Faceva caldo e splendeva il sole, tempo raro in Gran Bretagna, durante quella primavera.
Probabilmente quella sera ci sarebbero state le stelle: era la giornata perfetta per organizzare una festa. In realtà da festeggiare c'era ben poco, ma il minimo che Nick, Claire e Matt potessero fare per dire «addio» a Charlotte era una festa.
Il piano, però, non era ancora ben definito.
«Il piano non è affatto definito, deficiente» disse Claire quando Nick glielo fece notare.
«Beh, allora spremiti le meningi, cara, perché abbiamo solo nove ore per decidere dove e organizzare il tutto...»
«Ascolta, lo so che devo fare sempre tutto io perché voialtri siete scimmie, però non mi mettere pressione, insomma. Dammi il mio spazio».
«Ti posso dare tutto lo spazio e il tempo che vuoi, cara, ma in effetti, visto che non sono affatto una scimmia...», e qui Claire sbuffò leggermente, «... posso tranquillamente decidere anch'io. E dico che dovremmo farlo nella Stanza delle Necessità».
«Che idiota, mamma mia. Ma ti sembra possibile? Allora, a parte che sicuramente la McGranitt non ci consentirà di utilizzarla, non dopo le nove, ci direbbe che...»
«Vi direi che sarebbe terribilmente da irresponsabili, signorina Winchester».
Minerva McGranitt, con la sua aura di autorità e il suo sguardo di pietra, si era appena sollevata da un angolino in penombra del cortile, facendo rimpicciolire Claire e sobbalzare Nick. «Professoressa, è sempre un piacere vederla...», e la preside fece un sorriso gentile ma di ghiaccio, tipico dei suoi. «...Stavamo discutendo di dove riunirci stasera per fare i compiti, come sicuramente ha sentito» spiegò Nick, con il suo caratteristico tono di accondiscendenza, mentre Claire simulava indifferenza sistemandosi i capelli castani dietro le orecchie e annuendo profondamente, tradendosi però colpendo Nick con dei calcetti irritati.
«Certo, signor Flakes, non avevo dubbi in merito. Sono perfettamente consapevole della consuetudine del tuo gruppo di riunirsi abitualmente dopo le nove, nella protetta e sorvegliata Stanza delle Necessità, con il supporto di uno studente del terzo anno che gironzola per il castello con in mano cappellini luccicanti, festoni e fuochi d'artificio dei Weasley, grandi lettere lampeggianti che levitano e formano in aria le parole Cara Charlotte sarai sempre la nostra Regina, trasportando inoltre intere casse di burrobirra prese in prestito dalla cucina insieme al Serpeverde Matthew Land e altri ragazzi, di ogni casa e di ogni... e non faccio fatica a immaginare che per stimolare lo studio voi, signorina Winchester e signor Flakes, insieme a tutto resto della vostra allegra brigata, non facciate a meno di qualche bella bottiglia di Whisky Incendiario ordinato da I Tre manici di scopa, locale gestito da persone che ovviamente non informano la preside di Hogwarts se dei ragazzi, alcuni dei quali minorenni, ordinano senza tante cerimonie delle bevande alcoliche... Ah, ti diverte la prospettiva di conoscere immediatamente la mia opinione, signor Flakes?».
Nick e Claire erano arrossiti tremendamente, ma Nick adorava quella donna e, nonostante fosse leggermente preoccupato (non tanto dall'idea di una punizione, ma piuttosto dall'orrenda possibilità che la McGranitt non gli permettesse di organizzare la festa di addio), non poteva fare a meno di ridere in un contesto del genere. Stava per rispondere, quando questa pena gli fu risparmiata dall'arrivo dell'onni- o quasi- presente Matt, che stava giocherellando con un asticello e in un primo momento non notò l'insegnante.
«Ehi amici, avete deciso che dobbiamo fare a Charlie? Ho chiesto a Boniface di aiutarci vista la cotta che...» e a questo punto alzò lo sguardo e arrossì violentemente anche lui, rimanendo a bocca spalancata mentre l'asticello gli saliva sulla spalla e si aggrappava alle folte sopracciglia del ragazzo, che nemmeno ci fece caso, mentre tentava di gestire la situazione da cui Nick era stato, per un attimo, salvato. Dopo qualche secondo, però, Matt chiuse la bocca, si tolse l'asticello dalla faccia e iniziò a biascicare: «Ah ciaaao proffesoressa...».
«Buon pomeriggio». la McGranitt simulava ancora gentilezza, ma era livida.
