Dove hai lasciato il cuore

di La Signora dei No
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1.Il silenzio è più assordante del rumore:


La porta sbattuta con troppa violenza e la casa che improvvisamente ritornava a essere silenziosa e vuota, dopo aver accolto interminabili grida per ore. Livio si sentiva vuoto, svuotato di ogni sensazione, di ogni emozione. Non sapeva cosa fare, cosa pensare, la loro storia era davvero finita così, dopo anni di amicizia e relazione. Non poteva succedere, tra tutti gli scenari che si era immaginato, quello era sicuramente il peggiore. Com'erano arrivati a quella situazione non lo sapeva. Come in trance, dal salone il ragazzo si diresse in cucina, avrebbe voluto analizzare la situazione, capire la ragione dietro il comportamento di Federico, comprendere il problema principale. In quel momento, c'erano davvero tante cose che lui avrebbe voluto fare, i nervi scoperti e pizzicati dalle parole del compagno però non glielo permisero. Deciso a calmarsi, Livio mise a bollire l'acqua per il tè, unica cosa a farlo tranquillizzare, dopo le carezze e gli abbracci di Federico. In cuor suo, Livio sapeva che solo tra le braccia di Federico, poteva dire di sentirsi a casa davvero. A volte mentre dormivano, Livio si svegliava di soprassalto e per calmarsi, tendeva l'orecchio sul petto del compagno, sentire il battito regolare, calmo e rilassato dell'altro lo faceva sentire protetto e al sicuro. Ripensare a quei momenti per il ragazzo dai capelli rossi e ricci, non fu per niente facile. Ricordare il sorriso limpido e cristallino che l’altro concedeva, solamente a lui, i suoi occhi neri come la pece, indagatori e avidi di comprensione, ciò comportava altro dolore. Li percepiva sulla sua pelle Livio. Sbuffò, massaggiandosi le tempie, tutto in quella casa sapeva di lui, di loro. Avrebbe voluto trovare un modo per spegnere il cervello, pensare in quella situazione era controproducente. I pensieri lo stavano uccidendo lentamente e il martellare incessante del suo cuore nella gabbia toracica, non aiutava. Una volta pronta la bevanda calda, il ragazzo la versò in un bicchiere qualunque, a discapito della sua tazza preferita, poggiata sullo scolapiatti, accanto alla sua, come del resto qualsiasi altra cosa in quella casa. Il ragazzo uscì ancora più sconsolato dalla cucina. Nonostante le tante sedie e il divano in salone, Livio si sedette a terra, con la schiena poggiata alla parete. Il contatto con il pavimento freddo, lo aiutava a non fargli perdere la testa, gli permetteva di non farsi trascinare dal dolore nell'oblio. Quel freddo era l'unico conforto che poteva avere. Stanco di trattenere le lacrime, si sfogò, piangendo tutte le sue lacrime, tutto il dolore provato, quando Federico aveva preso a martellate il suo cuore e l’aveva rotto in mille pezzi, pianse per tutte le parole tirate fuori e dette con tutto il veleno possibile. Si addormentò così Livio, tra un sorso di tè caldo e una lacrima ingoiata. 



§ Angolo autrice §

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Devo ammettere che questa storia è nata un po' così. Qualche giorno fa stavo ascoltando la musica e ho sentito l'impulso di scrivere, ed ecco qui il primo capitolo. Spero di sapere cosa ne pensate nei commenti. 


 




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