Perché
una mini-long se la meritano anche le mie bambine.
Buongiorno
tesori ♡
Dunque,
sono tornata con un’altra Sakuhina
e devo dire che questa idea mi frullava sulla
testa da parecchio, soprattutto perché partecipa al
continuum temporale di
Smells like teen spirits, quindi
è
ambientata all’inizio degli anni ’90, nella Grunge
era!
Non
sarà lunga e si vi
piacciono quelle storie dove
si sta svegli fino all’alba a fare pazzie, ci si conosce un
po’ per caso e un
po’ per destino, ci si tuffa vestiti nel porto alle tre di
notte piena di
musica un po’ vintage allora
questa fa a caso vostro :33
Vi presento:
KOI NO YOKAN
“Incontrare
qualcuno e sapere di
essere destinati ad innamorarsi a vicenda”
♡♡♡
1.
Polly (Nirvana)
Polly says
her back hurts
And
she’s
just bored as me
She caught
me off my guard
It amazes
me, the will of istinct.
“Qualcuno
ha visto il mio reggiseno verde?”
È il
grido
che raggiunge Sasuke mentre è disteso sul letto a cercare di
leggere in santa
pace Lo Spleen di Parigi, il tutto
risulterebbe più semplice se i suoi adorati coinquilini
smettessero di fare
quel casino indecente. Sì, sta parlando sia di Naruto che
smanetta musica
improponibile in soggiorno che di Sakura in bagno che armeggia con phon
o altri
oggetti ugualmente rumorosi.
“Un
reggiseno? E che ti serve un reggiseno?” è la
domanda-risposta che dà Naruto
gridando anche lui.
Sasuke
appoggia il libro sul copriletto e si massaggia stancamente la radice
del naso;
trovare in quel bilocale un secondo di pace è sempre
impossibile, soprattutto
se i tuoi migliori amici non sanno parlare senza urlare.
Ignora il
“fino a prova contraria sono una donna,
Naruto-scemo!” di
Sakura e senza alzare la voce, perché tanto
i muri lì sono di cartapesta, risponde alla domanda iniziale
dell’Haruno:
“Guarda
nel
terzo cassetto della cassapanca”
Dal bagno
giungono rumori non meglio identificati seguiti immediatamente dalla
voce
squillante di Sakura.
“Trovate!
Grazie, Sasuke-kun”
“Sì,
grazie
Cenerella” fa il verso
Naruto dal
soggiorno soffocando una risata. Quell’epiteto per nulla
gentile fa scattare
Sasuke come una molla dal letto intenzionato ad andare a picchiare quel
decerebrato ma la sua uscita viene bloccata da Sakura che entra nella
camera
dal letto in intimo.
“Ignoralo”
gli consiglia cinguettando mentre inizia a rovistare
nell’armadio. “È un
idiota”
“Così
mi
ferisci nel cuore, Sakura-chan” protesta l’idiota
in questione sopraggiungendo
anche lui nella stanza da letto. Si appoggia allo stipite della porta
sfrontato
iniziando a guardare fin troppo apertamente il culetto della ragazza.
Sasuke gli
tira un pugno. Giusto perché se non lo fa lui lo
farà Sakura, quindi meglio
anticiparla.
Ma la
ragazza si volta radiosa con un sorriso morbido sulle labbra e uno
sguardo
sereno verso i due. È emozionata, lo si capisce da lontano
un miglio.
“Aiutatemi
a scegliere” li supplica imbronciando appena la boccuccia ma
mantenendo
comunque un espressione felice.
Al che
Sasuke vorrebbe davvero rispondere che loro – in particolare
lui – non è il
consulente di moda di nessuno, ma Naruto lo precede alzando il pollice.
In fondo, a
Sakura non possono negarle nulla.
