattina arriverà Kelly, preparale la stanza e vai a fare la spesa!” Jennifer continuò a leggere sdraiata sul divano. Il suo corpo snello e abbronzato dalle innumerevoli lampade a cui si è sottoposta aveva ormai dato forma ai cuscini del sofà.

“D’accordo, dopo ci vado…” Mormorai, voltandomi verso le scale, pronta a risalire nella mia stanza.

“Non dopo! Subito!” Presi un profondo respiro, cercando di sbollire la rabbia. Con uno strattone afferrai la borsa e uscii di casa.

Il tempo era stranamente migliorato nell’ultimo mese, e non pioveva da ben ventisette giorni, cosa che iniziava a preoccupare parecchio la popolazione di Forks, paese conosciuto per il più alto tasso di giorni piovosi in tutta America. Il prato – solitamente di un verde acceso – aveva già iniziato a ingiallire.

Salii a bordo della Mercedes di Jennifer e raggiunsi il supermercato. Non potei non notare la Volvo argentata di fianco alla quale parcheggiai. Stranamente il mio cuore accelerò i suoi battiti e sentii le guance imporporarsi.

Scesi dall’auto ed entrai nel locale climatizzato. Presi un cestino e iniziai il mio giro.

Ogni tanto mi lanciavo occhiate ansiose intorno.

Quando raggiunsi il bancone dell’affettato sbuffai. Il cartello esposto indicava una pausa di dieci minuti, ma fortunatamente nel giro di poco la commessa sarebbe dovuta rientrare.

Rimasi in attesa, fino quando un ombra si accostò a me.

“Anche tu in attesa?” Domandò una voce morbida e melodiosa. Sorrisi.

“A quanto pare sì…” Mi voltai verso il mio interlocutore.

“Come mai in un posto come questo Edward?” Sorrisi guardandolo scettica.

“Immagino per il tuo stesso motivo, Bella.” Mi sorrise di rimando. I capelli bronzei ricadevano spettinati con alcuni ciuffi sulla fronte. Gli occhi verdi mi fissavano intensamente, rispecchiandosi nei miei, color del cioccolato.

Si lanciò uno sguardo preoccupato intorno, poi alzò una mano, all’altezza del mio viso.

Poco prima che le nostre pelli venissero a contatto una voce squillante interruppe quel momento.

“Edward! Dove sei?” Il suo sguardo allarmato e allo stesso tempo triste mi avvisò che ci saremmo dovuti separare.

“Devo andare…” Disse sbrigativamente. Annuii con un cenno del capo.

Velocemente si allontanò da me, mostrandosi improvvisamente interessato alla scelta dei cereali. Mi voltai verso il bancone, dove sopraggiunse una donna con indosso un grembiule e una cuffia. Mentre l’inserviente prendeva il mio ordine dietro di me sentii sopraggiungere qualcuno. Alice, sicuramente.

“Eccoti, finalmente!” Rimproverò il fratello, “Si può sapere che stai facendo?”

“Scelgo i cereali, non si vede?” Lo sentii rispondere.

“Mmm…” Non era forse convinta di quel che le diceva il fratello? “Ehi, ciao Bella!” In quel momento mi voltai, incrociando lo sguardo allarmato di Edward e quello luminoso di sua sorella Alice. Le sorrisi amichevolmente.

“Ciao, Alice!” Guardai indecisa Edward, ma alla fine salutai solo lei.

“Uff… Alice, possiamo andare?” Domandò Edward, fingendosi perfettamente irritato dalla mia presenza.

Alice guardò in cagnesco il fratello, per poi lanciarmi uno sguardo carico di dispiacere.

“Scusaci Bella, ci vediamo domani a scuola…” Annuii e mentre se ne andavano vidi Edward voltarsi e mimarmi uno ‘scusa’. Sorrisi, ma ben presto appena tornai in camera le lacrime invasero le mie gote arrossate, e mi persi in un pianto disperato.





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