La leggenda di Santino

di LadyUnicornGirl95
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Uno

 

Santino cresceva in un noto paesino calabrese chiamato San Fili anche se la strada per diventare Santino era un po' lunga perché la madre si era risposata con un campione di basket della nazionale italiana di origine italo calabresi: un certo David Carelli, che aveva conosciuto durante una partita della nazionale degli USA contro quella italiana. La ex signora Marella si era ricordata che lei e Simone non avevano mai battezzatto Santino e quindi, Daiane e David lo battezzarono con il nome Anthony Carelli.

Anthony cresceva come ho già detto in questo paesino ma la sua infanzia non fu abbastanza facile perché i suoi compagni di classe lo prendevano in giro. Non solo Anthony non aveva amici veri ma aveva anche un padre e una madre che lo avevano costretto a giocare in una squadra di basket quando il bambino sognava di diventare un wrestler e del basket non gli importava praticamente niente. Non era la pallacanestro la sua via ma il wrestling e Anthony pensava di saperlo molto bene.

Un pomeriggio dopo la scuola, Anthony sarebbe dovuto andare nella palestra del basket per allenarsi con la squadra ma non voleva andarci dato che i suoi compagni non facevano altro che ridere di lui quindi era tempo perso. Decise di provare a fare finta di niente e si mise a riposare nel letto.

Alle quattro meno dieci del pomeriggio, il signor Carelli trovò Anthony sdraiato sul letto e lo svegliò molto arrabbiato.

« Perché non sei in palestra tu? Fila subito! » gridò David Carelli.

« Cosa ci vado a fare? È una perdita di tempo... poi il basket proprio non mi è mai piaciuto. Voglio fare wrestling papà. Mettitelo in quella testa! » disse Anthony arrabbiato.

« SE NON TI ALZI E NON FILI IMMEDIATAMENTE IN QUELLA CAZZO DI PALESTRA, TI DICO IO COSA TI FACCIO ENTRARE IN QUELLA TESTA! » gridò David.

« Spediscimi pure al pronto soccorso. Preferisco andare in ospedale che in quella palestra di pervertiti e con quei miei compagni schifosi » commentò Anthony.

« NON OSARE SFIDARMI FIGLIO MIO. ALZA IL CULO DA QUEL LETTO E FILA IN PALESTRA... SUBITO! » continuò David sempre più furioso.

« Mai e poi mai! » concluse Anthony irritato.

« Bene. Allora faccio venire tua madre » disse David.

« IO TI ODIO » gridò Anthony alzandosi dal letto.

« COME TI PERMETTI? AVRESTI SOLO DA RINGRAZIARE PER TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE, RAGAZZINO VIZIATO. SENZA ME, NON AVRESTI FATTO NIENTE! IN PALESTRA TI CI PORTO IO, PER ESSERE SICURO CHE CI VAI DAVVERO E APPENA SIAMO DENTRO TI SCUSI CON L'ALLENATORE E LA TUA SQUADRA » disse David, continuando a voce alta.

Anthony fece un espressione scazzata. Tutte le volte che doveva andare in quella palestra lui andava in collera. Detestava tutti in primis l'allenatore che non poteva proprio vederlo dato che tutte le volte il povero Anthony era costretto a inventare le regole del basket visto che non era interessato a quello sport e lo faceva sempre svogliatamente ma l'allenatore era odioso forse molto più di tutti i suoi compagni di squadra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





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