Il motivo
di tutta quella allegria è semplice: Sakura sta per iniziare
il suo primo
giorno di lavoro. E, ok, farà la cameriera e, ok, la cosa
più emozionante sarà
non far cadere i frullati dal vassoio, ma ne è comunque
elettrizzata e non può
fare a meno che agitarsi. In fondo dei tre lei è
l’unica che non lavora: Naruto
è l’aiutante del meccanico infondo alla via e
Sasuke fa il ricco ereditario
(sì, è un lavoro anche questo) mente lei si
è sempre limitata a fare qualche
lavoretto part-time di durata limitata.
Ma adesso
no. Adesso porterà anche lei un contributo in quella piccola
famiglia disastrata
che si sono costruiti.
Così
fa una
giravolta sollevando leggermente la gonna in jeans tutta spiegazzata.
È una
Sakura completamente diversa da quella che sono soliti vedere. Via il
trucco
pesante agli occhi, via i ciuffi rosa spettinati che ricadono sempre
sul viso;
via i le calze rotte e le magliette larghe, niente camice rubate dai
loro
armadi o anfibi tutti rovinati. Sembra un’altra persona con
quel cerchietto
rosso che le tira dietro i capelli lasciando il viso pulito, senza la
solita
matita nera sbavata. Solo un velo di ombretto chiaro e un rossetto
fragola
sulle labbra. Una maglietta con il collo a barca è infilata
dentro la gonna a
vita alta e delle ballerine rosse le calzano i piedini.
Naruto
batte le mani. “Sei bellissima!” garantisce.
Sasuke
storce il naso. “Ma non avrai freddo?” questiona in
modalità mamma chioccia.
“Metto
la
camicia. E tanto dentro fa caldo” lo rassicura scappando via
dalla stanza ed
entrando in soggiorno pettinandosi agitata i capelli con le dita. I due
ragazzi
la seguono come due perfette mamme apprensive.
“Prendi
le
chiavi di casa” le ricorda Naruto mentre prepara la borsa.
“E
mettiti
una sciarpa” si accoda Sasuke.
“Ricordati
di sorridere…”
“…ma
se
qualcuno ti guarda le gambe dagli un pugno”
“Precisamente”
Sakura alza
gli occhi al cielo ma sorride notando quanto in realtà i due
siano seri e
aumenta il sorriso per rassicurarli. “Dovrei essere io quella
agitata, eh”
Sasuke pare
infastidito da quel mezzo rimprovero e incrocia le braccia.
“Hai preso i soldi?
I documenti? A che ora inizi il turno? Vuoi che passiamo a
prenderti?”
Haruno non
risponde a nessuna di quelle domande e apre l’armadio
specchio d’entrata
afferrando la prima giacca che le capita a tiro. Sorride ancora (ma
quanto ha
sorriso oggi, la nostra Sakura-chan”
“Devo
andare altrimenti faccio tardi” dice frettolosa. Si mette la
borsa a tracollo e
scocca un bacio unico in direzione degli amici. “Ci vediamo
‘sta sera”
“Comportati
bene!” termina Sasuke ma la ragazza gli chiude la porta in
faccia e la risposta
si perde nel fracasso.
Un lungo
sospiro affranto lascia le labbra di Naruto. “La nostra
bambina sta crescendo” si
commuove provando a gettare le braccia attorno al collo di Sasuke. Ci
prova
perché l’Uchiha evita l’attacco con
facilità lasciandolo schiantare contro il
muro.
❄
Il Sannin’s è un
piccolo bar tutto colorato
che sembra essere rimasto fermo agli anni ’60.
I colori lì dentro sono tutti tenui, dei
pastelli un po’ slavati e
vecchie fotografie vintage sono appese alla parete. Sopra ogni tavolino
c’è un
vasetto di fiori profumati. È moderatamente frequentato,
essendo in una delle
vie secondarie è raro che sia affollato e la maggior parte
degli avventori sono
abitudinari. Lì dentro puoi trovarci chiunque, sia il
vecchietto di
settant’anni un po’ bisbetico che vuole una
limonata che una piccola comitiva
di giovani leggermente scalmanati. I gestori sono una coppia di signori
sulla
cinquantina, anche se la signora Tsunade sembra ancora una giovincella.
