Father?

di Haedeas
(/viewuser.php?uid=932412)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La vita per te non è mai stata semplice.
Non sapevi cosa significasse prendersi cura di se stessi, ché cominciasti a prenderti cura di tua madre... morta.

Tuo zio ti trovò per puro caso... e se non fosse mai arrivato? Se avesse lasciato Kuchel alle spalle? No, Kenny non era così sociopatico da fare anche questo. Aveva dei modi di fare così familiari e così lontani, un modo di porsi che lentamente divenne il tuo. In lui vedesti una figura paterna che cominciava ad essere dolce come il miele, benché Kenny non era mai stato chissà quanto paterno con te. I suoi termini divennero i tuoi, i tuoi modi di fare divennero pari passo a quelli rozzi ed eleganti, quasi felini di Kenny. Eri la sua ombra. Mangiavi solo dalla sua mano, non discutevi ciò che era la sua parola.
Tuttavia, apprendesti subito che i dolci non sono fatti per tutti. Ci sono coloro ai quali non fanno alcun effetto ed i diabetici. Tu eri proprio uno dei diabetici e comprendesti quanto velenoso fu l'affetto che provavi per Kenny, quando questo sparì dalla tua vita. Distaccarsi da quell'amore fu come disintossicarsi da una droga, per te. Faceva male, lo cercavi ovunque: in ogni sguardo, in ogni bottega, in ogni locanda che potesse solo esser minimamente degna di ospitare la sua presenza.
Poi arrivò la rabbia che ti portò rancore, furia nei confronti di Kenny. Perché si era preso così cura di te, se l'intenzione era quella di abbandonarti? Perché sprecare anni della sua vita così vanamente, per poi sparire esattamente come apparve? Non trovavi risposte e decidesti, dunque, che la sua importanza non sarebbe stata più così rilevante nella tua vita. Di Kenny dovevano rimanere solo gli insegnamenti, atti per sopravvivere in quella merda dov'eri nato, e basta. Chiudesti a chiave i suoi ricordi in un cassetto, e quella chiave la buttasti via nell'oceano della memoria.
Ciò che era fatto è stato fatto. Non tornavi più indietro, finché...




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3659702