Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant

di _Lakshmi_
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Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant

Drabble [100-110 words]



Prompt: voi col vostro Latinorum (come prendere spunto -male- da frasi latine famose).

Personaggi: Roma (città), Imperatore Claudio (appena nominato) e baby Inghilterra.

Ambientazione: Campagna in Britannia dell'Imperatore Claudio, intorno al 43 d.C.




Roma camminava sul campo di battaglia colmo di cadaveri, colmo di cremisi, colmo di vite spezzate.
Era evidentemente spossata: i suoi muscoli erano un fascio di dolore e fatica; la canuta chioma era pregna di polvere e stanchezza per l’estenuante combattimento.
Quasi non riusciva a credere di aver vinto, di aver portato la
pace.
Quasi non riusciva a concepire quel tristo silenzio.
Ogni tanto si voltava verso l’Imperatore Claudio, nel sicuro accampamento romano, per poi tornare a guardare avanti a sé, smarrita.
E fu lì che vide la figura di un bambino dai vividi occhi smeraldini, terrorizzati.
Gli tese la mano, ma lui fuggì lontano, nei sicuri boschi della Britannia.




Note generali:


Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: laddove fanno il deserto, lo chiamano pace. Citazione di Tacito, tratta dall’opera Agricola.


Canuta chioma: ho scelto di rappresentare Roma (città) con i capelli bianchi per citare l’autore Lucano, il quale, durante il varco del Rubicone da parte di Cesare, aveva descritto per l’appunto Roma come una donna dalla bianca chioma.





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