Jiraija
invece può vantare una scarmigliata chioma candida da
vecchio leone.
A Hinata Hyuuga,
dolce e timida ragazza dai grandi occhi lattei, quel bar pare un
piccolo angolo
di paradiso. Un posto dove passare le giornate di noia. Le basta
ordinare un tè
verde con un goccio di latte o un cucchiaino di miele e guardare le
persone
attorno a lei ed imprimerle nel proprio
sketchbook per essere soddisfatta. Hinata è molto
carina con un viso tondo,
la pelle è liscia e pallida, le labbra sono piene e rosee
spesso socchiuse così
da lasciar intravedere gli incisivi bianchi. Ha un corpo morbido con
curve
molto accentuate, le mani piccole con le unghie leggermente
mordicchiate per il
nervosismo. Non indossa mai collane o bracciali, è sempre
acqua e sapone e il
suo modo di vestire è semplice. Hinata è molto
bella, ma non le piace essere
notata.
Preferisce
nascondersi negli angoli e osservare le persone attorno a sé
come se questo
potesse mitigare la sua solitudine. A Hinata piacciono le persone, sul
serio,
ma è troppo timida, ogni volta che qualcuno le parla
arrossisce e le sudano le
mani. E no, la cosa non la rende affatto dolce e tenere, è
solo inadeguata e
basta. La sua sorellina Hanabi – che è il suo
contrario – dice sempre che
qualcuno dovrebbe darle una scrollata.
Quel
qualcuno a darle una scrollata non è ancora venuto, quindi
Hinata continua ad
andare al Sannin’s, si
siede al
solito posto vicino alla finestra e guarda la gente camminare fuori.
Quanti
passi, quanti sguardi distratti e quante borse che sbattono contro
altrettanti
corpi; ognuno di loro ha una storia e Hinata adora sempre inventarsela,
così li
disegna su carta e quegli estranei visti appena un secondo diventano
amici
nella sua testa.
Improvvisamente
si sente fissata, poi sente un piccolo click
e ruota la testa distogliendo lo sguardo dalla finestra per guardare
l’interno
del locale. Un flash la investe subito dopo.
Sbatte le
palpebre confusa identificando una ragazza con uno stravagante
caschetto rosa
nascosta dietro l’obiettivo di una polaroid. Questa (la
ragazza, non la
polaroid ovviamente) accorgendosi
di
essere stata beccata allontana la macchinetta fotografica da davanti il
viso
mostrando due occhi verdi spalancati e una piccola espressione
colpevole.
Hinata
arrossisce seduta stante incassando leggermente la testa fra le spalle,
la
sconosciuta con la polaroid sembra voler dire qualcosa ma dal bancone
si sporge
Tsunade.
“Oh,
Sakura! Sei in anticipo” vocia allegramente “Vieni
pure, così ti diamo la
divisa”
La ragazza
con il caschetto rosa sobbalza e sul volto le compare una buffa
espressione e
rizza la schiena.
“Arrivo
subito” risponde con un tono di voce altrettanto alto
così che tutto il bar ha
sentito il piccolo scambio di battute. Lancia un altro sguardo
imbarazzato a
Hinata, sembra volerle dire qualcosa, ma poi cambia idea e trotterella
verso la
porta con scritto ‘Privato’.
Hinata la
guarda correre via svolazzando nella giacca arancione di qualche taglia
più
grande poi accenna un timido sorriso. Abbassa gli occhi sul foglio
bianco
appoggiato sul tavolo, prende la matita e inizia a tracciare i contorni
del
volto di quella stramba ragazza.
❄
“…E
non ho
fatto cadere nemmeno un bicchiere” Sakura termina fieramente
il proprio
racconto sulla prima giornata lavorativa e poi afferra trionfante una
fetta di
pizza direttamente dal cartone.
