Londra
<< Mamma
mamma guarda! >>
<< Hope
per favore, stai un po ferma >>
<< Ma
è bellissimo qui >> dissi guardando oltre il
piccolo vetro.
Era la prima volta che
salivo su un aereo e in quel momento mi sembrava la cosa più
bella del mondo.
<< Lo so
amore, però cerca di fare la brava che siamo quasi arrivati.
Che ne dici di addormentarti visto che sei stata sveglia per tutto il
viaggio?>>
Guardai mia madre con
una faccia al quanto contrariata, ma dal suo sguardo capii che non
avevo scampo.
<< E va
bene, ma voglio Fred >> dissi incrociando le braccia al
petto e corrugando la fronte.
Fred era il mio
peluche a forma di tartaruga, che mi avevano regalato al mio primo
compleanno e anche se adesso di anni ne avevo cinque non riuscivo
proprio a separarmene. Molte volte mia madre aveva provato a
sbarazzarsi di quel pupazzo, perchè ormai stavo crescendo,
ma in un modo o in un altro riuscivo sempre a scamparla e a salvare il
mio povero Fred.
<<
Aspetta vado a prendertelo io >> disse mio padre che nel
frattempo si era svegliato, forse a causa della mia voce.
<<
Grazie papi >>.
<< Ecco
qui piccola, adesso dormi >>
<< Va
bene va bene >> mi distesi sulla sedia con Fred al mio
fianco e mentre guardavo le nuvole fuori correre sempre più
veloci mi addormentai profondamente.
<< Hope
svegliati, siamo arrivati>>
Sentii qualcuno
chiamarmi e scuotermi e solo dopo qualche secondo ricordai che stavo su
un aereo diretta verso Londra con la mia famiglia. Spalancai subito gli
occhi e tutta euforica mi buttai addosso a mio padre.
<< Siamo
arrivati papiiii, siii andiamo a vedere la nostra nuova casaaa dai dai
>>
<< Va
bene piccola peste, però adesso devi starmi vicino che
dobbiamo scendere e ci sarà molta gente >>
Feci come mi era stato
detto e con un sorrisone continuavo a guardarmi intorno.
<<
Christian mentre io resto qui con Hope a chiamare un taxi, vai tu a
recuperare le nostre valigie? >>
<< Si
cara adesso vado io >>
Mentre mio padre si
allontanava, mia madre chiamò un taxi e appena si
fermò subito mi ci infilai dentro.
<< Susan
ho preso tutto non manca nulla >>
<<
Benissimo caro allora possiamo andare >>
Mia madre disse il
nome della strada al taxista e dopo mezz'ora ci fermò
davanti ad un'enorme villa color crema con un giardino pieno di fiori
colorati e di fianco anche un'altalena rossa e viola. Guardavo quella
casa con occhi e bocca spalancati, quasi non riuscivo a crederci.
Varcammo il cancello e percoremmo il viale di ghiaia che arrivava fino
alla porta d'ingresso. Appena mia madre aprì corsi
immediatamente dentro.
<< E'
bellissimo qui. Mi piace un sacco >> continuavo ad urlare
saltellando ovunque.
<< Posso
andare a vedere la mia camera? Vi prego vi prego >>
<< Vai
però dopo scendi subito giù che devi aiutare me e
la mamma a sistemare tutte le nostre cose >>
<< Va
bene faccio subito >>.
Andai al piano di
sopra e aprii la prima porta che avevo di fronte, ma capii subito che
non era camera mia. Mi avvicinai alla seconda porta e rimasi con la
bocca spalancata. Era una stanza enorme, piena di colori e c'erano
giocattoli ovunque. Mi sdraiai sul letto e appena guardai il soffitto
vidi che era tutto ricoperto di stelle fluorescenti. Era un sogno
quella camera. Era la mia camera.
Corsi di sotto urlando
e saltellando << grazie, grazie, grazie, grazie
è tutto fantastico mi piacerà un sacco stare qui
>>.
Vidi mia madre e mio
padre che ridevano per il mio buffo comportamento e corsi ad
abbracciarli fortissimo.
