Ciao, la storia che state per
leggere è amara.
E’ un tentativo di un’introspezione,
che a differenza dei miei soliti racconti, non ha esattamente una parte
romantica. State per entrare in un mondo devastato, dove ho cercato di
risolvere il tema, restando sotto le 2000 parole.
Fatemi sapere che cosa ne
pensate.
Oshi-chan
Il
melo degli Hamilton
Cadono i battiti mentre osservo.
L’orologio ticchetta e il cuore traccheggia.
Tu ti toglierai la tua uniforme da studente modello mentre io indosserò
la maschera.
Sono davvero il tuo migliore amico?
Questo è un gioco di segreti.
Io so com’è andata veramente con tua sorella Bonnie.
C’è un posto, nel bosco qui
vicino, dove cresce una pianta di lavanda.
Ti ricordi che gli occhi di
Bonnie Hamilton erano di un celeste che a tratti pareva viola?
Ti bacio il palmo della mano. E’
ruvido. Sulla linea della vita si intarsia una cicatrice non dissimile da
quella che hanno lasciato sull’albero vicino alla lavanda.
Chi ha ferito l’albero?
Chi ha ucciso Bonnie?
Un fulmine ha colpito l’albero prima che la
pianta di lavanda attecchisse, mettendo radici.
La rabbia ha incendiato il tuo
giovane busto, prima che il buon senso imparasse a proteggerti.
Ho conosciuto te, Ricky, prima
che tua madre iniziasse a seminare le gerbere in giardino.
Le gerbere, diceva, erano
fiori belli e fragili come sua figlia
Bonnie.
Ho visto il posto della
lavanda prima che la stessa fiorisse; prima che il fulmine colpisse il tronco
del cedro.
Bonnie era infetta.
Il veleno che scorreva in
corpo a Bonnie la rendeva crudele come le bugie delle quali si riempiva la
bocca.
La terra bagnata, là, tutt’intorno
alla lavanda, prolifera di funghi e non s’asciuga mai.
Sono davvero il tuo migliore amico?
Ho imparato a mentire da
Bonnie; Bonnie che amava stirare le camicie di vostro padre.
Tu facevi i compiti in
religioso silenzio, nella veranda della vostra villetta, mentre le sue labbra
piccole e rosse si piegavano in ghigni, dietro la boccia del tea freddo, mentre
giocherellava con una lunga cravatta da uomo.
Lei aveva capito a che cosa
stavo mirando, mentre danzava nella sua naturale bellezza.
L’aconito è un fiore bellissimo che cresce
sulle alpi. Ha il fusto eretto e i petali violetti. Il suo veleno è mortale.
Ho sempre pensato che Bonnie
fosse il male, eppure, questo non mi
ha impedito di scansarla.
Ci sono malattie che si
combattano iniettando i virus di altre malattie.
Bonnie ha gli stessi capelli
biondi di Ricky.
Nel giardino della famiglia Hamilton cresce
un melo che ogni anno sembra sforzarsi solo per due unici frutti dalla buccia
scarlatta e la polpa zuccherina. Tutto il resto è verde e amaro.
Degli Hamilton non parla male nessuno.
Cadono i battiti mentre osservo.
L’orologio ticchetta e il cuore traccheggia.
Tu ti toglierai i pantaloni mentre io passerò la lingua sul tuo inguine.
Sono davvero il tuo migliore amico?
Questo è un gioco di segreti.
Io so com’è andata veramente con Bonnie.
Mi dici di sbrigarmi, ma so che menti. Tu sei
cattivo in maniera diversa.
Io e Bonnie non ci siamo mai pentiti delle
nostre scelleratezze. Le tue prepotenze somigliano più a sentimentali
rimostranze. Ti vanti di aver spaccato il naso a Bill, ma io so che lo hai
fatto per difendere Noha. Ti fai grosso con i secchioni, ma ormai l’ho capito,
li bistratti solo per evitare che qualcun altro faccia peggio. Tu non sei
cattivo, Ricky.
Tu non sei come me e Bonnie.
C’erano tre gattini randagi in fondo alla
strada. Tutti e tre accettavano il cibo dalla vecchia del 3217, ma solo uno, il
grigiastro, le si strusciava ai polpacci raggrinziti. Solo uno è stato preso,
portato dal veterinario, e dunque castrato.
Sei preoccupato che tua madre
ci scopra, fissi l’ora, ma sotto il cuscino hai già sistemato il preservativo e
il lubrificante.
Sai chi ti ha fatto rompere
con Kelly?
Sai chi mi ha detto che una
volta, al mare, avevi pomiciato con un canadese, sulla spiaggia, facendomi
intendere che eri bisessuale, nonostante le riviste porno sotto il letto e le
battute volgari di spogliatoio?
Il grigiastro non si vede da qualche tempo. Lo
scorso anno, camminava dritto e fiero sul muretto dei Gilmore, e si diceva che il
grigiastro vincesse su tutti.
La vecchia lo ha fregato,
togliendogli le palle.
Bonnie ti ha venduto per un
compito in classe e le chiavi della mia macchina.
Cadono i battiti mentre osservo.
L’orologio ticchetta e il cuore traccheggia.
