Diary of a blind man

di Yssis
(/viewuser.php?uid=145803)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


February 2nd 2108

E così, siamo arrivati alla resa dei conti. L’operazione sarà domani: mi chiedo che mondo vedrò, quando aprirò di nuovo gli occhi. Nonostante il tempo passato al buio, la tentazione di creare un’immagine mentale di quello che ho avuto intorno per questi mesi è stata più forte di me. Adesso è arrivato il momento di guardarla in faccia, questa realtà.
-L’attesa del piacere è essa stessa un piacere. Quello che dobbiamo capire è se davvero ti piacerà, quello che vedrai da domani in poi.-
-Se fai così peggiori solo le cose, è tutto il giorno che mi agiti.-
-Ma se non ho ancora aperto bocca…-
-Tsk, è peggio del previsto, non ti accorgi nemmeno che parli da solo!-
 Viene verso di me, il suo respiro fresco mi carezza il volto. Le sue mani sfiorano le mie, mi inducono a sedermi sul divano con lui. Con un sospiro mi lascio guidare, sento dei capelli scivolarmi in avanti, sul petto: devono essere cresciuti ancora.
-Questo mondo è diverso da qualsiasi altro. Quando tornerai a vedere, ti sentirai più cieco di prima.-
Istintivamente ripenso al silenzio percepito da quando vivo in questa città. Ripenso alla sensazione di impotenza che mi perseguita da quando non ho più accesso al telecomando.
-Il sovrano di un regno qualsiasi è un’utopia, un desiderio delle bestie che temono di esercitare il libero arbitrio, che le trasforma in uomini. Pensando con la propria testa e volendo il meglio per sé, è impossibile accettare di delegare l’amministrazione della propria vita a qualcun altro. Eppure è proprio questo che è successo. Ma tu, Choe, cosa dici a riguardo? Com’è il mondo, fuori da qui?
-Non posso credere che sia molto diverso.
-Eppure così convinto non sei.
-Come fai a dirlo?
Non mi risponde la sua voce, ma un suono di piccoli corpi che si urtano in un contenitore. Le pillole per lo psycho pass.
-Quelle sono…
-Ancora chiuse, Gu-Sung.
Mi mordo il labbro inferiore, non avrei mai immaginato di dovermi giustificare con lui, prima che con il dottore. Mentre sto cercando di formulare un’obiezione le sue dita mi sollevano il mento, non riuscire a vederlo ma sapere di essergli così vicino mi emoziona più del legittimo.
-Sei una persona ammirevole, molto scaltra. Non voglio sapere perché hai deciso di non prenderle. Mi basta sapere che hai preso una decisione e non ti sei affidato a quanto ti era stato detto.
-Esercitare il libero arbitrio non vuol dire per forza disubbidire.
Mi prende un dito, me lo solleva portandolo sulle sue labbra: non so come sia riuscito ad immaginarlo, ma sono lieto che l’abbia fatto. Ha delle labbra bellissime quando sorride, le posso sentire adesso.
-In linea teorica avresti ragione, ma siamo nella condizione in cui delegare le proprie decisioni, anche le più importanti, è obbligatorio per legge. Io non posso farlo, anche volendo non sono essere dato alla irragionevolezza…-
-Anch’io.-
Sono due parole. La mia vita d’ora in avanti, in due parole.
Anch’io, con te, Shogo Makishima, disubbedirò.

[500 parole]

:: Angolo Autrice ::

Sigh, quanta poesia.
Ew (?)
Perdonatemi, sono molto sensibile: la verità è che sto già piangendo in vista del dopo… Perché voi pensate mica che questa storia avrà un lieto fine? Muahah illusi.
owo
*scappa a piangere*
Sono immensamente triste e immensamente felice: poter muovere Choe in contesti quotidiani, eppure molto diversi fra loro, mi ha aiutato tanto a sentire più “mio” questo personaggio, spero che anche per voi la lettura sia stata coinvolgente da questo punto di vista. La settimana è finita, Choe domani si sottoporrà all’operazione che gli darà la vista e il diario può dirsi concluso. Il prossimo aggiornamento sarà l’epilogo, ma l’impostazione sarà diversa dal solito.
Un’ultima cosa sulla caratterizzazione e poi filo via: per tutta la stesura della storia ho avuto difficoltà a gestire il personaggio di Makishima, nel selezionare cosa far trapelare di lui e cosa no a lungo mi hanno consigliato e a lungo ho stressato chiunque mi rivolgesse la parola – per cui anche l’autista della corriera va annoverato fra le mie vittime xD Scherzi a parte, Shogo non poteva sbilanciarsi troppo, perché non sapeva ancora se Choe sarebbe stato disposto ad aiutarlo nella lotta contro il sistema, in quanto condivideva lo stesso malcontento: per questo motivo anche in questo capitolo, dove la confessione degli intenti dei due era il nucleo, ho preferito mantenerlo su un profilo discreto-basso. Penso che sia in linea con il suo modo di agire, se ci fossero tuttavia accorgimenti o obiezioni sarei lieta di sentirle, ovviamente!
Penso di aver detto, saluto tutti e ringrazio<3 A presto!





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3653107