Il Falco

di Hiroshi84
(/viewuser.php?uid=888623)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.





Oggi, Piazza Duomo è semideserta, riesco a scorgere in lontananza una ragazza con un cane al guinzaglio, un gruppo di turisti asiatici e un anziano signore che tiene la mano al nipotino. Meglio così, adoro i posti tranquilli. 
A dispetto delle previsioni meteo che indicavano un clima fresco e ventoso, la giornata, in realtà, si rileva molto soleggiata. Uff! Il giubbotto in pelle che indosso, mi sta accaldando. Il problema è che non posso togliermelo. 
All'improvviso, si materializza un uomo che barcolla vistosamente. È trasandato, ha gli occhi arrossati, il viso emaciato e i capelli lunghi e unti. Sicuramente si tratta di un drogato che vuole chiedermi dei soldi. 
«Scusa, hai qualcosa per me? Sto male!» esordisce "l'elegantone."
«Ehi, non sono mica un farmacista!»
«Ho bisogno di un po' di coca» continua il tossico, ignorando la mia ironia. 
È evidente che mi ha preso per uno spacciatore. Adesso lo sistemo io. Abbasso mezza cerniera del giubbotto per lasciargli intravedere la fondina a tracolla con pistola annessa.
«Se vuoi, ho una Beretta calibro nove con quindici stupefacenti confetti. Ti assicuro che te ne basterà solo uno per farti vedere il paradiso» reagisco con un tono da duro e con il chiaro intento di spaventarlo al fine di levarmelo dalle palle.
«Ah, quindi sei un collega?» mi domanda il tizio, sorridendo. 
Dopo qualche secondo di spiazzamento, realizzo che costui è un agente di polizia della Squadra Falchi, un'unità preposta al contrasto della microcriminalità.
«A quanto pare non sai riconoscere uno sbirro da un pusher» gli dico secco.
«Mi ha ingannato il tuo chiodo.» 
«Che? Il giubbotto?» esclamo quasi irritato. 
«Già, un po’ troppo per un pomeriggio caldo come questo, difatti pensavo che nascondessi la roba lì dentro. Ti saluto» conclude il "Falco", dandomi le spalle e ricominciando a ciondolare in direzione di una viuzza. 
Bah, roba... da matti!
    




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3641900