Sono seduti
sul tappeto, tranne Sasuke – le sue nobili chiappe non
possono riposare in un
luogo che non sia il divano –, mangiano la pizza in maniera
spartana con le
lattine di birra e coca-cola attorno a loro. Appena è
arrivata a casa le hanno
fatto un sacco di domane, hanno ordinato la pizza d’asporto,
messo su un cd a
caso dei Guns N’ Roses e
poi hanno
improvvisato un balletto – solo Naruto e Sakura, Sasuke
è troppo snob per
queste cose.
“Qualcuno
ti ha importunata?” domanda per la tredicesima volta Naruto.
Sakura
sbuffa. “Smettila, cretino. In realtà, credo di
aver io importunato una
persona”
A quella
frase anche Sasuke rizza le orecchie.
“Chi?
Come?
Quando?” spara a raffica Naruto sputacchiando pezzetti di
pizza.
Sakura lo
scosta indispettita. “Ma niente di che. Era solo una ragazza
con una frangetta
nera che disegnava, le ho fatto una foto perché era
molto… uhm, artistica?
Sembrava annoiata”
“Ch’”
è il
commento di Sasuke e per lui la faccenda può anche
dichiararsi chiusa. Non per
Naruto ovviamente che deve palesare entusiasmo anche per la
più piccola cosa.
“Posso
vederla? Posso vederla?” insiste come un bambina in attesa
del regalo di
natale.
Sakura lo
accontenta e cerca nella propria borsa la foto. È venuta
leggermente sfocata,
soprattutto sul viso, ma l’effetto non disturba, anzi rende
la foto ancor più
particolare. A Naruto si illuminano gli occhi e allora anche Sasuke si
sporge
curioso.
“Sakura!”
dice il biondo “Hai trovato Polly!”
Oh, quella. Sbotta fra
sé e sé Sasuke
tornando sul divano.
Da quando
sono piccoli Naruto e Sakura insistono nel discutere
sull’esistenza di una
fantomatica ragazza perfetta, ma se all’inizio i due si erano
trovati d’accordo
sulle sue caratteristiche (fin troppo simili a Sasuke, tra
l’altro) alla fine
avevano finito per discostarsene completamente, ma quel gioco sul
trovare la
ragazza perfetta era rimasto. Avevano anche dato un nome al protipo di
ragazza
perfetta: Polly e Molly – come tributo alla loro band
preferita.
Recentemente
Sasuke ha scoperto che il nome in codice che i due usavano nei
confronti –oltre
che Duffy Duck – era proprio Molly,
il primo protipo di ragazza perfetta. E poco importava ai due che lui
in realtà
fosse un ragazzo.
E adesso
è
saltata fuori Polly, il secondo
protipo.
Sakura
aggrotta l’ampia fronte. “Polly? Lei?”
“Ma
sì, ma
sì” annuisce velocemente l’altro.
“Possibile che tu non te ne sia accorta?”
“Non
ci ho
fatto caso. Mi ha solo colpita”
“Devi
assolutamente parlarle. O lo faccio io!”
“Tu
non
parli proprio con nessuno!”
scatta
Sasuke “E anche tu!” torna a rivolgersi verso
Sakura “Cos’è? Adesso devo temere
anche attacchi dal gentil sesso?”
Naruto fa
un gesto distratto con la mano come a cacciare una mosca fastidiosa.
“Non
disturbarci. È una cosa seria questa!”
Come se
anche la gelosia di Sasuke non fosse una cosa seria!
Offeso,
Sasuke si alza intenzionato a tornare dal suo Baudaleire anche se in
cuor suo
sta già progettando un pollyccidio.
References:
Molly’s
lips è
una canzone dei Nirvana uscita
nel 1989 nell’album Bleach.
Polly è
sempre nei Nirvana ma è uscita
nel 1991 con il celeberrimo Nevermind.
Lo
Spleen di Parigi o “piccoli poemi in prosa”
è un opera di Charles Baudelaire (scrittore
e poeta del Decadentismo Francese) scritti in un arco di tempo che va
dal 1855
e il 1870 (o 1869????? Sono troppo pigra per andare a controllare xD).
Non so,
Baudealaire mi sa tanto da Sasuke ewe
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