«Noi stavamo organizzandoci per stu...». «Oh, risparmiamela, ti prego!» esplose la preside. «Dovevi vedere prima, è stato bellissimo», ridacchiò Nick nell'orecchio dell'amico.
«Bene, visto che lo trovi così divertente, signor Flakes, immagino che troverai terribilmente strepitoso anche pulire tutti i bagni del castello, non è vero? Ah, sarà terribilmente spassoso!»
Claire guardò l'amico con una faccia del tipo perché diamine sai solo peggiorare le situazioni?. Lui, ora in preda all'ansia, si scostò i capelli dalla fronte come suo solito, guardandosi un attimo intorno, per poi rivolgersi seriamente all'anziana preside.
«Professoressa, mi dispiace sul serio. A volte non riesco seriamente a controllarmi, mi capita con tutti, davvero...», «Confermo» intervenne Claire, mentre la professoressa li squadrava severamente, «...e con lei spesso è inevitabile, per via del suo tagliente sarcasmo. È per questo che ridevo, perché la adoro...».
«Non illuderti che riempirmi di lusinghe migliori la tua condizione, Nicholas, sai che non ha mai funzionato». Effettivamente Nick poteva appariva spesso come un ruffiano leccapiedi, ma il fatto era che alcune persone gli suscitavano molta stima e non poteva proprio fare a meno di mostrarlo essere onesto con loro anche quando era inopportuno, come non si sforzava di rendere evidente il proprio disprezzo quando non tollerava qualcuno, e si può star certi che capitava spesso. Tuttavia accadeva di rado che la professoressa McGranitt chiamasse qualcuno di loro per nome, e bisognava stare attenti: questa confidenza che occasionalmente cedeva, infatti, non voleva dire che potevano permettersi dei privilegi nei confronti di lei, che dopo anni di piccole avventure e assurdità li conosceva molto bene, ma piuttosto metteva in chiaro le cose, ricordava loro quante aspettative quella donna nutrisse nei loro riguardi, era un'occasionale cartello di avvertenza: ci tengo a voi, ma non superate il limite. Purtroppo, Nick lo sapeva, il gruppo che era nato ormai anni prima, che aveva affrontato pericoli, che aveva vissuto momenti di gioia e momenti di sconforto, quel gruppo che si era allargato molto per poi ridursi all'osso, quel gruppo che aveva messo insieme persone in maniera bellissima e pericolosa, per poi causare profonde ferire ma anche la crescita dei singoli che lo componevano, di Nick, di Charlotte e di Claire in particolar modo, quel gruppo non sapeva rimanere fermo, quel gruppo li superava eccome, i limiti. Era un gruppo che superando quei limiti si era sciolto più volte, ma che era sempre ritornato insieme, a volte perdendosi qualcuno per strada, ma mai tutti. Quei giovani ragazzi erano ormai famosi a Hogwarts per la loro attitudine al comando della scuola, che li aveva visti crescere e che era cresciuta insieme a loro, dall'Operazione Capibara al Torneo TrentaMaghi e al Ballo del Disco Inceppato. Quei ragazzi si erano fatti conoscere, ma soprattutto si conoscevano a vicenda, e nessuno o quasi poteva capire il loro rapporto. Gli amici raramente restano tali per sempre. Nick sapeva benissimo come tutti fossero bravi ad allontanarsi dalle persone che un tempo gli erano state care. Lui stesso, con fatica e disperazione, lo aveva fatto. Eppure sapeva, era certo, che qualcuno non se ne sarebbe andato; in mezzo alla gente brava a sparire dopo un po', ci sono quelli bravi a tornare. E lui credeva di averli trovati.
«Professoressa, lo sappiamo» disse Claire facendosi avanti. «A Nicholas dispiace di aver riso, sul serio, non si sa trattenere. Ma lei non può capire, o forse può... non lo so, il punto è che non c'importa della punizione, possiamo lavare tutti i bagni che vuole e scrostare tutte le padelle che ci sono in cucina, ma la prego, la prego, ci permetta di organizzare questa festa.» «Le stavamo per chiedere il permesso» s'inserì Matt, «ma è stata un'idea dell'ultimo minuto, come al solito. Ci conosce tutti da anni, sa che nonostante tutto siamo gli studenti più responsabili. Gli altri sono perlopiù pischelli, non come le vecchi generazioni. La scuola stava per chiudere e noi l'abbiamo aiutata a impedirlo. Ora, non dico che ci debba un favore, ma...». Ma la Mcgranitt aveva ottenuto quello che voleva, e sorrise dolcemente. «So che avete le migliori intenzioni, ma come avete potuto pensare di organizzare una festa d'addio per la nostra cara signorina Queen e non invitare me? Per questa volta non vi metto in punizione, ma al prossimo evento voglio essere la prima a saperlo, piccoli ribelli!»
