In Memoriam

di Queila
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Maria vista con gli occhi di Alberto morente, Caporetto – 1917

Fango e sudore t’imbrattano i vestiti, arti senza vita ti toccano: l'odore di cadavere e polvere da sparo ti brucia le narici, t’annuncia la fine.
Con le carni straziate e il sangue coagulato nella ferita in cancrena, invochi il perdono di Dio e volgi i pensieri a Maria. Schiavo del dolore, sfiori con la mano tinta di rosso i raggi del sole, accarezzi con i polpastrelli i suoi capelli del colore del grano, il giallo ti penetra i ricordi, ti acceca gli occhi e riesci a sentire il suo profumo di rose selvatiche: non l'hai mai amata così tanto.
Te ne vai sussurrando il suo nome a labbra socchiuse.
 
  • 110 parole.
 
Note:
Dunque, mi sembra abbastanza chiaro: Alberto è un soldato che sta combattendo la battaglia di Caporetto e poco prima di trapassare, ricorda la sua amata, Maria, per l'appunto. Nota al giallo che lo acceca: è riferito a varie cose, sia al biondo dei capelli della ragazza, sia a i raggi del sole che lui sfiora con le dita (e poi si trasformano nella sua mente nei capelli che carezza) ma anche alla luce, per così, dire eterna insomma, che vede poco prima di morire.




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