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Puoi
portarla a casa, suo padre e il resto della famiglia non vedono l’ora di
conoscerla.
Era
con queste parole che il viaggio di Allison ed Hope era iniziato. Erano partite
al mattino, più o meno verso le otto e trenta, avevano acceso la radio e
inserito un cd. Poi avevano cantato a squarciagola mentre il mondo fuori dal
finestrino scorreva al solito lento ritmo.
Di
tanto in tanto, tra una canzone e l’altra Allison lanciava un’occhiata verso la
piccola e la guardava pensierosa, gli occhi chiari come quelli suo padre persi
al di là del vetro, sulle sterpaglie ai lati della statale che man mano la
avvicinavano a quella parte della famiglia di cui non ricordava assolutamente
nulla.
Di
cui sapeva solo quello che Hayley ed Allison si erano premurate di raccontarle.
Con
un grosso respiro la cacciatrice strinse più forte il volante provando ad
immaginare quali pensieri stessero passando nella mente di quella dolce
creatura. Aveva solo sette anni e aveva già vissuto così tante esperienze in
quella parvenza di normalità che sua madre si era sforzata di mantenere per
lei.
Quando
qualche settimana prima le aveva telefonato chiedendole di andarla a prendere,
Allison sapeva che era vicina alla cura che avrebbe riportato indietro i
Mikaelson. Nel corso degli anni la donna e Hope avevano legato molto, si
vedevano ogni volta che era possibile, giocavano insieme, leggevano insieme
mentre sua madre la osservava orgogliosa e completamente innamorata. D’altronde
era impossibile non amarla: aveva preso il meglio di ognuno degli Originali; il
senso di lealtà, il senso dell’umorismo, il coraggio, la devozione verso la
famiglia. Anche se di loro non conosceva altro che qualche foto e qualche
racconto.
Promettimi
che quando tornerai ci sarà anche mio padre aveva chiesto ad
Hayley quando l’aveva accompagnata a Los Angeles. L’Ibrida ed Allison si erano
guardate per un istante poi lei aveva promesso.
Ad
Allison invece aveva chiesto di farle un’altra promessa; era successo un
pomeriggio mentre se ne stavano tranquille in piscina, il sole le scaldava. Di
improvviso aveva allungato la mano e aveva stretto la sua. Promettimi che mi
vorrai sempre bene e non mi lascerai mai. Come me lo ha promesso la mamma.
La
donna le aveva baciato la fronte e l’aveva stretta in un abbraccio. Glielo
aveva promesso.
“Hey
Hope” le disse attirando la sua attenzione. “Ti va di darmi un consiglio?”
Lei
le sorrise. “Sì certo.”
“Pensavo
di ritinteggiare casa, sono stanca di quei colori e così ho fatto una piccola
ricerca. Pare che il rosa vada molto di moda ultimamente, tu che ne dici?”
“Non
mi piace” sentenziò l’altra con un profondo respiro. “Perché non la facciamo
gialla?”
“Gialla?”
“Gialla
come il sole che splende sempre su Los Angeles. È un bel colore.”
“Lo
è” confermò Allison. “Sì, giallo sia!”
La
bimba sorrise. “Abbiamo delle caramelle?”
“Non
posso credere che tu me lo abbia chiesto. Per chi mi hai presa? Certo che
abbiamo delle caramelle. Abbiamo delle liquirizie, delle gommose alla frutta e
le mie preferite.”
“Quelle
al latte e caramello” concluse Hope per lei aprendo il vano porta oggetti e
prendendo una liquirizia per sé e una delle sue preferite per Allison. “Ci
vuole ancora molto?”
“Sei
stanca?”
“Un
po’.”
“Manca
più o meno un’ora ma se vuoi fermarti possiamo farlo.”
Hope
annuì, Allison si fermò alla prima stazione di servizio.