<< Io e
papà siamo felici che ti piaccia, abbiamo fatto del nostro
meglio per non farti mancare nulla >> disse mia madre
mentre mi dava un bacio affettuoso sulla testolina riccioluta.
<<
Adesso piccola peste dobbiamo sistemare susu >>
<< Ma
papà io non voglio, dai ti pregoo >> cercai di
convincerlo facendo persino una faccia da cucciolo bastonato
<< Non
attacca con me lo sai >>
<< E va
bene >> alla fine mi arresi e inizia a sistemare andando
avanti e indietro con montagne di vestiti e oggetti.
<< Non
ce la faccio più mamma, abbiamo finito? >>
dissi buttandomi sul divano
<< Si
non preoccuparti. E' ora di andare a letto >>
<< Sisi.
Buonanotte mamma, buonanotte papà >> corsi a
dare un bacio ad entrambi e andai di sopra.
<<
Ricordati di lavare i denti prima >> mi
ricordò mia mamma
<< Si lo
so >> dissi un po scocciata.
Ero sdraiata a pancia
in giù, con la testa sotto il cuscino da una ventina di
minuti e non riuscivo proprio a dormire. Mi girai a guardare il
soffitto, stavo per addormentarmi quando sentii delle voci che
provenivano dal piano di sotto. Andai verso la porta e l'aprii piano
piano cercando di non fare rumore. Mi misi seduta sulle scale e dopo un
po capii che erano solo i miei genitori che stavano parlando.
<< Susan
mi dici come facciamo? >>
<< Oh
dio ne abbiamo già parlato molte volte, non iniziare di
nuovo Christian >>
<< Va
bene va bene tanto alla fine decidi sempre tu >>
<< Mi
sembra che tu non abbia mai detto il contrario. Eravamo d'accordo
entrambi, lo sai >>
<< Si lo
so. Andiamo a dormire adesso cara >>
<< Si
andiamo >>
Non capii niente di
quello che dicevano, saranno cose da grandi pensai, i grandi dicono
sempre cose strane. Mi alzai e me ne andai a letto di nuovo, ma questa
volta subito mi addormentai.
La mattina dopo mio
padre venne a svegliarmi e appena sveglia sentii subito l'odore di quei
biscotti buonissimi che solo mia madre sapeva fare. Mi precipitai
giù dal letto e corsi in cucina.
<<
Buongiornissimo mammaa, mi dai i biscotti? >>
<<
Buongiorno anche a te mangiona, siediti che finisco di preparare tutto
>>.
Non me lo feci
ripetere due volte e dopo pochi minuti una teglia enorme piena di
biscotti era davanti ai miei occhi.
<<
Appena hai finito di mangiare vai a lavarti e vestirti, oggi io e la
mamma ti portiamo in un bel posto >>
<< E
dove andiamo? >> chiesi con la bocca piena
<< Non
te lo diciamo, è una sorpresa >>
<< Siii
mi piacciono le sorprese. Vado subito a vestirmi >>
<< E
lavarti >> aggiunse come al solito mia madre.
Andammo a prendere il
pullman perchè papà ancora non aveva preso una
macchina e quindi potevamo spostarci solo così. Dopo alcune
fermate scendemmo anche noi e subito vidi un enorme parco dove c'erano
tantissime giostre e tanti bambini. C'era persino un lago con le anatre
e alcuni vecchietti gli buttavano del pane per farle mangiare.
<< Posso
andare a giocare?>> chiesi subito a mio padre
<< Si va
bene, ma non allontanarti troppo >>
<< Va
bene papà >>
Dopo quasi un'oretta
ritornai dai miei genitori
<< Hope
adesso dobbiamo andare a trovare una nostra amica che non vediamo da
tantissimo tempo >> mi informò mia madre
<< La
conosco? >>
<< No
piccola non l'hai mai conosciuta, ma ti piacerà. Si chiama
Rose e vive con sua sorella Anne >>
<< Mi
piacciono i loro nomi. Andiamo >>.
Salve
a tuttee!
so
che questo capitolo non è il massimo ma siate carine con me.
Per
ora non vi dico nulla della storia ma piano piano inizierete a capire
xx
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