Il Cacciatore

di body_ko
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Lucius Malfoy mosse mari e monti e Draco fu di nuovo libero dopo sei mesi di Azkaban. Era dimagrito 20 chili e la tisi non aveva giovato al suo aspetto: al solo vederlo Nacissa Black scoppiò in lacrime e gli coprì di baci il volto, come se il suo amore potesse guarirlo. In verità poteva e lo avrebbe fatto. Mentre sua madre lo stritolava nel suo abbraccio, Draco guardò suo padre e lo vide più vecchio di quanto lo ricordasse.
“Chi suona al Billie stasera?”, chiese con voce atona.
Suo padre e sua madre lo guardarono strabiliati.
“Cosa?”
“Non avrai fatto chiudere il locale spero", Draco si rivolse a suo padre oltraggiato. “Diamine: ti avevo chiesto di occuparti della musica finché non tornavo!”
“L’ho fatto”, rispose Lucius sollevando un sopracciglio “per quanto non capisca la tua ostinazione a far carriera nella ristorazione”.
“Io non farò carriera nella ristorazione”, disse mettendo un braccio sulle spalle di sua madre, e avviandosi verso casa, “però potrei aprire una casa discografica e produrre jazz”.
Narcissa guardava suo figlio con un mezzo sorriso.
“A questo pensavi mentre stavi ad Azkaban?”
“Già”, disse Draco con sufficienza, “mi sono fatto un po’ di progetti, con tutto il tempo libero che avevo…”


Il compleanno di Draco al Billie, due mesi dopo, si candidava ad essere l'evento mondano dell'anno. Si entrava soltanto su invito e molti avrebbero fatto carte false per essere presenti. I Malfoy non avevano badato a spese: Lucius in persona era andato a prelevare la cantante dal suo rehab per portarla al locale e i medici glielo avevano permesso solo dietro solenne promessa che l’avrebbe riportata indietro sobria. Gregory Goyle fu espressamente incaricato di tenerla lontano dal bar.
Draco, pantaloni di pelle e camicia verde slyterin, pareva del tutto indifferente alla moltitudine di facce e sorrisi che gli si agitavano intorno. Aveva stillato personalmente la lista degli invitati, tutta gente che conosceva da anni, e da cui sapeva esattamente cosa aspettarsi: quello che non finiva mai di stupirlo era l’assoluta incapacità di Theodor Nott di vestirsi in maniera decente. Lo aveva intravisto al lato opposto della sala e l’assurdo accostamento di colori del suo abito gli aveva ferito gli occhi. Sua madre era al bar insieme a Norah ed era certo che quello che stavano bevendo non fosse acqua tonica.
“Sta andando bene”, gli disse Goyle avvicinandosi. Stava mangiando un panino ripieno con qualcosa dall’aspetto disgustoso.
“Cosa diavolo è quella cosa che stai mangiando?”.
“Lampredotto. Buono: vuoi un po’?”
Draco lo fulminò collo sguardo, Goyle non parve farci caso.
“Ne ho preso un po’ di più per fartelo assaggiare. E’ nel frigo sul retro. Me lo faccio arrivare direttamente dalla Toscana”.
I due si guardarono per qualche secondo, Draco abbandonò il palco da cui dominava il suo locale, e seguì Goyle sul retro.
Mangiarono panini al lampredotto seduti a un vecchio tavolo di plastica e bevendo birra ghiacciata, ascoltavano distrattamente il chiacchiericcio e la musica del jukebox che venivano dalla sala.
“Non avresti dovuto farlo”, gli disse Goyle evitando il suo sguardo, “lo avrei fatto io al tuo posto”.
Draco non rimase sorpreso della scelta dell’argomento: Goyle era sempre stato estremamente protettivo con lui. Essere un colosso di 100 chili lo faceva sentire in dovere di proteggere Draco che era più debole. Ma diamine: tutti erano deboli rispetto a Goyle.
“Lo sai che lui ti sarebbe stato addosso all’istante. E’ già successo in passato. Sta lì nascosto nell’ombra e spera solo di trovarti in una situazione di debolezza per poterne approfittare”.
Draco taceva.
“Non posso sempre nascondermi”. L’uomo si accigliò… era esattamene quello di cui lo accusava Nina. Ma si rifiutava di accettare che quella vecchia saccente avesse ragione su di lui.
“Per questo devi accettare l’aiuto dei tuoi amici. Lui è troppo pericoloso e tu non puoi permetterti simili errori”.
Era quello che aveva fatto tutto il tempo: nascondersi dietro i suoi amici per sfuggire ad un confronto da cui, tutti pensavano, non avrebbe mai potuto uscire vincitore?
Guardò Goyle come se non l’avesse mai visto.
“Grazie Goyle”, disse tetro, “sei stato illuminante”.
Il brusio delle voci si era quietato, a momenti Amy avrebbe cominciato a cantare, Draco si alzò e lasciò Goyle da solo in cucina a chiedersi cosa avesse mai detto.

