Crazy in love ||johnlock||

di xx_cla_xx
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Il ragazzo corse per quello che gli sembrarono ore. Corse e sorpassò negozi, macchine, persone, e non si voltò indietro nemmeno una volta. Poi, quando gli iniziarono a dolere i muscoli si fermò. Si prese un attimo per riprendersi e poi si guardò intorno e, stupito, si accorse di essere arrivato, senza rendersene conto, nell’unico posto che riuscisse a calmarlo. Era in piedi in mezzo alla strada, dietro di lui un parco, davanti il Tamigi. Quello era il posto dove andava sempre quando era stressato e doveva calmarsi. Si trascinò così fino ad una panchina e si sedette, immerso nei suoi pensieri. -stupido di uno Sherlock!- si disse, arrabbiato - lo sai che non devi cedere. Ti ricordi com’è finita l’ultima volta, no?- si perse nel ricordo della donna –sì, ma Irene non era come le altre. Lei era speciale. Ed è forse l’unica persona che mi abbia mai capito- Si accorse appena del sole che tramontava. Si risvegliò dai suoi pensieri che era già buio. Doveva essere sera, vista la luminosità dei lampioni. Aveva i capelli bagnati dalla corsa, ed iniziava ad avere freddo. Si alzò dalla panchina e, lentamente, si avviò in strada per chiamare un taxi. Quando questo si fermò, si trovò davanti al 221b di Baker Street. -sono 15 sterline- dichiarò il tassista –eccoveli- disse Sherlock, si strinse nel cappotto e uscì, coprendosi il capo dalla pioggia che era iniziata a cadere. Salì le scale ed entrò in cucina dove trovò un biglietto, probabilmente scritto da sua madre, visto posizione e grafia, che lo aspettava adagiato sul tavolino accanto alla sua poltrona. Lo lesse ad alta voce brontolando: “Sherl, il tuo amico si è stabilito qui, poi mi spieghi perché te ne sei andato in quel modo; come se non ti avessi mai insegnato l’educazione! Tua madre” Sherlock fissò il biglietto e, con calma, si diresse verso la poltrona, dove si sedette un attimo dopo. Sentì un rumore alla sua sinistra e, istintivamente, alzò la testa. Il ragazzo di quella mattina era sulla porta e lo guardava con una faccia assonnata. Sentì un rumore provenire dalla sua sinistra e, istintivamente, alzò la testa. Il ragazzo di quella mattina era sulla porta. -Ciao- disse il biondo -ciao- rispose svogliatamente il riccio -che ci fai in piedi? È tardi.- il biondo sorrise -oh, ho il sonno leggero, e ho sentito un rumore. Ero venuto a controllare che fosse tutto a posto- -Si, è tutto a posto. Ora torna a dormire- disse scortesemente il riccio. -Oh ok, allora vado- disse il biondo dispiaciuto -buonanotte, allora. -Notte- disse Sherlock distrattamente. Si alzò e si incamminò verso la camera da letto. Arrivò davanti alla porta ed entrò nella stanza. Si spogliò e si mise a letto e, con il nome "Barbarossa" che gli rimbombava in mente, cadde tra le braccia di Morfeo. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ SPAZIO AUTRICE finalmente sono riuscita ad aggiornare. ho visto che abbiamo raggiunto i 60 lettori e, per me, sono veramente tanti. grazie scusate se non aggiorno spesso, ma quest'anno ho gli esami e devo studiare. fatemi sapere se la storia vi sta piacendo :) claudia




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