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Le
due arrivarono a destinazione con mezz’ora di ritardo rispetto alla tabella di
marcia che Allison aveva comunicato ad Hayley. Fuori sul portico di quella
grande casa le aspettavano tutti. Allison fermò l’auto e si accorse che Hope
era girata verso di lei, quasi come se guardare avanti le facesse paura. La
capiva, anche lei a ruoli invertiti si sarebbe sentita allo stesso modo.
Decise
di darle i suoi tempi e con un discreto gesto della mano fermò Hayley che stava
avanzando piano. L’Ibrida si fermò, poi tornò indietro capendo. Allison invece
sorrise ad Hope piegando il capo per incontrare il suo sguardo.
“Hai
paura?” le domandò prendendole una mano. “A me puoi dirlo sai? Non c’è niente
di sbagliato in quello che senti in questo momento. Qualunque cosa sia.”
“Possiamo
rimanere in auto ancora un po’?”
“Certo
che possiamo. Possiamo rimanerci tutto il tempo che vuoi. Ho altre caramelle
sul sedile posteriore, nel caso ci venisse fame.”
Hope
respirò a fondo. “Ci stanno guardando?”
Allison
diede un rapido sguardo ai Mikaelson, infine tornò a guardare la bambina. “Sì,
ma voglio dire, puoi biasimarli? Siamo due splendide creature io e te,
toglierci gli occhi di dosso è veramente difficile.”
La
piccola rise e con la coda dell’occhio Allison vide che anche sul portico ridevano.
“Zia Allison” le disse. “E che succede se non gli piaccio?”
“Questo
è matematicamente impossibile. Tu sei Hope Mikaelson, piaci praticamente a
tutti. Ti adoreranno.”
“Credi?”
“Ne
sono sicura e sai perché?” Allison si slacciò la cintura e la aiutò a fare lo
stesso. Furono così libere di girarsi completamente per guardarsi meglio. “Sono
la tua famiglia e credimi mia bellissima Hope, nessuno mai ti amerà più di
quanto ti amano loro.”
“Mi
dici qualcosa su di loro? Come quando andiamo a cena fuori e facciamo il gioco
degli aggettivi dandone uno a tutte le persone che incontriamo.”
“Ottima
idea. Da chi vuoi iniziare?”
“Lo
zio Kol.”
Allison
si ritrovò in difficoltà per un attimo; non aveva mai avuto un vero e proprio
rapporto con Kol quindi le era difficile descriverlo, ma ci provò.
“Divertente.”
“Zia
Freya?”
“Coraggiosa.”
“Zio
Elijah?”
La
cacciatrice rimase per un attimo in silenzio, sentiva quegli occhi scuri
addosso. Anche se non si voltò a guardarlo sapeva che erano fermi su di lei.
“Zio Elijah è… leale.”
“Zia
Rebekah?”
“Questa
è facile, zia Rebekah è fuori di testa. Ma in senso buono.”
“Hey,
ti ho sentita.” Urlò la bionda Originale e sia Hope che Allison scoppiarono a
ridere.
“Rimane
tuo padre. Non ho un aggettivo per lui ma posso dirti che è il padre migliore
che potesse capitarti. Ti proteggerà a qualunque costo e ti amerà più di ogni
altra cosa. Tutti loro lo faranno; sempre e per sempre.”
Calò
il silenzio per un lungo istante, poi Hope si schiarì la voce. “Sono pronta a
scendere, ma voglio che tu mi faccia una promessa.”
“Qualunque
cosa.”
“Puoi
rimanere per un po’? C’è la mamma ma vorrei che rimanessi anche tu.”
Allison
le baciò una mano. “Certo che rimarrò. Me ne andrò solo quando tu ti sentirai
completamente a tuo agio e tranquilla. Non un minuto prima” si sorrisero e
intrecciarono i mignoli. “Giurin giurello.”
“Ti
voglio bene zia Allison.”
La
donna si piegò e le baciò la punta del naso, poi tutto il viso in cerchio
facendola ridere. “Anche io ti voglio bene. Vai ora.” Si mise dritta sul sedile
mentre Hope scendeva dall’auto. Tutti le sorrisero grati. Hayley le fece un
cenno col capo che lei ricambiò.