«Ovviamente, professoressa» rispose Nick. «A parte Boniface, nessuno ne era ancora al corrente, e non vogliamo fare nulla di spettacolare, ma qualcuno...», Nick si girò verso Matt, «...ha avuto la geniale idea di ordinare tutto il negozio dei Tiri Vispi Weasley e anche... del Whisky incendiario, ma davvero?». Matt fece spallucce.
«Per questa volta chiuderò un occhio, ma non voglio guai o litigi, per questo organizzerete il tutto nella Stanza delle Necessità, è l'opzione meno rischiosa, direi».
«Perfetto».
*
Alle otto e mezza, quella sera, era tutto pronto. Per l'occasione la Sala Va-e-vieni aveva dato il meglio di sé; sembrava quasi Natale.
Lunghi festoni luminosi percorrevano le pareti della stanza, che era vasta circa la metà della Sala Grande. Tavoli tondi coperti da tovaglie degli stessi colori blu e argento dei festoni occupavano la parte periferica della sala, mentre al centro c'era lo spazio per ballare, con tante poltrone e qualche divanetto intorno. Sul soffitto un cielo stellato sovrastava lo spazio, in perfetta sincronia con i tavoli e le pareti. A differenza del soffitto della Sala Grande però, che rifletteva semplicemente il cielo esterno, questo era molto più spettacolare: pianeti vari e straordinari si potevano intravedere vicino alle stelle con un effetto davvero magistrale.
«La serie preferita di Charlie è Doctor Who, potremmo far levitare un piccolo TARDIS nel nostro spazio, non sarebbe fighissimo?» disse Blurry. Blurry era il modo in cui Nick chiamava Boniface Wilson, il ragazzo del terzo anno che poche ore prima aveva trasportato il Whisky incendiario in giro per la scuola, attirando sguardi curiosi, tra cui quello della McGranitt. Blurry era un Serpeverde, che era diventato dapprima amico di Matt, per poi unirsi al gruppo quando si scoprì che era un fan di Game of Thrones e di altre serie di questo tipo, seguite ad Hogwarts solo da gente stramba come Nick. «Non ho ancora mai visto Doctor Who, non saprei...» ammise Nick. «Secondo me sarebbe carino, sì. Ma come?» intervenne Claire, tirando fuori la bacchetta e tentando di trasfigurare una delle lampade. Gli venne fuori solo un cubetto blu luminoso.
«Ah be', devo andare a prendere Charlotte. Provateci voi, oppure chiedete alla McGranitt di aiutarvi...»
«Non credo che la McGranitt sappia com'è una cabina della polizia babbana degli anni Sessanta...» rispose Blurry, mentre aiutava Matt e Nick a disporre le burrobirre su un tavolo più lungo al lato destro della sala.
«E tu mostraglielo, hai un poster nel tuo dormitorio che lo raffigura o sbaglio?»
Fu così che Blurry andò a chiamare la McGranitt e gli altri insegnanti che dovevano venire (la Infant e Hagrid), mentre Nick andava a cercare gli invitati che non sapevano bene dove fosse la Stanza e Matt restava lì per mettere a posto gli ultimi dettagli.
«Allora, Beatrice a Agnes volevano venire, giusto? Poi ci sono Michael McOwen, Nickolas Murray, Iris, Isabel?»
«Credo che fosse impegnata, o così ha detto» rispose Matt.
«Bene, che mi dici di Andy?»
«Non ne ho idea, sicuramente ne era al corrente».
«Se lo vedo in giro gli chiedo, allora».
C'era un'altra persona che sarebbe potuta venire, tecnicamente, ma Claire aveva dichiarato che era meglio non dirle proprio niente, visto che non ci parlavano da molti mesi e che Charlotte non la poteva vedere, cosa che fu di grande sollievo per Nick. «Ah, George ci aveva detto che sarebbe potuto venire, giusto?»
«Dovrebbe partire ora da
Diagon Alley, dove lavora».
«Benissimo, anche James lo abbiamo informato stamattina...Vado», e mentre apriva la porta vide arrivare una figura dai lunghi capelli rosso scuro, tinti, un viso gioviale e una sciarpa blu e bronzo, i colori della sua casa, ma molto diversa dalle altre, perché personalizzata da lei. Anche sul resto della divisa si potevano notare dei ritocchi artistici. «Come va, Sophie? Hai visto Charlie?». Sophie era un'amica d'infanzia di Charlotte, che come lei era stata bocciata, ovviamente Corvonero.
