Il mio tour
cinematografico, è stato a
dir poco fantastico, la guida è stata simpaticissima e molto
disponibile nei miei confronti, devo dire che avevo passato un
bellissimo pomeriggio in compagnia solo di me stessa, di Marlon
Brando, Marylin Monroe, James Dean, John Travolta, Tom Hanks, e molti
altre sagome di attori che erano presenti negli studi. Decisi quindi
che era l'ora di tornare in hotel, arrivata nella suite non c'era
nessuna traccia di Isabelle, forse era al bar di sotto.
Mi feci una doccia veloce e
mi cambiai.
Misi un vestito rosso con le bretelle, volevo sentirmi anche io una
diva hollywoodiana ma l'effetto era molto diverso infatti sembravo un
pompiere finito male. Ad ogni modo, scesi di sotto mentre
nell'ascensore mi guardavo e ricontrollavo allo specchio, appena
varcai le porte del marchingegno sali e scendi, ecco che trovo
Isabelle intenta a bere come una spugna.
"Hei, ma che diavolo stai
facendo?
Non dovevamo andare a cena?"
"Scusami amichetta, ma
questo
barman era così carino che non ho potuto resistere e ho
cominciato a
prendere da bere"
"Tu guarda a cosa mi tocca
assistere, sei così disperata da continuare ad ordinare da
bere solo
per farti fare qualche sorrisetto?"
"Se mi porterà
nel suo letto si"
esclamò senza ritegno
"Bene allora è
deciso adesso ti
riporto in camera"
"No! Non puoi decidere tu
per me
Giulia, lo so che tu hai sofferto ma non significa che anche gli
altri debbano smettere di divertirsi!" urlò.
Rimasi a bocca aperta, non
sapevo
davvero cosa rispondere, e dire che di solito sono una logorroica
cronica.
"Hai ragione Isabelle, io
non sono
tua madre e quindi non posso permettermi di dire nulla, ma perfavore
promettimi che starai attenta e ti prego dimmi che non sei ubriaca ma
solo brilla"
"Guardami" disse "Sono
nel pieno delle mie facoltà fisiche e cognitive"
"D'accordo, io me ne vado a
cena
se ti serve qualcosa sono nel ristorante dell'hotel"
"Ciao G! E miraccomando non
fare
nulla che io non farei!"
Andai a sedermi in un
tavolo
all'angolo, mentre aspettavo il cameriere, continuavo a pensare alle
dure parole di Isabelle, io voglio divertirmi certo, è solo
che
voglio andarci con i piedi di piombo tutto qui.
Arrivò il
cameriere che mi consigliò
un hamburger e da bere ovviamente mi feci portare una bella pinta di
birra rossa, la mia preferita.
Mentre mangiavo, mi sentivo
un pò
osservata, certo per come ero vestita può darsi, il mio
abito era
rosso Valentino, un pò come quello di Jessica Rabbit, solo
che a me
con quell'hamburger e birra sul tavolino non faceva lo stesso effetto
femme fatale.
Un uomo di fronte al tavolo
mi stava
fissando, i suoi occhi azzurri mi ricordavano il cielo irlandese dopo
la pioggia, barba incolta che mi faceva impazzire, camicia celeste
che metteva perfettamente in risalto i suoi occhi cerulei, jeans
attillati ma non troppo sulle gambe muscolose ma magre, spalle larghe
e torace largo. Oh mio Dio, pensai. Ma è uno schianto.
Mi stava sorridendo e
sorrisi anche io,
d'un tratto si alzò e venne verso di me.
"Posso signorina?" chiese
"Ehm, certo, prego" dissi
"Sa, non ho mai visto una
donna
bella come lei, prendere un' hamburger e scolarsi una birra come ha
appena fatto."
Rimasi un pò
perplessa, e l'unica cosa
che mi uscì fu
"Bè, si lo
ammetto non sono il
massimo della finezza ma al posto delle carote e dei sedani di cui si
nutrono le modelle che pascolano specie qui ad L.A. a me piace
mangiare cibo vero e tenermi in forma, non sarò sicuramente
una
modella ma mi vado bene così".
Mi guardava fisso, e
scoppiò in una
risata fragorosa che mise allegria anche a me.
"Sa, a me non piacciono
particolarmente le modelle.. preferisco le donne vere." disse
con un sorriso malizioso
Sorrisi, a quello splendido
uomo che
avevo di fronte finchè il mio cervello cominciò a
darmi input, e
flash, oh cavolo, ma lui è.. lui è.. Jake
Gyllenhaal!
Oh santo cielo, quando
questa la
racconterò ad Isabelle le prenderà un accidenti.
Feci finta di nulla, come
se la
situazione fosse tutta sotto controllo quando in realtà il
mio viso
era diventato dello stesso colore del vestito.
"Molto piacere io sono
Giulia
Fitzpatrick" dissi con un sorriso.
"Ciao Giulia, io sono Jacob
Gyllenhaal, ma puoi chiamarmi Jake" rispose.
Stavo iperventilando, ero a
cena con il
mio attore preferito e pergiunta mi trovava attraente, ma dovevo
calmarmi e tornare lucida.
"Di dove sei Giulia?" mi
chiese
"Sono Italiana, abito in
una
regione del centro Italia, mia madre è italiana e mio padre
è
irlandese.
"Amo l'Italia, ci sono
stato
troppe poche volte, vorrei visitarla meglio" esclamò
"Bè magari
potrei farti da guida
in qualche occasione" dissi scherzando.
"Senti, Giulia, posso
offrirti da
bere? Conosco un fantastico locale sulla spiaggia che fa dei drink
magnifici ti va?"
"Si, perchè no"
esclamai
Era tutta una scena in
realtà nel mio
cervello si stava festeggiando il quattro luglio. Ero completamente
su di giri.
Mi portò allo
Sky Bar, un locale
elegante da un'atmosfera così piacevole che mi sembrava di
fluttuare, luci soffuse una piscina interna e tavolini con morbide
poltroncine bianche e candele.
Jake mi fece accomodare da
vero
gentiluomo e mi chiese cosa volessi ordinare, ovviamente essendo una
donna adoro la serie tv Sex and The City, quindi sfoggiai la Carrie
Bradshaw in me e dissi
"Un Cosmopolitan perfavore"
mi sorrise e andò verso il bancone, mentre aspettavo che
tornasse mi
sentivo davvero fortunata, quello splendido uomo, aveva adocchiato,
me, e in quel locale, lì nel bel mezzo della vita di Los
Angeles, io
Giulia Fitzpatrick arrossii, e mi sentii felice, come non lo ero da
tempo.
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