Tu ti toglierai ogni cosa mentre io entrerò dentro di te come fosse la
cosa più giusta del mondo.
Sono davvero il tuo migliore amico?
Questo è un gioco di segreti.
Io so com’è andata veramente con Bonnie.
-Pensi che ritroveranno mai,
la mia Bonnie?-
-Non lo so. -
-Era bella, forse, l’ha rapita
qualche squilibrato. Se si metteva i tacchi, la fissavano tutti. -
-Sì, Bonnie era dannatamente
bella.-
Anche tu sei il mio migliore
amico ma hai dei segreti con me.
Tu non sai che io ho visto
ogni cosa. Tu ignori perfino che io so perché l’hai uccisa.
Non sai nemmeno che cosa penso
delle tue mani assassine o dei tuoi grandi occhi blu. Ignori quanto le mie
labbra amino accarezzare il tuo corpo da super atleta liceale.
Tu hai chiuso gli occhi su
molte cose, in questi anni.
Tu non hai visto né il dolore
né la crudeltà di Bonnie.
Tu potevi facilmente risolvere
i tuoi casini con Kelly ed evitare di finire nelle mie grinfie, ma non lo hai
fatto. Un po’, fare la vittima ed essere sempre nel giusto, ti piace.
Non hai mai preso posizione.
Lo hai fatto tutto insieme, in
una sola volta.
Omicidio intenzionale.
Un colpo di pala alla testa di
Bonnie e una cicatrice a segnare per sempre il palmo.
Ci sono fiumi che dormono per
anni, poi si scatenano e si lasciano dietro solo desolazione.
-Oggi, potresti farmi quella cosa con la lingua?-
-Se vuoi, posso legarti le
braccia sopra la testa come l’altra volta.-
-Sì, adoro quando giochiamo in
questo modo. -
Sorridi.
Lo ammetto: un sorriso che mi
entra dentro.
Sono i tuoi denti bianchissimi
a farmi tremare il cuore.
Lo so che sono una persona
cattiva.
Ticchettio dopo ticchettio, le
lancette dell’orologio fanno il giro.
Il tempo passa e la mia coscienza
perde un pezzo.
L’acqua erode la roccia assai lentamente.
L’occhio umano quantifica i
danni solo dopo molto tempo.
Mi sono reso conto di essere
cambiato quando ho abbandonato la salopette per un paio di jeans e un chiodo. Dal
32 sono passato al 44 e le Converse
sporche di fango sono diventate New
Ballance alla moda.
Ho i capelli neri, rasati
sulla nuca e un folto ciuffo mi cade sulla fronte. I miei genitori non sanno
che mi sono fatto il buco al sopracciglio e che sono omosessuale.
Bonnie mi insegnò a mentire anche su cose
che apparentemente sembrano impossibili da nascondere.
-Sai che cosa mi sorprende?-
-Cosa?-
-Mamma ha pianto solo un
giorno. A volte mi domando se Bonnie le manchi veramente.-
-Le persone hanno modi diversi
per manifestare il proprio dolore.-
-Forse. Forse non piange
davanti a me. Vuole farsi vedere forte, anche se non dovrebbe.-
-Chissà. Magari sa dov’è
andata Bonnie. Tuo padre non è forse scomparso allo stesso modo?-
-Forse, Bonnie è andata da mio
padre.-
Molto probabile, considerando
che hai ucciso Bonnie perché hai scoperto che esattamente un anno fa, Bonnie ha
accoltellato il tuo eroe dalle mani lunghe e i gusti malati. Sì, tua madre
aveva iniziato a piantare semi di gerbera perché quell’uomo aveva la malsana
abitudine si spargere il suo seme in campi non troppo maturi.
Un professore universitario che dava trenta
alle belle ragazze.
E Bonnie sapeva. Bonnie aveva
fatto amicizia con una ragazza più grande dai capelli rossi e due labbra da
attrice.
Ma tu non hai potuto
accettarlo.
Tu hai commesso un omicidio pensando
di compiere un atto di giustizia.
Tu non sei davvero cattivo ed
ora che Bonnie non c’è più è solo me che devi temere, me che credi il tuo
alleato più prezioso, e che lo sarò, finché anche l’ultimo pezzo della mia coscienza
non cadrà.
Fra qualche mese, sono sicuro che confesserai
ogni cosa alla polizia.
Di Bonnie.
Fra qualche mese, io ti impedirò di rovinare
la tua vita, e allora, tu perderai il tuo meraviglioso sorriso, e forse,
diventerai come me.
O forse perderai te stesso per
sempre.
Fra qualche mese, io dovrò decidere se
lasciarti andare o tenerti con me per sempre.
Bonnie mi ha insegnato bene
come rendere qualcosa tuo per sempre.
Perché Bonnie non ha ucciso
suo padre per disgusto, piuttosto, per morbosa gelosia.
Due mesi dopo
Nel giardino della famiglia Hamilton cresceva
un melo che ogni anno sembrava sforzarsi solo per due unici frutti dalla buccia
scarlatta e la polpa zuccherina. Tutto il resto era verde e amaro.
Nel giardino della famiglia
Hamilton, adesso, vi sono solo gerbere.
Fine