Paese di montagna

di metif
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Una pasticceria, con le luci soffuse e la carta da parati consumata. Nell’aria, un odore di vaniglia e di fumo. Una donna di mezza età sbuca dal retro, tenendo delicatamente una pasta tra le dita. Cammina verso una bambina, che ha lo sguardo fisso sulla bocca carnosa della donna, leggermente deformata da un sorriso accennato. Si piega lentamente e le porge la mano grassottella, offrendole un dolce bianco e nero. Il bianco d’uovo sa di neve e di antico, di muri scrostati e di vicoli dimenticati. Il cioccolato è un velo amaro e inaspettato, che con il bianco si fissa per sempre in quell’angolo di paese. 




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