«Bene. L'ho vista che tornava dalla biblioteca un po' sotto tono, a dire il vero».
«Speriamo non troppo, altrimenti sarà troppo stanca per godersi la serata».
«Ma no, credo che ce la farà...» rispose lei. «Dài, ci vediamo dopo, Matt ha bisogno di qualcuno con un minimo di buon gusto per sistemare questo posto come si deve!»
Alle nove tutto era pronto e quasi tutti gli invitati erano lì. Alcuni elfi erano arrivati con dolci e prelibatezze di ogni tipo e avevano appena finito di sistemarle sui tavoli, Matt aveva tirato fuori il Whisky che aveva opportunamente scambiato con l'acqua colorata che aveva consegnato alla McGranitt, quando finalmente si sentirono le voci di Claire e Charlotte dietro la porta socchiusa.
«Visto che passiamo di qui vado un attimo in bagno, sto scoppiando. Vieni, accompagnami». Nick immaginò lo stupore di Charlie in quel momento, dato che era strano sentire Claire chiedere a chicchessìa di andare in bagno con lei.
La porta si aprì e i fuochi d'artificio esplosero in un meraviglioso spettacolo di fi luci e colori. «Sorpresa!» urlarono tutti (alcuni, tipo Matt un po' in ritardo) quando le due amiche entrarono. L'espressione che si dipinse sul volto di Charlie era indecifrabile. Dopo qualche secondo. il tempo di assimilare la sorpresa, si rivolse ai tre amici, che erano appostati al tavolo più vicino. «Oddio... voi siete impazziti, ma del tutto...» biascicò, a metà tra le risa e le lacrime. «Non ci posso credere, davvero, stavo pensando di organizzare qualcosa io, tra l'altro...»
«E invece...» rispose Nick.
«Mamma mia! Vi voglio tanto bene, non sapete quanto... adesso vado in un angolino a piangere, scusate. Oddio, il TARDIS!»
«Sì, ci ho pensato io a realizzarlo!» si fece avanti la McGranitt. «Perché a quanto pare ho degli studenti tremendi in Trasfigurazione! Se solo fossi io a insegnarvela... Comunque non sapevo che fossi affascinata dalle cabine della polizia babbane, è curioso...»
Charlotte, Claire e Matt si abbracciarono. «Come faremo senza di te? È incredibile, ti sei fatta bocciare pur di non lasciarci, a pensarci mi sento ancora terribilmente in colpa» disse Nick, con gli occhi lucidi, mentre Claire a tratti non respirava. «Davvero, sei proprio pazza, anche se non so come avrei fatto quest'anno se te ne fossi andata. Oddio, solo a pensarci mi viene l'angoscia...». Hagrid e Winny, che prima dell'arrivo di Charlotte stavano chiacchierando in un angolino, si avvicinarono e si unirono ai pianti. «Eh sì, non riesco proprio a immaginarvici voi tre senza senza la nostra Charlie, è un'idea strana a dire poco...» disse Winny. «Eh, è la vita, un'attimo prima te li vedi piccolini, quattro ragazzini spaesati, e un attimo dopo... boom! Se ne vanno... molto triste...», singhiozzò Hagrid prima di soffiarsi rumorosamente il naso.
Charlie tentò quindi di consolare gli amici. «Dài, alle feste ci si dovrebbe divertire, non piangere per tutta la serata, e poi forse non vi sto lasciando, non proprio del tutto...»
«COSA!?» esclamarono Nick e Claire, all'unisono. Charlie sorrise maliziosamente.
«Oggi potrei essermi recata a Hogsmeade, e potrei aver trovato un lavoro ben retribuito ai Tre Manici di Scopa... Non per sempre, chiaramente, giusto il tempo di mettere da parte qualche soldo e, visto che ci troviamo, che voi finiate la scuola. Forse, dico forse, potremo vederci mooolto spesso, visto che abiterei praticamente qui». Nick e Claire, entusiasti, abbracciarono Charlotte, mentre Matt riempiva dei calici e li offriva alla gente, reclamando brindisi a Charlie, a Hogwarts, a Harry Potter, a Minerva Mcgranitt, a Dobby l'elfo domestico...
«Arrendetevi» disse infine Charlie, prendendo una pinta di burrobirra. «Non vi liberete tanto facilmente di me». |