La festa al Billie non era ancora finita, quando Draco se ne andò. Aveva saputo l’indirizzo di Harry Potter da Seamus Finnigan durante una sveltina nel bagno degli uomini e, prima di andarsene, non aveva mancato di salutare caldamente la consorte dell’irlandese, con Seamus lì accanto che boccheggiava.

L’esitazione di Draco davanti alla porta dell’appartamento di Harry Potter non ebbe il tempo di nascere: salire le scale fino al terzo piano, cercare l’interno giusto e suonare il campanello fu un tutt’uno.
Harry Potter venne ad aprire assonnato e in pigiama. Nel vedere Draco di fronte a sé, sgranò gli occhi e si svegliò del tutto.
Draco entrò ancor prima che Harry recuperasse l’uso della parola, si guardò intorno, pareva la casa di un artista squattrinato: disordine, polvere ovunque, libri e giornali ammassati per terra e sui divani.
“Potter”, disse freddo, “sei un disastro”.
Il volto di Harry si rabbuiò.
“Non aspettavo visite a quest’ora: non si usa più avvertire prima di piombare in casa di qualcuno nel mezzo della notte?”
“Mi stai dando lezioni di civiltà Potter?” Malfoy lo guardò canzonatorio. “Ma davvero?”
Harry si innervosì, parecchio.
“Che sei venuto a fare Malfoy?”
Draco raccolse tutto il suo coraggio: ora veniva la parte difficile.
“Mi hai dato la caccia per anni, Potter”.
Harry non smentì.
“Se avesse pensato che era solo una scopata quello che cercavi, non sarebbe stato un problema: tutti i finocchi della città hanno avuto la loro occasione con me”.
Harry fece un sorriso sbilenco.
“Stronzo”.
Draco lo ignorò.
“Ma tu non ti saresti mai accontentato. Che mi venga un colpo se capisco la tua ossessione Potter: avresti potuto avere chiunque e mettere su il tuo tanto desiderato idillio domestico. Perché proprio io, non me lo sono mai smesso di chiedere: di certo non ho l’indole della casalinga”.
“Non saprei: con un grembiule… piccolo… e niente sotto potresti perfino compensare il tuo brutto carattere”.
“Bastardo”.
Harry lo ignorò.
“Ti sei sempre sentito inferiore a me”.
Le parole di Harry rimbombarono nel silenzio di quella notte.
Draco impallidì, il terreno sotto i suoi piedi cominciò ad essere instabile.
“Per quello che è successo durante la guerra... perché ti ho salvato la vita... per qualche tua fottuta turba psichica… non lo so perché, ma è una stronzata”.
Harry lo guardava dritto negli occhi adesso, occhi tristi e sinceri.
“Non ho mai pensato che tu fossi un vigliacco”.
Draco sentì la pelle del volto bruciargli: Dio… com’erano dolci quelle parole!
“Hai sempre cercato di proteggere la tua famiglia, hai affermato la tua identità affrontando le critiche e lo scherno della gente, ti sei costruito un mondo in cui ti piace vivere: non hai niente di cui sentirti imbarazzato!”
“Vai a farti fottere Potter!” Draco si avviò di filato verso la porta. Potter aveva il potere di farlo a pezzi, distruggerlo e divorarlo. Se ne doveva andare all’istante: stava per cominciare a frignare come un idiota.
Harry si mise tra lui e la fuga. Draco avrebbe dovuto passare sul suo cadavere per uscire da quella stanza: lo guardò disperato.
“Hai protetto la tua gente e sei finito ad Azkaban per questo”, disse con decisione. “Adesso tutto il mondo sa che non sei un vigliacco”.
Draco fu colpito da un’illuminazione.
“I giornalisti… c’erano i giornalisti la notte del mio arresto… siete venuti in cinque ad arrestarmi… tu che guidavi una squadra di Auror come se aveste dovuto fermare un gigante ubriaco… e Norah già il giorno dopo del mio arresto era sulla Gazzetta…”.
Draco guardò Harry incredulo.
“Per Merlino: Potter!”
Era senza parole. Boccheggiò un paio di volte. Harry gli si avvicinò, gli prese la mano e se la portò alle labbra.
“Sono innamorato di te da molto tempo e mi piace quello che vedo quando ti guardo”.

La vanità era una trappola da cui Draco Malfoy non aveva scampo.



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Volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia: non è un caposaldo della letteratura percui onore al merito di quei coraggiosi^^
In particolare grazie a 
LaliaVera Lynn e antote perchè ricevere qualche commentino alimenta la mia voglia di scrivere.
Quindi grazie ragazze: siete preziose!!




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