Ti amavo, pur non sapendolo

di Eveine
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Titolo della storia: Ti amavo, pur non sapendolo

Vostra Casa: Grifondoro

Coppia Scelta: Rose Weasley/Harry Potter

Rating: verde

Contesto: nuova generazione

Genere: romantico, malinconico

Note/avvertimenti: nessun avvertimento

Note dell’Autore: non ho molto da dire, di solito non scrivo flashfic, mi riesce difficile trasmettere con così poche parole, però ho voluto provare, diciamo sfidare me stessa. Spero solo di aver fatto almeno una cosa accettabile e non completamente uno schifo.

La storia è una Rose/Harry ambientata al funerale di lui, sono una coppia ma di amanti, spero di non essere andata fuori tema come a scuola

 

 

 

 

E non servirà più a niente la felicità,

più a niente anche la fantasia

mi accontenterò del tempo andato...”

-Per dirti ciao! Tiziano Ferro-

 

 

Esco dalla chiesa, l’aria all’interno è irrespirabile, sia per gli odori emanati dagli incensi che per la tristezza e la disperazione che aleggia sulle teste dei presenti, ho bisogno di stare sola per metabolizzare il dolore che non mi ha lasciata un istante dal giorno della tua morte. Mi hai causato uno di quei dolori che ti penetra all’interno fino ad avvolgere il cuore per poi stringerlo talmente forte in una morsa da farti provare, addirittura, sofferenza fisica. Sono talmente stravolta e confusa da pensare che il turbinio di emozioni che mi sta travolgendo sia quasi piacevole, è il segno tangibile che tu sei esistito, che la tua anima ha toccato la mia, che i nostri cuori si sono appartenuti: è l’unica testimonianza del legame che ci univa. Essere la tua donna non è stato facile, amare qualcuno in segreto era una novità per me, mi chiedo ancora come io sia riuscita a resistere all’impulso di abbracciarti e baciarti in pubblico, forse sono stata aiutata dal pensiero di un futuro con te, un futuro che, ora che non ci sei più, appare grigio e plumbeo, esattamente come il cielo di oggi. Quello che sognavo per noi è scomparso in una notte, nessuno verrà mai a conoscenza di ciò che siamo stati e ciò che eravamo destinati a essere, nessuno capirà che la ferita che mi lacera non è la stessa di mio fratello, nessuno saprà mai che la tua assenza, per me, non avrà mai la figura dello zio. Sei sempre stato qualcosa di più, l’unico in grado di capirmi, di confortarmi, di entrare nella mia mente e riordinarla, sei sempre stato il mio idolo e io ti amavo, pur non sapendolo.

Un tuono esplode con un rombo, sembra la manifestazione della rabbia che mi ribolle in corpo dopo aver visto zia Ginny disperarsi sulla tua bara, lei non ne aveva il diritto, ormai eravate poco più che estranei, non ti amava più… tu non l’amavi più. Sono io la persona che dovrebbe essere consolata, io sono la vedova, io non avrò più la gioia di sentirti pronunciare parole dolci al mio orecchio, io non mi scalderò più tra le tue braccia rassicuranti, io non sarò più amata come merito.

Piove, come il giorno in cui mi hai baciata la prima volta, un bacio al sapore di menta misto a liquirizia che non dimenticherò mai, così come il tocco delicato delle tue dita sul viso che mi dava una scarica elettrica che si trasmetteva lungo tutto il corpo fino ad arrivare alle mani e ai piedi, quella sensazione che mi faceva sentire viva.

Passeggio sul ponte che attraversa il fiume, mi appoggio alla ringhiera, l’acqua scorre sotto di me fregandosene di quello che accade intorno, la superficie è increspata dal vento, tra il riflesso delle nuvole sovrastanti mi sembra di intravedere il tuo viso, chiudo gli occhi e il tuo profumo mi invade le narici, la tua voce si fa strada nelle mie orecchie e nella mia testa. Ti amerò per sempre, Rose!





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