La leggenda di Santino

di LadyUnicornGirl95
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Prologo

 

Simone Marella e Daiane Kingstone vivevano felici e contenti con il loro unico figlio di nome Santino. Il bambino aveva compiuto un anno da poco e i due giovani genitori erano felicissimi del loro piccolo miracolo. Simone e Daiane erano due persone meravigliose: facevano lo stesso lavoro ma il wrestling per loro non era solo un lavoro era ciò per cui vivevano la loro vita ed entrambi speravano che il loro figlio Santino avrebbe preso il loro posto un domani.

Non c'è neanche bisogno di dirvi che Simone Marella è l'ultima leggenda del wrestling tanto discussa al momento ma non tutti approvano molto il suo successo. Tutta l'America si chiede come ha fatto un italiano, a diventare la leggenda indiscussa del wrestling americano e per molti la sola risposta a questa domanda è: un semplice colpo di fortuna.

Lo stesso Simone Marella però non se la prendeva se non tutti approvavano il suo successo; a lui gli importava solo fare il lavoro che amava fin da bambino ed era molto soddisfatto di essere riuscito a raggiungere il suo sogno.

Una notte Simone era da solo a casa che teneva compagnia a suo figlio Santino visto che la madre del piccolo era andata a fare un match contro la sua accerima nemica di sempre e quindi, non avrebbe potuto badare comunque a suo figlio. Simone giocava con il piccolo e stava per arrivare l'ora della nanna per Santino. Il bambino era stanco e Simone se ne era reso conto perchè aveva fatto dei piccoli sbadigli.

La camera da letto della famiglia Marella era al piano di sopra ma Simone aveva un po' i brividi solo all'idea di dover andare nella camera con quel buio che la circondava e il brutto tempo che c'era durante quella notte.

« Devo farmi coraggio Santino! I Marella non mollano mai e non si fanno sconfiggere dal buio » aveva detto Simone, inghiottendo la saliva dalla fifa.

Con coraggio e determinazione, Simone si decise a fare le scale nel buio fino a quando non raggiunse l'interrutore della luce. La prima cosa che fece fu mettere Santino a dormire nella sua stanza riservata al suo lettino. Una volta aver messo a letto il piccolo, Simone decise di andare nella sua camera da letto per mandare un messaggio alla moglie e chiederle fra quanto sarebbe arrivata a casa.

Quando Simone entrò nella sua camera da letto, c'era qualcosa del suo letto che non lo faceva stare tranquillo. Non capiva come mai, il letto da una parte fosse più alto chè dall'altra.

« Sarà il vento » disse Simone, sdraiandosi tranquillo sotto la coperta.

Ad un certo punto però decise di alzarsi e provare a rifare il letto visto che si era reso conto che la finestra della stanza era chiusa. Spostò leggermente le lenzuola e si accorse che era spuntato il volto di un uomo. Simone lo esaminò attentamente. Il volto apparteneva al più pericoloso killer di wrestler di tutta la storia del wrestling: niente meno che il perfido Undertaker. Questo voleva dire che lui e Santino erano in serio pericolo.

« Santino! » esclamò Simone, cominciando a correre verso la camera del piccolo.

Dalla disperazione, tentò di chiudere la porta della camera del piccolo ma proprio mentre stava per spostare un mobile per fargli tenere la porta bloccata, Undertaker con un calcione riuscì a sfondare la porta.

Simone stava facendo la guardia a Santino. Quel mascalzone di Taker non si doveva permettere di toccare il piccolo.

« NON TOCCARE MIO FIGLIO, BASTARDO! » gridò Simone dalla rabbia.

« E posso immaginare che sarà un patetico Marella, a impedirmelo » disse Undertaker.

« Il potere di questa famiglia sarà sempre superiore al tuo che al confronto vale zero. L'amore trionferà sempre sul regno della morte, anche se tu non vuoi capirlo, assassino! » gridò Simone.

« Che stupido ed inutile sentimento l'amore... non me ne faccio proprio niente. Ti do la possibilità di scegliere tra te e il bambino chi sacrificare per primo poi, dopo che avrò fatto fuori tutti e due, la dinastia Marella sarà estinta » disse Undertaker.

Simone aveva capito che era giunta la sua ora ma se moriva lui, Santino non avrebbe avuto scampo perché era troppo piccolo e non sapeva nemmeno che quella era l'ultima volta che avrebbe visto il suo papà.

« Posso dire le ultime parole a mio figlio? » chiese Simone.

« Va bene ma sbrigati... non ho molto tempo da perdere con te e quel moccioso di tuo figlio » concluse Undertaker.

Simone abbracciò Santino e le diede delle ultime carezze affettuose ed il piccolo piangeva spaventato.

« Santino sei forte. Io ho fatto quello che potevo, ora il mio tempo è finito. Tu sei forte, sei un Marella e un domani sono sicuro che salverai il mondo del wrestling dalle mani di questo pazzo criminale senza amore. Lui non sa cosa vuol dire amare la vita e il wrestling per questo tu, Santino, sei e sarai più forte di lui, un giorno. Undertaker morirà invano e sarai tu a finirlo per sempre. Papà ti vuole tanto bene. Stai vicino alla mamma » concluse Simone.

Poco dopo Undertaker fece la Tombstone ovvero, la mossa senza perdono chiamata "mossa senza perdono" perché nessun wrestler ne era mai uscito vivo. Tutto quello che rimaneva di Simone in quel momento, era il suo corpo ora mai senza vita. Stessa sorte sarebbe dovuta toccare anche a Santino adesso che non aveva alcuno scudo o una via d'uscita al suo fianco.

« Non so cosa farne di te moccioso. Vorrei finire la tua famiglia definitivamente, ma non ci proverei gusto e credo che voglio conservarmi il divertimento per quando sarai più grande in modo che tu possa vivere una vita di disgrazie, nessuno crederà in te e un giorno, farai la fine del tuo papino arrogante » disse Undertaker.

Tentò di afferrare il piccolo ma Santino si era messo a gattonare velocissimo in modo da non farsi acciufare. All'improvviso, Undertaker sentì una sgommata venire da fuori. Questo voleva dire che la signora Marella era quasi arrivata a casa e quindi doveva andarsene via da quella casa.

 





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