Caffè
Caffè.
"Perché stai sempre così incazzato, France'?"
La domanda di Marco arriva in un momento in cui la voglia di spaccare
qualcosa è tanta e il velo rosso della collera gli offusca
la
vista.
Le cose con Giorgia non stanno andando come voleva lui, niente rose e
fiori, solo rabbia e rancore. La sta perdendo, lo sa, sta lasciando che
gli scivoli via dalle dita come acqua, ma non è che possa
farci
qualcosa. Lui è questo, furia e nervi a fior di pelle, lo
è sempre stato e non sa se può
cambiare. Il lavoro,
poi, è sempre un'incognita, presto arriverà la
fine
dell'anno e Pizzofalcone chiuderà e chissà dove
li
manderanno.
Pizzofalcone. L'ultimo posto in cui si sarebbe aspettato di sentirsi
così bene. È arrivato lì pensando di
trovare gente
come lui, disadattati destinati a perder tempo dietro a scartoffie, e
per un certo verso è stato così. Ma Lojacono,
Alex e
tutti gli altri sono anche bravi poliziotti in cerca di riscatto,
ottime persone con i loro problemi e difetti, ma con la voglia di
dimostrare a chi li ha sottovalutati cosa sono veramente in grado di
fare. Come Marco, con la colpa di essere figlio di qualcuno di
importante. E un deficiente, nove volte su dieci.
Con loro è stato facile integrarsi. Non immediato, forse, ma
facile. Si sente un po' meno Hulk - Aragona e i suoi soprannomi - e un
po' più Francesco Romano. Quello nascosto sotto tutta la
rabbia.
"Arago', fatti i cazzi tuoi."
È la risposta standard da usare con l'Aragona curioso e
sfacciato, quella che si vede rifilare quasi ogni volta che fa una
domanda. Un po' è responsabilità sua, dovrebbe
imparare a
tenere a freno la stupidità.
Una smorfia passa sul viso del più giovane, ma impiega meno
di un secondo a sparire, e Marco si stringe nelle spalle.
"Chiedevo solo" borbotta.
Per un attimo Francesco si sente in colpa. Non è stato lui a
farlo litigare con Giorgia, o a rendere la sua vita una lotta continua.
Aragona è ciò che ha di più simile a
un amico, non
si merita - non sempre, perlomeno - la sua acidità.
"Dai, fermati qui che ti offro un caffè."
"E qualcosa da mangiare, va, che tengo pure fame."
"Solo perché oggi sei stato investito" replica Romano
vagamente spazientito.
Il suo collega accosta e spegne il motore, poi inforca gli occhiali
dalle lenti azzurrine con movimenti studiati apposta per fare scena e
gli sorride.
"Agente scelto Marco Aragona, duro a morire."
Francesco si ritrova a sperarlo davvero.
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